Carissima,
vedi come impiego bene il tempo in queste ultime (lunghissime) due ore d'attesa prima del film?
Allora, sai già che ho adorato il capitolo, ma non saprei come trasporre in parole quanto, esattamente. Ci provo, tanto lo so che verrà un papiro :')
Allora, parto col dire, probabilmente per la milionesima volta, che io adoro come gestisci Tony nei dialoghi. Quelle che gli attribuisci sono frasi che potrebbero essere uscite direttamente dai film, e gli calzano a pennello in tutto il loro atteggiamento disincantato, ironia e quel velo di arroganza che è un marchio di fabbrica Stark. E il modo in cui si pone con Peter è anch'esso perfetto: siamo prima di Infinity War/Endgame, qui, non ha rischiato di perderlo, non c'è quella vena di spiccata iperprotettività e paternità che viene naturale conferirgli in seguito a quegli eventi, ma c'è quella sorta di distacco-non distacco che gli riesce così bene con le persone che ama (e che non è però molto in grado di mantenere, quel broccolo). Quindi sì, vuole vedere e avere le foto, ma lo dice come se non gliene importasse nulla, e vorrebbe passare un po' più di tempo con quel ragazzino che gli illumina la giornata, ma ha bisogno di un pretesto, anche il più piccolo, per mettere in atto quel proposito, a costo di attirarsi le ire di zia May.
E quale pretesto migliore di un cheeseburger?
Ammetto che appena ho letto qualla parola, mi è partito prepotente l'Aghanistan, e quando ne ho trovato conferma ho stappato lo champagne, perché dove c'è Afghanistan c'è casa. Ho adorato il modo in cui metti a confronto le due differenti esperienze di Peter e Tony, da un lato la relativa normalità di un'appendicite, dall'altra tre mesi di prigionia. E Tony che dissimula, che sminuisce, che fa finta di niente e parla del rapimento come se fosse una trasferta, è così tremendamente lui. Solo che non aveva preventivato una domanda simile da parte di Peter, forse perché è una delle pochissime persone al mondo ancora in grado di prenderlo alla sprovvista, e la risposta che gli dà è sincera, seppur vaga: lui è fatto così, non può dire agli altri come si sente, non può esporsi, non può far vedere di essere vulnerabile come chiunque altro perché lui è Iron Man e ancora non ha capito che farsi vedere come Tony non è una debolezza.
In tutto questo, ho trovato molto appropriato che evitasse comunque di parlare della Siberia, ma è indicativo che Peter abbia colto quanto il suo mentore sia rimasto scosso dallo scontro di Lipsia; dopotutto, Capitan America e Iron Man sono pubblicamente alleati e uniti, ed è comprensibile che un simile scisma all'interno del gruppo non sia passato inosservato anche a livello personale.
Le rassicurazioni che Peter dà a Tony mi hanno fatta sorridere, forse perché è esattamente ciò che lui voleva sentirsi dire, anche se, di nuovo, non si aspettava di essere così emotivo in una situazione simile. Che broccolo, ribadisco.
La battuta finale su Happy è stata la ciliegina sulla torta e un modo perfetto e leggero per chiudere quello che, dopo una lenta e difficoltosa salita, è finalmente un momento positivo per Tony.
Bravissima, probabilmente questo è appena diventato il mio capitolo preferito <3
Chiudo qui, prima che riesumi il piccone, e ti mando un abbraccio hulkosissimo <3
Alla prossima,
-Light-
P.S. In realtà ti avevo recensita ieri, ma per qualche oscuro motivo non mi ha postato la recensione. Per fortuna l'avevo salvata in word :') |