Ciao cara! :)
Lo sapevo che Dylan era a Parigi! Ma che problemi ha, questo ragazzo? Prima manda ad Amber una lettera minatoria da perfetto stalker psicopatico e poi scoppia a piangere davanti a lei supplicandola di perdonarlo/tornare insieme! Amber, non fidarti: prendi Dylan dal colletto della maglia e dalla cintola dei pantaloni e buttalo fuori casa (o, meglio ancora, direttamente su un aereo diretto a Timbuctù!).
Bene, magari è meglio andare con ordine: come era ovvio, la nostra protagonista si lascia prendere dallo sconforto e dalla nostalgia, ma per fortuna la cara Amelie (ho già detto che adoro questo personaggio? No? Allora lo dico adesso: lo adoro!) l'ha già perdonata e le ha promesso di proteggerla (e qui, immagino Amelie vestita da wonder woman mentre prende a manganellate sulle gengive Dylan!).
Accidenti, Amber ha pensato alla droga e, ti giuro, per un attimo mi sono lasciata prendere dal panico. Meno male che è stato solo un pensiero come un altro e, una volta tornata a casa e visto Leo (ah... Leo!), è andata dritta a dormire. Mi chiedo, effettivamente, che fine le due ragazze abbiano fatto fare alla droga contenuta nella busta... possibile che non se ne siano sbarazzate? E se la trovassero i genitori di Amelie?!
Tengo a dirti che la frase finale mi è piaciuta davvero molto e mi ha emozionata. Ho sentito Amber molto vicina e sono riuscita a percepire la sua nostalgia e la sua voglia di chiudere una volta per tutte con il suo passato. In fondo, vuole diventare "più forte di prima", no?!
Come sempre - ormai ti sarai rotta le scatole dal mio comportamento da "maestrina", chiedo scusa - ho degli appunti da farti:
1 - Nella frase "quella notte non riuscii a dormire tanto che verso mezzanotte [...]", dopo la parola dormire, io aggiungerei una bella virgola per creare una pausa che, secondo me, è necessaria.
2 - I verbi della frase "Per quanto volevo farlo, non riuscii a piangere" sono concordati male: nel primo periodo, infatti, al posto dell'indicativo imperfetto sarebbe meglio inserire il congiuntivo volessi.
3 - anche nella frase "[...] e magari si stava chiedendo dov'ero, cosa facevo, perchè me ne ero andata" userei il congiuntivo per dare più risalto all'ipotesi (in fondo, Amber non sa se ci sia davvero qualcuno in America che la sta pensando). Dunque la frase diventerebbe: "e magari si stava chiedendo dove fossi, cosa facessi, perchè avessi deciso di andarmene" (ho cambiato la fine della frase per non ripetere di nuovo "fossi"!).
4 - Nella frase "Pensai a quel cielo blu pieno di lucine e pensai se i miei sogni [...]", al posto del secondo pensai, io metterei mi chiesi.
5 - La frase "pensai ai suoi ricci che tanto desideravo passarci le dita" è grammaticalmente scorretta. Rendila, ad esempio, così: "pensai ai suoi ricci, fra cui desideravo tanto passare le dita" oppure "pensai ai suoi ricci e provai il grande desiderio di passerci le dita".
6 - Nella frase: "Quella sera pioveva, c'era pure freddo [...]" sostituirei quel c'era freddo con faceva freddo.
Ho finito - e penserai (a pieno dirittto): "meno male! Sei una rompi balls!". Voglio solo dirti che mi piace un sacco come hai cambiato l'impaginazione (ora è molto più piacevole leggere la storia di Amber, soprattutto per me che ci vedo poco... eh, la vecchiaia (?)!) e soprattutto desidero farti sapere che questa è una delle storie più belle che sto seguendo. Ti confesso anche che all'inizio non credevo che mi sarei appassionata tanto... direi che merita di finire diritta, diritta fra le preferite! ;)
p.s.: sono curiosa di sapere cosa le ha detto Dylan e, infine, che decisione ha preso la nostra protagonista: tornerà con lui? Oppure correrà da Leo? E, soprattutto, come cavolo ha fatto Dylan a scoprire che era a Parigi? Lo sa anche qualcun altro oltra a lui, ad esempio, la madre di Amber?
Aspetto con ansia il prossimo capitolo! :)
un bacione,
Ele |