Recensioni per
Replacements
di Blablia87
Se io ometto nella lettura i circuiti, i tubi che fanno circolare i liquidi all'interno del meccanismo, l’incessante brusìo meccanico ed altri elementi che connotano un R'ent, direi che tu hai fatto interagire con il dottor Watson uno Sh molto IC e già colpito da lui. Particolare, come sempre, quella tua personale capacità di creare le atmosfere attorno ai personaggi, descrivendo gesti apparentemente banali ma ricchi di significato, come quell’ago, in mano a John, che “volteggia” quasi in una danza di vita. Altrettanto coinvolgente quello sguardo silenzioso con cui il R’ent segue attentamente i movimenti precisi e professionali del medico: è uno studiare tuttto quello che esprime quell’uomo così particolare che l’ha accolto ugualmente in un luogo non destinato a lui, che ha saputo distinguersi dagli altri per la sua singolarità che è un’umanità ricca di potenzialità, sostenuta da un’intelligenza pratica ma capace d’indagare gli aspetti meno vistosi di una situazione. Un’umanità, quella del medico, nascosta in un atteggiamento tranquillo, pacato. |
Parto dalle note finali, giusto per iniziare da qualche parte. Credo che questo "luogo" sia un rifugio per ognuno di noi. Un angolo privato, in cui fuggire dalla realtà quotidiana, sapendo di potere condividere le proprie passioni con qualcuno che le capisce e non pensa che tu sia "strambo".😉 |
Ciao :) |
Ecco: ora l'incontro fatale è avvenuto, anche se Sh è un R'ent. Quante volte nel fandom abbiamo vissuto l'incrociarsi delle loro strade! Ed in quanti modi diversi la loro storia è cominciata! Ma il filo conduttore è sempre l'unicità di quell'incontro, reso ancor più irripetibile dal loro perfetto essere complementari. |
Finalmente si sono incontrati! L'entrata in scena di Sherlock è stata spettacolare! La prima parte di mi ha tenuta con il fiato sospeso fino alla fine, anche perché non avevo capito subito chi avesse avuto la meglio!! |
Sherlock è sempre simpatico, dolce e delicato, che sia in carne e ossa o R'ent!!😄 |
Questo capitolo è un racconto lieve e tenue, come le tinte d’autunno, in cui i sentimenti si affacciano via via, all’inizio senza troppo invadere il paesaggio circostante, ma caratterizzandolo inconfondibilmente quando ci si accorge che, di verde, sugli alberi, ne è rimasto ben poco e c’è una fiammata di gialli e di rossi. Così, tra i movimenti meccanici e la pronuncia impacciata di nuovi termini che caratterizzano Nana, si fa strada, in maniera sempre più chiara, sia nella nostra mente di lettori sia in quella di John, la certezza di avere di fronte (per modo di dire…) un androide i cui circuiti o meccanismi più nascosti sono stati lentamente resi “diversi” da una nuova energia che è l’affetto per Timothy. La sorpresa di John è la nostra (“…trovando l’androide intento a fissare negli occhi il suo piccolo protetto…”) e questo è dovuto alla tua particolare ed efficace capacità di scrivere facendoci “entrare” nello spazio di “scena”, in modo che ciò che accade sia reso verosimilmente, senza quelle intermediazioni costituite da commenti o riflessioni dell’Autore che, non sempre, servono a rendere più piacevole o chiaro il testo. Quindi, durante la lettura, mi sono sentita proprio lì, a girare lo sguardo verso il bambino, l’androide ed il dottor Watson, per seguire meglio l’evolversi della situazione. Infatti Nana è stata un po’ una sorpresa per me, e forse anche per John, perché, all’inizio, pensavo si trattasse di un androide invadente, pedante, che opprimesse il piccolo Timothy espletando le sue funzioni “accudenti ed educative” in maniera del tutto fredda e meccanica, come, del resto, ci si sarebbe aspettato. Però ci si accorge che, in lei, il suo rapportarsi con il bambino è illuminato da una luce che non è più impersonale ma ha assunto i toni caldi del sentimento che vede oltre le cifre della febbre o l’esatta registrazione dei sintomi che possono preoccupare. Ho trovato un John molto IC nel suo relazionarsi con gli altri in modo spontaneo ed accogliente. La tua storia invita davvero ad andare avanti. |
Una babysitter inquietante. Ci stai ancora illustrando questo mondo che hai creato intorno a John e Sherlock. Se ho capito bene, i R'ent sono copie meccaniche di esseri umani esistenti che prendono il loro posto in caso di bisogno. Poi esistono i robot veri e propri. Addirittura questa Nanny avrebbe fattezze non completamente umane. Eppure, questo robot, teoricamente senza sentimenti e senza capacità di evolversi, ha imparato a giocare a nascondino e ha deciso di propria iniziativa di provare la febbre al piccolo ogni giorno. Insomma, si è evoluta. |
Ciao, inizio a recensire da qui perche' avevo bisogno di entrare nella storia un pochino anche se gia' il prologo mi aveva lasciato con un retrogusto di malinconia, perche' questi simulacri finiscono spesso con l' essere piu' umani degli umani (blade runner insegna, asimov pure) e anzi forse soffrono di piu' perche' non capiti da chi li ha generati. Non ho idea di che parte svolgera' Sherlock, ma abbiamo gia' un John perfettamente in parte, nonostante l'ambientazione AU. E' sempre lui, cosi' umano nel cogliere le sfumature "sentimentali", un brav'uomo, almeno per adesso (la serie ci ha mostrato anche il suo mister hyde...non so quali siano i tuoi piani!) Hai sempre quel tocco speciale, di chi sa raccontare storie. Capitoli lungi o corti non importa. Per ora mi fermo qui, in attesa di vedere l' evoluzione della trama e di questi R'ent che immagino svolgeranno un ruolo fondamentale. Hai messo l' angst nella categoria generi, mi commuoverai lo so. E infatti rimandi a un video e a una canzone che mi "spaccano" davvero.... a presto, sperando che il mondo di fuori non ti rapisca! |
Ciao cara! |
Il capitolo inizia attirando, con uno stile ai confini della poesia, il nostro sguardo su un particolare dell'ambiente, apparentemente banale, come può esserlo una "piuma grigiastra" arrivata da chissà dove, che lascia un senso di malinconica solitudine, forse riferimento alla dimensione della solitudine e della disperata ricerca di aiuto che, a volte, segna il cammino di noi umani. Efficace il passaggio che tu ci raffiguri, da quell'immagine così desolante all'insegna dell'Ospedale, che anima il paesaggio di presenze rassicuranti. I due personaggi, uno dei quali è, da subito, riconoscibilissimo ("...trascinando leggermente la gamba sinistra..."), trasmettono, infatti, una sensazione di consolante efficienza. Un sorriso mi ha suscitato la notizia di quel disgraziato R’ent ricoverato ubriaco fradicio, da cui, con un'operazione molto poco medica, sono stati drenati i liquidi in eccesso...Magari si potesse intervenire così semplicemente con le sbornie umane! |
Ciao cara! Hai avuto proprio una bella idea!! Apprezzo anch'io i capitoli brevi, così non mi sfugge niente!! Sai che non pensavo che Sara avesse un R'ent? E da quello che ho capito sono entrambe innamorate di John! Eh, come si può non amarlo! La sua entrata in scena è stata strepitosa, in linea con il suo personaggio.. Nonostante il dolore alla gamba, John non vuole rinunciare a vivere, resta attaccato alla sua umanità nel bene e nel male... Spero che non cambi idea strada facendo! Mi piace molto questo lato di lui... Sherlock, invece, non si smentisce mai... anche il suo R'ent crea problemi ovunque vada! Aspetto con ansia il fatidico incontro tra l'umanissimo John e l'insopportabile R'ent di Sherlock.. prevedo che faranno scintille!! |
Posso già dirti che, per quanto riguarda me, preferisco i capitoli corti a quelli molto lunghi, perché mi affaticato meno gli occhi, dato che leggo sempre dal cellulare. |
Un prologo molto accattivante, anche perchè resta tutto avvolto nella nebbia misteriosa di parole sempre azzeccate ma non rivelatrici. |
Nel mio sbirciare quotidianamente il contenuto della home della sezione, il mio sguardo, nel leggere i titoli delle ff che si vanno avvicendando, di nuova pubblicazione o capitoli mediante i quali si aggiornano long già iniziate, automaticamente cerca il tuo nome. Questo, e te l’ho già detto, perché fai parte delle persone che mi comunicano qualcos’altro, oltre alle vicende legate ai nostri amati personaggi. Quindi sono stata davvero contenta nel trovarti di nuovo e, stavolta, con una long, anche se mi chiedo come fai a trovare il tempo di pensare a noi, sherlockians, johnlocker e quant’altro. Ciò mi fa capire come la scrittura sia, per te, come per me la lettura, una cosa indispensabile come l’aria che ci permette di respirare. |