Recensioni per
I tarocchi della Papessa Nera
di Old Fashioned

Questa storia ha ottenuto 82 recensioni.
Positive : 80
Neutre o critiche: 2 (guarda)


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Recensore Master
17/10/17, ore 10:08
Cap. 2:

Ciao carissimo!
Wow... non ho altre parole, ok, la recensione può anche finire qui xD No, scherzo. Di cose da dire ce ne sono tante, è solo che sono rimasta incantata dal capitolo.
Ma... andiamo con ordine! Dunque: MacLeod è un giovane eroe, il modo in cui si è gettato indomito nella vicenda della Papessa Nera invece che rintanarsi in un angolo o dietro le forti spalle dei suoi compagni, beh... bravo MacLeod.
Certo, da una parte non ha scelta: quale alternativa ci sarebbe? Quella di attendere il suo turno di morire? Cioè... nonostante non sia nella lista di uccisori di O'Hanigan e mammina sta comunque ficcanasando un bel po' e sono certa che, arrivati a un certo punto, certo la cosa potrebbe non salvarlo nè aiutarlo.
Però per lo meno potrebbe aiutarlo a capire...
Sia l'incontro fortuito con Gwen, sia quello con il povero Adamson hanno contribuito a chiarire la situazione di O'Hanigan, di cui nessun altro dei suoi colleghi vuole - giustamente - parlare. Quello che hanno fatto è "giustizia propria", hanno voluto vendicarsi in nome di tutto ciò che di male facevano O'Hanigan e sua madre, chiamata la Papessa Nera.
Cosa più inquietante, pare che uccidere il "corpo" di mammina non sia servito affatto... perché lei continua indomita a uccidere, vendicarsi e parlare nella testa di coloro che reputa "colpevoli" dell'assassinio suo e del caro figlio.
Cosa farà adesso MacLeod? Come combattere contro creature così terrificanti, che hanno trasceso la vita? Come fermarle?

Sono davvero curiosa di questa storia, carissimo. E ti devo fare tantissimi complimenti, perché mi hai lasciata in visibilio!

_morgengabe

Recensore Master
11/10/17, ore 23:19
Cap. 1:

Una cosa è certa: questa storia finisce fra le mie "seguite".
Mi è venuto un colpo quando sono giunta alla fine della lettura, non avevo letto che è ancora in corso, pensavo fosse una OS.
Ci sono rimasta malissimo, giuro ahahahah

Con questo primo capitolo mi è sembrato davvero di fare un salto nella Londra di fine '800, sei stato capace di rendere perfettamente l'ambientazione, con la nebbia, i cavalli, la fabbrica. Tutto.
Anche nell'uso delle parole sei stato scaltro, utilizzando termini ricercati e oggi in disuso.
Un'altro aspetto che mi è piaciuto molto è il fatto che nomini dei luoghi e dai per scontato che il lettore li conosca - o comunque arrivi a capire a cosa ti stai riferendo- come "le ragazze di Red" oppure "A stare dietro alle manie di tutti vai a finire al Bedlam.”

Complimenti davvero e a risentirci presto ;)
In bocca al lupo per il contest,
Nina

Recensore Master
11/10/17, ore 12:29
Cap. 1:

Ciao, carissimo. Mi era venuta voglia di leggere un horror, e questa tua nuova storia capita proprio a fagiolo!

Direi che questo qui è proprio un inizio con i controcoglioni (scusa il francesismo). L'ambientazione della Londra ottocentesca, con i richiami alla storia di Jack lo Squartatore, è molto suggestiva. Abbiamo una serie di morti sospette tra i poliziotti che hanno partecipato a una sfortunata operazione alcuni anni prima, la giovane recluta che cerca di capirci qualcosa, ma deve scontrarsi con il silenzio dei colleghi. Verrebbe da pensare che sia davvero la vendetta di uno dei complici del tizio morto, ma è troppo ovvio. Ci deve essere per forza qualcos'altro sotto. E poi, chi è la misteriosa vechietta in nero? (di sicuro è una che porta sfiga) Ma soprattutto, chi è la Papessa Nera del titolo? Uh, quanti misteri!

Non vedo l'ora di leggere il prossimo capitolo. A presto!

Recensore Master
11/10/17, ore 12:20
Cap. 1:

Sai che io ADORO il periodo Vittoriano, se poi mi associ al suddetto elementi e suggestioni tipiche del romanzo gotico e ci aggiungi un pizzico di thriller e un sottofondo sovrannaturale è matematico che questa storia finirà subito tra le preferite!
Whitechapel a fine Ottocento non è esattamente un collegio per educande, la feccia che bazzica i bassifondi di Londra è sfacciata e pericolosa e i poliziotti che lavorano lì devono avere le cosidette "tre dita di pelo sullo stomaco".
Forse devono anche essere disposti a sorvolare sui regolamenti di tanto in tanto e a custodire segreti ingombranti.
In mezzo a loro si muove una recluta fresca di nomina, il classico novellino che tutti trattano come l'ultima ruota del carro, senza prendere troppo sul serio le sue considerazioni.
Il nostro scozzese però ha dalla sua un intuito e una tenacia sopra la media, che gli fa subito drizzare le orecchie sulle "tragiche morti accidentali" dei suoi colleghi più anziani.
Quello che mi piace di più però è che accanto al protagonista si muove un altro soggetto in grado di accrescere il fascino e l'angoscia della storia: non sto parlando della signora vestita a lutto, ma della città stessa; tratteggiata in modo molto efficace, in quegli scorci fatiscenti, sordidi e pericolosi che noi possiamo solo immaginare!
Aspetto il secondo capitolo :D

Recensore Master
11/10/17, ore 11:52
Cap. 1:

Ciao carissimo, un'altra bella storia. Ti stai specializzando coi bei racconti dell'orrore tipo quelli di una volta, quelli che hanno fatto appassionare al genere horror diverse generazioni.

Ho letto fino a **Il giorno dopo, Alistair MacLeod andò dal sergente Kelsey. **
perché il capitolo è lungo, ma ero troppo curiosa. E la curiosità più grande adesso è capire perché tutti questi agenti morti, se qualcuno ha ordinato la loro morte o se ci sono motivi del tutto diversi.

**Davanti a lui, visibile solo per il numero di stelle che oscurava,** Questa frase è meravigliosa, parlando delle stelle oscurate dalla mole dell'edificio in realtà immaginiamo un cielo stellato intenso e vivido.

**La luce della luna entrava dai finestroni, delineando i contorni dei grandi macchinari immoti e facendoli assomigliare a strani mostri dormienti.** Anche questa frase mi ha colpita, come può colpire chiunque abbia visto il film horror La macchina infernale. E infatti a questo agente non va molto meglio di quegli operai tessili. ^^

**“E che ne so. Ha detto che era una vecchia con un cappello grande così,” allargò le braccia, “tutta vestita a lutto.”
“Che allegria,” commentò l’agente Dobbins dalla finestra cui era appoggiato, “Magari era la Morte.”**
Sai che non ci avevo proprio pensato? Fin dal titolo mi aspetto di vedere una donna di rara bellezza.

**“Beh, qui in archivio non può succedere. Al massimo ti può cadere un faldone su un piede.” Fece una risatina.**
E come no! in un film che ho visto un vecchietto ammazza la moglie facendole crollare addosso una grande pila di giornali. :P

Segnalo le sviste:
Si vede che per quale motivo - qualche
quando in un negozio poco lontano espose una cacofonia di grida. - esplose

Un bacione e domani proseguo, promesso!

.....

“Ma certo, voglio essere sicuri che tu impari bene il mestiere.” - vogliono...

**solo l’esperienza potrà insegnarti che cosa è come appare e che cosa, invece, è in tutt’altro modo.**
A intuito penso che questa sia una frase cruciale. Vedremo... continuo a leggere. ^_^

E di sicuro Alistair smetterà di domandare ma continuerà a fare ricerche. Chissà, magari negli strani "incidenti" c'entra qualcosa il modo in cui è morto il criminale visto che alla domanda "com'è morto" tutti rispondono solo che l'importante è che sia morto, e che se lo meritava. Sembra che gli agenti abbiano qualcosa da nascondere e che si siano accordati sulla risposta da dare a chi avesse fatto loro delle domande su quel caso.
Ricollegandomi alla frase di poco fa, credo che Charles si sia sbilanciato avvertendo Alistair del fatto che le cose non sono sempre come appaiono.
Possiamo sperare in un po' di slash tra questi due? Stanno bene insieme.

Sono contenta di aver finito il capitolo oggi stesso, sarebbe stato come lasciare un film a metà. Alla prossima! :)
(Recensione modificata il 11/10/2017 - 07:24 pm)

Recensore Master
11/10/17, ore 11:33
Cap. 1:

Non posso che cominciare questa recensione che così:

“È l'ora del lupo,” constatò distrattamente Hayes.
Olson si voltò verso di lui. “Che cosa?”
Con lo stesso tono di mistero con cui raccontava gli aneddoti alle reclute, l'agente spiegò: “È l'ora in cui il sonno è più profondo e gli incubi sono più vividi. Ogni poliziotto la conosce bene, caro signore, perché è il momento in cui vengono commessi i crimini più efferati.”

Perché mi è piaciuta moltissimo e ho compreso da qui che la storia aveva un bel po' di potenziale. A parte che è ambientata alla fine dell'epoca vittoriana, in Inghilterra, periodo e luogo che, per varie ragioni, mi trovo a conoscere molto bene.

Plauso per aver menzionato, infatti, l'archivio storico della polizia di Whitechapel. Ad un certo punto ho pensato che, visto l'anno (il 1887) sarebbe comparso anche Edmund Reid. In fin dei conti doveva essere già a Whitechapel nel 1887, visto che dal 1888 cominciò a occuparsi degli omicidi di Jack the Ripper.

Per quanto riguarda le indagini, la polizia sta lavorando, ma la storia sembra più intricata di ciò che poteva parere all'inizio. Più che altro c'è una donna, che una volta si è fatta pure vedere in commissariato, che non lascia alcuna generalità, che si fa seguire nelle strade dagli agenti fino a quando questi non incontrano la propria morte.
Chi è questa donna? Che cosa vuole e perché? La sua è una vendetta oppure si tratta di uno spirito inquieto? Una "Unquiet Grave" come ce ne sono tante a Londra, storie dell'orrore per far paura ai bambini e agli adulti?

Mi piacciono anche i rapporti tra i poliziotti: povero McLeod, è il nuovo arrivato, e si vede. Per fortuna alla fine Campbell lo prende sotto la sua ala. Speriamo bene per la pista di O'Hanigan, anche se questa cosa potrebbe risultare bizzarra, considerato che il sospettato - con tanto di lista di poliziotti, altro che Red List - sembra essere morto!

Inquitante come al solito, carissimo. Non vedo l'ora di leggere il secondo capitolo!

_morgengabe

Recensore Master
10/10/17, ore 19:24
Cap. 1:

Ciao^^
appena ho visto che avevi postato una nuova storia mi sono subito fiondata a leggere.
Molto interessante anche questa storia, un giallo ambientato nella Londra di fine Ottocento, tra atmosfere "gotiche" ed elementi da horror vecchio stile. Come sempre, hai il potere di calarmi completamente in questo contesto storico, che non conosco a menadito, ma di cui percepisco chiaramente l'atmosfera. Anche se non le hai descritte in dettaglio, mi pare quasi di vederle, le strade di Londra!
Mi è piaciuto molto il modo in cui hai tratteggiato le interazioni dei poliziotti - tutti molto ben caratterizzati, tra spacconi, bevitori cronici, vecchi burberi, reclute curiose e giovani affabili - con le loro piccole "fissazioni" che nell'immaginario comune fanno parte dell'identikit del "tipico inglese", e quella vena di sottile humor che stempera un po' il tenore tragico della vicenda.
E poi, il fulcro della storia: morti misteriose, tutte apparentemente avvenute alla stessa ora (l'ora del lupo), una misteriosa donna, cadaverica e vestita a lutto, come immagine sfuggente, inafferrabile, ma costantemente presente, come un fantasma... e, come dettaglio ancora più sconcertante, il coinvolgimento degli agenti morti in un caso, apparentemente archiviato e rimosso dalla memoria, forse perché troppo macabro per essere rievocato. Coincidenze troppo schiaccianti, che secondo me non sono affatto coincidenze.
Seguirò volentieri il giovane MacLeod nelle sue indagini. E credo di avere già un'ipotesi sull'identità della vecchia...

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