Recensioni per
I tarocchi della Papessa Nera
di Old Fashioned

Questa storia ha ottenuto 82 recensioni.
Positive : 80
Neutre o critiche: 2 (guarda)


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Recensore Master
25/10/17, ore 04:39
Cap. 3:

poi MacLeod allungò lentamente una mano verso a maniglia - la maniglia

Carissimo, me lo sono letto a notte fonda, giuro che non lo faccio più. :P Ho sentito tutto il freddo che ha percepito Alistaire in quella casa.
Insomma Campbell muove le chiappe solo con la paura di crepare. Sarà anche per questo che aveva chiesto all'altro di dormire da lui tanto vive solo. Dormire e basta lo so, non mi sono fatta viaggi mentali. La storia è dal punto di vista di McLeod che si arrovella per arrivare alla verità e che è l'unico innocente, fosse stata dal punto di vista di Campbell chissà quanta tensione avremmo provato, per lui che tra tutti è il meno colpevole. Penso che partendo da quella chiacchierata con McLeod finché non si arriverà alla fine della vicenda, Campbell non vorrà più restare da solo.

Con questo capitolo mi hai tolto tutti i dubbi che avevo: perché non cercano di recuperare il corpo del delinquente, se il matto fa una brutta fine, se Campbell si sarebbe mai deciso a collaborare... e non abbiamo dovuto aspettare il prossimo capitolo per sapere che ci faceva lì quell'armadio e cosa c'era dentro. Hai anche soddisfatto la curiosità di scoprire cosa c'era disegnato sulle carte e girare le ultime, anche se al posto loro io non l'avrei fatto.
Ora ci sono due ipotesi per il fatto che quelle scarpe sono umide: o quella mummia prende vita e non ci credo, o qualcuno si impegna a mettere in pratica quello che c'è scritto sulle carte per tenere buoni tutti con la scusa della maledizione. E si spiegherebbe perché è tutto sprangato ma con la porta in basso sempre aperta e quella al piano superiore chiusa a chiave.
Era meglio se Alistaire prendeva quella pistola da sotto al cuscino, magari sta lì per mantenerla pulita e funzionante!

Il dettaglio delle scarpe umide è quello che mi ha inqiuetata di meno anche se leggendolo - ed anche per il fatto che ti sei interrotto qui - ora ci aspettiamo che qualcuno salti fuori. Alla prossima! :)

Edit: ma se bruciassero quelle carte e/o il cadavere (o tutto quanto, che fanno prima) cosa succederebbe?
(Recensione modificata il 25/10/2017 - 08:37 am)

Recensore Master
24/10/17, ore 22:13
Cap. 3:

Riuscirà il rapporto di amicizia tra Campbell e MacLeod a sconfiggere le scorribande della morta vivente? La madre vendicativa non lascia questo mondo per portare via con sé tutti i responsabili dell'uccisione del figlio: spaventosa e bellissima la scena del mazzo di tarocchi antichi, le cui figure rappresentano gli esatti modi in cui sono morti gli sventurati poliziotti veterani.
Parlavo di amicizia, poc'anzi. Campbell si irrita e si inalbera di fronte alle domande assillanti del "pivello", e si appella al rapporto di colleganza. Ma in cuor suo lo SA che Alistair ha ragione, tanto da decidersi, finalmente, ad aiutarlo nelle indagini: per quanto O'Hanigan fosse un mostro, un essere immondo, avrebbe dovuto essere regolarmente processato e condannato, invece di essere ammazzato come un cane e gettato nel Tamigi. In uno Stato di diritto vanno tutelati i diritti di Abele, ma anche quelli di Caino: sennò tanto vale tornare a vivere nelle caverne. Scusa la mia divagazione personale, ma credo che sia importante capire la posizione di Alistair, inquadrarla in modo corretto. 
Il nostro ragazzo crede nella giustizia, nella verità.  Si appella ad un ideale più nobile ed alto, che trascende dai sentimenti umani, per quanto legittimi essi possano essere.
Mi piace moltissimo questo tuo horror, non solo per la perfetta ricostruzione storica, con atmosfere degne di Dickens, ma anche perché sai sondare a fondo l'animo umano, mostrandocene luci ed ombre. Ho divorato questo capitolo, pur essendo talmente stanca da quasi non vederci più!

Recensore Master
24/10/17, ore 14:40
Cap. 3:

Ciao!^^
Ma che bella storia!
Siamo vicini alla soluzione del mistero, ma temo che sia impossibile impedire l'inevitabile. La Papessa - o, per meglio dire, Catriona O'Hanigan - è cadavere, ma al tempo stesso è viva, e gioca coi destini degli uomini. Un po' come le Parche, anche se lei usa le carte e lo fa per vendicare la morte del figlio. Che atmosfere da accapponare la pelle, che crescendo di tensione! Per un attimo mi ero aspettata che Charles morisse appena veniva girata la carta dedicata a lui...

Recensore Master
24/10/17, ore 10:54
Cap. 3:

Ehilà! Eccomi qui per leggere una nuova parte della Papessa Nera. Devo dire che questa storia è di per sè una droga. Inquietante al punto giusto, bisogna però che abbia la mia dose settimanale che mi permette di stupirmi e rabbrividire prima di cominciare la giornata.
Dunque, McLeod sta facendo passi da gigante con le sue indagini. Anche se non stiamo parlando certo di "indagini" come normalmente potrebbero essere condotte. Intanto, per la questione del Bedlam, per quanto avesse capito tutto, non si è potuto far niente.
"Strozzato da un paziente". Sì, certo, come no...!
I suoi colleghi chiaramente non stanno capendo nulla di quello che sta combinando, e non riesco a dar loro torto. Mi è piaciuta tanto la conversazione con Kasparian, "l'ebreo": ha chiarito parecchie cose sulla donna che un tempo chiamavano la Papessa Nera e che, legata a O'Hanigan, sembra essere dietro tutti gli omicidi orrendi che si stanno consumando a Whitechapel ultimamente.
L'ultima scena è letteralmente da brividi: di fronte al cadavere mummificato - descritto, peraltro, in maniera molto macabra e attenta ai dettagli, mi ha ricordato quello che facevano "per raccapriccio" i giornali dell'epoca che ricercavano la descrizione dettagliata per fare ancora più paura - Campbell e McLeod enumerano le varie morti che ci sono state e pescano le carte una ad una.
"Il povero Hayes travolto da un carro, Pierce precipitato nel crollo della torre, Banks stritolato sotto la ruota dentata, Jackson impiccato a testa in giù, Adamson ucciso da un matto. Qui bisogna immediatamente chiamare un prete."
Purtroppo però un prete non servirebbe, temo. O se sì, dovrebbe essere uno davvero bravo.
Comunque... l'ultima carta è un tutto dire. Penso che ormai la sfida sia aperta e la Papessa l'ha accolta con una bella firma.

Ottimo capitolo!
_morgengabe

Recensore Junior
23/10/17, ore 23:44
Cap. 2:

Ma salve! \^o^
Allooora visto che sono secoli che non leggo niente da efp e che la mia coscienza mi ha fatto notare che non mi sono neanche degnata di dare uno sguardo al povero Cristo che non solo ha letto la mia storia ma l'ha anche recensita ho deciso finalmente di passare. Sì sono una persona cattiva.
Ma ora passiamo alle cose serie. Credo che l'unica parola adatta a descrivere la tua storia è: Agghiacciante. Già dal primo capitolo sei stato capace di farmi sprofondare nei vicoli nebbiosi di Whitechapel, lontano dagli sfavilli e degli agi della nobiltà e della borghesia dove la vita si mostra nella sua faccia più cruda e violenta. Tutto incomincia con la morte di apparentemente accidentale di un poliziotto a cui se ne aggiungono altre, tutte molto diverse ma tutte annunciate dalla sinistra figura di una donna vestita a lutto. La Papessa Nera o Morte? Spirito maligno o madre in cerca di vendetta? Entrambe forse?
Purtroppo non lo sappiamo ancora, quello che sappiamo e che si è lasciata dietro morti orribili legate ai tarocchi.
Hayes la Luna e il Carro.
Pierce la Torre.
Banks la Ruota della Fortuna.
Jackson l'Appeso.
Mi è sembrato quasi di sentirlo il freddo mortale, sul serio.
Sembrano tutte morti tragiche e accidentali ma Alister scopre che non è così. E chiudi il capitolo lasciando me e gli altri lettori con la consapevolezza che qualcun'altro morirà in chissà quale situazione e che lo stesso protagonista potrebbe fare una brutta fine e una bruciante curiosità a corrodere le ossa. Complimenti davvero sono davvero ansiosa di leggere il seguito.^^

Recensore Master
22/10/17, ore 11:22
Cap. 2:

A volte essere dei pivelli porta a dei risultati concreti. E questo perché non sono ingabbiati da regole e convenzioni. MacLeod non è ancora assimilato al sistema: per cui i colleghi sono e restano dei colleghi, che stima e rispetta, sì, ma che non considera parenti da coprire, comportandosi in modo omertoso. Anche se poi, alla fine, cerca di proteggerli comunque, dato che vuole scongiurare che altri poliziotti veterani seguano il destino di Hayes, Pierce, Jackson e Banks.
E' spaventoso quello che un serial killer è in grado di fare. E lo FA in modo assolutamente lucido e razionale, senza tare psichiatriche, con buona pace di linee difensive spesso confutate, in corso di causa, dalle perizie mediche (ne so qualcosa). La sua è semplice e pura malvagità, senso di onnipotenza verso il prossimo, che considera inferiore. 
Ed ecco che un pugno di poliziotti intende risolvere la sé la spinosa faccenda: O'Hanigan fa una nuotata notturna nel Tamigi. Parimenti viene "risolto" l'affaire di O'Hanigan madre.
La bella lavanderina, una sorta di angelo custode, cerca di metter in guardia il giovane agente dalla magia e dal malocchio.
A questo punto non so cosa vorrà fare MacLeod: grazie al folle Adamson conosce la verità.
Che uso saprà farne?

Recensore Master
22/10/17, ore 10:52
Cap. 1:

La Londra vittoriana l'ho sempre considerata SPAVENTOSA, sai? Del resto, Jack lo Squartatore di che epoca lo abbiamo?
Lasciamo da una parte gli ori e le luci dei quartieri alti: la povertà era terribile, le condizioni di lavoro degli operai, soprattutto delle donne e dei bambini, erano da racconti dell'orrore. I bambini, già... altro che amore materno e paterno, altro che loro tutela da parte delle istituzioni. I bambini erano carne da macello: Dickens insegna
Dico tutto questo per potermi complimentare con te (sai che novità XD?), caro amico. Hai reso in modo perfetto le atmosfere cupe, buie, avvilenti della Londra dei bassifondi di fine Ottocento. I poliziotti facevano tutto quello che potevano, per arginare le conseguenze della criminalità, a livelli inimmaginabili.
Eppure...
Eppure abbiamo un gruppo di veterani della polizia, che magari per venti-trenta anni hanno (forse) sempre lavorato in modo onesto ed ineccepibile.
A parte (forse) una sola ed unica volta, con la morte del criminale O'Hanigan: costui era un pessimo soggetto, non  stento a crederlo. E sicuramente sarebbe finito appeso a gambe penzoloni. Questo però dopo un processo. Peccato però che al processo non ci potè arrivare.
MacLeod ha le sue giuste intuizioni: tanto giuste da suscitare le ire dei suoi mentori.
Tre poliziotti veterani sono morti, ed in modo orrendo.
Chi SA, preferisce fingere di indignarsi con il pivello di turno - ma assai intelligente - piuttosto che recitare il mea culpa e andare a fondo... magari anche per salvarsi la pelle.
I personaggi sono perfetti: equilibrati nella loro rappresentazione, verosimili.
Mi ha fatto morire l'archivista, innamorato dei suoi faldoni: sai quanti cancellieri conosco che si comportano con noi avvocati allo stesso modo?
Che debbo dirti, amico mio? Sarei felice di vedere le tue storie pubblicate, con tutta la paccottiglia stampata che da anni vedo nelle librerie.
E basta con i "salamelecchi", o poi vengo criticata (già successo): peccato però che io sia sincera, ecco. Non leggo libri da due giorni, una professione intellettuale la svolgo, per cui se un autore per me vale accantono la falsa modestia e dico che, forse un filino, io possa dire la mia.
Chi vuole intendere...
Un abbraccio.
Lou
(Recensione modificata il 22/10/2017 - 10:54 am)

Recensore Master
20/10/17, ore 22:28
Cap. 2:

Mamma mia che brividi quando la vecchia signora è andata dallo stesso McLeod! Almeno a lui non è successo niente ... ma al mazzo si è aggiunto l'Appeso. Che brutta fine per Jackson!
Wyndham non è molto popolare con il suo atteggiamento da poliziotto incazzoso da telefilm americano vedo: gli viene pure criticato il melodramma! E già qualcuno inizia a notare le 'coincidenze'. La vedo brutta per quella stazione di polizia, nei giorni a venire.
Povero McLeod, sembra non poter contare proprio su nessuno. E infatti deve agire in solitario, con il bel risultato di cacciarsi in un posto dallo squallore incredibile, che puzza in modo atroce, pieno di polvere e simboli inquietanti e dove pare ci siano pure i fantasmi. Ma ti pareva che quella ragazza se ne sarebbe andata prima di poter spiegare di questa 'Papessa Nera'?
Il nostro indaga, e davanti alle ritrosue degli esseri umani, si rivolge a più affidabili documenti scritti. Molto inquietante questa storia di Adamson.
Okay, complimenti davvero per aver fatto cenno a quell'allucinante usanza dei manicomi dell'epoca, di esibire i malati mentali come se fossero bestie da circo. E lo strano è il povero McLeod che non si interessa a queste cose!
Oh, finalmente abbiamo qualche chiarimento. Adamson è stato disposto a parlare, ma possibile che nessuno avesse mai pensato 'queste della Papessa Nera sono sciocchezze, arrestiamo questo bastardo'? Senza contare che per quanto il figlio potesse meritarsi un bel peso attorno al collo e un tuffo nel Tamigi, lei non aveva fatto niente di esplicitamente criminale, mi sembra.
In ogni caso, perché ho il sospetto che la strega abbia avuto sette anni a disposizione per prepararsi il Folle?
Di nuovo complimenti per un bellissimo, inquietante capitolo!

Recensore Master
20/10/17, ore 16:37
Cap. 1:

Una storia di Old Fashioned ambientata nella Londra vittoriana? Ma che bellezza è?
Molto d'effetto l'esordio con l'agente Hayes, permette di calarsi molto bene nell'atmosfera. E si è concluso in una gran brutta fine.
Povero McLeod! Almeno Jackson e Kelsey gli dimostrano un po' di simpatia. Quell'altro tizio aveva il ciclo, per mettersi a urlargli contro così a caso?
L'altra morte è perfino più cupa, se possibile, con un bell'approfondimento sullo squallore dei bassifondi dell'epoca. E il senso di inquietudine prima della morte vera e propria era molto ben reso!
Wow, questa storia della vecchia mette davvero i brividi! Sulle prime avevo pensato che i disgraziati poliziotti sorprendessero chissà che attività magiche e fossero conseguentemente eliminati, invece era lei che andava a cercarli personalmente. Perché? Ha qualche problema con i tutori dell'ordine veterani? Comunque, tanto di cappello a McLeod per averlo notato.
Mi piace questo giovane poliziotto. È intraprendente, e non ha paura di cercare collegamenti anche strani o fare cose che agli altri poliziotti puzzano. E infatti trova subito una possibile pista, quabdo ancora tutti gli altri pensano all'incidente.
No, no, altro che eccesso di realismo, qui si vuole proprio occultare qualcosa. È abbastanza da incubo anche la situazione di McLeod: dici un solo sospetto, e tutti se la prendono con te, anche quelli che erano stati gentili fino a quel momento. E si mettono pure a usare le stesse identiche parole!
Campbell è interessante, sembra davvero ben disposto nei confronti di McLeod e volerlo aiutare a capire meglio il mondo che lo circonda, ma sembra comunque star contribuendo a un tentativo di occultamento...
E per quanto riguarda i morti: noto un carro, una torre e una ruota. Chissà quanto ci metterà McLeod a vedere la tematica (perché se non fosse stato per il titolo, neanch'io ci avrei fatto caso).
Complimenti, si prospetta davvero come una bella storia!

Recensore Master
19/10/17, ore 19:57
Cap. 1:

Una felicità: sulla tua pagina ci sono ancora tante meravigliose storie che attendono di essere lette... Due felicità: ci sono e ci saranno ancora tante meravigliose storie che attendono di essere scritte dal mio Autore preferito. Come dire, mi sento felice e su una coltre di nuvole per i secoli a venire.
Volendo fare la persona seria (ma io parlavo sul serio già da prima): ormai la tua firma è una garanzia di qualità, qualsiasi genere letterario tu decida di affrontare. Poche pennellate e si è già dentro alla storia, calati in questa atmosfera brumosa e misteriosa da romanzo gotico, seguendo i passi dell'agente Hayes, che si fa strada nella nebbia con il suo sfollagente e la lanterna. Poche pennellate capaci di evocare un'atmosfera e delineare un personaggio: "anche se c'erano buio, nebbia o pioggia era in grado di orientarsi nel quartiere con la sicurezza di un piccione viaggiatore"; bellissima e originale l'immagine del "cono lattescente che rimbalza" in sincronia con i passi della prima vittima di questa storia alla Dylan Dog, ambientata nel quartiere del delitto e del mistero per eccellenza, dove bazzicava proprio in questo stesso periodo il caro vecchio Jack lo Squartatore. L'agente Hayes è la prima vittima di questo misterioso e forse soprannaturale assassino, che agisce con l'insospettabile tecnica del "tragico incidente". Non appena Hayes esce "dal cerchio di luce" di un pub del quartiere, subito precipita in "una sensazione di gelo mortale": tre righe che condensano un impatto sconvolgente. Come direbbe Groucho, pensava di avere tutta la vita davanti, e invece ce l'aveva dietro....
L'ora del lupo: l'ora del più profondo sonno e degli incubi più agghiaccianti. Di pari passo, è anche l'ora dei delitti più efferati. Dimmi, è tua invenzione originale?
Nel secondo paragrafo, molto realistico e scorrevole il dialogo a più voce tra i poliziotti. Compare qui il vero protagonista dell'intera vicenda, o meglio colui al quale spetterà dipanare l'arcano: al giovane agente Mc Leod, timido e riservato, spetterà l'onore e l'onere di sciogliere l'intricata matassa i cui elementi per ora appaiono del tutto misteriosi, e apparentemente slegati. Abbiamo una sensazione di gelo e un impulso irrefrenabile, un edificio in rovina con i vetri colorati, cavalli che impazziscono e hanno gli occhi fuori dalle orbite... una vecchia signora dall'aspetto rispettabile, vestita di veli a lutto. E abbiamo un arrestato che muore sette anni prima, la notte di Ognissanti: praticamente svanito lungo il tragitto che dovrebbe condurlo dal luogo dell'arresto al posto di polizia. Di questa sparizione, di questa morte accertata ma avvenuta in circostanze poco chiare, nessuno vuole parlare. Soprattutto non vogliono parlarne coloro il cui destino sembra segnato su una vera e propria lista nera, in quanto tutti presenti la sera dell'arresto...
Mi tieni sulle spine, sai come farlo, e io ti amo per questo! Meno banalmente, ti dico che proprio in questo sta l'arte del narratore: saper avvincere, catturare il lettore e immergerlo nel mondo che si vuole descrivere... al punto che, finita la lettura, non sarà più la stessa persona: avrà imparato qualcosa, proverà la nostalgia feroce di quei luoghi dell'immaginario nei quali ha camminato facendosi guidare dalla tua mano!
Questa è l'esatta sensazione che provo ogni volta che leggo qualche cosa di tuo...
A proposito di luoghi e ambientazioni, mi limito a sottolineare qui la tua bravura nel ritrarre la desolazione di questo quartiere di Londra all'inizio dell'era industriale, dove regnano miseria e degradazione: anche qui procedi per brevi e suggestive pennellate, facendo emergere dalla nebbia e illuminando con la luce della tua lanterna fagotti di stracci che sono in realtà poveri relitti umani - uno è addirittura un bambino - interni di case gremite di ragazzini sparuti, piccole prostitute dagli occhi febbricitanti e i volti spettrali. Altre pennellate efficaci ritraggono le figure dei poliziotti: ora bonari ("il sorriso da padre che guarda il figlio farsi la barba per la prima volta") ora reticenti e improvvisamente aggressivi, forse per via di qualche segreto da nascondere.
Che dire? Continuo a leggere e a imparare, perchè leggendo gli Autori bravi s'impara a scrivere bene a propria volta. E la prossima volta che penserò a quante sfighe mi capitano certe volte, penserò anche a come, nel mare magnum di questo sito, ho beccato proprio te.
Alla prossima.

Recensore Master
18/10/17, ore 14:13
Cap. 2:

In questo capitolo si svelano le dinamiche interne al posto di Polizia, ai veterani, che ormai consapevoli del pericolo che minaccia alcuni di loro, continuano però ostinatamente a proteggere i loro "segreti di servizio" appellandosi alla fiducia e alla fratellanza di corpo e alla tenacia della giovane recluta, che continua a scavare nel torbido in cerca di maggiori informazioni.
La visita a casa della Papessa nera è agghiacciante; io non sarei entrata lì dentro nemmeno in compagnia di due squadre addestrate e armate fino ai denti di navy seals!
Idem dicasi per i sordidi bassifondi di cui è circondata, posti che entrarci rischi sifilide, tubercolosi e colera e dove il furto del borsellino è il male minore che possa capitare!
Ma il vero tassello importante lo aggiunge l'ex agente finito al manicomio, l'unico che sembra disposto a raccontare al ragazzo come sono andate le cose e chi erano davvero la Papessa e suo figlio.
Ovvio che nessuno sia disposto a credergli e anche Alistair suppongo abbia preso le sue rivelazioni con la dovuta cautela venendo da una persona malata di mente.
Nel frattempo è morto un altro agente e temo che non sarà l'ultimo!
(Recensione modificata il 18/10/2017 - 02:14 pm)

Recensore Master
17/10/17, ore 23:26
Cap. 1:

II posto con “I tarocchi della Papessa Nera” nel contest "Magiche Feste" indetto da Dollarbaby e valutato da E.Comper sul forum


Grammatica e stile: 9, 5/10 
Ebbene, inizierei, come sempre, suddividendo il racconto in due parti. Da prassi, la prima conterrà eventuali errori e/o refusi riscontrati all’interno del testo, mentre la seconda si dedicherà a un’analisi più generica del racconto. 
Campbell stava per rispondere quando in un negozio poco lontano espose (esplose) una cacofonia di grida. (pag. 8) 
Il poliziotto fece girare la lanterna tutt'intorno: le tacce (tracce) lasciavano supporre che la vecchia signora fosse entrata nell'edificio. (pag. 13) 
Salirono i tre gradini che conducevano ala (alla) porta, poi MacLeod abbassò la maniglia e spinse l’uscio, che cedette con un cigolio. (pag. 35) 
Confesso che, per un racconto di 50 pagine e passa, dal punto di vista grammaticale e sintattico non te la sei cavata affatto male, anzi. 
Come puoi vedere, questi sono i soli errori riscontrati in tutto il testo, la cui grammatica e sintassi si rivelano padroneggiate con notevole e perizia e cura, forse grazie a un’oculata rilettura e a una notevole cura nello stendere il racconto. 
Parlando invece dello stile e del lessico utilizzati all’interno del racconto, anche qui devo farti i miei complimenti. Ha dimostrato, infatti, una notevole perizia nel creare un tono narrativo in grado di rendere alla perfezione il genere da te trattato, al punto che pare realmente di star leggendo un giallo con sfumature di soprannaturale scritto da un professionista, con tanto d’indagini approfondite, indizi e interrogatori da parte di MacLeod. 
Inoltre, le descrizioni si dimostrano essere veramente realistiche, al punto da creare un chiaro quadro nella mente del lettore, che non fatica affatto a immaginarsi le ambientazioni da te scelte. Anche dialoghi e narrazione sono ben equilibrati, sebbene il cavallo di battaglia del racconto sia tutt’altro: è, infatti, la tensione che riesci a rendere col passare del tempo a spingere realmente il lettore ad andare avanti. L’ottimo uso che hai dimostrato di fare, in termini di suspance e colpi di scena, non può non coinvolgere chi legge, stuzzicando la sua curiosità nel vedere il finale. 
Complimenti quindi! 

Caratterizzazione dei personaggi: 10/10 
Altro elemento che ho apprezzato, all’interno della storia, è la magnifica resa, sia caratteriale che psicologica, dei tuoi personaggi. 
Ognuno di essi presenta delle caratteristiche chiare e definite, un modo di atteggiarsi e porsi verso gli altri unico e insostituibile, così come una notevole introspezione psicologica. 
È soprattutto quest’ultima, poi, a rendere realmente interessante il racconto. 
La tensione, che il protagonista, così come tutti i personaggi coinvolti nella vicenda, sviluppa andando avanti con la storia risulta quasi palpabile, al punto che non si può non esserne toccati. Anche i legami tra i personaggi sono ben costruiti, e ciò consente al lettore di comprendere al meglio la mentalità dei singoli, assieme alle dinamiche del distretto di polizia in cui essi lavorano. 
Un lavoro davvero notevole, che penso ti abbia fatto ottenere a pieno merito questo punteggio! 

Utilizzo del pacchetto: 10/10 
Obbligo: Il protagonista avrà a che fare con un evento sovrannaturale 
Luogo: Cimitero 
Bonus: Character Death 
Oggetto: Lanterna 
Citazione: “Il fascino dell’ignoto domina tutto. “(Omero) 

Anche qui, come sempre, c’è poco da dire. 
Gli elementi dei pacchetti o si mettono o non si mettono, e in questo caso sono tutti perfettamente integrati e inseriti nel racconto da te presentato. 
L’elemento che, più di tutti, ho apprezzato è stato la Lanterna. Può apparire banale, ma io ho trovato fortemente significativo questo oggetto, spettatrice silenziosa delle vicende da te narrate, fedele compagna dei vari personaggi. 
Essa li segue, illuminando la loro strada, osservando in silenzio ciò che accade e diventando, piano piano, una presenza indispensabile. 
Anche il Character Death è ben gestito … ma trattandosi di un giallo polizesco con una caterva di morti … penso sia scontato. 
Comunque, ottimo lavoro, davvero! 

Originalità e Trama: 8/10 
Passando all’originalità e alla trama, penso ci sia davvero molto da dire. 
Vero, come da te stesso ammesso via mail, la matrice di base del racconto è quello di un giallo soprannaturale come molti altri, ambientato nel passato. 
Tuttavia, sebbene di storie simili ve ne siano, ci sono stati comunque innumerevoli elementi profondamente originali che proprio non ho potuto non notare, anche se la cosa che mi ha maggiormente colpita è la parte finale. 
Sarò sincera, la cosa che più coinvolge del racconto è che, sebbene sin dall’inizio gli avvenimenti in cui si trova coinvolto il protagonista siano tutt’altro che normali, per il lettore è comunque automatico aspettarsi, alla fine del racconto, una risoluzione logica della vicenda. Un finale che spieghi, con la logica e la scienza, quegli elementi altrimenti impossibili da comprendere. 
Eppure non è così … ciò che si presenta rimane, fino alla fine, un evento soprannaturale a tutti gli effetti. 
Se si aggiunge, agli elementi originali come la morte decisa dalle immagini dei tarocchi, anche il magnifico e perfettamente costruito intreccio presente nel racconto, ne viene fuori una storia veramente niente male. 
Certo, con uno stile che non è esattamente nuovo, ma comunque buona! 

Gradimento personale: 8/10 
Sarò sincera … solitamente, il genere giallo/soprannaturale è proprio l’ultimo nella lista di quelli che leggo di solito. 
Sarà perché sono una fifona cronica, ma sta di fatto che, per mia indole, solitamente cerco di evitare il più possibile questo genere. 
Tuttavia che posso dire? Una storia coinvolgente è una storia coinvolgente, e per quanto non ami il tema non ho proprio potuto non apprezzare il magnifico stile con cui è scritta la storia, i personaggi così ricchi di sfumature e la trama tanto ben costruita e coinvolgente. 
Sola cosa di cui mi dispiace, è la morte di Campbell. Confesso che il detective veterano mi stava veramente simpatico e vederlo morire mi è dispiaciuto non posso, sebbene lo abbia fatto nel tentativo di proteggere il protagonista. 


Totale: 48, 5/53 

Recensore Master
17/10/17, ore 21:10
Cap. 2:

L'unica cosa di [lui] per lunghi secondi fu sicuro

“Beh, il giro di ronda non si fa da sé. Sarà meglio che vada.”
Senza aggiungere altro, si buttò il pastrano sulle spalle, si calcò in testa il casco e uscì sbattendo la porta.

Avrei preferito che schiattasse Wyndham, ma prima o poi muore anche lui, vero? :P

MacLeod cercò di captare lo sguardo di Campbell in una muta richiesta di spiegazioni, ma il collega gli girava ostinatamente le spalle.
Ma chissà che gli nascondono. Non vedo l'ora di scoprirlo. Fantastico che sono stati loro a causarne la morte, torturandolo in chissà quanti modi, un po' come quello psicopatico vissuto nel settecento in Germania che uccideva donne incinte per mangiarsi non dico cosa, e quando venne arrestato fu picchiato e torturato a morte dagli agenti. Di sicuro il tizio di cui nessuno vuole parlare era una persona tanto schifosa da far diventare schifoso chiunque gli stesse intorno.

Per andare nell’archivio, MacLeod attese che Webster uscisse a pranzo. Il collega era un uomo assai abitudinario: tutti i giorni smontava dal servizio alla stessa ora, andava nel pub dall’altra parte della strada, consumava un sandwich o una fetta di pasticcio, e poi, dopo mezz’ora esatta, rientrava in centrale.
Me lo immagino, davvero. Gli inglesi sono abitudinari al punto che non cambierebbero la minima routine nemmeno se fossero in pericolo di vita. E immagino che specie all'epoca ci potevi sincronizzare l'orologio con le loro routine. Persone con quella mentalità sono prede facili. Una volta in un documentario consigliavano per chi teme le aggressioni di evitare le routine, cambiare spesso strada, etc. inconcepibile per quegli agenti.

mentre in sottofondo [di] sentivano

Senti, ma non è che questo Adamson uscito di senno, di notte, preso dagli incubi e dalla "voce" della Papessa Nera , suggestionato dai sensi di colpa (e forse impasticcato a dovere), esce all'ora del lupo ed è lui che fa capitare quegli incidenti? Se invece la risposta fosse sovrannaturale, non basterebbe ripescare il corpo del criminale e dargli degna sepoltura?

Alistaire mi piace davvero molto come persona e come carattere. Il suo buon cuore gli permette di ficcare il naso dove gli altri non possono, è l'unico ad avere la libertà data dalla buona coscienza.

PS: Però a Gwen spero che non fai succedere niente. E' così adorabile!

Recensore Master
17/10/17, ore 14:16
Cap. 2:

E come promesso, eccomi qua.

Sempre emozionante quest'avventura nella Londra vittoriana, sordida e decadente.
Hai saputo render bene il degrado post-seconda rivoluzione industriale che investì l'Inghilterra in quegli anni.
Altro che pizzi, merletti e biscottini!
Essendoci non molto distante dal luogo in cui abito un paese famoso per le sue concerie (il cui amabile tanfo si sente anche dalla strada), so bene quanto sia insopportabile l'odore che descrivi.

E poi, l'atmosfera da romanzo gotico che ho respirato quando Alistair è entrato nella villa... Mi sono immaginata ogni minimo dettaglio, come ad essere lì! E mi è venuta in mente una volta in cui, qualche anno fa, insieme a una mia amica tentammo di entrare in una villa abbandonata, la classica villa lugubre in stile neogotico/vittoriano che nessuno vuol comprare, anch'essa nota per certe strane dicerie propugnate dai vecchi del paese^^

Adoro tutto dell'ambientazione di questa storia, comprese le macabre superstizioni sussurrate a Whitechapel. Forse non lo saprai, ma queste cose esercitano su di me un fascino morboso^^

Bellissima poi anche l'immagine "corale" dei poliziotti, in cui ognuno di loro emerge per una caratteristica particolare.
La reazione di Campbell mi ha lasciata un po' spiazzata, ma da una parte è comprensibile. Penso che anche lui abbia capito di star rischiando la vita.
Su MacLeod non mi soffermo nemmeno: questo novellino si mangia a colazione tutta Scotland Yard!

Ora più che mai sono curiosa di leggere il resto!

Voglio solo segnalarti una piccola svista:
"L'unica cosa di lui per lunghi secondi fu sicuro, fu che si trattava di un agente di Polizia."

P.S.: Sull'identità della vecchia c'ero andata vicina.^^

Recensore Master
17/10/17, ore 11:53
Cap. 2:

Hmm...il mistero continua. O meglio, il mistero è stato parzialmente svelato. Adesso sappiamo cos'è successo sette anni fa: un gruppo di agenti ha deciso di fare a modo loro per togliere di mezzo un pericoloso delinquente, e la cara mammina di quest'ultimo, una strega abbastanza pericolosa, ha deciso di tornare dall'aldilà per vendicarsi. E, fedele alla sua parola, sta ammazzando uno a uno gli agenti coinvoti nella morte di suo figlio. In questo, bisogna riconoscerle una certa creatività: ogni agente è morto in modo diverso. Resta però un mistero da svelare, ovvero l'identità della vecchia in nero. Credo si possa escludere che si tratti di Catriona O’Hanigan. Dalla descrizione che ne è stata fatta, quando è morta era ancora abbastanza giovane, e mi sembra impossibile che un fantasma possa invecchiare. Forse si tratta davvero della Morte in persona, oppure si tratta di una qualche manifestazione ectoplasmatica risultante da...oddio, ma come parlo? Non avrei dovuto addormentarmi guardando Ghostbusters...

E in mezzo a tutto questo baillame (si scrive così, giusto?), il povero Alistair McLeod cerca di fare chiarezza sull'accaduto. Per fortuna non si fa scoraggiare dall'ostilità dei colleghi. Tra un giro nel quartiere povero, l'incontro con la vecchia prostituta (oserei dire che era lei l'elemento più spaventoso del capitolo. Quando ho provato ad immaginarla...brr. Terrore puro) e l'arrivo nella casa della Papessa Nera, il nostro approda nel manicomio in cui è rinchiuso Adamson (a proposito, curioso il fatto che la Papessa non l'abbia ucciso per primo. Essendo bloccato lì dentro, in teoria sarebbe stato una preda facile. Forse però ha altri piani per lui. Magari prima di ucciderlo vuole farlo impazzire del tutto) e scopre finalmente la verità. E qui viene il bello. Come farà, adesso, a fermare la catena di morti? Sono proprio curioso di scoprirlo. (E sai una cosa? Pur essendo questo un horror vecchia maniera, stai riuscendo a renderlo parecchio interessante)

Quasi dimenticavo, ti segnalo un piccolo refuso: nella scena in cui Campbell accenna a sir Robert Peel, accanto al nome di questi c'è il numero, ma alla fine del capitolo manca la nota.

Alla prossima, carissimo!