ABBRACCIAMI GUASCONA! (ogni promessa è debito, neh)
È per me un'ebbrezza tutto nuova arrivare a commentare puntualmente, ma sai che per questa storia lo sento quasi d'obbligo (un "obbligo" autoimposto e gradito, sia ben chiaro), visto quanto l'ho aspettata (e quanto t'ho tampinata, pure, roba che potresti denunciarmi per molestie e stalking).
Parto col dire che mi piace sempre più la nuova divisione dei capitoli, con una concentrazione di eventi più densa e più dilatata al contempo: invece di separare nettamente la fase del rifiuto e dell'accettazione di Harley da parte di Peter, le hai concatenate. Vi trovo dietro una logica intelligente che permette un contrasto immediato, fresco, non compiuto a distanza di una settimana dall'aggiornamento. Per dirti, semplicemente, che hai fatto centro anche in questo – ma avevi forse dubbi?
Qui torna il paragone di Tony con un'ombra, con un qualcosa che non ruba effettivamente la luce, ma la scherma e le impedisce di illuminare il mondo, in questo caso quello di Peter, su cui è costantemente proiettato. Il discorso sul senso di colpa è praticamente un must, applicato a Spider-Man, e fa male vedere come questo suo aspetto coincida in parte con Tony e tutti i suoi, di sensi di colpa. Così pesanti da spingerlo a credere che l'unico modo per farli scomparire fosse scomparire lui stesso dopo aver fatto la "cosa giusta" – sempre seguendo il personaggio canonico di Endgame, perché sai benissimo che la penso in modo leggermente diverso.
Questo però Peter non può immaginarlo: ai suoi occhi Tony era una persona sì complessa, ma dorata da una patina di perfezione del tutto fallace, oltre la quale riusciva a vedere a stento. E quindi il gesto di Tony risulta ancora più incomprensibile, ancora più doloroso, tanto più se si considera che è morto proprio di fronte ai suoi occhi (Ah, poi la scena l'ho riguardata, e parrebbe in effetti che con le ultime forze dica "kid"... oppure "okay", ma illudiamoci!)
Su Peter, sulle sue reazioni e non reazioni, c'è molto da dire, ma l'emozione che spicca su tutte è sicuramente la paura, subito seguita dalla rabbia. Rabbia principalmente verso se stesso, visto che per quanto possa covare sospetto o incredulità rispetto agli avvicinamenti di Harley, Peter non è tipo da prendersela con gli altri, ma sempre, sempre con se stesso. E anche in questo è simile a Tony, nonostante quest'ultimo sia in fin dei conti perfettamente in grado di scindersi da colpe non sue, almeno a livello razionale (per poi prendersele comunque, ma questa è un'altra storia).
Ma l'aspetto più interessante e che più mi dà da pensare, in questo frangente, è la sua paura. Di cosa, esattamente, ce lo fa capire il filtro limpido degli occhi di Harley: paura di provare qualcosa. Paura di essere comunque funzionale e funzionante, anche se la persona che gli faceva da fulcro non c'è più. Paura di vivere, in sintesi, di sporgersi verso una vita che può e deve andare avanti; e lo farà inesorabilmente con o senza di lui, anche se fatica a concepirlo.
È un mondo intero, quello che apri sul suo animo; e questo è solo il primo livello, quello più universale... ma Peter è un singolo, e io nella sua reticenza e distanza vedo anche una paura di ferire Harley, di usarlo, di intraprendere una relazione di livello "inferiore" rispetto a quella appena finita (che non è mai finita davvero: la morte in questi casi non dà chiusura, muta e sfuma e lascia soltanto in sospeso un sentimento che non ha avuto modo di trovare una conclusione o un proseguimento naturali). Ma il punto, per quanto possa sembrare banale, e ti assicuro che nella tua narrazione non lo è affatto, è che si ama in molti modi diversi, si amano persone diverse, si ama in tempi e in età diversi... e questo Peter non può accettarlo, perché vive per assoluti: giusto e sbagliato, salvare o non salvare, colpa o non colpa. Harley non diventerà il nuovo amore della sua vita. Harley è una svolta, un tramite, un passaggio obbligato per capire che si può amare ancora in declinazioni mutevoli e non necessariamente eterne per quanto si tenda a idealizzare così il concetto di amore. E di questo sono consapevoli entrambi, anche se con intensità discordanti: Peter ha visto sfumare "l'eterno" davanti ai suoi occhi, ed è qualcosa che segna e lascia marchi indelebili; Harley è qualcuno di troppo pragmatico per proiettare un sentimento su una scala d'infinito, e infatti vive nel qui ed ora, e per mezzi e obbiettivi, ovvero far stare bene Peter tramite se stesso, a prescindere dal risultato ultimo.
E il tuo Harley mi conquista proprio per questo: nonostante il velo dell'infatuazione è sempre cosciente delle sue azioni e ne intuisce il rapporto di causa-effetto... ma non si governano i sentimenti – almeno non come sta cercando di fare Peter – e quindi vi si abbandona. È qui che l'indole spiccia di Harley fa breccia: lui non ha alcun vincolo che lo trattenga dal non amare, non ha barriere fisiche che gli impediscano fisicamente di accostarsi a Peter; e ha al contempo l'acutezza e la tenacia necessaria per spezzare e abbattere gli ostacoli eretti da una persona, timorosa di infangare ricordi che in realtà, sotto la luce di un nuovo sentimento, non potrebbero che risplendere. È questo che intendevo nel considerarli facce della stessa medaglia: facce e sfaccettature d'animo che trovano un punto di contatto in Tony, che in questo caso è un po' il divisore della medaglia, la parte interna e oscura che non vede la luce ma che fa involontariamente da collante e barriera. Ma forse sto a estroietta' troppo... so' gli straordinari de Aprile che me accecano.
Potrei soffermarmi su altri mille e più passaggi che mi hanno colpita e trascinata in questo pezzo di mondo segnato da storture e macchie che vanno via via raddrizzandosi e schiarendosi (le descrizioni di Peter, la gestualità di entrambi, il modo delicato eppure intenso e coinvolgente in cui approcci le scene romantiche, i giochi di sguardi e dialoghi e passi avanti e passi indietro che Peter e Harley fanno sulla stessa scacchiera... e tanto altro). Ma penso mi dilungherei così tanto da esulare dal fulcro del discorso: ovvero i sentimenti e il messaggio che, credo, tu vuoi inviare tramite questa storia. Un messaggio che io ho recepito in modo spero più vicino possibile a quello che intendevi tu e che, te lo dico col cuore, mi ha fatto e mi fa bene leggere ogni volta.
Questa volta sono stata quasi brava e mi sono quasi tenut- Nonèveromai. Mi succede questo quando giochi a battaglia navale coi miei sentimenti e fai centro :')
Chiudo con uno sbuffo di fumo, prima che tu mi malmeni, e arrivederla a stasera (lo so che è stasera, ti tengo d'occhio, Co' <3)
Ciao ciao, Guascona!
-Light- (quella che a Natale je regali un bavajio pe' zittilla) |