Ciao =)
Mi sono appena resa conto che il computer non mi ha fatto pubblicare anche la recensione di questo capitolo =( Eppure l’altra sì!! Comunque, lo faccio ora ;)
Allora… Sono molto contenta che tu abbia ripreso a scrivere, davvero *____*
Io in questi ultimi mesi sono stata parecchio occupata a causa degli esami per la patente ma prometto che adesso troverò il tempo per leggere e commentare le altre tue meravigliose fan fiction e SOPRATTUTTO, finire “I dreamed of you”!! *____*
Ora passiamo al capitolo ;)
Allora… Beh, che dire… Se fossi al posto di Sara non so se resisterei a lungo in quella situazione!! Mamma mia!!!!
Molto carino il flashback *___* E chissà di chi sono quei mozziconi di sigaretta… Sono davvero curiosa!!! *___*
Jeremy, come al solito, è di una dolcezza unica!! *___* Che amoreeeeee!!! *___*
Questa scena l’ho adorata!!!!!!!!!! *____* Forse perché mi sono terribilmente immedesimata in Sara *___* La capisco perfettamente, quando si tratta di certi profumi vado letteralmente fuori di testa!! =P XD Comunque, davvero, hai descritto tutto perfettamente!! *____*
Alexander, mentre si asciugava i capelli con l’asciugamano che aveva sulle spalle, entrò in stanza e parve sorpreso di trovarmi lì. Distolsi subito lo sguardo con imbarazzo, cercando di non far cadere di nuovo l’occhio sul suo corpo mentre si iniziava a diffondere per tutta la stanza l’odore del suo bagnoschiuma.
«Il bagno è in fondo, se devi fare una doccia»
«Lo so», mi limitai a rispondere, uscendo dalla stanza. Aveva detto che non dovevo comportarmi gentilmente perché lui non lo faceva con me e io avevo tanta voglia di rispettare questa sua decisione.
Mi chiusi a chiave, sfilai il vestito e mi sentii subito più leggera, come se mi fossi liberata da una seconda pelle, e mi infilai sotto la doccia. Lasciai che l’acqua calda mi scrollasse di dosso tutte le preoccupazioni, i timori, i brutti ricordi, che mi scivolasse velocemente, esattamente come sarebbero dovuti scivolare via i restanti 364 giorni. Alexander non era più quello di una volta e dovevo semplicemente accettarlo.
Aprii la bottiglia di bagnoschiuma e soltanto quando iniziai ad insaponarmi mi accorsi che stavo usando quello di Alexander: sentire quell’odore e accostarlo alla sua figura nuda mi mandava letteralmente fuori di testa. Ma no, dovevo accettare anche che quel corpo non era più mio.
Uscii di fretta dalla doccia, mi asciugai e mi coprii, tornando in camera. Alexander era sul letto, si copriva gli occhi con un braccio e aveva le labbra leggermente curvate verso il basso come suo solito quando dormiva. Aveva una camicia sbottonata e dei pantaloni blu di un pigiama che gli andava troppo grande.
«Sembra divertente fissare la gente che dorme», commentò senza smuoversi di un millimetro ad esclusione della bocca. Sussultai, facendo un passo indietro.
«No! Volevo solo chiederti… dove devo dormire?», feci imbarazzata, guardandomi attorno. Lui si scostò come a farmi più spazio e tornò nella stessa posizione di prima.
«Qui?!», squittii sgranando gli occhi allarmata.
«Vedi altri letti?»
«Non penserai che io possa dormire con te!»
«Siamo sposati, mi sembra il minimo», farfugliò.
«C’era scritto nel contratto che dobbiamo dormire assieme?!», obbiettai.
«No»
«E allora?!»
«Ho mal di testa, non urlare»
«Me ne sbatto del tuo mal di testa», borbottai irritata. «Scordati che dormo nel tuo stesso letto. Vado a dormire sul divano, tanto nessuno può vedere quello che facciamo in casa», sbottai caparbia, afferrando il cuscino accanto al suo.
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«Chiudi quella porta e torna qui»
«Non sei nessuno per darmi ordini»
«Sono tuo marito». Scoppiai a ridere.
«Oh, benvenuto nel Medioevo!», lo presi in giro. Lui si alzò spazientito e la sua faccia incazzata fece anche piuttosto paura. Si avvicinò e con una mano chiuse di botto la porta.
«Stammi a sentire…», sussurrò minaccioso, intrappolandomi tra le sue mani che aveva appoggiato sulla porta accanto alle mie orecchie. Mi tornò subito sotto il naso il profumo del suo bagnoschiuma e i suoi occhi erano così vicini ai miei da non poterne guardare le pupille. «Stiamo già facendo il conto alla rovescia per il divorzio, quindi cerchiamo di trascorrere il più serenamente possibile questi giorni. Niente lagne, niente borbottii, niente urla, niente domande sui posaceneri pieni», ordinò, guardandomi fisso negli occhi per cercare una risposta. Non emisi fiato fino a quando lui non si staccò da me soddisfatto del mio silenzio. Si abbottonò la camicia, scostò le lenzuola e si mise a dormire.
In realtà ero totalmente d’accordo con lui sul fatto di convivere serenamente: farmi il sangue amaro per lui era l’ultima delle mie intenzioni. Per questo accettai di condividere il suo letto.
Davvero un bel capitolo! ;)
Ovviamente, non vedo l’ora di leggere il seguito! *___*
A presto!!! *___* |