Recensioni per
Diademi di Quetzal
di fervens_gelu_

Questa storia ha ottenuto 146 recensioni.
Positive : 146
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano

Anche questa volta mi sono perso nei meandri gelati di questi fantastici e gelidi versi.
Hai avuto la capacità senz'altro sensazionale di farmi percepire il freddo oltre lo schermo del pc, con poche semplici espressioni di rimando ad un clima nordico, direi quasi mediorientale xD

Non posso che ripetermi: la tua bravura nel designare un concetto con una delicatezza propria delle nuvole del cielo è del tutto encomiabile.
Ciò che trapela dai versi è l'indistinta matassa dei giorni [grigie perle nel mare della vita] che scorrono inaffondabili. Mi piace la metafora che si cela alla base del contenuto di questa delicata poesia: la voglia di fermare il tempo, di congelare un cielo intinto di passato - ecco il motivo della ruggine stagliata contro le sue vesti celesti.

Ovviamente c'è sempre un personaggio legato strettamente alla sfera emotiva: questo leprotto - simbolo senz'altro dell'innocenza bloccata nei giorni, congelata ed incastonata in freddi ricordi - che riesci a farci percepire come lontana ed indistinta.
Il tutto è sporco di vecchiume, come di una stanza - una soffitta - piena di ricordi, che ci fanno naufragare volentieri in un mare di sensazioni un tempo conosciute, ma ora gelide e fredde come il tatto dell'acqua in Inverno.

Molto, molto belli. Versetti semplici, puri, freddi e delicati, che mi lasciano un senso di mista freddezza e tranquillità, mentre la pioggia infuria contro le tapparelle della mia finestra. Non avrei potuto scegliere momento migliore per leggerti.
Un abbraccio e alla prossima,
Makil_

Recensore Master

Buongiorno.
Una poesia molto carina, come sempre.
Anche molto originale.
Ha il sapore di fusione tra cose distinte e lontane, con un ultimo verso che la dice lunga su questa mia sensazione.
Bravissimo, come sempre! Continua così ^^
Buon proseguimento di giornata e a presto :)

Recensore Veterano

Ciao fervens!
Molto suggestiva, soggettiva e incantevole questa tua rappresentazione dolce ed aggraziata di una storia d'amore. 
Questa volta ho identificato pienamente ciò che tu, autore, volevi mostrarci: l'inizio e la fine di una storia con toni affatto drammatici, descritta con metafore e parole tanto delicate da far sembrare il testo una nuvola nel cielo azzurro. 
Credo che sia questa la particolarità dei nuovi componimenti della raccolta (e comunque sì, molto presto passerò anche all'altra... perdonami, ma ho bisogno di tempo... tanto tempo, per ora c.c): la delicatezza e la semplicità estrema di relazionarsi a determinati temi sfiorandone appena il loro aspetto esteriore ed addentrandoti con la tua profondità da poeta nel pieno centro di ciò che racconti.

Questa poesia ci narra, attraverso le tappe di una storia d'amore, la particolarità delle relazioni fugaci, quelle che spesso finiscono e ti lasciano un vuoto nello stomaco incolmabile: inizia tutto da passi sconosciuti, incerti, spesso d'amicizia, che finiscono per diventare i più bei tonfi mai uditi dal nostro orecchio. E così, la visione celestiale della persona che tanto lodiamo ci appare nella sua semplicità più grande [una vista meravigliosa con capelli bruni al chiaro di luna].
Ma, ahimè, il frutto del piacere non è mai infinito: e così, la relazione si scioglie [come recita il testo: mi lasci/ ti lascio]. Ciò che prima era un angelo disceso dal cielo, ora diventa un dragone sputa-fiamme. Un simbolo perfettamente azzeccato per mettere in evidenza due aspetti della nuova figura dell'amata: il drago, simbolo da sempre della forza del fuoco e della distruttività della furia cieca. Ma, cosa più importante, simbolo della prova da superare, dell'ostacolo da scavalcare per raggiungere un qualsivoglia obbiettivo. Il drago, che come sempre appare in ogni sua raffigurazione medioevale e non, è una creatura di guardia - molto spesso - e di vedetta, che potrebbe rappresentare l'ostilità del destino: quindi, il male che si prova dopo una chiusura di relazione... un male che, vuoi o non vuoi, deve essere superato ed abbattuto. L'invito che colgo è quello di provare ad essere tutti dei san Giorgio della nostra epoca xD
E così, la poesia si chiude: la storia si conclude, lasciando nel cuore del protagonista una sorta di rammarico. Il retrogusto di un passato piacevole e di ricordi a cui ci attacchiamo ci appare sempre insipido quando lo assaggiamo alla fine di tutto. 
Ed è toccante l'ultima immagine che se ne dipinge: l'amata prende forma di stella, nell'alto del cielo notturno. Le stelle: astri che risplendono di luce, pur essendo morti anni orsono dal momento in cui - spesso - li si guarda. E non è forse questo che anche sono i ricordi? Mi piace considerarli attimi di memoria perduti nel cielo oscuro, inghiottiti dallo spazio, ma che non perdono mai la loro luce... dal momento in cui li si guarda. 

Un componimento davvero magnifico. Anch'io - come il buon caro Ale - ammetto di inserirlo tra uno dei miei preferiti, al momento. Sono davvero meravigliato dalla bellezza eterea di questa nuova, dolce perla. 
Sei sempre eccezionale, caro.
Makil_
(Recensione modificata il 30/09/2017 - 05:31 pm)

Recensore Master

Buon pomeriggio.
Bellissimo, complimenti!
Un lavoro sublime, questa volta.
Hai dosato bene ogni elemento, ed hai scritto una poesia che si è rivelata una sorta di piacere unico, da leggere. Questa per ora la scelgo come una delle mie preferite :)
Bravo, continua così!
Buon proseguimento di giornata e a presto :)

Recensore Master
25/09/17, ore 14:51

Buon pomeriggio.
Ormai non so più cosa dirti, carissimo ^^ se non bene, continua così!
Un altro componimento potente, nella sua semplicità è travolgente, se lo si legge poi con passione... ah, bello, davvero!
Bene, anzi, benissimo ^^ sempre un piacere seguirti.
Buon proseguimento di giornata e a presto :)

Recensore Veterano
25/09/17, ore 13:16

Ciao, caro!
Questa volta arrivo presto anche io. Dovevo rifarmi o no? :)
Chissà, mi dico, come sia possibile che un lungo viaggio in treno, con la pioggia infervorata a battere sui vetri, possa averti fatto scrivere un componimento tanto dolce e soffuso.

Leggere questa poesia è stato come saggiare, per un momento, sulla propria pelle la delicatezza delle note dell'amore. Perché di note, effettivamente, possiamo parlare: i tuoi componimenti sono così musicali e così dolci, con parole così fini ed accuratamente inserite in contesti via via sempre più diversi, che potrebbero benissimo essere paragonate in tutto e per tutto a note di un pentagramma suddiviso in strofe.

Questa poesia è chiaramente l'emblema della delicatezza: abbiamo parole - una moltitudine di termini che non sto qui ad elencare - che mi hanno rimandato immediatamente alla bontà e alla chiarezza nivea dell'amore.
Abbiamo immagini come quella dell'arpa - il cui suono è un biglietto verso l'universo onirico dei sogni - i bagliori bianchi, gli occhi drogati d'amore - del rosso della passionalità di due corpi - nuvole morbide, palloncini per bambini.
E il tutto può essere riassunto in una sola espressione: la poesia vuole mostrarci senza filtri, ma con particolari dettagli e personificazioni, la spontaneità e l'innocenza del sentimento più puro e prezioso che l'essere vivente possa concepire. L'amore.
Il puledro, non inserito a caso nella narrazione del componimento, non è forse esso stesso simbolo della nascita? Della purezza e dell'integrità? Non è forse simbolo del germoglio appena fiorito, del virgulto nascente?

Questa poesia è forse la più delicata che tu abbia scritto. E' un piacere, per me, scoprire anche questo tuo lato dell'animo: una parte di te che pare essere molto sensibile e molto speranzosa.

Colgo l'occasione per fare una cosa che non ho mai fatto: ringraziarti per i numerosi complimenti con cui SEMPRE rispondi a queste mie scombussolate recensioni. Mi fa tantissimo piacere sapere che valgono qualcosa per te: sono solo parole dopotutto, che scrivo perché cullato da qualcosa di più importante... le tue poesie, appunto.
Purtroppo, raramente rispondo agli mp privati, in quanto sono impegnatissimo durante il corso delle 24h, e spesso dopo aver letto le risposte degli autori, finisco per dirmi di rispondere a fine giornata, dimenticandomene poco più tardi.
Sappi che sei molto, molto gentile.

La tua raccolta, ovviamente, continua a piacermi tantissimo. Un piccolo consiglio che mi sento di darti è quello di aggiornarle - per quanto difficile possa essere - con una certa costanza. Non so, sceglierei uno o più determinati giorni per aggiornare questa raccolta.
Sai che, molto spesso, aggiornamenti costanti attraggono un pubblico maggiore?
Ovviamente, però, essendo una raccolta in cui i capitoli nascono praticamente ad ogni ora del giorno, ispirati da tutto e da niente, prendi il consiglio come meglio ti suona. Per me, leggerti, non è affatto un problema ;)
Un grande abbraccio,
Makil_
(Recensione modificata il 25/09/2017 - 01:19 pm)

Recensore Veterano

Ciao, fervens!
Questa volta, devo ammetterlo, la tua poesia mi ha lasciato proprio senza parole. Tra le righe si legge proprio di un'immagine che tenta di descrivere - e riesce benissimo nell'intento - la vuotezza del presente, che appare quasi inutile dinanzi alla possanza del passato e al sapore di un prossimo futuro. 
Il titolo, in questo caso, ha avuto un ruolo importantissimo nell'interpretazione più coerente del componimento. 

Il presente è tragico: questo vuole sottolineare la poesia. E come riesce nell'intento?
Lo fa in un modo molto interessante: la contrapposizione tra l'amarezza dell'animo e dei pensieri del protagonista, totalmente distaccati dagli abbinamenti che i versi ci propongono (mi riferisco quindi alle allusioni ai dolciumi, alle cibarie, ai frutti). 
Le caramelle sanno del grigiore dei giorni. 
Significa che le caramelle sanno di tutto e sanno di niente. Il grigio, in fondo, non è una macchia a metà strada tra il nero e il bianco? Tra il completo ed il vuoto?
Ed è proprio questo l'intero componimento vuol far risaltare: la contrapposizione tra tempi coevi, ma distaccati tra loro; l'inesattezza dei sentimenti e i loro abbinamenti; l'incompiutezza delle giornate viventi nel presente, che non sanno affatto di niente... e che, masticate, si rivelano inutili.
Insomma, davvero bello questo componimento: devo dire che questa volta ho notato un minor numero di riferimenti alla natura animale: invece, come ho già detto, sono più vivide le allusioni alla flora - resine, pistilli, legno etc... - e quelle al cibo e al gusto. Chissà se i tuoi componimenti - ne hai composti altri? Non vedo l'ora di leggerli! - continueranno su questa rotta, nella raccolta, o cambieranno - come dici - un po' tema.
Certo è che ho già notato un piccolo cambiamento nel tutto: questa poesia è molto particolare anche per il fatto che si presta a numerose interpretazioni: non so, infatti, se ho decifrato davvero ciò che volevi comunicarci. Potrei anche darle un significato diverso da questo, se la leggessi questa sera. Ma, dopotutto, cos'è la poesia - come dico spessissimo - se non arte? E l'arte non è forse espressione del proprio animo? 
Bellissima poesia, caro. Non mi deludi mai. Ormai sai che ti considero un ottimo, grandioso Poeta.
Makil_

Buon pomeriggio.
Un'altra poesia fortemente descrittiva.
Noto il tuo amore verso le descrizioni. Non è un male! Secondo me, questo è un bel pregio, soprattutto in un racconto.
Bene, come sempre uno scritto molto carino e piacevole da leggere.
Buon proseguimento di giornata e a presto :)

Recensore Veterano
20/09/17, ore 22:32

Ciao fervens!
Purtroppo - e sì, sarò ripetitivo - questo periodo è molto scompigliato per me e per i miei programmi. Come presto vedrai, non arriverò più puntuale a recensire le tue poesie: questo mi spiace, perché so che il mio parere ti è molto caro ed importante (e infatti ti ringrazio tantissimo per la sottigliezza d'analisi che ogni volta mi sottolinei), ma purtroppo non dipende né potrà dipendere da me. Vedrò di essere il più costante possibile, comunque ;)

In questo componimento ho letto tantissima tristezza e molta, molta malinconia. Un attaccamento spropositato, direi quasi, ad una storia che, nel bene o nel male, è finita.
Un amore corrosivo ha lasciato nel cuore uno strascico di sensazioni forse mai provate: e questo nuovo assemblaggio di emozioni contrastanti è a sua volta dannoso per l'amore stesso - che finisce per odiare - e per la persona che lo nutre.

Ho apprezzato moltissimo il riferimento al fatto che il cuore venga popolato dai piccioni. Essi sono - purtroppo non mi piace dirlo, ma è così - animali infestanti, talvolta, che occupano un posto e, al pari di topi o insetti, finiscono per impossessarsene totalmente. Il piccione potrebbe rimandare ad una particolare idea di vuotezza colmata da un essere umile, che si ciba di molliche - forse intese come la speranza di poter amare di nuovo - che vengono lui date da passanti, no?

E così i ramoscelli crescono nel giardino del cuore, laddove, un cortile non più curato dall'amore, permette a piante infestanti - anche queste, sì - di crescere incolte. Le rose che sorgono e che pungono tra queste sono elementi di dolore: la rosa è bella, profuma tantissimo e rimanda molto alla passionalità emotiva e carnale. I petali della rosa sono il simbolo quasi emblematico del romanticismo: eppure, molto spesso, si tende a dimenticare che questa pianta sia in grado di pungere e ferire a sangue. Mi chiedo: ma non è forse un po' come l'amore stesso?
L'amore è attraente, ammaliante, profuma dell'odore dell'amato, eppure, sotto petali dolci e rosei, nasconde insidie che potrebbero anche ferirci, se colto il suo stelo dalla parte sbagliata.

E bellissimo il finale: le margherite tornano a sorridere, dopo che l'anima ha versato il suo sangue, soffrendo. Il sole illumina i ricordi, gli consente di ricavare il loro nutrimento permettendogli di portare a termine il processo di fotosintesi - sempre in richiamo alla flora - con cui sopravvivere. E quindi i ricordi non muoiono, non vengono lasciati nel dimenticatoio di uno scaffale del cuore, ma risorgono nelle code del pavone, che - come già analizzato un'altra poesia della raccolta, se non erro - è simbolo di immortalità... di resurrezione... di rinascita.

Che bella, bellissima poesia. Non ti smentisci proprio mai.
Sei bravo, molto bravo. E mi colpisci sempre con ogni tuo verso. Non vedo l'ora, dunque, di continuare a leggerti dopo questa breve pausa.
Makil_
(Recensione modificata il 20/09/2017 - 10:37 pm)

Recensore Master
18/09/17, ore 20:05

Buona sera.
Tu sei dotato di una grande sensibilità, e in più sei molto attento ai dettagli.
Questo si nota, le descrizioni presenti nelle tue poesie sono sublimi, di quelle che ti puoi immaginare senza troppe difficoltà.
Molto elaborato anche questo componimento, come sempre si vede che ci metti il cuore.
Complimenti anche qui.
Buona serata e a presto :)

Recensore Veterano
17/09/17, ore 16:04

Ciao, carissimo!
Anche questa volta sei riuscito nell'impresa di stupirmi e lasciarmi di stucco dinanzi alla bellezza eterea di versi perfettamente incastrati tra loro in una fusione di immagini molto suggestive. Questa piccola opera d'arte mi ha lasciato a bocca aperta dall'inizio alla fine di ogni sua strofa, tanto sono rimasto compiaciuto dalla bellezza di ogni parola, come al solito, perfettamente utilizzata ed inserita in un contesto molto più grande ed emotivamente più carico. 

Ho letto, questa volta, di uno smarrimento totale lungo il percorso della vita: un cammino impervio, spesso in salita, altre volte - ahimè - in discesa, e spezzettato da numerosi ostacoli di piccola o grossa portata. Ho letto di boschi oscuri, cresciuti sul cammino, abitati da creature infestanti come i pipistrelli. Un bosco, chiaramente, da attraversare. Ma passarci dentro e superarlo, non significa forse anche uscirne provati? E' ben noto a tutti che i pipistrelli sono spesso ricordati per la loro mania di attaccarsi ai tessuti e/o ai capelli: è come se fossero, nel nostro caso, le ferite che il "il bosco di spettri" ci causa: gli ostacoli, nel cammino, non ci fanno mai andar via illesi, ma ci provano a tal punto da lasciare sulla nostra pelle sempre delle nuove compagnie, delle nuove esperienze. 
Inoltre, il pipistrello non è mai stato visto come un simbolo di vera e propria solarità da popolo a popolo e di secolo in secolo. Basti pensare che, nell'antica Grecia, il nome riservato a quest'animale fosse νυκτερίς, sostantivo derivante dalla radice vύξ, notte, appunto. E la notte non è forse il momento della giornata più tetro per molti?

Il resto del componimento si dipana proprio a partire dalla freddezza cupa della notte, sembrando di volerne porre rimedio. Ci viene mostrata la nascita di una fragola, la rinascita di una luca paragonata a quella del sole. E' come se, nel cammino impervio citato poco prima, finalmente sia sorta una fiaccola, una speranza, che sembra, però, essere anche deleteria per il protagonista che sta camminando sulla via: essa, infatti, pur di crescere, sottrae la sua essenza all'errante. Ed essendo luce, attrae la falena che giace nel corpo di colui che percorre il sentiero, facendo sì che si perda, per equità, la sua parte da farfalla. 

Ma il passo più bello lo abbiamo sul finale: l'errante sul sentiero riesce a sfuggire alla presa robusta delle difficoltà del percorso, attraversa il tratto di strada che si inerpica sulle colline - punto più alto, più profondo della sua esistenza: forse il passo finale e decisivo - e da lì riesce ad illuminare l'intero cammino percorso: e così scorge le mete che ha superato, la tappa della sua infanzia, probabilmente quella da cui è partita la strada. 

Ho letto del cammino della vita, questa volta. Il significato che ho colto è stato proprio quello di dare un senso molto originale al percorso che ognuno di noi compie, su quel sentiero che, giorno dopo giorno, conduce sempre più avanti, dentro ai boschi, oltre gli ostacoli, fino alle colline più alte da cui poter ammirare il proprio corso riuscito, terminato. E così,tutti noi muoriamo falene, attratti dalla ricerca incessante di luce. 

Una poesia bellissima, con uno stile unico ed un registro aulico perfettamente coerente con la portata magistrale del suo significato. Certo è che un tono così pomposo, a tratti regale, del linguaggio ha sempre il suo fascino e il suo impatto. 
Un abbraccio, fervens, e sempre i miei più sentiti complimenti!
Makil_
 
(Recensione modificata il 17/09/2017 - 04:09 pm)

Recensore Master
17/09/17, ore 13:17

Buon pomeriggio.
Una poesia molto originale e creativa, questa.
Bene, come sempre tu fai entrare il lettore nel tuo mondo, e il testo è molto descrittivo e piacevole da leggere.
Ho apprezzato anche questo scritto, tra l'altro abbastanza lungo, complesso ed elaborato ^^
Bene, continua così!
Buon proseguimento di giornata e buona domenica :) a presto!

Nuovo recensore
15/09/17, ore 19:46
Cap. 1:

Un componimento davvero delicato, sembra quasi sfiorarti quando lo leggi. Poche parole per dire tanto, tantissimo. In quattro versi si trova tutta la leggerezza e la semplice meraviglia della poesia, come qualcosa che non ha bisogno di pavoneggiarsi, di esplodere per essere guardata e adorata.
L'immagine della farfalla è sublime, la vedo volteggiare per la mia stanza e ho l'impressione non se ne andrà per molto tempo.
Grazie per questo dono e complimenti,
Sally

Recensore Veterano
15/09/17, ore 17:30

Ciao, fervens!
Seppur con un lieve ritardo, eccomi qui a recensirti anche quest'altra volta.
Certo è che questo componimento mi è piaciuto moltissimo: ormai sto divenendo ripetitivo nelle mie recensioni, ma non saprei in che altro esprimerti tutti i miei complimenti per una raccolta che stai curando alla perfezione, con poesie davvero belle, emotivamente e stilisticamente, e molto acute, fini e delicate - passami i termini. Inoltre, continuo anche a complimentarmi con te per la larga presenza di apparizioni di animali nei versi, che riesci ad inserire in qualsiasi contesto ed in qualsiasi componimento, senza mai, però, lasciare nulla al caso.

Passando a ciò che il componimento mi ha lasciato, posso dire di aver letto molta malinconia tra le righe, cosa assolutamente differente, per dirne una, dal componimento che ha preceduto quest'ultimo.
Vedo nelle tue "anime soul dargli argentei riflessi" lo spettro, il riflesso - scusa per il gioco di parole - del vuoto, dell'essenza dell'essere umano privo di scopi, di obiettivi, praticamente svuotato, sviscerato e smembrato.
E tali ombre di uomini, tentano di guardare i loro lineamenti in pozze scure e cupe, altri rimandi alla vuotezza della loro interiorità sciupata e ricolma di ansia, di paranoie... e di malinconici pensieri.

E la sula che si perde nella disgustosa macchia nera, inghiottita dal nulla più totale, è la rappresentazione stessa dell'uomo che, una volta macchiatosi di quel petrolio, finisce per rimanerne, ahimè, divorato completamente. Come se quella macchia e quelle pozze di catrame fossero in realtà la società in cui viviamo oggi, la successione degli eventi monotoni della vita che, via via, si ripetono ogni giorno e che ci sottopongono ad una cruda alienazione che, lentamente, ci impregna di nero fino a sconfiggerci e ad omologarci tutti quanti, cospargendoci di un unico e solo unguento oleoso che ci cancelli radicalmente.
Ed è per questo che l'uomo, alla fine, piange le sue lacrime (e qui ti segnalo la svista di "un" al posto di "una" ahah), mentre continua a stagliarsi sulle pozze nere, nel tentativo di evitare il suo totale fallimento.
Avrò divagato... ma è questo che, a caldo, ho immaginato nel leggerti oggi: ogni volta, è sempre un'immagine nuova, sempre un'immagine più poetica e bella della precedente.
A presto e complimenti, carissimo!
Makil_
(Recensione modificata il 15/09/2017 - 05:37 pm)

Recensore Master
15/09/17, ore 14:23

Buon pomeriggio.
Eccomi anche qui ^^
Bene, questa poesia è molto forte, hai scelto un lessico che colpisce l'attenzione.
Gli ultimi due versi sono di una bellezza sconcertante, sembra di viverli sulla propria pelle, mentre vengono letti.
Complimenti, davvero molto bravo!
Buon proseguimento di giornata e a presto :)