Mi sono tenuta questa storia proprio come incoraggiamento per la ripresa del lavoro e l'inizio di una nuova settimana, e devo ammettere che ha proprio funzionato! Sapendo che c'era la storia ad aspettarmi, la giornata di lavoro mi è passata molto più velocemente e senza troppa fatica. E subito una sorpresa, non si tratta di una OS ma di una storia in tre capitoli, ancora meglio, così saprò che ci saranno altri due capitoli a farmi iniziare bene le prossime due settimane. Questi sono proprio i bei regali che ci vogliono!
E veniamo alla storia.
Povero Peter! Posso sentire tutta la sua angoscia nel leggere il laconico messaggio di Natasha e ancora di più la sua paura e i suoi sensi di colpa che non si calmano nemmeno dopo aver parlato con la donna. Lui non crede che le cose siano così semplici, magari pensa che Natasha gli abbia detto che Tony non è grave per tranquillizzarlo... e lui è agghiacciato dal terrore. La sua paura più grande, perdere il suo signor Stark, potrebbe avverarsi... e nel modo peggiore, perché lui non era lì al suo fianco, lui era lontano, a scuola. Già in questa prima parte riesco a vivere perfettamente tutte le angosce e i terrori di Peter, che quando si tratta di Tony perde la sua maturità, la sua intelligenza e ritorna ad essere solo un ragazzino spaventato, perché per lui Tony è tutto e non può tollerare che gli succeda qualcosa di male. Ed è splendidamente Peter anche nella rabbia e nel rimorso che prova: Tony è stato colpito perché lui non li era accanto, perché lui era a fare qualcosa che ritiene superfluo, era a scuola, nella sua vita normale e banale che non gli ha mai dato niente e che non gli serve a niente. Ho anch'io quest'idea, che Peter ritenga sprecato ogni secondo in cui non è insieme al signor Stark, in cui non lotta al suo fianco o è semplicemente in sua compagnia. Peter non ha mai amato la sua vita, non si è mai riconosciuto nell'esistenza degli altri ragazzi, è sempre stato diverso da loro e solo dopo aver conosciuto Tony ha capito che la sua vera vita era con lui, come Avenger e come suo compagno. E adesso Tony è stato ferito perché era da solo, perché lui era a scuola e non ha potuto difenderlo! Non può tollerarlo.
E mi è piaciuto moltissimo anche il suo dialogo telefonico con Natasha (a proposito, anche lei è stata resa splendidamente, sembrava proprio di vederla e sentirla, con la sua ironia sdrammatizzante e la sua battutina sull'ego di Stark!). Anche qui mi voglio soffermare perché è un altro concetto che ritengo molto importante: tutti considerano Peter "quello buono" e Tony "quello arrogante ed egoista", ma questa volta Peter perde la pazienza a sentirlo dire e io sono perfettamente d'accordo con lui. E' vero, Peter è gentile e generoso, aiuta tutti e preferisce evitare di fare del male anche ai criminali... ma non è un angioletto, non è un personaggio da filmetto di buoni sentimenti. E' un Avenger, è un supereroe e, se necessario, per salvare delle persone saprebbe anche uccidere. Non solo, è anche capacissimo di provare odio, rancore, rabbia... soprattutto se qualcuno fa del male al suo signor Stark. E sono sicura che, specialmente per difendere l'uomo che ama, potrebbe uccidere qualcuno. E, allo stesso tempo, è vero che Tony non ha un carattere facile, ma è semplicistico definirlo solo arrogante e egoista. Non che non lo sia, ma è chiaro che negli anni ha lasciato prevalere questo suo lato per difendersi, dopo che tante esperienze negative lo avevano segnato, e che è invece capacissimo di amare e di sacrificarsi per chi ama. Già dopo i fatti di Sokovia e, ancora di più, dopo aver conosciuto Peter, Tony ha cercato di migliorarsi, di cambiare almeno un po', di tirare fuori la parte migliore di sé... e questo è tanto più difficile per lui, e quindi più apprezzabile, perché questo non gli viene spontaneo, deve sempre sforzarsi per tenere a bada la parte peggiore. Questo è ciò che penso e che pensa anche Peter, che infatti si secca: "Era fastidioso. Era fastidioso sentirsi etichettato sempre come quello buono, incapace di odiare, incapace di fare del male. No, non ne era quasi capace, ma non era forse vero che Spider-Man usava la violenza, talvolta, per riportare l'ordine? Non era forse vero che provava odio anche lui, pure non volendo, contro quelle persone che avevano solo provato a fare del male a chi amava?" Oltre che poco rispettoso nei confronti di Tony e dei suoi sforzi per cercare di cambiare, questa definizione di Peter come "quello sempre buono" sembra riduttiva anche per lui, non tiene conto del suo carattere che è sicuramente positivo, ma molto più complesso di quanto gli altri pensino.
E poi c'è la parte dolcissima, meravigliosa, e qui non riesco più tanto a commentare, perché loro sono meravigliosi insieme e così perfetti che non c'è altro da dire. Ho amato Stark che cerca di rassicurare Peter, di fare lo sbruffone, di mostrare che non è niente, e Peter che invece si sente stringere il cuore perché vede il suo signor Stark pallido e stanco e non vuole essere rassicurato, vuole che gli parli, che gli dica la verità. Non vuole essere trattato come un bambino, vuole essere veramente un compagno per l'uomo che ama, essergli quindi di conforto, stargli vicino "alla pari": è Tony che sta male, quindi non deve essere lui a rassicurarlo, è Peter che vuole confortarlo e incoraggiarlo. Ma Tony ormai conosce il suo ragnetto, sa che non può e non deve fingere con lui, che lo fa solo stare peggio, e così è sincero, alla fine gli dice cosa si sente veramente... eppure capisce anche che non è quello il problema, non è solo quello. Peter lo vede, dovrebbe aver capito che è fuori pericolo, eppure non si calma, non si tranquillizza. Perché? E' ovvio: sapere che Tony poteva essere ucciso per strada da uno squilibrato qualsiasi gli ha fatto pensare lucidamente, ancora una volta, che Tony POTREBBE MORIRE. Che non importa quanto sia forte, coraggioso, quanta tecnologia abbia nella sua armatura: Tony POTREBBE MORIRE e questo solo pensiero basta a straziare e a terrorizzare Peter. Sì, questa volta è andata bene, ma la prossima? E qui io comprendo totalmente il terrore di Peter perché anche per me è così, io ho sempre la paura assoluta che succeda qualcosa alle persone che amo e magari uno pensa che amare un supereroe sia più semplice, che uno come Iron Man sia quasi immortale, ma in questa situazione Peter deve capire e accettare che non lo è e lui non ce la fa, fa troppo male.
Infine la dolcezza più assoluta di Tony, che capisce, legge nel suo ragazzino come in un libro aperto, legge il suo disagio nel temere di essere nel posto sbagliato (come è assolutamente tenero quando chiede "Non mi voleva?", subito pronto a pensare di essere lui a disturbare Tony e non che Tony si preoccupi per la sua tranquillità!), comprende qual è la sua vera paura e, come al solito, sdrammatizza con una battuta e poi rassicura Peter non con le parole, ma con la dolcezza delle sue carezze sui capelli, del bacio prima sulla fronte, poi sulla guancia... fino a sfiorargli le labbra con una tenerezza che mi ha sciolta quanto Peter!
Questo primo capitolo è stato veramente meraviglioso, la ricetta perfetta per iniziare il 2019, per esorcizzare il ritorno al lavoro con il calore di un sogno dolcissimo, per dimenticare le noie e gli impegni pensando solo alla tenerezza di questo primo, leggerissimo ma così significativo bacio.
Sono veramente tanto felice che tu abbia scritto ancora su di loro, ancora di più che questa sia una ff in tre capitoli e che loro siano sempre così perfetti, magnifici e teneri nel tuo cuore, per un altro anno pieno di amore e dolcezza insieme a questa coppia così speciale!
Grazie per avermi fatto iniziare la settimana di lavoro così alla grande, solo tu potevi farlo con una storia così dolce e intensa!
Un abbraccio e a presto!
Abby |