Ciao!
Dopo dieci giorni, finalmente, eccomi qua a darti il mio parere assolutamente entusiasta per questo nuovo capitolo - che ho letto quando è stato pubblicato, ma che ho voluto riassaporare per bene prima di recensirlo.
Apprezzo innanzitutto la scelta di voler dividere l'epilogo in più parti: in questo modo dài tutto il tempo al lettore di metabolizzare un certo numero di informazioni senza che tutte le grandi rivelazione della storia si accumulino insieme alla fine di un solo capitolo.
La conversazione iniziale di Anathema e Aziraphale su Crowley è stata eccellente. L'ho trovata un espediente narrativo assolutamente ottimo per far capire al lettore tutto quello che non aveva capito o che aveva solo cominciato a ipotizzare dagli sviluppi precedenti: Anathema è come noi, sta esprimendo il nostro punto di vista e le nostre perplessità sulla vicenda, mentre Aziraphale gioca dalla tua parte, conosce tutti (o quasi tutti) i fili del discorso, che ora si dipanano, e ce li comunica con paziente semplicità. La chiave era l'immaginazione! Ma certo! Come dice Aziraphale, è semplice ma anche complicato. Non ci sarei mai arrivata del tutto, davvero, e ti faccio i miei complimenti per questa soluzione: sei stato geniale ad escogitarla.
Mi piace la tua riflessione sul senso di colpa di Crowley nei confronti dell'umanità. E' molto interessante, davvero. Anche qui, però, condivido il pensiero espresso da Anathema: Crowley ha dato una scelta all'umanità. Lo avevo scritto qualche recensione fa: per me il peccato originale è una grande benedizione, un atto di libertà per uscire da quell'universo di necessità che Dio ha creato. Se fosse stato davvero malvagio, Dio avrebbe cancellato l'Eden per rifarlo da capo. Per carità, è ineffabile e tutto quanto, però non s'è fatta tanti scrupoli con il Diluvio Universale! Il punto di vista di Crowley, tuttavia, è più che comprensibile!
La descrizione dei primi tre risvegli del demone mi è piaciuta molto. Mi sono piaciute la similitudine del computer per il primo (molto appropriata per il personaggio di cui stiamo parlando), le immagini del fuoco per il secondo e l'idea di aver tentato un umano per il terzo. Più di tutto, però, mi è piaciuto come il ricordo di Aziraphale si sia modificato nelle tre fasi. All'inizio Crowley non si sofferma troppo sul fatto di averlo ucciso, poi sì, lo ricorda, ma è così felice di sentirlo, nonostante tutto, che quasi si confessa. Al terzo risveglio l'abnegazione che lui mostra nei confronti di Aziraphale mi ha commossa. Ecco, da qui ho cominciato a commuovermi.
Sono contenta che tu abbia deciso di mostrarci uno scorcio dei pensieri di Aziraphale durante la cura. Sono felice che tu l'abbia dipinto forte e agguerrito, pronto a rimandare il crollo fisico e mentale pur di aiutare prima Crowley, decisamente più bisognoso al momento. Le ali del demone sono state uno spettacolo terribile da sopportare. La reazione dell'angelo è stata forse ancora più tremenda, con tutta quella autocommiserazione. Fortunatamente c'è Anathema ad aiutare: se non fosse stato per lei, probabilmemte questo capitolo non sarebbe esistito.
Il nuovo risveglio di Crowley mi ha sciolta. Hai descritto in maniera splendida quel momento per cui già altre volte ti ho fatto i complimenti, cioè Aziraphale che lava il corpo del demone e che lo osserva con devozione, con quell'amore puro che li lega, con quel rispetto incondizionato che, davvero, mi ha fatto scendere più di una lacrimuccia. Così come la resa totale di Crowley, che non è un atteggiamento malato, ma la manifestazione della forma più pure di fiducia: Crowley sa che da Aziraphale non riceverà alcun male, mai, e in nome di questo è pronto a rinunciare anche alla propria libertà di movimento perché è al sicuro. Sei davvero bravissimo nel rendere questi concetti attraverso i gesti e nell'essere sempre estremamente conscio della purezza di questi atti.
Gli stralci di conversazione che Anathema riesce a percepire sono stati bellissimi. Crowley e Aziraphale mi hanno fatto una tenerezza incredibile: due creature così vecchie che si chiedono perdono a vicenda e che credono allo stesso tempo che l'altro non debba scusarsi di nulla. Hai fatto benissimo ad arricchire le descrizione che dài dei gesti con delle indicazioni sul fatto che vadano comunque al di là di ogni comprensione umana. Sono entità sovrannaturali che non riusciamo ad immaginare se non negli atteggiamenti umani (volendo, è il più grande limite del linguaggio umano, della comunicazione tra esseri umani che, una volta privata dei suoi riferimenti, di ciò a cui può rimandare, perde di senso e significato), ma quei piccoli accenni a qualcosa che Anathema non coglie sono sufficientemente utili per non far perdere di vista al lettore la vera natura dei protagonisti.
La dichiarazione d'amore continua a farmi piangere dopo dieci giorni. Io ti giuro che non sono così romantica, ma qui è inevitabile! E' una dichiarazione quasi superflua (Crowley e Aziraphale si amano tanto e lo si nota da tutto quello che fanno l'uno per l'altro, da come passano il tempo insieme, da come si rispettano e si adorano), ma in questo contesto è stato come un sigillo, qualcosa di cui avevano bisogno entrambi per rimarcare il senso del loro perdono reciproco, per porre una sorta di rimedio sentimentale alla tragedia appena vissuta. Non l'ho trovata fuori luogo né eccessivamente sdolcinata: semplicemente ottima, capace di far ritrovare il sorriso ad un Aziraphale stanco e provato - e pure a me che ho seguito la vicenda.
Il paragrafo finale è stato una degna conclusione del capitolo: sommesso, pacato, una specie di sommario dell'esistenza di Crowley che funge da intermezzo tra questo e la prossima parte dell'epilogo. Il riferimento a Crawly (che mi ero permessa di dimenticare per tutto il resto del capitolo) mi inquieta un pochino, perché in fondo tu puoi ancora farmi soffrire tanto.
Ti faccio i miei più sentiti complimenti e ti ringrazio tantissimo per aver scritto questo capitolo. Davvero, mi hai fatto provare emozioni bellissime e pure che non possono che commuovermi!
Un abbraccio e alla prossima (spero con meno ritardo)!
Menade Danzante |