Recensioni per
Diademi di Quetzal
di fervens_gelu_

Questa storia ha ottenuto 146 recensioni.
Positive : 146
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
13/09/17, ore 14:56

Ciao, caro!
Devo dire che questa poesia mi è piaciuta tantissimo. Credo rientri, ad ora, tra le mie preferite di questa raccolta, che ammontano ad un numero alquanto elevato.

Nell'intero componimento si respira l'aria salmastra dell'oceano, il suono delle onde che si infrangono sui litorali bagnati. E' evidente quanto profondo sia il suo testo: riesco proprio a sentirmi accarezzato dalla brezza marina, tra conchiglie, sabbia, coralli e delfini.
Tra l'altro - cercando sempre di dare un'interpretazione generale al testo e al suo insito significato - posso dire che la figura del delfino è intrisa di una simbologia importantissima per lo scenario in cui hai ambientato il componimento. Il delfino era considerato dagli antichi come compagno dei marinai, una guida semidivina, la cui natura speciale è stata anche celebrata nella Commedia di Dante ("Come i dalfini, quando fanno segno/ a’ marinar con l’arco de la schiena/ che s’argomentin di campar lor legno"; Inferno, XXII). I delfini, pertanto, sono dei veri e propri moniti per l'uomo, e stanno ad indicare una prossima sventura da cui stare all'erta... certamente, un finale del tutto burrascoso (nel nostro caso, oserei direi, più che perfetto come esempio). 

I primi versi della poesia ci mostrano un mare cristallino e lucente divenire di colpo di una gradazione del porpora. La limpidezza delle acque viene distrutta da un colore che può sì significare sventura, ma anche passione. Ed è proprio di passione che l'intero testo è annacquato
Potrei farti un elenco di tutte le parole che ho trovato quanto mai precise e puntuali nel loro contesto e nel loro compito di disegnare una figura perfetta, ma sarebbe soltanto inutile. Nessuna parola è lasciata al caso: dagli aggettivi come pirateschi, cerulei alle immagini dei coralli. 
E ho apprezzato molto anche la direzione che le strofe assumono. Lentamente, il componimento si dipana fino ad uno scioglimento totale. L'estate - la stagione della passione, dell'arsura dei cuori e non solo - si discioglie per lasciare spazio ad un gelido Inverno, sinonimo di freddezza non solo atmosferica, ma anche fisica e sentimentale. E così, dove un tempo il nostro protagonista passava le giornate, coccolato e beato, nel misto di afa e calore di un'arsa spiaggia, ora non resta altro che una costa gelata. Direi: proprio come il suo cuore. 
Un componimento davvero, davvero molto bello!
Un abbraccio e vivissimi complimenti - ormai pleonastici - ma, sono sicuro, sempre ben accetti!
Makil_

 

Recensore Master
13/09/17, ore 13:44

Buon pomeriggio.
Bene, ho notato con grande interesse che hai pubblicato una poesia piuttosto lunga, complessa ed articolata.
Hai giocato molto con le immagini, e devo dire che, mentre leggevo, esse prendevano forma nella mia mente(il potere della poesia!), e mi sono parse molto suggestive.
Sei stato forte con le descrizioni e col lessico utilizzato; poca musicalità nei vari versi, ma ok, va bene, è davvero un buon lavoro.
Buon proseguimento di giornata e a presto :)

Recensore Master
11/09/17, ore 15:03

Buon pomeriggio.
Bene, noto che sei molto bravo a sfornare piccole perle di questo genere!
Quasi mi verrebbe da spronarti a scrivere anche qualche componimento più lungo ed articolato.
Bel lavoro; non c'è molta musicalità tra i versi, e non appaiono neppure rime, tuttavia il testo ha il suo fascino, che non si può non gradire.
La poesia mi ha rilassato molto, mentre la leggevo.
Buon proseguimento di giornata e a presto :)

Recensore Veterano
10/09/17, ore 21:27

Ciao fervens!
Sono ancora qui, ovviamente, a deliziarmi il gusto e la vista con questi tuoi meravigliosi componimenti poetici.
Ormai è divenuta una consuetudine dirti che hai proprio la penna di un poeta, ma non mi stancherò mai di ribadirlo: quando è giusto farlo, è anche necessario che sia fatto.

Passando al componimento in sé: questa volta ho totalmente interpretato a mio modo le parole. Non so per quale esatta ragione, ma l'immagine che mi si è prostrata davanti leggendoti è stata quella di un rapporto carnale tra due persone distese su un letto al termine dell'amplesso. Le coccinelle attorno a loro come simbolo di abbondanza e prosperità, più intesa quasi come il senso della parola latina "copia": perciò, nel piccolo, mi ha dato l'idea della protezione e della felicità innescata dal rapporto sia fisico che umano.
Il resto del componimento è tutto ciò che segue all'atto, no? I sussurri, i flebili sospiri, le carezze... in una tonalità armoniosa, pura e tanto naturale da richiamare alla voce i tronchi e le coccinelle.

Tra l'altro, le parole utilizzate per dare più intensità alla poesia (del tipo tronchi sudati, violini sussurrati e membra) mi sono sembrate molto consone sempre al tipo di atmosfera immaginata.

Non so se sono andato "fuori tema" - per dire così - ma dopotutto la poesia rimane la forma di libera espressione ed interpretazione più varia tra tutti i testi scritti... per cui, perché non sbizzarrirsi?
Sempre tanti, grandissimi complimentoni!
A presto,
Makil_
(Recensione modificata il 10/09/2017 - 09:28 pm)

Recensore Master
07/09/17, ore 15:06

Buon pomeriggio.
Spero mi perdonerai se non ti ho recensito ogni poesia, ma davvero, poco fa mi sono messo a leggerle, e ne sono rimasto così affascinato che non ho saputo proprio fermarmi!
Davvero, sono bellissime. Certe perle possono venire solo dal cuore.
Complimenti, non è semplice sapersi esprimere in un modo così fluido e musicale, per me questo è davvero un ottimo lavoro, in generale!
Mi sono piaciute tanto tutte queste poesie, e cercherò di far del mio meglio per poter continuare a seguire assiduamente questa raccolta.
Buon proseguimento di giornata :)

Recensore Master
07/09/17, ore 10:57
Cap. 1:

Buongiorno.
Oh, che bello, che qualità! Complimenti, davvero sublime!
Ho trovato davvero molto dolce questo componimento, mi ha colpito tantissimo.
Ho visto che ne hai pubblicato altri... non vedo l'ora di poter tornare e di proseguire nella lettura.
Complimenti già da adesso!
Buona giornata e a presto :)

Recensore Veterano
06/09/17, ore 14:50

Ciao fervens!
Ormai sono di casa presso le tue meravigliose poesie.
Questo componimento è stato davvero molto sentito: trovo che ci sia un dolore soffocante tre le righe, come il mare che ricopre tutto e che stringe il respiro fino all'asfissia.
Un amore probabilmente finito, nel male o nel bene, ma comunque distruttivo e capace di irretire ogni senso. Il dolore causato dalla ferita è più importante nel mare, che a contatto con il taglio lo fa bruciare come un fuoco appena acceso. E la colpa, in questo caso, non è di nessun partito. Il destino ha fatto il suo gioco, e il narratore lo sa bene, infatti - pare - riesce ad accettare la cosa (come è giusto che sia) e a immergersi un'altra volta nel mare che è la vita (bellissima frase, tra l'altro) tra le onde di un nuovo vivere, nelle impetuose correnti che - chissà - potranno portarlo ad approdare su un altro scoglio e a fargli assaporare nuovamente l'ebbrezza della potente droga della vita.
Chiari e lampanti, nonché simboli di dolore, i riferimenti agli esseri marini "disturbanti" per antonomasia. I granchi, che con le loro chele stanno sempre all'erta, e i ricci, pronti a pungere i passanti noncuranti di ciò che hanno sotto ai piedi. Un po' come il destino stesso, dopotutto, o sbaglio?
Non sappiamo cosa può riservarci il Fato, ma sappiamo che - una volta nel mare della vita - possiamo andare incontro a tanti granchi o ricci, quanti merluzzi, delfini e mante: sta a noi decidere se immergerci o meno e quanto in profondità andare. Magari, ponendo attenzione ad evitare l'edera velenosa che ci avvinghia a lei e ci ostacola il percorso, la traversata potrebbe rivelarsi migliore della precedente... ma cosa ci sarebbe di bello nello svincolarsi da qualsiasi rischio ed arrivare al capolinea senza un minimo sforzo?
Bellissima poesia anche questa; ho trovato davvero le sue parole molto più sentite e dirette, quasi come delle vere e proprie frecce scagliate contro il lettore che, a sua volta, è costretto ad immedesimarsi - a suo piacere - nel dolore narrato. E nell'odio.
Makil_

p.s. Noto con piacere che hai aggiunto un titolo alla tua magnifica poesia, perfettamente in linea col suo contenuto. Sono davvero felice che tu abbia accolto il mio consiglio ^^
(Recensione modificata il 06/09/2017 - 02:56 pm)

Recensore Veterano
04/09/17, ore 16:07

E rieccomi qui!
Una poesia a suo modo meravigliosa anche questa, con un stile particolarmente accattivante che, ormai, ho intuito essere il tuo. Mi piace moltissimo, lo ammetto: questo tuo modo di fare poesia rende il tuo stile molto simile a quello fine, elegante e magistralmente curato dei poeti antichi, di quelli che si ingegnavano - non proprio volontariamente, talvolta - nell'arricchire i loro componimenti con la dolcezza delle parole arcaiche e dal significato sublime.
Questo componimento possiede una certa specularità nella sua morfologia: (Grido e non mi senti/Urlo e precipiti in un sogno) - (Grido e non mi senti, urlo e precipiti nel mondo). Il narratore, in questo caso, risulta assuefatto, soggiogato, da qualcosa di più profondo e grande di lui, che però pare abbandonarlo spesso al suo destino tragico e crudele. Eppure, proprio come una farfalla poco dopo aver chiuso il suo corpo in un bozzolo, egli rinasce vivo e completamente diverso, le piume bianche di un cigno in contrapposizione a quelle nere dell'entità che si lascia alle spalle, mentre si libera della "poltiglia nera finissima", il catrame, l'onta disgustosa che lo lega al cigno nero. Tra l'altro i riferimenti al cigno, in questa poesia, sono spiccatissimi: i Greci sostenevano che fosse l'animale consacrato al dio Apollo, perciò protettore degli aedi (i vecchi poeti della loro vetusta civiltà). Il cigno era proprio il patrono della scrittura e della poesia, delle arti musicali e del canto.
Ma c'è di più: il cigno era anche simbolo di morte, oltre che di purezza e saggezza, così com'è stato considerato nell'epoca medioevale. Ho apprezzato tantissimo tutti questi riferimenti, nella poesia, al suo significato, che sono sicuro tu abbia studiato abbastanza a lungo prima di inserire non a casaccio ^^
Questa poesia è proprio sinonimo di rinascita, secondo la mia visione, che si conclude con il distacco definitivo del protagonista dalla sua ossessione nera.
Be', ovviamente sempre tantissimi complimenti. Questa volta devo anche ringraziarti per aver lasciato una recensione - bellissima e profondissima - alla mia piccola opera: risponderò quanto prima nella sezione adeguata ;)
A presto,
Makil_

p.s. Perché non aggiungere un bel titolo ad ogni poesia? Mi sono accorto che sono denominate solo da numeri e mi sono chiesto come mai, in verità, dato che potresti comporne di belli e poetici al pari del contenuto delle tue stesse opere ^^
(Recensione modificata il 04/09/2017 - 04:09 pm)

Recensore Veterano
02/09/17, ore 18:33

Ciao, caro!
Altro bel componimento, scritto con parole e frasi in grado di suscitare un paio di emozioni. Quel che ho percepito in questa poesia - in cui, ancora una volta, voglio sottolineare la gioconda presenza di riferimenti ad animali e natura, anche più calcata - è quasi una voglia irrequieta, di quelle che non ti permettono di dormire e che ti destano nella notte, di sentire e/o vedere qualcuno. Eppure, percepisco come una sorta di divieto nel tutto, quasi come un ostacolo che impedisce la realizzazione concreta del sogno e la costruzione vera e propria dei "nidi di colibrì", anche se simbolicamente non so dare una spiegazione a questa frase.
Mi è piaciuta molto la musicalità che traspare in questo componimento e, ancora una volta, non posso che esprimere tutto il mio giudizio positivo per questa raccolta che, cosa che avevo dimenticato di fare prima, ho inserito tra le seguite.
Un abbraccio e alla prossima,
Makil_
(Recensione modificata il 02/09/2017 - 06:34 pm)

Recensore Veterano
31/08/17, ore 02:38

Bella, suggestiva ed emozionante anche quest'altra poesia.
Assistiamo al sorgere di un arcobaleno scintillante d'oro al termine di un probabile amore vivo solo nei ricordi. Dopo il temporale, come ben sappiamo, anche dopo una pioggia di creta, il cielo ospita sempre un nuovo sole e, spesso, esso si lascia accompagnare da un ridente arcobaleno. È il caso di questo componimento, che ci mostra come - anche quando i sogni celestiali si spengono - la paradisee continuano il loro volo.
Complimenti,
Makil_

p.s. Nel primo capitolo abbiamo visto le farfalle, qui le paradisee. Mi chiedo: il titolo della raccolta è un avvertimento al fatto che gli animali saranno tema portante delle poesie? Se sì, non potrei che esserne felice!
(Recensione modificata il 31/08/2017 - 02:38 am)

Recensore Veterano
28/08/17, ore 17:35
Cap. 1:

Una poesia che penetra nel cuore. E' disarmante il modo in cui le parole, se ben usate, possano posarsi delicate sul petto di un lettore come un'effettiva farfalla.
Davvero tanti complimenti per questo breve componimento, ma ricco e ricolmo di un'impressionante tonalità e di una particolarissima dose di tristezza.
La caducità della carta stessa, un materiale che facilmente può essere imbrattato e scritto - vero - ma che sempre facilmente può essere strappato o bruciato, unita alla fragilità del volo di una farfalla (le cui speranze di vita sono scientificamente labili) concede a questi pochi versi un valore ed un significato reso magistralmente.
Non posso che farti i miei complimenti, caro/a!
Makil_
(Recensione modificata il 28/08/2017 - 05:37 pm)

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