Recensioni per
Come anelli di una catena...
di sabre
Recensisco prima di buttarmi a capofitto sulla seconda parte dell'anello. ''Aspettative''.. sicuramente questa volta mi è stato più semplice capire a cosa si riferisca il titolo: con la tragica e grottesca fine di Luigi XV e l'ascesa dei nuovi sovrani, ognuno spera in qualcosa; ma se il popolino, come si percepisce, auspica un miglioramento delle proprie miserevoli condizioni di vita, a Versailles sono ben altre le ''preoccupazioni'' , e questa volta è attraverso una disgustata e indignata Oscar che ci mostri implacabilmente, nella parte dedicata all'agonia di Luigi XV, la nauseante e spietata meschinità della Corte. Ci sono poi le aspettative di Maria Antonietta, erroneamente convinta che essere regina comporti finalmente la libertà da ogni vincolo e imposizione; quelle di sua madre, che cerca di correggerla da lontano; ma soprattutto ci sono le ingenue e un po' infantili aspettative di Oscar, destinate a rimanere deluse, di vedere Maria Antonietta diventare una MAGNIFICA REGINA (complimenti per la nota!!!!) Per quella ''legge dell'alternanza'' di cui dicevi, qui Oscar torna protagonista. A questo proposito, mi ha colpito molto la differenza tra la Oscar del maggio ' 74 e quella del 1775: la prima è ancora insofferente al suo ruolo e alla Corte, oppressa dal caldo e dalle fasce; la seconda sembra invece aver ormai accettato il suo destino e si destreggia meglio anche tra i corridoi di Versailles, aiutata anche dal fido Andrè. Un Andrè qui un po' in ombra, proprio perché è il sentire di Oscar( in altre ''faccende affaccendata'') ad essere analizzato, ma non per questo meno intenso. La scena delle scuderie, fattelo dire, mi ha rapito, anche se sapevo benissimo che non poteva succedere tra loro niente di particolare: il gesto di Andrè, quella carezza repressa e sminuita con una battuta, vero specchio dei bellissimi versi di Lorca, per un attimo mi ha fatto trattenere il respiro...e credo non solo a me! |
Sinceramente non saprei quali termini usare per esprimere in modo diverso dal consueto, il mio godimento nell'affondare così pienamente nelle emozioni celate dei nostri due protagonisti ( in special modo la "biondina", che in quanto a celare davvero non ha eguali..). |
Ciao e ben tornata. Anche stavolta co regali con la tua solita eleganza un altro tuffo nel passato, e la prima parte, quella che si svolge ad Arras davvero mi intenerisce e mi commuove. Ho sempre pensato che André abbia amato così profondamente Oscar non soltanto per attrazione fisica, o per un'alchimia generata dalla loro vicinanza, ma soprattutto perché più di ogni altro si è confrontato con il tipo di vita, fatto di rigore e dedizione e rinunce che lei è stata costretta a vivere. E leggendo la descrizione che fai della loro vacanza penso che anche tu non sia lontana dal condividere questo mio pensiero. Tutto, in questa parte, parla di vita vera, dalla dolce intimità coniugale di Annette e Jerome, alla tenerezza che André dimostra per la piccola Camille, persino la presa di coscienza delle terribili condizioni in cui versano i contadini, tutto diventa concreto e vivo e reale, come la mano di André stretta nella sua nella frescura della sera. La svolta verso i sentimenti, l'amore, la passione è lì, a un passo...ma quel passo Oscar non ha il coraggio di farlo. Neanche questa volta. E si ritorna a casa, alle ire paterne, a Versailles, dove tutto è effimero e cattivo e i sentimenti veri, quelli provati ad Arras, vengono soffocati sul nascere. È vero, ti capisco, la loro sofferenza è iniziata e, di conseguenza anche la tua che tanto bene ti cali nei loro cuori, ma il risultato, credimi, è assolutamente encomiabile. Arrivederci a presto, carissima, e ancora complimenti! |
È vero, è intricata, ma fornisce così tanti particolari, introspettivi e di situazioni, da colmare i non detti e gli enormi buchi temporali che caratterizzano l'anime. È proprio in situazioni simili a quelle che descrivi che deve essersi compiuta la maturazione di Oscar: lei è una vera rivoluzionaria, da subito, da quando ascolta, accogliente, il monologo sconclusionato della nuova cameriera, da quando invita a cena l'attendente di suo padre: il suo animo assetato di giustizia deve essersi nutrito per anni di situazioni come quelle che descrivi. Così come deve essersi fatta una violenza enorme a non innamorarsi francamente di Andrè, a tenerselo nascosto, in un angolino del cuore, per tutto quel tempo. Capisco quando dici che scrivere questa storia ti fa stare male: fa stare male anche me e al contempo mi commuove. Complimenti per le idee e per la cura con cui le componi. |
Stavolta sei stata davvero veloce nel pubblicare questa terza parte dell' anello! inutile dire che anche questo capitolo è stupendo! i riferimenti non sono solo storici in questo caso, ma ci sono anche certi riferimenti gastronomici che mi fanno venire una fame... tornando alla storia, il fatto che Oscar e Andrè siano tornati ad Arras e che durante il viaggio Oscar si renda finalmente conto della situazione di povertà e rabbia che sta prendendo piede in Francia, è davvero provvidenziale perchè finalmente la nostra cara bionda cominci ad aprire gli occhi sul mondo esterno che la circonda, ma non solo su quello esterno ... non vedo l'ora di leggere la quarta parte! ciao e alla prossima! ;-D |
Un anello che ho apprezzato davvero tanto, anche se mi ribolle il sangue nelle vene a vedere Oscar che cerca André, che lo osserva, che lo scruta... già qui le fette di salame sugli occhi sono ben fissate. |
Oscar ha vissuto in una sorta di realtà alternativa che però le ha aperto gli occhi; paradossalmente, mentre si trovava ad Arras ha vissuto in un mondo assai più reale di quello farsesco e velenoso della corte; e in certi momenti, come ad esempio quelli nel cortile insieme ad André, sembrava che loro due fossero nella loro casa e vita abituale come una famiglia. |
Carissima Sabre, non ci sono sufficienti aggettivi per descrivere le sensazioni, i pensieri e il piacere che mi dà leggere i tuoi capitoli. |
Molto bella, come al solito. |
Recensisco con notevole ritardo e chiedo venia! Devo ammettere che all'inizio e ancor più nella parte intermedia (quella incentrata sulle vicende di Corte che tu riesci a riportare con la precisione di una cronista dell'epoca), non riuscivo a spiegarmi il motivo del titolo ''Fiducia''... Mi ero un po' persa tra i corridoi di Versailles, rapita peraltro dalla verve delle tue note che ogni tanto mi distoglievano dal racconto e mi costringevano a rileggere per riprendere il filo. Poi, però, per l'appunto come in una catena, il finale mi ha illuminato e ha dato un significato più profondo ad ogni passaggio del capitolo, compresa la struggente poesia di Neruda, che anzi diventa la voce del percorso interiore di Andrè. Infatti, prima c'è il suo sentire Oscar sempre più lontana e presa dai nuovi doveri, (complici anche i discorsi di Annette), che lo porta a dubitare di lei e a sua volta ad allontanarsi (''...orbene, se a poco a poco cessi di amarmi/ cesserò d'amari a poco a poco''); infine, con l'incidente, viene sopraffatto dal senso di colpa per aver messo in pericolo Oscar e, soprattutto, per non aver avuto fiducia in lei, nella sua amicizia... e questo gli fa forse capire quanto ad Annette è ben chiaro (''....ma se ogni giorno sale alle tue labbra un fiore a cercarmi...in me tutto quel fuoco si ripete.... il mio amore si nutre del tuo amore, amata,''). Non più solo amicizia, dunque, da parte di Andrè, ma come tu sottendi abilmente con i bellissimi, successivi versi di Lorca, c'è la consapevolezza di dover soffocare l'amore, accontentandosi di piccoli gesti e di rimanere accanto alla donna amata. Che dire, lo schema narrativo che hai costruito, partendo e terminando con due poesie, è veramente notevole! Riguardo il resto, ho amato la prima parte, per intenderci il 1770: mi inteneriscono un po' i due amici che ancora resistono alle intromissioni del mondo esterno, ritagliandosi piccoli scampoli di intimità nelle cavalcate o nei colloqui notturni. Originale, ma in fondo coerente con l'anime, la tua visione del rapporto tra Andrè e il generale; struggente la dedizione di Andrè, un Andrè che ancora qui riesce a riconoscere Oscar da gesti per altri insignificanti. È proprio attraverso il suo sguardo puro, ma inesorabilmente sempre più disincantato, che passano le vicende di Corte degli anni 1771-1774; ammetto che è una parte che non mi ha mai fatto impazzire, sia nell' anime che nel manga, ma proprio grazie ad Andrè e alla tua bravura nello scrivere, me l'hai fatta ''digerire'' agevolmente!! Ti rinnovo dunque i miei complimenti e... a presto. |
Ciao! Finalmente sei tornata a riaggiornare questa storia! Davvero stupenda! È davvero molto bello il fatto che fai affiorare in modo cosi dettagliato le varie inquietudini di oscar ... senza dimenticare il succedersi dei vari eventi politici e il comportamento sconsiderato dei neo sovrani che con il tempo ,come sappiamo bene, porterà alla rivoluzione ... Il pezzo più bello però è quando prima del duello oscar ricorda nei dettagli quella caccia al tesoro segreta con André quando erano bambini! ** complimenti e alla prossima ! ;-D |
Di una tenerezza coinvolgente (personalmente davvero impossibile restare impassibili!). Molto bella l'idea di descrivere il primo incontro da bambini dal punto di vista di André. Confesso che ho sempre immaginato che i primi tempi Oscar e André non andassero molto d'accordo, ma che alla fine grazie ad un episodio cruciale (in questo caso quando Oscar rischia di annegare nel laghetto se non ci fosse stato André a salvarla) tra i due comincia a nascere una profonda amicizia. È bello essere stati catapultati nella storia vivendola con gli occhi di un bambino, proprio perché nella loro semplicità sono tremendamente sinceri, e per questo così incredibilmente vivi. I curiosi commenti di André riuscivano sempre a strappare più di un sorriso genuino. |
Carissima, che bello ritrovarti negli aggiornamenti, peccato in questo periodo io abbia ben poca energia e anche la lettura ne risente, così mi limito ad assaporare. I vostri racconti quando sono a casa di riposo. |
Ciao! E' da un po' che leggo la tua storia e devo dire che mi sta piacendo come riempi i buchi dell'anime. Mi piace molto anche come usi la tua cultura storica per rendere più realistica la vicenda. Hai una formazione storica universitaria oppure è un hobby? |
''Il verde degli occhi di André che la fissano, la accoglie come ogni giorno all’ingresso dell’orangerie.'' È bastata questa frase, insieme alla scelta di riportare nell'incipit quei magnifici versi, che sembrano nati per Oscar, a farmi innamorare anche di questo ''anello''.Quel ''verde che la accoglie'' è lo sguardo rassicurante e familiare dell'amico, del fratello, che c'è sempre per lei, la sorregge, le dà conforto...lo stesso sguardo che ricerca alla fine, nonostante la scelta ormai irrevocabile, nonostante la sua corazza di fasce e di apparente freddezza (''Mi vedi vero Andrè? La vedi Oscar chiusa qui dentro?”Se lo chiede mentre lo sente da quel familiare calore nel petto il verde degli occhi di Andrè che la fissano''.). |