Recensioni per
Replacements
di Blablia87

Questa storia ha ottenuto 92 recensioni.
Positive : 92
Neutre o critiche: 0


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Se io ometto nella lettura i circuiti, i tubi che fanno circolare i liquidi all'interno del meccanismo, l’incessante brusìo meccanico ed altri elementi che connotano un R'ent, direi che tu hai fatto interagire con il dottor Watson uno Sh molto IC e già colpito da lui. Particolare, come sempre, quella tua personale capacità di creare le atmosfere attorno ai personaggi, descrivendo gesti apparentemente banali ma ricchi di significato, come quell’ago, in mano a John, che “volteggia” quasi in una danza di vita. Altrettanto coinvolgente quello sguardo silenzioso con cui il R’ent segue attentamente i movimenti precisi e professionali del medico: è uno studiare tuttto quello che esprime quell’uomo così particolare che l’ha accolto ugualmente in un luogo non destinato a lui, che ha saputo distinguersi dagli altri per la sua singolarità che è un’umanità ricca di potenzialità, sostenuta da un’intelligenza pratica ma capace d’indagare gli aspetti meno vistosi di una situazione. Un’umanità, quella del medico, nascosta in un atteggiamento tranquillo, pacato.
Direi che si sono già "misurati" in maniera completa, scoprendo una vicinanza che si accende solo tra anime gemelle. Sh ha "letto" i fatti più importanti della vita nell'aspetto e nel volto del medico, quest'ultimo si è dedicato a lui rivelando una perspicacia ed un'attenzione al "paziente" che rivelano come sia stato colpito dalla singolarità dell'androide. Ritorna un po' il clima di ASIP, con quel primo incontro al Barts, in cui John e Sh si sono già rivelati l'uno all'altro con un gioco di sguardi e poche parole. Che nostalgia! Però qui tu hai portato il tutto in un futuro possibile, proiettando il loro trovarsi oltre i confini precisi di un tempo che rischia di non tornare più ( se non ci regalano la S5, ma dubito...).
Certo che Sh è un androide, non ti chiedo gli sviluppi della storia, potrebbe anche essere che il suo Fingunt non lo incontreremo mai, ma non è un ostacolo: anche se fosse, perché il trovarsi tra individui diversi non può portare ad un'intesa unica ed irripetibile?! Si conferma, anche in questo capitolo, la positività della caratterizzazione che stai delineando a proposito di John, con il suo innato senso del dovere, la mitezza del suo comportamento che, però, è il punto di confluenza delle esperienze trascorse e che, in realtà, non è codardia ma il prudente atteggiamento di chi ne ha veramente viste troppe. Sh-R’ent è arrivato da poco nella tua storia ma, in quelle poche pennellate, hai saputo racchiudervi tutto l’IC che lo distingue da ciò che è banale, consueto, dimesso.
Mi piace molto l’esistenza di un luogo in cui correre a rifugiarsi, ogni tanto, senza i fardelli della vita, ma portandovi solo i nostri pensieri più nascosti che si liberano in dimensioni a noi care.

Parto dalle note finali, giusto per iniziare da qualche parte. Credo che questo "luogo" sia un rifugio per ognuno di noi. Un angolo privato, in cui fuggire dalla realtà quotidiana, sapendo di potere condividere le proprie passioni con qualcuno che le capisce e non pensa che tu sia "strambo".😉

Venendo al capitolo. Mi piace il tuo John intelligente, che sorprende Sherlock smascherando la sua menzogna. E credo che piaccia anche ai due Sherlock (quello vero e il R'ent), perchè il detective non continua nella propria menzogna. Il loro scambio mette le premesse per il futuro e lasci intendere, attraverso gli occhi e la reazione di John, che ciò che sta accadendo sia inusuale, inaspettato, imprevisto e inquietante.

Come hai già fatto in quelli precedenti, anche in questo capitolo continui a spargere piccole briciole di pane, per farci conoscere l'universo che hai creato e le creature che lo popolano.
I R'ent dovrebbero essere pacifici. Dovrebbero. Appunto.

Sono sempre più curiosa. 😄
E in queste poche righe, che continuano ad alimentare la mia curiosità, ritrovo sempre la tua bravura.

Alla prossima!

Ciao!🙂

Ciao :)
Altri piccoli dettagli di una realtà che mi ricorda molto "Il mondo dei replicanti" a sua volta ispirato alla serie "The surrogate". Strano mondo dove ritrovarti ma questo dimostra che puoi spaziare in ogni genere, anche in una atmosfera alla Philip K. Dick.
Per il momento poco sappiamo, se non che John non usa i R'ent mentre il resto della popolazione probabilmente ne abusa.
Vado avanti con la lettura :)

Recensore Master

Ecco: ora l'incontro fatale è avvenuto, anche se Sh è un R'ent. Quante volte nel fandom abbiamo vissuto l'incrociarsi delle loro strade! Ed in quanti modi diversi la loro storia è cominciata! Ma il filo conduttore è sempre l'unicità di quell'incontro, reso ancor più irripetibile dal loro perfetto essere complementari.
Anche attraverso i circuiti che danno movimento ai R'ent, riusciamo ad intuire l'originalità assoluta del Fingunt che governa quello che è arrivato, ferito, se così si può dire, all’ospedale.
Infatti ne rileviamo la saccenteria, l’arroganza (“…Accidenti, una diagnosi davvero stupefacente…”) che ci rimandano piacevolmente a qualcuno che conosciamo bene e di cui attendevamo impazientemente l’ingresso nella ff.
Il capitolo si apre con una scena particolare, dal taglio decisamente giallo, in cui l’azione è veloce, secca, e lascia spazio a molte possibilità d’interpretazione, visti gli elementi inquietanti che ne fanno parte: l’aspetto dell’aggressore che corrisponde ad una donna anziana, la silenziosa ma sinistra presenza delle videocamere a circuito chiuso che riprendono l’accaduto, le due figure incappucciate che portano via il corpo rimasto a terra. E, considerando il modo stizzito con cui il R’ent ferito si rivolge alla telecamera che sta monitorando tutto, ci possiamo sbilanciare ad ipotizzare che aleggi anche qui l’onnipresenza vigilante di un tizio che potrebbe essere il nostro Mycroft o qualcuno di simile a lui.
Il capitolo prosegue con uno sguardo affettuoso alla stanchezza di John, la cui energia affonda nella compilazione delle cartelle telematiche dei pazienti e, quasi sicuramente, nel deludente corso della sua vita, come possiamo venire a conoscenza dalle deduzioni, il cui tono è IC doc, che il R’ent gli “spara” addosso. Ho trovato molto verosimili tutti i gesti e gli atteggiamenti con cui esprimi lo stato d’animo del dottor Watson, alle prese con il lavoro da svolgere, come, ad esempio, quel suo avvicinare di più la sedia alla scrivania, quasi che quella nuova posizione gli permettesse di sentirsi meno distrutto. È un movimento che, penso, moltissimi di noi hanno compiuto, probabilmente in circostanze simili, come anche quello strofinare “più volte gli occhi con movimenti circolari”.
Hai reso perfettamente infatti l’atmosfera di vita vissuta che rende la tua storia tanto vicina a chi legge.
Una bella storia, questa, originale davvero.

Recensore Master

Finalmente si sono incontrati! L'entrata in scena di Sherlock è stata spettacolare! La prima parte di mi ha tenuta con il fiato sospeso fino alla fine, anche perché non avevo capito subito chi avesse avuto la meglio!!
Non vedo l'ora che John si occupi della ferita del nostro R'ent preferito!!
Sono sicura che battibeccheranno per tutto il tempo!!
A presto, carissima!! :)

Recensore Master

Sherlock è sempre simpatico, dolce e delicato, che sia in carne e ossa o R'ent!!😄
Insomma, non si può dire che si sia presentato a John nel modo migliore, ma sappiamo che il buon dottore è sempre comprensivo e paziente.

Ovviamente, sono curiosissima di sapere con chi stesse lottando e perché. Chi lo abbia spiato dalla telecamera (un sospetto naturalmente esiste, ma non voglio sbilanciarmi). E chi si sia portato via il R'ent rimasto a terra. (Se era un R'ent).

Mi ha divertito molto Sarah, che nega di essere un R'ent come Sherlock.
E mi sono tanto riconosciuta nella stanchezza che John prova davanti al computer... ci trascorro ore per il lavoro!!

Ora aspetto con un pizzico di divertimento il proseguimento dell'incontro fra John e Sherlock.

Brava, come sempre, ad alimentare la mia curiosità.

Alla prossima!

Ciao!😁

Questo capitolo è un racconto lieve e tenue, come le tinte d’autunno, in cui i sentimenti si affacciano via via, all’inizio senza troppo invadere il paesaggio circostante, ma caratterizzandolo inconfondibilmente quando ci si accorge che, di verde, sugli alberi, ne è rimasto ben poco e c’è una fiammata di gialli e di rossi. Così, tra i movimenti meccanici e la pronuncia impacciata di nuovi termini che caratterizzano Nana, si fa strada, in maniera sempre più chiara, sia nella nostra mente di lettori sia in quella di John, la certezza di avere di fronte (per modo di dire…) un androide i cui circuiti o meccanismi più nascosti sono stati lentamente resi “diversi” da una nuova energia che è l’affetto per Timothy. La sorpresa di John è la nostra (“…trovando l’androide intento a fissare negli occhi il suo piccolo protetto…”) e questo è dovuto alla tua particolare ed efficace capacità di scrivere facendoci “entrare” nello spazio di “scena”, in modo che ciò che accade sia reso verosimilmente, senza quelle intermediazioni costituite da commenti o riflessioni dell’Autore che, non sempre, servono a rendere più piacevole o chiaro il testo. Quindi, durante la lettura, mi sono sentita proprio lì, a girare lo sguardo verso il bambino, l’androide ed il dottor Watson, per seguire meglio l’evolversi della situazione. Infatti Nana è stata un po’ una sorpresa per me, e forse anche per John, perché, all’inizio, pensavo si trattasse di un androide invadente, pedante, che opprimesse il piccolo Timothy espletando le sue funzioni “accudenti ed educative” in maniera del tutto fredda e meccanica, come, del resto, ci si sarebbe aspettato. Però ci si accorge che, in lei, il suo rapportarsi con il bambino è illuminato da una luce che non è più impersonale ma ha assunto i toni caldi del sentimento che vede oltre le cifre della febbre o l’esatta registrazione dei sintomi che possono preoccupare. Ho trovato un John molto IC nel suo relazionarsi con gli altri in modo spontaneo ed accogliente. La tua storia invita davvero ad andare avanti.

Recensore Master

Una babysitter inquietante. Ci stai ancora illustrando questo mondo che hai creato intorno a John e Sherlock. Se ho capito bene, i R'ent sono copie meccaniche di esseri umani esistenti che prendono il loro posto in caso di bisogno. Poi esistono i robot veri e propri. Addirittura questa Nanny avrebbe fattezze non completamente umane. Eppure, questo robot, teoricamente senza sentimenti e senza capacità di evolversi, ha imparato a giocare a nascondino e ha deciso di propria iniziativa di provare la febbre al piccolo ogni giorno. Insomma, si è evoluta.
Quindi, l'umanità ha involontariamente creato una intelligenza artificiale capace di crescere e di prendere decisioni autonome. E questo non è neppure un modello particolarmente evoluto.
Perchè prevedo guai con i robot più complessi?
Dici che io abbia letto e visto troppa fantascienza?
Probabile. Però ti aspetto al varco.
Mi hai veramente incuriosita tanto.

Sempre bravissima, ma non è una sorpresa. Tu sei sempre una garanzia.

Alla prossima!

Ciao!🙂

Ciao, inizio a recensire da qui perche' avevo bisogno di entrare nella storia un pochino anche se gia' il prologo mi aveva lasciato con un retrogusto di malinconia, perche' questi simulacri finiscono spesso con l' essere piu' umani degli umani (blade runner insegna, asimov pure) e anzi forse soffrono di piu' perche' non capiti da chi li ha generati. Non ho idea di che parte svolgera' Sherlock, ma abbiamo gia' un John perfettamente in parte, nonostante l'ambientazione AU. E' sempre lui, cosi' umano nel cogliere le sfumature "sentimentali", un brav'uomo, almeno per adesso (la serie ci ha mostrato anche il suo mister hyde...non so quali siano i tuoi piani!) Hai sempre quel tocco speciale, di chi sa raccontare storie. Capitoli lungi o corti non importa. Per ora mi fermo qui, in attesa di vedere l' evoluzione della trama e di questi R'ent che immagino svolgeranno un ruolo fondamentale. Hai messo l' angst nella categoria generi, mi commuoverai lo so. E infatti rimandi a un video e a una canzone che mi "spaccano" davvero.... a presto, sperando che il mondo di fuori non ti rapisca!

Ciao cara!
Lo sai che questo capitolo mi è piaciuto un sacco?
E' dolcissimo!! La R'ent Nana (perché anche lei è una R'ent, giusto?) mi ha fatto commuovere, e penso che si sia commosso un pochino anche John!
Quindi, i R'ent non sono dei semplici automi, ma possono provare emozioni in casi particolari, giusto? Forse la vicinanza di quel bambino ha risvegliato il lato materno della tata robot! Scusa se ti faccio tutte queste domande, ma è la prima volta che sento parlare di R'ent, quindi non mi è ancora tutto chiaro!!
Non vedo l'ora che Sherlock entri in azione.. sono curiosissima!!
A presto!! :))))))))

Il capitolo inizia attirando, con uno stile ai confini della poesia, il nostro sguardo su un particolare dell'ambiente, apparentemente banale, come può esserlo una "piuma grigiastra" arrivata da chissà dove, che lascia un senso di malinconica solitudine, forse riferimento alla dimensione della solitudine e della disperata ricerca di aiuto che, a volte, segna il cammino di noi umani. Efficace il passaggio che tu ci raffiguri, da quell'immagine così desolante all'insegna dell'Ospedale, che anima il paesaggio di presenze rassicuranti. I due personaggi, uno dei quali è, da subito, riconoscibilissimo ("...trascinando leggermente la gamba sinistra..."), trasmettono, infatti, una sensazione di consolante efficienza. Un sorriso mi ha suscitato la notizia di quel disgraziato R’ent ricoverato ubriaco fradicio, da cui, con un'operazione molto poco medica, sono stati drenati i liquidi in eccesso...Magari si potesse intervenire così semplicemente con le sbornie umane!
Il fatto che abbia dato di matto, in un modo che definirei devastante, mi potrebbe indurre a sospettare che il suo umano di riferimento sia veramente atipico nelle relazioni con gli altri, al limite della sociopatìa…
Tornando alle figure dei due operatori che sono occupati a fare il punto della situazione in quello che, sicuramente, è un Pronto Soccorso, ci fai notare subito che lei, una R’ent, riceve dal proprio Fingunt, l'impulso relativo ad una forte attrazione per il medico. Quest'ultimo, il nostro dottor Watson, rivela, anche attraverso la semplice richiesta d'info sui pazienti ricoverati, una predisposizione al buon senso ed all’umana disponibilità che si esprimono in gesti misurati, sguardi particolari, espressioni di condivisione verso chi si trova ad interagire con lui. Infatti capiamo che la Sarah che si trova in quel momento, davanti a lui, non è umana e questa sua caratteristica trova comunque il medico assolutamente rispettoso nei suoi confronti. Chi la sta facendo agire, trasmette in modo inequivocabile, e l'ultima scena è chiarissima, il fatto lampante che siamo di fronte a qualcuno che è innamorato di John senza speranza. Lo fai trapelare da quel pronunciare un invito fine a se stesso in quanto il trasmettitore vocale viene momentaneamente disattivato. Evidentemente, pur nel suo educato modo di conferire con lei, o con il suo R’ent, il dottor Watson ha posto, molto probabilmente per onestà, dei chiari confini al suo rapportarsi con lei.
E qui mi viene spontaneo tornare alla piuma che volteggia abbandonata su una pozzanghera in cui, poi, cadrà fatalmente. Molto probabilmente sono tutti miei questi voli di fantasia, di lettrice un po' sognante ma penso che, attraverso le parole, come sempre animate nel testo di ciò che racconti da una sicura capacità narrativa, uno possa trovare tutti i riferimenti che gli nascono spontanei. Poi l'Autore magari non ci aveva nemmeno pensato, ma l'interpretazione di chi legge può spaziare attraverso strade impensate grazie alle ali che, chi ha pensato e scritto la storia, regala a ciascuno di noi. È questo il bello della lettura. Chiudo citando una frase densa di quella che è l’umanità del nostro John BBC e che racchiude, in semplici termini, il significato della vita in tutti i suoi aspetti che, comunque, sono preziosi: “…Credo che il mondo vada percepito direttamente, dolori compresi…”. Una bel viaggio, questo, davvero.

Ciao cara! Hai avuto proprio una bella idea!! Apprezzo anch'io i capitoli brevi, così non mi sfugge niente!! Sai che non pensavo che Sara avesse un R'ent? E da quello che ho capito sono entrambe innamorate di John! Eh, come si può non amarlo! La sua entrata in scena è stata strepitosa, in linea con il suo personaggio.. Nonostante il dolore alla gamba, John non vuole rinunciare a vivere, resta attaccato alla sua umanità nel bene e nel male... Spero che non cambi idea strada facendo! Mi piace molto questo lato di lui... Sherlock, invece, non si smentisce mai... anche il suo R'ent crea problemi ovunque vada! Aspetto con ansia il fatidico incontro tra l'umanissimo John e l'insopportabile R'ent di Sherlock.. prevedo che faranno scintille!!
Al prossimo capitolo! :))))))))))))))))))

Posso già dirti che, per quanto riguarda me, preferisco i capitoli corti a quelli molto lunghi, perché mi affaticato meno gli occhi, dato che leggo sempre dal cellulare.
Inoltre, non credo che esistano veramente capitoli o situazioni superflui. Forse si può avere la sensazione che non stia accadendo nulla, ma ogni riga è un tassello (per quanto piccolo) della storia che il narratore ci sta raccontando. Come tale, è giusto che ogni riga esista.😉

Passando al capitolo... John... che introduzione stupenda! Potevo vederlo fare ogni movimento. Lo vedevo davanti a me, in ogni sua espressione. Il suo leggero zoppicante. La sua dolcezza. La sua umanità. Anche il fatto di non volere un R'ent è perfettamente IC. John è il cuore. John è colui che vive i sentimenti, che si lascia travolgere da essi, che li esprime con il corpo e con il viso. Non potrebbe mai viverli in seconda persona.

Dolcissima Sara, sia la vera che la R'ent, innamorata(innamorate?) di John. In un certo senso, mi ricorda Molly, innamorata persa e non ricambiata da Sherlock. Povera. Sappiamo già che soffrirà, ma anche che John saprà trattarla con dolcezza e rispetto.

Non vedo l'ora di leggere del suo incontro con Sherlock. Qualunque dei due, vero o R'ent. Sarà un incontro fantastico.

Però aspetterò con pazienza, assaporando i piccoli capolavori che narrerai e cercando di raccogliere le briciole che ci lascerai lungo la strada, per cercare di capire dove tu ci voglia condurre. Sono sicura che sarà un cammino piacevole.

Sempre bravissima.

Alla prossima!

Ciao!😄

Recensore Veterano
22/10/17, ore 12:13
Cap. 1:

Un prologo molto accattivante, anche perchè resta tutto avvolto nella nebbia misteriosa di parole sempre azzeccate ma non rivelatrici.
Iniziare il capitolo con WIlde è già qualcosa di meraviglioso in ogni caso.
Complimenti e ben tornata amica!!!

Recensore Master
22/10/17, ore 00:37
Cap. 1:

Nel mio sbirciare quotidianamente il contenuto della home della sezione, il mio sguardo, nel leggere i titoli delle ff che si vanno avvicendando, di nuova pubblicazione o capitoli mediante i quali si aggiornano long già iniziate, automaticamente cerca il tuo nome. Questo, e te l’ho già detto, perché fai parte delle persone che mi comunicano qualcos’altro, oltre alle vicende legate ai nostri amati personaggi. Quindi sono stata davvero contenta nel trovarti di nuovo e, stavolta, con una long, anche se mi chiedo come fai a trovare il tempo di pensare a noi, sherlockians, johnlocker e quant’altro. Ciò mi fa capire come la scrittura sia, per te, come per me la lettura, una cosa indispensabile come l’aria che ci permette di respirare.
Ma, arrivo alla tua storia.
Innanzitutto ritrovo il sapore della tua scrittura, così cristallina nella sua traduzione, nitida ed elegante, del contenuto, dove non mancano mai emozioni e sensazioni credibili. D’accordo, siamo in una ff che hai catalogato appartenente al genere Science-fiction, quindi ci si muove in una dimensione in cui la scienza, il futuribile e la realtà s’intrecciano strettamente animando una dimensione molto affascinante, però spesso gli esseri sono assemblati in laboratorio, vivono una vita programmata rigidamente e, anche alzando gli occhi al cielo, è più facile scorgervi di tutto fuorchè un tramonto o una notte stellata “vera”.
A me ha sempre lasciato un senso di lontananza e di fredda razionalità il muovermi in quest’ Universo, pur apprezzandone la struttura avvincente. Da te, non ho avuto questa impressione perché, mi è bastato guardare in alto ed ho trovato “il cielo cosparso di stelle”. Non solo, in quanto quella frase di Shakespeare (non la ricordavo con precisione ma la percepivo già nota, grazie, Google del tuo esserci perenne…) “…Quando non sarai più parte di me…” è di una bellezza unica e tu hai saputo scegliere, tra tantissime, proprio quella che esprimeva, con parole uniche, un messaggio eterno: la scienza e la tecnologia dei giorni nostri, come le contese e le traversìe dell’epoca shakespeariana, si trasfigurano in scie di sentimento e di umana, reale tenerezza se animate da un grande amore.
Potrei ipotizzare che questo primo capitolo sia, in realtà, l’epilogo della vicenda e che i due “Replacements” appartengano a Sh e John, giunti al termine del loro percorso mentre, invece, i loro “Fingunt”, abbiano trovato la pace nello stare finalmente insieme.
Ma, per me, qui, la trama non è fondamentale poterla conoscere in anticipo: sarebbe una mera deformazione “attitudinale” di chi ama, come me, il genere “giallo”, per cui c’è sempre la tensione a scoprire qualcosa, però, di fronte a testi come questo, che si presentano avvincenti e ricchi di significato che va oltre il puro svolgimento dei fatti, l’importante diventa poter esplorare i moti del cuore e dell’animo. Mi è piaciuta molto, tra altre, quell’immagine degli ultimi gesti del R'ent dal cappotto scuro, i capelli neri e “le iridi chiare” (caratteristiche che saprei riconoscere tra mille!) che sente venirgli meno l’energia e, dopo essersi afflosciato per terra, si sforza faticosamente di avvicinarsi, strisciando, all’altra figura dai capelli biondi (anche qui il riferimento ad un personaggio preciso è automatico) e, come ultimo, stentato gesto, riesce solo a sfiorargli i pantaloni, mentre i suoi occhi si spengono, rivolti verso il cielo. Una visione triste e desolante ma su cui vola, argentea, una stella, quasi un messaggio di speranza e di conquistata umanità anche per chi ha un “circuito mnemonico” ed è fatto di “policarbonato e silicone”.
Un inizio, questo capitolo, ricco di promesse e di orizzonti lontani ma cari al cuore ed alla mente: ti seguirò con gioia sotto quel cielo così bello.