Aomine era geloso di Kagami, forse fin troppo.
(Ao/Kaga)

[AoKaga] [Incompiuta]
Raccolta tendenzialmente Angst e Introspettiva, ispirata all'omonima Challenge presente su Tumblr, di 26 o 30 capitoli.
*Rating provvisoriamente arancione*
*Aggiornamenti irregolari*
Capitolo 1: I'm awake and you are breathing

"Da quando lo aveva rincontrato neanche un paio d’ore prima, tutta quella situazione aveva preso una piega sempre più assurda. Non riusciva a spiegarsi né i propri pensieri né il comportamento dell’amico e per di più detestava il fatto che la sua mente non smettesse di rimuginarci sopra."
Aomine e Kise si rincontrano in un anonimo campetto di basket e un temporale improvviso avrà conseguenze inaspettate... c'è forse il destino all'opera?

La stupidità di Kise è nozione comune, un fatto assodato, sarebbe persino dimostrato scientificamente se qualcuno si fosse preso la briga di indagare su quella sua opinabile psiche da modello di copertina.
Fintanto che, però, nessuno scienziato smilzo e con gli occhialetti arriva a sezionare Kise, il compito di ricordare a Ryouta la sua immane stupidità è ricaduta sulle spalle di Kasamatsu –Il quale, bisogna dirlo, svolge la propria missione in maniera più che egregia.

[KasaKise] [A Rota, per il suo compleanno]

Shoichi ad un certo punto della sua vita ha capito una cosa: le persone non si dividono in categorie semplici, ovvie e stereotipate come “buone o cattive”, “vincenti o perdenti”. Sono solo dei preconcetti utilizzati dagli individui per legittimare una situazione che non hanno intenzione – per le più svariate ragioni – di provare a cambiare.
[A Rota (L)]

Sapeva bene cosa lo aspettava se avesse scelto di tornare alla vita di prima e fare come se nulla fosse successo.
Sapeva che non c'era più nulla da aspettarsi, perché avrebbe avuto la sola compagnia della palla e della chitarra.
Sapeva che una relazione come quella che aveva avuto con Shoichi lo aveva cambiato, non perché privato di qualcosa di sè, ma perché arricchito di tutte cose che non aveva mai cercato e che non aveva mai avuto, e al quale non voleva rinunciare.
Una di queste era il fatto che gli piaceva l'idea che Shoichi provasse tutto quell'interesse per lui, che nonostante il suo pessimo carattere aveva avuto voglia di conoscerlo, di abbattere ogni barriera che si era costruito intorno, non privandolo di nessuna delle sue certezze e sapendo che qual'ora esse fossero state instabili al punto da non riuscire a sostenerlo, avrebbe potuto attingere direttamente dalla forza di Imayoshi, che gli avrebbe concesso tutto pur nel suo personale modo, ovvero facendolo avvelenare e meditare l'omicidio.

Respiri regolari, che scandiscono il tempo che trascorre di notte.
Lenti e calmi, cullati da sogni tranquilli.

{30 Day OTP Challenge-AkashixKuroko}
[Trentesimo (e ultimo) giorno - Doing something hot]
Era sotto di lui, stringendo forte il cuscino per scaricare la tensione che ogni suo gesto gli stava dando.
30 storie, 30 giorni, 30 frammenti di una coppia non esattamente canonica.

Kise sbadiglia, stiracchiando appena le braccia, e cerca di accoccolarsi meglio sotto le coperte, cercando di muoversi il meno possibile.
[Non è mai esistito risveglio migliore][Kasamatsu - Kise]

Questa piccola one shot l'ho creata per un contest di un forum, spero vi piaccia.
Ci sono Kuroko e Kagami ad un festino. Tutto sembra filare per il verso giusto quando Kise cerca di intrufolarsi nell'appartamento...

Aomine stringe i denti, un mugugno gutturale che sorge incerto dalla sua gola, e la sua schiena si inarca facendogli sbattere la nuca contro il muro.
[Il ragno tesse la sua tela][Imayoshi - Aomine]

Se l'amore riguardava solamente una persona perché lui ne amava due?
[AoKuroKaga, pseudo-romantica]

[Kasamatsu Yukio x Kise Ryota]
Moriyama sbatté le palpebre qualche volta in più del dovuto, capacitandosi qualche secondo in ritardo di quello che gli era capitato davanti agli occhi – accanto a lui c'era Hayakawa stranamente zittito, colto dalla medesima sua sorpresa, con i pugni stretti al petto e l'evidente voglia di urlare qualcosa ma l'incapacità, distesa sulle labbra pallide, di farlo davvero.

"Alcune vesti vennero lanciate in direzione del biondo che non si fece cogliere di sorpresa e le afferrò, barcollando sulla sedia. «Mh?» «Prova questo.» Il ragazzo inclinò lievemente la testa di lato, perplesso, poi si guardò i vestiti tra le mani e se li lasciò cadere sulle ginocchia, ne prese uno e lo sollevò tenendolo fra indice e pollice. Sbiancò. «...Stai scherzando, vero?» «Non lo farei mai.»"