Cara Ellie,
hai chiesto un parere cattivo, ma come si fa essere cattive con te? Mi piace molto come scrivi e cosa scrivi, questa è la premessa. Cercherò di essere più minuziosa del solito – non è una cosa che faccio sempre, specie alla prima recensione – sfruttando il fatto che, per una cosa e per l’altra, ho avuto a che fare col XVIII secolo in più occasione, Versailles no bara a parte. Lo stile del capitolo è perfettamente in linea con il periodo storico. Linguaggio volutamente baroccheggiante, che ricorda, senza però imitarla, la prosa di Chaderlos de Laclos (Le relazioni pericolose) e De Sade (Justine). La trama che si delinea è un inganno, un travestimento: un leitmotiv abbastanza conosciuto, ma che, se ben sviluppato, può portare a una serie di situazioni interessanti (N.d.R., Nota del Recensore: a mio avviso, le uniche trame originali sono i miti e le opere di Omere. Tutto il resto è già visto/letto, quindi aderire a un leitmotiv non è un qualcosa di negativo, purché si diano risposte nuove). L’inganno, infatti, in questo apparentemente Relazioni Pericolose al contrario, consentimi il paragone, prevede che un ragazzo si finga fanciulla. Il ragazzo in questione tutto è fuorché un povero ingenuo, anzi. Lo descrivi più di una volta come un lupo, facendoci ben intuire la sua natura manipolatoria e decisamente infida di cui la stessa Marchesa è ben consapevole, ma della quale, comunque, non può fare a meno. Ben gestita è anche la motivazione alla base del vanitoso Rossignol: è dedito al vizio del gioco e deve recuperare una bella somma. Piccola nota di costume, da rompipalle modernista-medievista: il tuo personaggio ha quasi sedici anni ed è nobile, ma gioca eccetera. Io lo trovo coerente e per nulla anacronistico. Il concetto di adolescenza così come lo intendiamo noi è recente e contemporaneo e certo non era in uso durante l’Ancien Régime, anzi. Motivo per cui, ti promuovo anche su questo aspetto. ^^
La scena del ballo presenta una Marie Antoinette organizzatrice di eventi dallo sguardo triste. Pur essendo tra i miei personaggi storici preferiti, non l’ho potuta approfondire storiograficamente come si deve, ma mi piace questa interpretazione un po’ romantica che le hai dato, me l’hai fatta sentire come viva. Non credo servano note a fine testo sulla Polignac o altri, mentre invece mi chiedo qualcosa sulla fortuna di Dante nel XVIII secolo in Francia. Per far sì che la tua bellissima storia sia totalmente “a prova di bomba”, mi documenterei forse giusto su questo aspetto, aggiungendo magari una specifica “Dante, il poeta fiorentino…” perché è vero che parliamo di un personaggio universale, ma loro sono in Francia. Purtroppo mi ci vorrebbe un po’ per capirlo e per ricercare informazioni sulla fortuna della Divina Commedia, però, se tu volessi, cercherei volentieri (mi spiego: non è detto che sia così conosciuta in quel contesto e in quel periodo storico, ma questo è un delirio/una riflessione mia, non è una critica XD).
Il tocco di modernità che mi ha sorpreso nella trama è stato senza dubbio il colpo di scena finale. Mi aspettavo che il conte di T. e Rossignol fossero presi dalla passione, e invece l’inganno viene svelato subito, per poi essere corredato da un’epistola di chiaro sapore romantico (inteso come aderente a Le ultime lettere di Jacopo Ortis/I dolori del giovane Werther). Ecco, che la scommessa fosse a brevissimo periodo proprio non me l’aspettavo, così come trovo oltremodo curioso – e interessante – che la lettera sia stata scritta da questo misterioso Alain, spettatore come noi. Insomma, opera lodevole e degna d’attenzione, questa tua.
Dal punto di vista stilistico, trovo finalmente qualcun’altra che ama le virgole alte (XD). Hai reso bene la lingua ricercata del periodo raggiungendo un giusto compromesso con uno stile fluido e fluente necessario al 2019 e ti sei documentata benissimo su moda e costume, nonché sulle usanze proprie della corte di Versailles. Stilisticamente, ti segnalo solamente la presenza di qualche d eufonica nella parte iniziale e finale del testo e tre refusi di nessun conto, come qui:
Tuttavia, proprio mentre occhieggiava l'orologio a pendolo su una mensola -un putto d'oro che segnava le nove e tre quarti- scorse quella che, si convinse, doveva essere una visione. (spazio tra i trattini che devono essere più lunghi).
“Sono confuso, monsieur.” ammise.
“Ah, e quello che parla con monsieur le comte?”
Per il resto (ma questo è resto?) testo curatissimo, storia credibile, dialoghi ben fatti, personaggi ben caratterizzati (sebbene forse toglierei il fatto che Rossignol venga definito due volte lupo, una basta, a mio umile parere), intreccio interessante di testo e lettera (e non hai ripetuto nella lettera quello che già sapevamo, bravissima) e colpo di scena finale con il principe di T. che fa una figura da fagiano terribile! Che altro dire?
Continua così ♥, leggerti è stata davvero una piacevolissima scoperta!
Un caro saluto,
Shilyss
P.S.
Non chiamare la postale per questo trattato XD! |