Datemi un defibrillatore. Per favore, ne ho bisogno, datemene uno! L’angst qui è potentissimo, il mio cuore non può reggere!
Tesoro, ma quale assoluta meraviglia hai mai scritto qua? Non avere alcun dubbio su questa storia, non avere minimamente paura, perché ti sei superata, sai quante tue storie io abbia letto e che le ho amate tutte e poi alcune in maniera particolare, ma questa è salita, proprio di corsa, insieme alle tue, secondo me, migliori, perché senza un minimo e neanche infinitesimale difetto.
Wow, sono completamente innamorata anche di questa storia, wow.
Prima di tuto questa volta vorrei partire dallo stile: hai usato un linguaggio molto più poetico, lo fai sempre ma questa volta, sarà per i temi delicatissimi che tratti con infinita classe, è più che poetico. È delicato, sensibile, ricco di immagini evocative e che riecheggiano alla natura, al mondo che lì fuori continua a vivere mentre Peter no, Peter non c'è più. Vorrei segnalarti così tante frasi che dovrei riportarti qui tutto il capitolo, ogni singola parola, ogni frase che è perfetta e che mi ha fatto battere il cuore, è stato un climax di emozioni senza sosta, non un momento di calma, non uno in cui hai perso il ritmo, è stato un giro adrenalinico sulle montagne russe. Perché è vero che ci hai fatto vedere tutta la scena dal Pov di Tony (mamma mia come ti riesce bene anche Tony, così controllato e stronzo) ma Peter lo hai fatto sentire forte e chiaro e faceva male, faceva malissimo, sentire quanto stesse soffrendo. Infinitamente.
Tony riesce a toccare le corde giuste anche se ha il tatto di un elefante. Piccola menzione di onore sia ai riferimenti riguardanti Bruce, sempre perfetti, sempre calzanti, sempre tanto da lui, considerando poi la strettissima amicizia con Tony, un’amicizia che a me piace moltissimo e che tu qui hai riportato fedelmente. E menzione d’onore per il riferimento, mentre Tony parla della psicologa, a Rhodey, perché mi hai creato nella mente, con due semplici parole, l’immagine di lui invalido dopo il terribile combattimento in Civil War. Posso piangere? Possiamo piangere tutti?
Va bene. Tony è rabbioso, rancoroso verso il mutismo di Peter, e lui gli comunica solo con messaggini o bigliettini ma comunque resta, lì, con lui. Io trovo le parole di Tony molto giuste, Peter non può colpevolizzarsi perché non è un assassino, assolutamente no, è qualcuno che cerca di far andare meglio le cose, di salvare più persone possibili, ma non può salvare tutti. Questa è una verità con cui deve scendere a patti, così come lo fa ogni singolo supereroe. Non tutte le persone possono essere salvate (e mi ricordo anche Steve che lo dice a Wanda, calmo e riflessivo). Tony lo dice veemente invece e forse è proprio quello che serve a Peter, perché così lui scoppia a piangere e provare qualcosa è sempre meglio di non provare nulla. Anche su questo Tony ha colpito a fondo, ha centrato il punto della questione. Peter voleva diventare un guscio vuoto perché le emozioni tristi lo stavano consumando, ma in quel modo non sarebbe guarito mai, avrebbe solo smesso di vivere.
Il bacio.
È naturale che Peter abbia voluto il bacio. Si sentiva, questa tensione, dall’inizio del loro toccarsi. Non sono completamente adirata con Tony perché c'è un punto dei suoi pensieri che è esatto, ovvero che non è quello il momento giusto perché Peter deve risalire da solo dagli abissi, non può farlo aggrappandosi a qualcuno altrimenti sarà sempre una non-vita e sarà come se nulla fosse cambiato. Questo è giusto.
Ma il modo è completamente sbagliato: mancanza di tatto, Tony. Mancanza di tatto.
E doveva parlare, santo cielo, se lo rifiuti così almeno spiegati.
Ma ha avuto paura...
Tesoro, è una storia che ti mangia il cuore. È splendida. I miei più sinceri complimenti perché sai superarti ogni volta (grazie per pensarmi sempre nelle dediche *_*).
A presto! |