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di Miryel

Questa storia ha ottenuto 59 recensioni.
Positive : 59
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
07/12/19, ore 09:31
Cap. 2:

La parola che sto cercando per descrivere questa storia e in generale questo secondo capitolo è senz'altro: adorabile. Harley è adorabile.
L'hai uffiicalmente reso un tesoro, e sto iniziando a shipparlo con Peter il modo molto plateale. È una delle vicende più credibili, in realtà, se vogliamo distaccarci dal canon di un Peter che vede Tony come un padre.
Mi piace, mi stanno piacendo tutti i personaggi. Povera Pepper, mi si stringe il cuore anche per lei.
E, oh, al racconto di Steve Roger mi stava partendo una lacrima grossa come una palla da biliardo. Il mio Cap patato *-*
Continuerò a seguire la vicenda con molto trasporto, voglio proprio vedere come giocherà le sue carte Halrey per poter conquistare il nostro ragnetto depresso.
Complimenti ancora :) a presto,
Eevaa

Recensore Master
06/12/19, ore 16:44

Amore mio grandissimo <3
Coraggiosissimo anche, perché posso immaginare cosa significhi per te pubblicare questa storia qui su EFP. Del resto, nemmeno scriverla dev’essere stato semplice, nonostante nelle note spieghi bene la situazione e il perché questa coppia ti ha emozionata tanto. Tony e Peter sono sempre loro, ma Endgame ha posto in essere una cesura netta e so bene quanti e quali sforzi stai facendo per cercare di rimettere a posto le cose, per quanto possibile.
La morte di Tony è incommensurabile, quell’uomo ha lasciato un vuoto enorme nella vita di tutti coloro che hanno incrociato il suo cammino: eppure il tempo passa, si dice che possa guarire – o almeno alleviare – le ferite, ed è questo che sta facendo la famiglia di Tony, i suoi amici: vanno avanti. Pepper è distrutta, ma ha una bambina a cui badare e il suo futuro a cui pensare: Morgan è una spinta verso la vita impressionante, e la stessa bambina, che sembra la copia in miniatura di Tony, sicuramente sente la mancanza del padre ma è anch’essa proiettata verso il futuro, guidata dalla madre e da tutti coloro che le stanno attorno e le vogliono bene. È terribile da dire, ma per loro una vita senza Tony è possibile, ed è giusto così (Tony stesso lo avrebbe voluto). Per Peter no, per Peter la vita senza Tony NON è possibile, nonostante i mesi trascorsi e tutti gli sforzi prodigati in tal senso. Il cuore del giovane Parker si è fermato nel momento in cui Iron Man ha schioccato le dita e non ha più ripreso a battere – Peter stesso non vuole che riprenda a battere. Perché vivere in questa specie di apatia è – comprensibilmente, in un certo senso – preferibile all’affrontare la perdita in modo diretto – a quel punto il dolore che si schianterebbe addosso a Peter sarebbe talmente intenso e devastante che temere di non riuscire a sopportarlo è una reazione più che umana. Però Peter non è una macchina, e vivere senza provare nulla è in realtà estraneo alla sua natura: è un fiore che lentamente appassisce, Peter, e fingere che vada tutto bene serve a poco, soprattutto se al proprio fianco all’improvviso appaiono due occhi acuti ai quali non sfugge nulla, due occhi pieni di comprensione ed empatia. Ora, io ammetto candidamente che questo Harley non so nemmeno chi sia (anzi ti chiedo gentilmente di inviarmi poi una sua immagine così almeno riesco a figuramelo meglio XD) ma mi fido ciecamente di te e della tua capacità di capire i personaggi – in qualsiasi caso, questo ragazzo già mi piace tantissimo. In fondo ha molto in comune con Peter, potrebbe tranquillamente essere un Peter a cui però non è stato tolto un pezzo di cuore: Harley ha sofferto per la perdita di Tony, certamente gli ha voluto bene, ma il loro rapporto non è paragonabile a quello che c’è stato tra Tony e Peter. Harley conosce la verità e quindi capisce il dolore di Peter, ma vorrebbe fare qualcosa per aiutarlo, forse perché dentro di sé pensa che Tony tutto vorrebbe meno che Peter si lasciasse lentamente morire in questo modo. O forse perché qualcosa, in Peter, ha affascinato anche lui, e non vuole perderlo.
È una storia di rinascita quella che ci proponi stavolta – argomento che a me sta particolarmente a cuore – e io non vedo l’ora di poter commentare anche i prossimi capitoli della mini-long. Mi sono innamorata di questi due ragazzi già la prima volta che lessi di loro, e sono pronta a ricaderci di nuovo con tutte le scarpe. ^^
Complimenti tesoro, come al solito riesci a emozionarmi come nessun altro; il mio pomeriggio ora è un po’ meno cupo grazie a te <3
Un bacione e a presto :***

padme

Recensore Veterano
05/12/19, ore 10:02

Ciao cara sono qui per il nostro scambio libero. Ho visto che hai iniziato questa nuova long e mi ci son subito fiondata perché ho trovato molto interessante la scelta della coppia da trattare e devo dire che le buone premesse per farla funzionare ci sono tutte.
Harley è un personaggio che compare solo marginalmente in End Game, ma avendolo visto in IM3 è possibile avere qualche linea sul come muoverlo a livello caratteriale e approvo quanto tu stessa hai scritto nelle note. Sicuramente Tony ha avuto un forte impatto su di lui e la sua presenza al funerale ne è stata la conferma “canon”.
Quanto a Peter, beh, lui è il tuo Peter... so che sembra una frase senza senso, ma dall’altra OS ho capito un pochino come lo muovi, come lo delinei, come lo fai ragionare e l’ho trovato molto coerente; sta male ma nega l’evidenza, perché non vuole essere un peso per nessuno. E riguardo alla parte angst, beh, ti faccio i complimenti perché questo primo capitolo ti spezza emotivamente; si sente, in ogni singola riga, la mancanza di Tony, l’assenza di Tony: lui è il fulcro della storia, è il sole attorno cui ruotano i pianeti, attorno a cui avvengono le vicende o si muovono i personaggi. E Peter è quel pianeta più vino al sole e il primo che verrebbe distrutto dalla stella qualora “morirebbe”.
Per il resto, sembra che il tentativo di Harley di scalfire un po’ la corazza dentro cui si nasconde Peter pare abbia sortito effetto, anche se poco poco, e sono davvero curiosa di leggere come farai evolvere le vicende!
E, nulla, ti rinnovo i complimenti sia per l’originalità, che per il tuo stile, che ha sempre un qualcosa che mi tocca nel profondo, una musicalità un po’ triste e bellissima al tempo stesso.
Alla prossima! ♥

Recensore Master
03/12/19, ore 17:49

Ciao!

Ho deciso di dare un occhio a questa storia per vedere come avresti inserito un nuovo personaggio (nonché nuova presenza) nel rapporto senza fine della tua inossidabile coppia Peter&Tony. Dico la verità, non avevo il benché minimo ricordo di Harley, ho visto una sola volta Iron Man 3 e quando ho visionato su internet il suo volto al funerale di Tony non avevo idea di chi fosse però ho leggiucchiato qui e la e mi sono accorto che è stato un assistente abbastanza importante per Tony e quindi ci sta che faccia parte a pieno titolo della vita di Mr.Stark e sopratutto della sua famiglia a seguito della dipartita eroica di Endgame.
La vera novità di questa storia è proprio lui visto che è Peter è sempre... beh Peter: disperato senza rimedio (o quasi) dopo 5 anni continua a autodistruggersi per il suo amante (difficile farsi una ragione della sua morte se Pepper continua ad invitarlo e lui continua ad andarci). E Harley beh è veramente il primo che capisce che probabilmente l'unico modo per fare stare meglio Speedy sia proprio smettere di preoccuparsi per lui e di non chiedergli più come sta: ottima psicologia inversa devo dire. E proprio come mi aspettavo questa tattica sembrerebbe avere effetto. Sembrerebbe che possa nascere un'amicizia tra i due anche perché Peter sembra aver finalmente trovato qualcuno che lo capisca. Complimenti per l'intreccio che si comincia a dipanare, è piuttosto accattivante!
A presto
Will D.

Recensore Master
03/12/19, ore 12:20

E quando penso di aver letto tutto e di non potermi più stupire, salti fuori tu con questa storia.
Che dire? L’ho amata e tanto.
Ho amato come hai saputo caratterizzare il dolore di Peter, che lì, presente, un fardello da cui lui stesso non vuole liberarsi. È nella fase del rifiuto, della rabbia, del dolore, molto lontano dalla accettazione della cosa.
È un Peter maturo e devastato i suoi sentimenti sono perfetti, fanno sentire esattamente l’enorme buco nero che è la perdita di Tony.
Pepper l’ho adorata, presente, forte, materna, anche se dentro anche lei soffre, giustamente.
Ma qui pare che Pepper possa in qualche modo aggrapparsi alla figlia Morgan per sopportare il dolore, mentre Peter non ha nulla se non i propri ricordi e le parole non dette a Tony e incastrate in gola.
Harley qui è stato una piacevole novità, mi ricordavo di lui e niente, trovo che il modo in cui cerca di capire Peter e capirsi, sia doloroso e molto dolce insieme.
Harley sentiva sempre parlare di Peter e se lo immaginava felice e pieno di luce come Tony glielo descriveva sempre, e invece si trova davanti un ragazzo svuotato, cinico per difesa, troppo preso nel proprio dolore per rivolgergli anche solo un sorriso.
Durissima questa frase che Peter gli rivolge:

«Utile?», esordisce Peter, poi distoglie lo sguardo, «Chi sei tu, per pretendere di potermi aiutare?»

Ecco qui Harley cerca di esserci per Peter, che vorrebbe che si aprisse con lui, mentre l’altro lo spiazza gelido e gli sbatte in faccia la sua inutilità.
Deve essere davvero dura, veder qualcuno, volergli stare vicino e avere in mezzo un fantasma, un fantasma buono ma ingombrante, a sbarrare ogni tentativo di comunicazione efficace, di conforto.
Il finale mi ha fatto ben sperare, quel mezzo sorriso... insomma questi due mi piacciono e so che mi regalerai grandi cose!
Un abbraccio cara!
Meravigliosa come sempre.
Ladyhawke83

Recensore Master
03/12/19, ore 11:54

Carissima, ciao!
Ovviamente puoi immaginare la mia gioia di vedere una tua minilong nuova fiammante pronta per essere divorata e amata come le precedenti.
E, infatti, questo primo capitolo l'ho letteralmente divorato, non riuscendo a staccare gli occhi dalle righe nemmeno per un istante (e infatti comincio a vederci triplo).
Allora, da dove cominciare? Credo che sia doveroso iniziare dal tema centrale di questo capitolo (e storia): il lutto. Ti ho già detto in una precedente recensione di quanto ami il tuo modo delicato e maturo di trattare la morte e qui non ti smentisci affatto. Se l'altra volti trattavi la morte dal punto di vista di un deceduto tornato in vita, qui invece la analizzi dal punto di vista di chi rimane, cosa che a mio avviso è molto complicata da fare, perché si rischia di cadere nel banale e nel superficiale. Inutile dire che non è affatto il tuo caso, e che sei stata magistralmente in grado di colmare il cuore di chi legge di una profonda tristezza, di una melanconia dolorosa che sono le stesse che accompagnano il nostro Peter.
Peter è distrutto, letteralmente. Di lui non è rimasto più nulla, tutto si è spento e se n'è andato insieme a Tony e questo è trasmesso e reso perfettamente nella tua storia. Mi ha molto colpita il punto in cui Peter dice che non sta cercando di superare il lutto, perché non vuole farlo: un passaggio molto intenso e carico, questo, perché rivela quanto profonda sia la sofferenza di Peter e che, per quanto essa possa essere evidente all'occhio esterno, non si è davvero capito quanto radicata e profonda sia questa sua condizione e quanto lui quasi l'abbraccia, l'accetti, come se questo fosse un modo per non dimenticare Tony, per averlo vicino. Come se smettere di soffrire significasse dimenticarsi di lui, allontanarlo. Come se essere felice significasse tradire l'amore per lui e tutto ciò che sono stati. E questo è struggente, devastante e doloroso anche per chi legge: tutti, chi più chi meno, abbiamo dovuto affrontare un lutto nella vita, e la delicatezza e la maturità con cui affronti il tema, il modo naturale in cui fai comportare Peter (e per naturale voglio intendere anche realistico) non fanno che creare empatia nel lettore, non fanno che farlo sentire parte di questa tristezza, non fanno che permettergli di riconoscere questo dolore, di sentirlo familiare e di parteciparne.
Peter è affranto, vinto ed è caduto in un baratro oscuro, in un luogo da cui sembra impossibile risalire e in cui non vuole nessuno. Restare troppo tempo a casa di Pepper (una Pepper davvero deliziosa) è insopportabile, insostenibile e lui deve fuggire, deve andarsene, deve scappare. Insostenibile è guardare anche gli atteggiamenti della piccola Morgan, che tanto somiglia al padre nei suoi atteggiamenti colmi di tracotanza. E ancor più insostenibile di tutto il resto è sentir pronunciare il nome di Tony, doverne parlare, come se Peter fosse perfettamente consapevole che sia morto - lo è, perché se ne strugge -, ma non voglia guardare in faccia questa realtà, come se non dirlo lo rendesse meno vero. C'è tutta un'analisi dell'elaborazione del lutto, qui, davvero splendida, perché ci presenti il percorso normale che si dovrebbe intraprendere, tramite le persone che circondano Peter, e poi ti soffermi sulla non accettazione di quest'ultimo, sul suo rifiuto totale di andare avanti.
Il rapporto con Harley è la ciliegina sulla torta: hai unito due persone che sono accomunate da un lutto e dall'affetto per una persona scomparsa. Harley ha un'immagine di Peter che non è costruita tramite la sua conoscenza, non deriva da una familiarità, ma si è costruita sulle parole di una persona che lui ammirava e che non ha fatto che parlare di Peter in quei cinque anni in cui lui non c'è stato. Harley vede un po' Peter come lo vedeva Tony e infatti s'interroga spesso su dove sia finito questo ragazzo che si aspettava di trovare. Il lutto unisce, si suol dire, ma qui tu mostri una faccia della medaglia che pure esiste, c'è anche se si tende a non parlarne, ovvero il lutto divide. Il dolore divide e isola e porta ad allontanare. Harley vorrebbe avvicinarsi a Peter, ma l'ombra di Tony che incombe su di loro sembra impedirglielo, sembra rendere tutto complicato. Impossibile quasi.
Che ti devo dire, cara, questo capitolo è stato una vera bomba, che ha dato tanto da riflettere e tanto da provare. Ha un'intensità strepitosa, una sfaccettatura di emozioni non indifferente e una caratterizzazione e introspezione dei personaggi splendida. Io non posso che inchinarmi dinanzi a cotanta meraviglia, e inutile dire che sono qui che aspetto con trepidazione il prossimo capitolo.
Tantissimi complimenti, carissima! Alla prossima <3<3<3

Recensore Master
02/12/19, ore 20:40

Ciao Cosa! ^^

Ci sono tante cose di questa tua nuova opera che mi piacciono molto. Anzitutto, è un’analisi del lutto e del dolore che prevede una fase rabbiosa, presente in Peter. Poi è il proseguo ideale, almeno per me, dell’headcanon che partiva da “Protocollo speranza” e che stai costruendo mescolando idee personali al canone ufficiale. Il risultato è credibile e commovente nel rispetto totale dei personaggi e dell’equilibrio delicato che hai messo su. La tua Pepper è splendida. Dolce, materna, inclusiva, si preoccupa dei lasciti di Tony e di sua figlia, cercando come può di creare una famiglia nell’accezione di un luogo dove un gruppo di persone legate dall’affetto condividono qualcosa. Poi c’è Morgan deliziosa copia del padre persino nelle pretese assolutistiche e poi c’è il rapporto di Harley e Peter che non è banale, mai, per niente. La cosa più interessante è che Harley svolge la funzione di aiutante esattamente come nel film in cui era protagonista. Non nutre nei confronti di Peter dei sentimenti neutrali: ha subìto per cinque anni lo stillicidio frustrante di dover conoscere una persona per bocca di un’altra, che ammirava. L’incontro non è stato dei più lieti e il rapporto è basato su una condivisione del dolore che, come argutamente dici in clausola al capitolo, non unisce, ma divide.
Dall’altra parte, c’è Peter Parker. È ombroso e arrabbiato con se stesso e non riesce a stare troppo tempo con Pepper e Harley. Anche qui, proprio l’elemento che dovrebbe accumunarlo con Harley (oddio, qui viene estemporaneamente in mio soccorso Padre Maronno quando anziché risanare il cieco ne acceca la moglie perché “ora siete accomunati. Scusa, Co’ >
Ecco, che Peter detesti quel vuoto largo cinque anni, che detesti il non essere stato presente è così terribilmente umano, così come il fatto di accampare una scusa da adolescente o poco più per andarsene e non rimanere a cena è terribilmente IC. Peter è un personaggio complesso che ha subìto una perdita grandissima e un trauma enorme. Il suo senso di responsabilità forse è pari solamente al senso di ragno e il suo cuore è devastato e spezzato da qualsiasi lato lo si voglia guardare. Stark era l’insostenibile faro che per cinque anni non l’ha dimenticato, contravvenendo al detto tipico che dice “chi muore tace, chi vive si dà pace.” Ecco, Tony non se l’è data, la pace. Ha rischiato sapendo di dover/poter morire e Peter questo non se lo dimentica. Le difficoltà esistenti e pressanti di questi due ragazzi uniti e divisi dall’ombra ingombrante di un uomo accentratore, sotto tutti i punti di vista, come Tony lascia precludere un’analisi introspettiva che è quello di cui il fandom, a mio modesto parere, ha bisogno. Ho apprezzato tantissimo anche talune scelte linguistiche, come le frasi spezzate, corte e brevi e l’immediatezza del presente che qui funziona particolarmente, merito anche dei protagonisti adolescenti. Bella anche la gestione, matura e consapevole e non da fanfiction, dell’alternanza dei PoV dei protagonisti.

Ora, la recensione originaria si chiudeva qui: la rilettura a qualche mese di distanza conferma non solo quanto detto, ma dice di più. C’è una frase molto interessante, detta da Harley. Invece Tony li ha fatti incontrare e, sempre lui, sta facendo di tutto per dividerli e questo Harley quasi non è in grado di perdonarglielo. Questo concetto è particolarmente prezioso perché generalmente saremmo portati a credere che l’elemento in comune, che sia un modo di prendere il caffè o mangiare un tiramisù o amare la cucina giapponese, tutti esempi a casaccio, possa unire due persone. In questo caso, invece, avviene l’esatto contrario perché Tony è una presenza nell’assenza densa e fisica. Questa lettura a mio parere è particolarmente matura, così come il modo in cui viene analizzato il dolore di Peter. Pur nella straziante sofferenza e al contrario di molte altre vulgate che riguardano questo e altri personaggi, non abbiamo un Parker (o un innamorato) debole. La sofferenza non è debolezza, ma qualcosa che scava dentro, una disperazione senza ritorno da vivere fino in fondo perché solamente toccando il fondo si può rivedere la luce. E credo che tu, con questa storia che aspettavo da tanto tempo, ci sia riuscita.
La lovvo troppo, te l’ho detto e te lo aripeto. <3

Un saluto bello pistacchioso,
Cosa, Shilyss abbracciata alla stufetta.

Recensore Master
01/12/19, ore 17:23

Tesoro T_T
Allora, premessa. Avevo già adocchiato questa storia su wattpad, anche se non l'ho letta perché in genere non leggo/recensisco su wattpad. Però avevo capito più o meno di cosa potesse parlare, e penso che soffrirò molto. Capisco bene quello che vuoi dire. La tua OTP rimane quella di sempre, ma è come se avessi voluto dare una possibilità a Peter di andare avanti. E appunto, questo mica cancella ciò che c'è stato prima, ma siamo realisti: nella vita vera, quando muore qualcuno che abbiamo amato, non sempre rimaniamo soli, soprattutto se siamo giovani come Peter.
Detto ciò, mi piace tantissimo come hai caratterizzato entrambi. Peter è spento, vuoto e sfibrato, si vede da come parla e reagisce (anzi, da come non reagisce). Harley invece pare essere la voce della coscienza, colui che sa, osserva, ma tace, non giudica ma prova a fare del suo meglio. E certo, non è facile trovare la parola giusta da dire sapendo cosa Peter ha passato. Non è facile, ma Peter non è del tutto insensibile, perché infatti qualcosa si smuove. E' questo ciò di cui ha bisogno, una sorta di scossa che lo risvegli, e penso che con Harley sia possibile.
Non vedo seriamente l'ora di andare avanti, il mio cuore soffre, ma è anche così felice T_T
Un abbraccio <3

Nao

Recensore Master
01/12/19, ore 16:26

Ciao, cara!
Peter non ha ancora superato la morte di Tony e penso che tutti l'abbiano capito, ma evitano di trattare un argomento cosi delicato con lui.
Harley ha ragione chiedere fare a Peter la stessa domanda farà avere sempre la stessa risposta.
Ogni volta metti a nudo quei sentimenti che il ragazzo prova e cerca di nascondersi, mostrandosi forte, ma gli occhi non mentono da quando Tony è scomparso anche la sua vita è morta con lui.
fare compagnia a Pepper e Morgan può far sentire Tony più vicino, ma la realtà è quella lui non tornerà più.
La parte della conversazione con Harley mi piace perché lui cerca di fargli capire che Tony rimarrà sempre con loro che Peter ha bisogno di andare avanti e non farsi abbattere dal dolore, ma contrastarlo e farlo suo, anche perché Tony sarà sempre con lui nonostante non si più fisicamente vicino.
Alla fine però sembra che Peter non capisca o faccia finta e cosi Harley cerca di non parlare più, ma alla fine i due fanno il tragitto verso casa in silenzio.
Nonostante come dice nelle note la tua ship suprema PeterXTony rimane e si sente anche in questo capitolo, fare piccoli esperimenti non è mai sbagliato, ed io sono curiosa di vedere e specialmente leggere come evolverai la storia.
Complimenti cara e alla prossima :)

Recensore Master
01/12/19, ore 15:30

Questo primo capitolo mi ha davvero riempita di dolore.
Hai descritto la sensazione di un lutto impossibile da sanare. Terribile, come un vuoto impossibile da colmare. Ho letto anche la tua postilla, e vedo che per te la perdita di Tony Stark è un velo sul cuore. Hai messo molto di te in questo giovane Peter Parker straziato da un dolore così forte. Peter porta il crespo nero del lutto, tanto poco adatto a un ragazzo così giovane, e non se ne vuole liberare in alcun modo, perchè il dolore, probabilmente, gli ricorda quello che ha provato per Tony e quello che in qualche modo sa che Tony ha provato per lui.
E' terribile, ma purtroppo è qualcosa che facciamo un po' tutti quando subiamo una perdita: ci crogioliamo nel dolore e nella sofferenza, riguardiamo le foto, rileggiamo i nostri scritti del tempo, perchè non vogliamo lasciar andare via quello che amiamo.

Il processo di guarigione è lento e difficile, ma spesso inizia con la rabbia e una litigata, ed è qui che Harley entra in gioco. Peter forse è geloso del fatto che Harley abbia potuto vivere cinque anni con Tony, forse lo odia per questo, come Harley non sopporta di vedere che Peter fosse così importante per lui. Tony, punto di connessione tra un'anima spezzata e una sperduta.

Immagino che ci sarà tanto angst e tanta sofferenza ancora prima che queste anime si leniscano le ferite a vicenda.

Più vado avanti e più amo il tuo modo di scrivere Miryel.

Recensore Master
01/12/19, ore 14:36

Ciao Myriel carissima, avevo adocchiato questa storia già ieri quando hai messo il link sul tuo profilo facebook. Già da questo primo capitolo si prospetta una storia diversa da quelle che ho letto per due motivi: non è incentrata sulla coppia Tony/Peter e il genere predominante forse non sarà l'angst. Dico forse perchè Harley si presenta come una speranza - quella di reagire innanzitutto - e già in questo primo assaggio hai delineato un rapporto interessante tra loro: Harley non conosce bene Peter ma coglie tutto il suo dolore e decide di provare ad aiutarlo. Bellissima è stata la scena di Harley che gli dice di lasciarlo stare e che inizia a camminare lontano, salvo poi essere raggiunto da Peter perchè dovendo prendere lo stesso autobus "che senso ha dividersi?". Davvero una scena profonda nella sua semplicità che, devo dire, mi ha fatto shippare questi due. Tuttavia, la sofferenza c'è e ce n'è tanta: basta solo nominare Tony che Peter crolla, insieme a tutte le sue bugie sullo "stare bene". Nuovamente scopro la tua bravura nel descrivere il dolore per la perdita che è davvero vivido, accurato e di grande impatto. Il momento in cui Peter non ci sta neanche provando a stare bene è potentissima e mi ha toccato dentro. Come sempre complimenti per il tuo stile, sei bravissima e mi piace moltissimo leggere i tuoi scritti. Aspetto dunque il prossimo capitolo! Un abbraccio!

Recensore Master
01/12/19, ore 14:25

Ciao mia cara! Che piacere trovarti qui con una nuova long, una long molto, molto diversa dalle ultime. Mi hai incuriosita parecchio con questo primo capitolo e devo dire che stai facendo delle scelte davvero interessanti!
Ti seguirò, come sempre, con completo interesse.
Ho solo un dubbio: Morgan. La presenza di Morgan fa supporre che l'amore tra Pepper e Tony sia stato esattamente come quello del canon, tra il quale si è inserito Peter tra le righe. Hai usato la parola "amante" non a caso, giusto? Peter era proprio, letteralmente, un segreto?
La loro relazione era segreta?
Ti lascio con una nuova valanga di complimenti! :) A prestissimo!
Eevaa

Recensore Master
01/12/19, ore 00:08

Non mi aspettavo questa coppia insolita, ma beh... non mi dispiace.
Negli ultimi giorni mi sono ritrovata a pensare che, per quanto la morte di Tony sia un colpo durissimo al cuore, in fondo dà senso alla sua vita, è stata l'ultimo atto di un uomo che è diventato un vero eroe (non "super", perché Tony è stato il più umano e per questo è così facile da amare). Ha senso, anche se fa male.
E data questa premessa, sì, la vita va avanti e Peter è giovane e allora, perché non Harley? Hanno qualcosa che li lega, in fondo, hanno Tony.
Mi piace immensamente il dolore di Peter, il modo in cui lo hai descritto, perché non basta un anno per dimenticare chi ami, e se anche per lui il blip è durato cinque minuti, poi c'è il rimorso, ci sono i tantissimi non detti, c'è una morte davanti agli occhi di un ragazzino.
Per tutto questo, già adoro la tua storia. Ho solo tirato il naso al 'mini long'. Perché mini!? >.< Perché non una long bella corposa!?
Uffa! ^^'

E poi una domanda: Peter chiama Pepper "signorina Potts"... abitudine? Non sarebbe più corretto "signora Stark?"... o sarebbe troppo doloroso?
(Le domande inutili che vengono solo a me >.<).
A presto, e pensaci, alla long-lunga, se non l'hai già finita. :P

Recensore Master
30/11/19, ore 03:28

CIAO BONAZZA!
Cinque mesi. Renditi conto che sono CINQUE MESI che smanio per lasciarti questa recensione... no, non sto emulando Harley nel farti venire i sensi di colpa, perché oggi è giorno di festah! <3

Parto col dire che avevo cominciato questa recensione in un modo ben preciso… ma ho deciso che quel pezzo partorito de core finirà nell’ultimo capitolo, tanto per essere un po’ melodrammatica (che te credi, l’influenza Stark si fa sentire, eh!)

E quindi… ricominciamo. Già dalle prime righe ci butti nella testa di Harley, e io ogni volta che lo leggo rimango senza parole di fronte a quanto tu sia riuscita a operare un’analisi e una caratterizzazione così profonde partendo da un personaggio che avrà, sì e no, 10 minuti di screentime totale. E nonostante sia un Harley ormai quasi adulto, che del ragazzino di Iron Man 3 conserva solo pochi tratti, è perfettamente riconoscibile: la tua interpretazione non stona, è semplicemente un prolungamento del poco che ci hanno mostrato nei film, e funziona, vive di vita propria che tu gli hai donato. Ritroviamo la sua attenzione per i dettagli e quella sorta di atteggiamento stoico di chi scende in garage, vi trova Tony Stark e non batte ciglio limitandosi ad accettare la cosa senza porsi troppe domande, tenendo però a freno un’iperattività di fondo che emerge nel voler fare qualcosa di utile. Un’iperattività scemata nel tempo, che però si manifesta con la stessa caparbietà dimostrata da bambino con un Tony che non voleva dare a vedere quanto stesse male per via di New York, e che adesso si converte in quella di voler far ammettere a Peter che neanche lui sta bene, per niente.

Quindi arrivo a proprio a lui, Peter… e tu sai quanto io ami il tuo Peter, che tu lo dipinga tramite gli occhi degli altri, o che tu ci permetta di guardare il mondo attraverso i suoi. Questo Peter fa male nel suo essere terribilmente realistico. Perché non porta semplicemente un lutto, ma ne diviene simulacro di carne e ossa, gli permette di inglobare la sua vita, invece di integrarlo in essa fino ad assorbirlo e andare avanti. Diventa il lutto e smette di essere lui, irriconoscibile se messo a confronto con quelle vecchie foto che tu citi e spezzano il cuore, persino ad Harley che l’ha conosciuto solo attraverso esse e alle parole di chi l’ha amato.

“La miglior rappresentazione di Tony che Harley abbia mai visto in vita sua. Lo fa sorridere, e a Peter lo oscura."

Questa credo sia una delle frasi che più rappresenta il blocco del nostro bimbo-ragno. Un’osservazione quasi passeggera che racchiude tutto: si sa che chi rimane, soprattutto i figli, tende a conservare qualcosa di chi se n’è andato. Uno sguardo, un sorriso, un modo di fare… e si può gioire di questi piccoli paralleli, usarli per trattenere in questo mondo chi non c’è più e pensare che dopotutto vi rimarrà sempre, o percepirli come pugnalate, come memento del fatto che quel qualcuno non tornerà più, e che quelli sono gesti-fantasma e vuoti, intrisi di dolore. Lo stesso atteggiamento che ci fa diventare claustrofobici in un posto amato che diventa poi carico di troppi significati, soprattutto se non ci si sente a posto con la coscienza con chi li ha vissuti. Ed è lampante quanto sia gravoso il fardello di Peter in questo senso.

Qui apro una "minuscola" parentesi su Pepper: la donna che sa, comprende e perdona, perché aver avuto un marito turbolento, contraddittorio e pieno di estremi e idiosincrasie come Tony induce a non serbare rancore per nessuno, soprattutto per chi è buono per natura come lui e Peter. Questa è una storia che prende una piega diversa, è vero, ma io ho sempre nel cuore la tua Protocollo speranza, e do per scontato tutto ciò che Pepper dice ed esterna in quel contesto. Non smetterò mai di ringraziarti per averla resa così lei e averle accordato la dignità che merita, anche con un’altra coppia in primo piano – anzi, oserei dire sullo stesso piano. Perché Morgan esiste, e Pepper soffre come Peter e più di Peter; e Peter soffre come Pepper e più di Pepper. È la dicotomia tra un amore durato decenni, vissuto in ogni sfaccettatura che manca ogni giorno, e l’amore durato il tempo di una fiammata che quelle sfaccettature non ha mai potuto racchiuderle e ora può solo anelarle. Dio, Co’, quanto mi distruggi l’anima, ppperò.
Torno ad Harley dopo la “piccola” parentesi, ma lo so che a questo giro sarò incapace di pormi dei limiti… quindi seguo il flow e spero non mi inseguirai con un’accetta :’)

Ti adoro perché Harley ha il coraggio e l’umiltà di ammettere che, no, non può capire. Non può capire e non può nemmeno provare a farlo, visto che il dolore di Peter si basa su presupposti a lui sconosciuti, e sconosciuti alla maggior parte dei suoi coetanei. Si immedesima, quello sì, e può sfiorare il dolore che lo attanaglia solo nel pronunciare il nome di Tony. Un errore evitabile, quello, ma commesso da chi cerca di normalizzare la morte e renderla parte della vita, come sta cercando di fare Harley nel suo essere così analitico e pragmatico – più di Tony, in effetti, che di contro ha sempre avuto un pessimo rapporto coi lutti e la loro gestione. E più ci penso, più vedo Peter e Harley come facce della sua medaglia… ma su questo mi sa che è meglio se ritorno più in là ;)

Uno scontro tra queste due “facce”, a questo punto, era inevitabile… e non avresti potuto gestirlo in modo più soddisfacente e realistico. È umano, credere che non parlare di qualcosa possa aiutare, anche quando quel qualcosa ci divora dall’interno ogni giorno senza mai diventare più gestibile, o controllabile; Peter più di tutti dovrebbe saperlo, lui che con la morte ha un conto aperto fin quasi dalla nascita… eppure questo sembra il suo punto di rottura, il suo concedersi alla morte e allo strascico che si lascia dietro dopo che è passata. La sua resa, l'emergere di un cinismo che non gli appartiene, e fa male al cuore pensare a Spider-Man che si arrende, soprattutto se pensa di non farlo; si arrende, ma implora con gli occhi che qualcuno, per una volta, combatta per lui. Fosse anche un ragazzino sconosciuto che forse lo conosce più di quanto non creda, proprio tramite le parole di chi ha perduto. È un circolo, che potrebbe essere vizioso e che invece grazie ad Harley apre uno spiraglio di speranza per rialzarsi: è questo, ciò che ha spezzato, e che andrà risanato in futuro.

Co’, io non so manco quanto diamine abbia scritto; probabilmente troppo e comunque troppo poco rispetto a tutto ciò che avrei da dirti. Hai il potere di toccare ogni volta dei tasti sensibili, per me, e con questa storia mi hai distrutta, smolecolata e poi ricomposta, anche solo col primo capitolo. Mi hai emozionata e mi hai fatta pensare, mi sono sentita un sondino nell’anima ad ogni frase ed evocare quest’impressione non è dono di tutti.
Però adesso mi cucio la bocca e svanisco, prima che tu mi mandi la postale a casa, ché tanto non è certo finita qui :’)

Nun te ferma’ mai, Co’, che io abbisogno de te <3
Un baciotto, da quella cretina che te vo’ bbene anche quando le dissezioni il cuore,

-Light/Co2-
(Recensione modificata il 30/11/2019 - 11:40 am)

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