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di Miryel

Questa storia ha ottenuto 59 recensioni.
Positive : 59
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
28/12/19, ore 09:56
Cap. 2:

Buongiorno mia cara, eccomi finalmente <3
Non vedevo l'ora di proseguire, anche se ho adocchiato pure una nuova OS e sono stata combattuta; alla fine ho scelto di portarmi avanti con questa mini-long, visto che è già completa e io voglio proprio sapere come va a finire. 
Anche questo capitolo mi è piaciuto un sacco, l'ho adorato, e mi sento ripetitiva ma devo ribadire di nuovo che adoro il tuo Peter; ho letto di lui in diverse fanfic ma in nessuna di esse ne ho mai trovato uno così fedele, così Peter. Qui è un Peter senza speranza, senza gioia, senza voglia di continuare a vivere, ma credo che tutto ciò sia necessario e sia reale dopo la morte di Tony. Insomma, devo ancora riprendermi io da quello schiocco di dita, figuriamoci lui. 
Ho amato anche Pepper e Harley. Mi piace che Pepper sia a conoscenza di ciò che Tony e Peter hanno provato l'uno per l'altro, e mi piace che ammetta di non essere arrabbiata poiché non è l'unica che Tony ha amato. Semplicemente, li ha amati entrambi. Pepper è un personaggio assai razionale, e qui ritroviamo questa sua caratteristica. Per fortuna lei ha Morgan e riesce ad andare avanti anche se la morte di Tony ha devastato anche lei. 
Mi piace invece, di Harley, che voglia aiutare così Peter, che ne abbia questo bisogno, quando è chiaro che Peter invece non vuole essere aiutato, non è convinto di poterne uscire. Harley si è messo in testa di salvarlo, e penso proprio che ci riuscirà. 
Ho adorato che in questo capitolo ci sia anche, seppur per un breve lasso di tempo, Steve, giustamente invecchiato, e abbiamo quindi modo di rivedere qualche personaggio. 
"«Qualcosa deve avermi fatto male» «Qualcosa nei sentimenti, sì»" mi sciolgo gjkfdjjgfj ho adorato questa frase *^*
Il confronto fra Harley e Peter l'ho adorato, mi è piaciuto moltissimo, anche se devo confessarti che a un certo punto ho avuto le lacrime agli occhi perché tutto ciò è troppo per il mio cuore. Qui la comparsa di Morgan poi è deleteria, mi ha dato una tristezza immensa, anche se Morgan in realtà riesce a ridare il sorriso a Peter - e guardarli giocare dà il sorriso anche ad Harley, ahw. 
L'ultima parte del capitolo, la conversazione fra Pepper e Harley, mi ha nuovamente spezzato il cuore. Anche qui ti giuro che ho avuto le lacrime agli occhi, non so come ci riesci, ma amo tutto ciò, mi fai risalire emozioni che non credo di avere, nella mia distante bolla di apatia XD
Come al solito quindi il mio parere sul capitolo è positivissimo, non vedo l'ora di proseguire con la lettura **
A presto <3
fumoemiele

Recensore Master
25/12/19, ore 10:56

Carissima Miryel, buon Natale di nuovo :)
Avevo letto questo capitolo qualche giorno fa ma trovo solo ora - che sto aspettando di recarmi al pranzo di Natale dalla suocera - trovo il tempo di recensirlo.
Un finale degno per una storia davvero gradita e meravigliosa. Come sono contenta che Peter abbia finalmente trovato le forze di muovere qualche piccolo passo in avanti. Sicuramente è stato merito di Harley, ma anche il tempo lo porterà a stare sempre meglio. Ha trovato la forza nel suo cuore, nei suoi ricordi e nell'amore che Harley gli ha dato. Che cosa splendida.
Nel mio profondo spero davvero che tu possa scrivere ancora qualcosina riguardo a loro perché, come sai, mi è partito lo shippamento funesto xD
Mi piace davvero tanto questa coppia e credo sia tutto merito tuo e del tuo ottimo stile di scrittura e narrazione.
Ti faccio davvero di nuovo i complimenti per l'idea e la trama. Sei fenomenale!
Un bacione e a presto!
Eevaa

Recensore Master
24/12/19, ore 19:49

Cara Miricosa!

Spero che il cenone gluten free stia per cominciare e sia pieno di leccornie leccorniose pistacchiose e che Babbo Natale ti porti molti, tanti puffettosi doni. Ma veniamo alle cose serie seriose. L’inizio è straziante: ci porti al funerale di Tony citando il canone di “Protocollo speranza” e riportandoci al momento in cui i due ragazzi, che hanno avuto solamente Tony in comune, ma che scopriranno avere molto altro, si incontrano per la prima volta. Il dolore segnante di Peter è qualcosa che caratterizza tutta la storia fino alla fine. Anche dopo che il limite è valicato e Harley e Peter condividono quel “letto troppo piccolo” <3 Tony non scompare, anzi. Harley, con un invidiabile ma plausibile buonsenso, comprende che Tony non scomparirà mai, che il lutto per Peter è perenne e ineluttabile (SCUSA, ma sai che sfondi una porta aperta), che entrambi conviveranno con esso per sempre. Eppure, la vita va avanti. Dolorosamente, faticosamente, va avanti.

La scena romantica è tra le più dolci e belle che abbia letto perché intrisa di sentimenti. Peter non dimenticherà mai Tony, ma non può portare un lutto lungo una vita intera e allora deve ritrovare se stesso anche accettando la possibilità che non ci sia assolutamente nulla di sbagliato nell’amare. E difatti non c’è. Non c’è perché lui era il legame di tutte le discussioni tra Tony e Harley e forse davvero non c’è nessun altro che possa capire Spiderman come questo ragazzo che ha visto da vicino Stark, che ci ha parlato, che ha capito e che ha (ha avuto) la pazienza di aspettare.

Tutti gli adolescenti hanno fatto l’amore dentro un letto singolo, ma pochi hanno avuto sulle spalle il peso di una perdita tanto devastante come quella che ha sconvolto Peter. Le parole che dispensi su Tony, personaggio nient’affatto secondario la cui ombra pervade tutto il capitolo, sono bellissime e mi riferisco sia a ciò che il miliardario offre a Peter, sia al fatto che lui è stato connesso con tutti, come fosse una centrale elettrica che dispensa luce e calore al prossimo pur essendo letale (ho visto il film su Edison, non ci fare caso).
Di questo finale mi rimarranno impresse le immagini che, come quadri, segnano la svolta di questa relazione allo stesso tempo fragile e forte (loro aggrovigliati nel letto, gli sguardi incatenati, la tazza di tè fumante sorseggiata in mezzo a confidenze estratte a fatica, sempre pesanti come macigni.

Lo stile di scrittura è quello di un narratore che osserva senza giudicare e apre i cuori dei due ragazzi, lasciando però al lettore osservare le loro reazioni. Trovo che questa voce narrante pacata e attenta sia particolarmente indicata per un tipo di storia simile, dove l’angst scorre a fiumi e la rinascita avviene non con il superamento di un dolore o di un amore, ma tramite la coraggiosa consapevolezza che occorre andare avanti per noi stessi e per chi ci ama e che chi ha amato non ha mai perso nulla davvero. Una parte di Tony vivrà nella connessione tra Peter e Harley, in Morgan, nel mondo che ha lasciato, nei ricordi intrisi di nostalgia, in ogni cosa. Buon Natale, Cosa mia, che possa il 2020 portarci altre storie altrettanto delicate, intelligenti, profonde.
Un abbraccio forte forte, come il lancio de’ na catapulta ♥
Shiricosa

Recensore Master
24/12/19, ore 19:38

Carissima Myriel, questo capitolo è stato sicuramente la degna conclusione di questa splendida storia che ho avuto l'occasione di poter leggere. Come tutto ciò che scrivi, il valore della storia va oltre il fandom e, credimi, l'ho apprezzata tantissimo, tanto che ora finisce subito tra le preferite! Di questo ultimo aggiornamento, ho apprezzato tanto il parallelismo tra la scena del primo incontro tra Harley e Peter e la scena in cui finalmente riescono ad amarsi - che corrisponde anche al parallelismo tra il dolore per il lutto e il suo graduale superamento con lo spuntare di un sorriso. Di questa piccola long ho amato davvero la caratterizzazione dei personaggi e l'indagine così accurata dei loro sentimenti, il modo in cui hai affrontato il tema di un amore perso... E della possibilità di ricominciare. La frase finale sull'essere connessi che riprende il titolo e "connette" effettivamente sia il passato che il presente di Peter, è stata stupenda. Sono veramente contenta di aver letto questa storia e ti ringrazio per averla scritta. A presto e tanti auguri di Buon Natale:)

Recensore Master
24/12/19, ore 16:49
Cap. 3:

Tesoro mio grandissimo <3
La giornata sta volgendo al termine – il sole è appena calato –, sono a casa da sola e i bambini mi danno il tormento, ragion per cui sprofondare ancora una volta tra le tue parole è esattamente quello che mi ci vuole per affrontare con la giusta grinta non solo la serata ma anche i prossimi giorni (anche perché altrimenti il rischio è di implodere ancora prima di cominciare).
Come ben sai, ti ho sempre ritenuto una maga dell’introspezione, ma in questo capitolo hai superato te stessa: sei riuscita a trasportarmi direttamente della mente di Harley e, grazie alla straordinaria sagacia e sensibilità di questo ragazzo, ho potuto anche farmi un giro nel cuore e nell’anima di Peter. Hai gestito la sua evoluzione in modo a dir poco perfetto, ho sentito il suo terrore ma anche il palpito di vita che lo ha attraversato nel momento in cui incrocia lo sguardo di Harley. Peter è spaventato da ciò che prova – è attratto da Harley, questo è evidente – ma tutto ciò che lo distoglie dal pensiero di Tony gli sembra un peccato mortale nei confronti di quest’ultimo – un tradimento, e Peter è un animo troppo puro, troppo segnato dal dolore e dal senso di colpa per poter accettare una cosa del genere senza autoflagellarsi ulteriormente. Non ne ha la forza, anche perché, ritornando al discorso dei precedenti commenti, sa molto bene che, nel momento in cui permetterà a Harley di infrangere le sue barriere, a travolgerlo non sarà solo questo nuovo sentimento, ma anche tutto ciò che per mesi ha sepolto sotto strati e strati di apatia e rifiuto nei confronti del mondo esterno. Per fortuna sua, e nostra, Harley ha una grande sicurezza – bisogna essere più che consapevoli di se stessi per agire in questo modo deciso e tuttavia necessario (qualcuno anche un minimo più insicuro di Harley si sarebbe tirato indietro subito dopo il primo rifiuto di Peter) – e anche un gran coraggio, perché ce ne vuole di pelo sullo stomaco per mettere Spider Man letteralmente con le spalle al muro (o, fuori di metafora, contro il ripiano di marmo della cucina). Alla fine, la sua “tattica” (perdona l’orrida definizione) si rivela vincente: affronta Peter di petto, costringendolo in pratica ad ammettere che vogliono entrambi la stessa cosa: il che ovviamente non significa, da parte di Peter, rinnegare il ricordo di Tony o addirittura tradirlo. Tony ha rappresentato una parte importantissima, fondamentale, nella vita di Peter, e ciò che è stato non può e non deve essere cancellato; ma, allo stesso tempo, la vita va avanti, e Peter è giovane e ha tutto il diritto di viverla fino in fondo, con il suo carico di gioie e dolori. Tony stesso avrebbe voluto esattamente questo per lui. Però ha bisogno di un aiuto, e anche questo è innegabile, e Harley è lì, con tutta la sua forza e la sincerità del suo sentimento, più che disposto a darglielo, e a concedergli tutto il tempo di cui ha bisogno per lasciarsi andare completamente. Il bacio finale mi ha sciolto il cuore ma mi sa che ha sciolto qualcosa di ancora più duro e ostinato dentro al petto di Peter.
Mia cara, che altro aggiungere? L’anno sta per volgere al termine, e io non trovo le parole per esprimere l’onore che è stato per me aver condiviso insieme a te parte del cammino che ci ha condotte fin qui. Spero con tutto il cuore di poter continuare <3
Buon Natale, buon tutto, e che il prossimo anno sia pieno di tanta ispirazione e altrettante storie!
Con tanto, tantissimo affetto,

padme

Recensore Master
23/12/19, ore 23:47
Cap. 3:

Ciao!
Innanzitutto ti ringrazio per la bellissima recensione, una delle più dolci che abbia letto. Dopodiché ti auguro buone feste~
Infine, cominciamo.

La tenerezza di questa storia è sempre più forte, e il personaggio di Peter è sempre più complesso col proseguire della trama. Il suo lato paterno ancora non si era visto, in precedenza, ma la mancanza di Tony e la sua relazione con la dolce Morgan colmano questa relazione molto dolce di un fondo tragico. Persino Morgan sembra aver meglio superato la scomparsa di Stark di Peter, e la sua innocenza infantile aggiunge un contrasto doloroso alla sofferenza sempre più forte di Parker. Nel frattempo, l’amore di Harley si fa sempre più forte, e sembra quasi che faccia paura, come se la prospettiva di passare oltre fosse più terrificante del dolore stesso.
Mi piace stare nella testa di Harley Keener. È riflessivo, è osservante, e si capisce che fa di tutto per alleggerire l’atmosfera per sé stesso e per tutti gli altri attorno a lui. Che cerca di superare la barriera alzata da Peter e salvarlo,perché lo ama, perché ci tiene, perché vedere un ragazzo come lui ridotto così è assolutamente sbagliato.

Il dialogo tra i due ragazzi è naturale, molto semplice e pulito, e si capisce che Peter lentamente si libera del suo guscio – piano, molto piano, uno strato alla volta – e cerca di aggrapparsi alla mano che gli è aperta. L’ironia del primo si combina con la freddezza del secondo, e contribuisce a creare una maggiore chimica tra loro due. Qualcosa di cui, nei film, si sente la mancanza.
Harley è duro e determinato ad avvicinarsi a questo ragazzo che soffre e non riesce a farsi avvicinare. “Fammi solo provare, dammi una sola, cazzo di possibilità”: si percepisce la disperazione, la frustrazione. È passato un anno, ricordiamo, e Peter ancora resiste al contatto e al conforto.
Adoro anche questa frase, più avanti. "E quel quasi, ha troppi sapori diversi, sotto la lingua di Harley. Suoni scompagnati che non hanno nulla a che vedere l'uno con l'altro. Quel quasi è una mera speranza, in un oceano di paure; dopotutto, sta solo travisando cose che non esisteranno mai.” È molto forte, diretta come tutto il resto che si vede con Harley e il suo POV. Il suo senso pratico, il suo desiderio di passare oltre e portare Peter al sicuro con sé, emergono diretti e forti da questa canzone,
La reazione di Peter, il crollo lento, il pianto, rappresenta il climax emotivo di questa scena. Ho dovuto fermarmi, mentre leggevo, perché era così forte l’impatto di quelle parole, delle frasi interrotte e smozzicate, di tutto quanto che dirompeva così forte sul povero Peter. Devastante, nella sua semplicità. Quello che succede dopo è immediato, ma si sa già che non finirà qui. Dopotutto loro “sono connessi”. Durerà poco, ci saranno altre difficoltà, ma un passo avanti è stato fatto.
E per questo, a te e a Peter, un bell’applauso.

Alla prossima e complimenti. Ancora buone feste, e grazie per la consueta devastazione.
Lady R

Recensore Master
23/12/19, ore 23:29
Cap. 3:

Ciao, carissima!
Questa storia è una continua meraviglia, e diventa sempre più bella a ogni capitolo che passa. Questo, in particolare, è stato un tripudio di emozioni intense e coinvolgenti.
Le tue introspezioni sono sempre splendide e riesci sempre a far passare l'interiorità dei personaggi con forza, coinvolgendo il lettore, trascinandolo nella loro psicologia con prepotenza, incatenandolo ai loro pensieri e al loro sentire, facendoglielo interiorizzare, percepire come proprio. In soldoni, mi hai uccisa con questo capitolo, distrutta, e poi fatta gioire per il risvolto che ha preso la vicenda. Insomma, è stata una continua e vertiginosa montagna russa che ho adorato da impazzire.
Ho lasciato un pezzo di cuore in questo capitolo, che è di un'intensità incredibile. In particolare, mi è piaciuta la determinazione di Harley, mi ha colpita: certo, è facile poter dire che una persona innamorata è disposta a tutto per l'altra, che è disposta a sopportare, a fare compromessi, a ingoiare, ed è anche vero. Però qui c'è un aspetto molto realistico della faccenda, che tu non manchi abilmente di sottolineare: Harley è sì in balia di un sentimento grande e potente, un sentimento che lo spinge, lo obbliga a non andarsene, ma è anche vero che fa male. Fa un male terribile e insopportabile. Peter e Harley stanno entrambi soffrendo, a modo loro e per motivi differenti, ed è proprio la sofferenza a unirli e a farla avvicinare. Harley sa che vale la pena di provare quel dolore, per Peter, lo sa e lo sente e per questo non si tira indietro: la sua tenacia e la sua determinazione sono ammirevoli e spingono a provare empatia per questo personaggio e per la sua volontà di donare a Peter, a quella persona che gli ha rubato il cuore e l'anima, un'ancora, un motivo per andare avanti.
E Peter, che lavoro straordinario hai fatto con lui! Ho innanzitutto apprezzato grandemente il fatto che tu non abbia nettamente diviso il momento del lutto con quello della volontà (inconscia) di andare avanti, ma che tu li abbia amalgamati e uniti, mischiati in un vortice che crea confusione in Peter, che gli illumina gli occhi e lo sguardo ma che, al contempo, lo fa piombare in un vuoto assoluto. Peter pensa a Tony, ma pensa anche ad Harley e questo lo spaventa, lo fa sentire in colpa nel rivolgere determinati sentimenti verso qualcuno che non è l'amore della sua vita, verso qualcuno che pure gli smuove qualcosa dentro, Si sente come se stesse tradendo Tony, come se lo stesse deludendo e non vuole accettare, non può, che invece sta semplicemente andando avanti. Peter si trova in quel momento di elaborazione del lutto in cui il dolore sta passando, sta cicatrizzando, ma lui non vuole, non si sente pronto perché crede di star facendo un torto alla persona di ama, di star infangando i sentimenti verso di lei e la sua memoria. Questo dilaniarsi interiore di Peter, oltre a essere reso meravigliosamente, è anche molto realistico: una persona non passa da un giorno all'altro dal lutto all'accettazione, ma si tratta di un processo lungo, che richiede tempo e, soprattutto, un motivo. E questo motivo, per Peter, è Harley, ragazzo verso cui si è ritrovato a provare dei sentimenti senza volerlo, senza neppure accorgersene e grazie alla tenacia mostrata da questo nel non volersene andare, nel voler rimanere a ogni costo.
Il rapporto tra Harley e Peter è nato nella sofferenza e nella sofferenza si è forgiato; è sbocciato nell'assenza di una persona, che è stato motivo scatenante del loro avvicinamento e anche ciò che l'ha reso possibile. E l'autenticità del sentimento sta nel fatto che, per Peter, Harley non è un sostituto di Tony, ma è un qualcosa d'altro, qualcosa che esula da lui e questo è un bene, è sano, ma è anche ciò che fa terribilmente paura.
Alla fine del capitolo, comunque, con Peter che non respinge più Harley, ma che gli chiede di baciarlo ancora e ancora e con quella frase di Harley, che espone un dato di fatto così semplice da essere disarmante, si intravede uno spiraglio, una speranza che le cose possano andar meglio, da questo momento in avanti.
Questa storia è davvero una meraviglia e non vedo davvero l'ora di gustarmi l'ultimo capitolo (anche se un po' mi dispiace che sia finita, come sempre mi succede per ogni tua perla, d'altronde).
Complimentissimi, cara! A presto <3<3<3

Recensore Master
23/12/19, ore 20:20
Cap. 2:

Ciao!

Comincio facendo una considerazione: è una caratteristica comune di voi scrittrici che hanno una "fissa" per una coppia riuscire ad esaminare veramente ogni dettaglio di questa in ogni nuova storia che scrivete e ci riuscite essendo sempre originale e senza risultare stucchevoli o ripetitive. Io per esempio non ci riuscirei (e probabilmente nessun altro uomo, ma questo è un mio two cents).
Fatta questa dovuta premessa, devo dire che in questa storia e in questo capitolo in particolare ti sei superata da questo punto di vista: ho tirato un sospiro di sollievo leggendo le parole di Pepper mentre invita Harley a liberare Peter dall'ombra di Tony. Finalmente qualcuno che comprende (e trovo sia estremamente giusto che sia la rossa) che l'unico modo per liberare Peter dalla sua sofferenza struggente è trovare qualcuno che possa dirgli non solo che la vita continui ma che anche il suo cuore può continuare a battere per qualcun altro, come e perché no anche più di prima.
E' una crociata molto complicata quella che attende il giovane Keener e non è affatto scontato che ci riesca anzi potrebbe finire per ustionarsi gravemente ma credo che abbia quella pacatezza unita ad una particolare perseveranza che potrebbero portarlo al compimento del risultato che si prefigge: l'importante, è come lui ci ricorda, è non diventare un altro Tony. Non intendo farglielo dimenticare, semplicemente accompagnarlo in quel viaggio splendido che è la vita per una parte del tragitto (e forse, chi lo sa, anche più a lungo).
Brava, brava, brava!
Continua così e anche se non so se ha ancora valore, ti segnalo per le storie scelte!
A presto
Will D.

P.S. Maguna è veramente una spezzacuori o una acchiappasorrisi. In una tua storia futura mi piacerebbe vederla cresciuta e stare con Peter.

Recensore Master
22/12/19, ore 17:10

Cara Miryel,
come sempre trovo le tue storie dolci e delicate, mischiate a passione e sofferenza, che le rendono molto realistiche. Sembra paradossale, perchè qui si parla di eroi, di personaggi fantastici, di uomini e donne eccezionali, speciali, quelli a cui tutti aspiriamo. Sebbene credo sia una tendenza anche della Marvel a dar loro una connotazione più umana rispetto al classico eroe un po' antiquato, tu gli regali una dimensione ancora più realistica. Ti ho già detto che ho sempre amato SpiderMan più di ogni altro perchè è il più umano di tutti, ma il Peter Parker di Tom Holland è diventato mio malgrado quello che amo di più. Perchè è un ragazzo, è simpatico, ha il viso aperto ed è anche uno "sfigato" per alcuni versi. In poche parole, è un adolescente a tutti gli effetti, uno che deve ancora capire come essere da grande. Già sarebbe dura essere se stesso con tutte le responsabilità immense che ha... ma quello che Tony gli ha lasciato lo rende ancora più vulnerabile. Una morte così devastante, un'eredità terribile.
Harley è una figura più semplice, meno articolata se posso permettermi. Il problema è che quando muore l'amore della tua vita il dolore ti porta in pozzi scuri, ed è lì che Peter risiede. Per Harley in qualche modo è più facile. Ed è così che per mesi gli ha teso le mani per farlo risalire, per essere un puntello, un'ancora. E finalmente quelle mani Peter ha scelto di smettere di ignorarle. Così le ha prese e sebbene abbia lottato per accettare di aver desiderato un aiuto, adesso si trova in quel minuscolo letto, con "addosso boxer e pelle" soltanto, ad affogare tutto quel dolore in un vento che gli porta finalmente di nuovo il respiro.
Non è facile, ma è un ragazzo. E lo fa, per sè e per Tony. Per Harley, per Pepper e per Morgan, ma soprattutto per Tony. Perchè alla fine, lui lo sa, Tony avrebbe davvero desiderato che andasse avanti.

Scusami, è una recensione forse un poco delirante, forse poco attinente a quello che hai scritto, ma mi è uscita dalle mani così. Ho parlato di sentimenti che mi hai trasmesso più che di parole scritte. Spero che si capisca cosa intendo. Grazie <3

Recensore Master
21/12/19, ore 14:30

Assolutamente sì! ^^
Anzi, non vedo l'ora che torni a scrivere di loro.
Se dobbiamo farci una ragione della morte di Tony, almeno per loro che la vita vada avanti!
Questa tua storia è stata dolcissima e toccante e ho adorato ogni passaggio, ogni capitolo, anche quando stringeva un po' il cuore.
Hai delineato un bel personaggio in Harley e sono sicura che, col tempo, non farai altro che approfondire la sua conoscenza e renderlo sempre meglio, quindi non vedo l'ora di leggere le tue prossime storie! ^^
Ti segnalo qualche piccolezza che ti deve essere sfuggita strada facendo:
"in un riflesso incondizionato" -> suppongo volessi dire 'condizionato'
"non a domande alla quale" -> 'alla domanda'
"Ho tentato così tanto di sopperire tutto questo" -> non sono sicura, ma penso che forse intendessi "sopprimere"
"parte di lui è ancora lì, inginocchiato a guardare" -> 'inginocchiata"

A presto! ^^

Recensore Master
20/12/19, ore 15:08
Cap. 3:

ABBRACCIAMI GUASCONA! (ogni promessa è debito, neh)
È per me un'ebbrezza tutto nuova arrivare a commentare puntualmente, ma sai che per questa storia lo sento quasi d'obbligo (un "obbligo" autoimposto e gradito, sia ben chiaro), visto quanto l'ho aspettata (e quanto t'ho tampinata, pure, roba che potresti denunciarmi per molestie e stalking).

Parto col dire che mi piace sempre più la nuova divisione dei capitoli, con una concentrazione di eventi più densa e più dilatata al contempo: invece di separare nettamente la fase del rifiuto e dell'accettazione di Harley da parte di Peter, le hai concatenate. Vi trovo dietro una logica intelligente che permette un contrasto immediato, fresco, non compiuto a distanza di una settimana dall'aggiornamento. Per dirti, semplicemente, che hai fatto centro anche in questo – ma avevi forse dubbi?

Qui torna il paragone di Tony con un'ombra, con un qualcosa che non ruba effettivamente la luce, ma la scherma e le impedisce di illuminare il mondo, in questo caso quello di Peter, su cui è costantemente proiettato. Il discorso sul senso di colpa è praticamente un must, applicato a Spider-Man, e fa male vedere come questo suo aspetto coincida in parte con Tony e tutti i suoi, di sensi di colpa. Così pesanti da spingerlo a credere che l'unico modo per farli scomparire fosse scomparire lui stesso dopo aver fatto la "cosa giusta" – sempre seguendo il personaggio canonico di Endgame, perché sai benissimo che la penso in modo leggermente diverso.
Questo però Peter non può immaginarlo: ai suoi occhi Tony era una persona sì complessa, ma dorata da una patina di perfezione del tutto fallace, oltre la quale riusciva a vedere a stento. E quindi il gesto di Tony risulta ancora più incomprensibile, ancora più doloroso, tanto più se si considera che è morto proprio di fronte ai suoi occhi (Ah, poi la scena l'ho riguardata, e parrebbe in effetti che con le ultime forze dica "kid"... oppure "okay", ma illudiamoci!)

Su Peter, sulle sue reazioni e non reazioni, c'è molto da dire, ma l'emozione che spicca su tutte è sicuramente la paura, subito seguita dalla rabbia. Rabbia principalmente verso se stesso, visto che per quanto possa covare sospetto o incredulità rispetto agli avvicinamenti di Harley, Peter non è tipo da prendersela con gli altri, ma sempre, sempre con se stesso. E anche in questo è simile a Tony, nonostante quest'ultimo sia in fin dei conti perfettamente in grado di scindersi da colpe non sue, almeno a livello razionale (per poi prendersele comunque, ma questa è un'altra storia).
Ma l'aspetto più interessante e che più mi dà da pensare, in questo frangente, è la sua paura. Di cosa, esattamente, ce lo fa capire il filtro limpido degli occhi di Harley: paura di provare qualcosa. Paura di essere comunque funzionale e funzionante, anche se la persona che gli faceva da fulcro non c'è più. Paura di vivere, in sintesi, di sporgersi verso una vita che può e deve andare avanti; e lo farà inesorabilmente con o senza di lui, anche se fatica a concepirlo.
È un mondo intero, quello che apri sul suo animo; e questo è solo il primo livello, quello più universale... ma Peter è un singolo, e io nella sua reticenza e distanza vedo anche una paura di ferire Harley, di usarlo, di intraprendere una relazione di livello "inferiore" rispetto a quella appena finita (che non è mai finita davvero: la morte in questi casi non dà chiusura, muta e sfuma e lascia soltanto in sospeso un sentimento che non ha avuto modo di trovare una conclusione o un proseguimento naturali). Ma il punto, per quanto possa sembrare banale, e  ti assicuro che nella tua narrazione non lo è affatto, è che si ama in molti modi diversi, si amano persone diverse, si ama in tempi e in età diversi... e questo Peter non può accettarlo, perché vive per assoluti: giusto e sbagliato, salvare o non salvare, colpa o non colpa. Harley non diventerà il nuovo amore della sua vita. Harley è una svolta, un tramite, un passaggio obbligato per capire che si può amare ancora in declinazioni mutevoli e non necessariamente eterne per quanto si tenda a idealizzare così il concetto di amore. E di questo sono consapevoli entrambi, anche se con intensità discordanti: Peter ha visto sfumare "l'eterno" davanti ai suoi occhi, ed è qualcosa che segna e lascia marchi indelebili; Harley è qualcuno di troppo pragmatico per proiettare un sentimento su una scala d'infinito, e infatti vive nel qui ed ora, e per mezzi e obbiettivi, ovvero far stare bene Peter tramite se stesso, a prescindere dal risultato ultimo.


E il tuo Harley mi conquista proprio per questo: nonostante il velo dell'infatuazione è sempre cosciente delle sue azioni e ne intuisce il rapporto di causa-effetto... ma non si governano i sentimenti – almeno non come sta cercando di fare Peter – e quindi vi si abbandona. È qui che l'indole spiccia di Harley fa breccia: lui non ha alcun vincolo che lo trattenga dal non amare, non ha barriere fisiche che gli impediscano fisicamente di accostarsi a Peter; e ha al contempo l'acutezza e la tenacia necessaria per spezzare e abbattere gli ostacoli eretti da una persona, timorosa di infangare ricordi che in realtà, sotto la luce di un nuovo sentimento, non potrebbero che risplendere. È questo che intendevo nel considerarli facce della stessa medaglia: facce e sfaccettature d'animo che trovano un punto di contatto in Tony, che in questo caso è un po' il divisore della medaglia, la parte interna e oscura che non vede la luce ma che fa involontariamente da collante e barriera. Ma forse sto a estroietta' troppo... so' gli straordinari de Aprile che me accecano.

Potrei soffermarmi su altri mille e più passaggi che mi hanno colpita e trascinata in questo pezzo di mondo segnato da storture e macchie che vanno via via raddrizzandosi e schiarendosi (le descrizioni di Peter, la gestualità di entrambi, il modo delicato eppure intenso e coinvolgente in cui approcci le scene romantiche, i giochi di sguardi e dialoghi e passi avanti e passi indietro che Peter e Harley fanno sulla stessa scacchiera... e tanto altro). Ma penso mi dilungherei così tanto da esulare dal fulcro del discorso: ovvero i sentimenti e il messaggio che, credo, tu vuoi inviare tramite questa storia. Un messaggio che io ho recepito in modo spero più vicino possibile a quello che intendevi tu e che, te lo dico col cuore, mi ha fatto e mi fa bene leggere ogni volta.

Questa volta sono stata quasi brava e mi sono quasi tenut- Nonèveromai. Mi succede questo quando giochi a battaglia navale coi miei sentimenti e fai centro :')
Chiudo con uno sbuffo di fumo, prima che tu mi malmeni, e arrivederla a stasera (lo so che è stasera, ti tengo d'occhio, Co' <3)
Ciao ciao, Guascona!

-Light- (quella che a Natale je regali un bavajio pe' zittilla)

Recensore Master
19/12/19, ore 17:50
Cap. 3:

Appena ho visto che c'era un nuovo capitolo mi sono fiondata.
Questa storia dolceamara mi ha rapito. Forse perché io stessa sono triste in questo periodo, ma è come una colonna sonora dai toni calanti che mi accompagna nei giorni di pioggia.

Non posso immaginare quanta rabbia ci sia in Harley, che non ha alcuna colpa se non quella di sentirsi attratto da un ragazzo meraviglioso come Peter, e quella di non essere Tony. E Peter che si sente addosso tutte le colpe del mondo pur non avendone nessuna.
Sento questi sentimenti come fossero miei.

Harley che si è in qualche modo innamorato di Peter grazie alle parole di Tony... Che vuole disperatamente conoscere il ragazzo spensierato e divertente dei suoi racconti, vuole vedere il sorriso, gli occhi accesi, vuole sentirne la risata. Il Peter di ora che è a malapena un'ombra, eppure resta comunque meraviglioso. Agli occhi di Harley che vuole salvarlo, agli occhi di chiunque, sebbene ci sia tanto dolore in lui... Tranne che ai suoi stessi occhi.

Peter che non vuole tradire un ricordo tanto vivo dentro di sé... Ma che non riesce a non aggrapparsi alla vita che viene dai baci di Harley. Come se potesse rianimarlo. Come se il bacio stesso fosse una respirazione artificiale, come se gli avesse spinto aria nei polmoni.
Quando si è tanto giovani la vita è prepotente, ti prende a schiaffi e per i capelli e Peter la sta evitando da troppo. Forse l'ha piegato, e il vento ha tirato troppo a lungo e troppo forte... Ma non è del tutto spezzato. È chino e curvo per il troppo dolore, ma Harley è lì per raddrizzarlo, offrirgli riparo, aiutarlo a portare il peso.

Miryel, che posso dirti. C'è bellezza nel dolore, orgoglio nella sofferenza, e Harley è una sottile speranza che si insinua come un refolo di vento dopo un anno di bonaccia. Peter gli si aggrappa perché non può più resistere al soffio della vita. Ne ha bisogno. Ha bisogno di andare avanti. Non di dimenticare, semplicemente di smettere di morire in queste sabbie mobili.

È davvero meraviglioso come ne parli...grazie.

Recensore Master
18/12/19, ore 16:04

Buonsalve! Da dov'è spawnata questa storia? Tre capitoli e io ancora sono al primo? Male, molto male, per fortuna recuperiamo subito almeno questa prima parte.
Allora, partiamo con un commento che è inevitabile: ho il cuore spezzato. Vedere Peter in questo stato è atroce, vedere Pepper che si sente così sola lo è altrettanto, ma soprattutto il modo in cui Harley guarda Peter mi ha devastata perché sei riuscita a descrivere benissimo il dolore che prova, il vuoto che Tony ha lasciato. Mi ha colpito tanto quando, all'inizio del capitolo, hai detto che prima o poi tutti se ne fanno una ragione e invece Peter non ci riesce proprio ad accettare che Tony sia morto, non sa come andare avanti. Da quel momento si è spento e non c'è stato nient'altro per lui, anche se continua a ripetere agli altri di stare bene. Questo fa ancora più male, perché sappiamo bene che non è così e lo sa bene anche chi lo circonda e non riesce ad accettare questa bugia.
Harley vorrebbe aiutare Peter a uscire da quel buco nero in cui è precipitato, ma appena viene nominato Tony, Peter scatta, non riesce a reggere una conversazione che ha lui al centro. Mi fa troppa tristezza, inoltre, che sia così convinto di esserne responsabile, come se avesse potuto fare qualcosa per impedirlo. A volte le cose succedono e basta e non le si può bloccare - per quanto quegli stronzi della Marvel avrebbero potuto evitare di devastarci in questo modo, eh. 
Alla fine Harley riesce a "convincere" Peter, più o meno; diciamo che trova il meccanismo giusto per farsi ascoltare, ed è proprio assecondandolo che riesce a sbloccarlo, o almeno credo e spero che l'abbia fatto.
Ti dirò, quando mi sono imbattuta in questa storia quasi non riuscivo a credere che non fosse una Peter/Tony, d'altra parte mi hai fatta affezionare tantissimo a questa coppia e ora li shippo come se non ci fosse un domani. Sento già che avrò parecchio da soffrire con Peter, però intanto vediamo come va, sono curiosa di vedere cosa succederà con Harley. Riuscirà ad aiutarlo e a tirarlo su? Eh, speriamo!
Un primo capitolo bellissimo, ho amato le introspezioni, sono qualcosa di meraviglioso **
Alla prossima <3
fumoemiele

Recensore Master
18/12/19, ore 12:10
Cap. 3:

Ciao carissima, sono sempre felice di leggere quello che scrivi e - devo ammettere - questa mini-long mi sta coinvolgendo davvero tanto. Il tuo stile è sempre calibrato, scorrevole ma intenso e certe frasi davvero colpiscono e fanno male. Una cosa poi che apprezzo sempre, ma che forse non ti ho mai detto, è la tua capacità di creare dialoghi mai scontati e allo stesso tempo molto realistici. Sembra davvero di vedere la situazione come la descrivi ed è una cosa davvero incredibile. Passando al capitolo specifico, continua la lenta elaborazione di Peter, Tony è sempre presente tra i suoi pensieri "quasi cosa tante ente", ma Harley non demorde e alla fine riesce ad avvicinarsi fisicamente a lui. Ho apprezzato molto come per tutto il capitolo ci sia ancora questo schema: Peter si allontana, Harley si avvicina, Peter lo respinge ma alla fine torna indietro. Questo avviene nella conversazione della prima parte e, poi, nell'approccio fisico finale. Tutto questo rende la storia credibile e rispettosa dei sentimenti reali dei personaggi che emergono davvero a tutto sesto. Mi stai conquistando davvero e sono curiosissima di leggere l'ultimo (l'ultimo, davvero??) capitolo. Un bacio e alla prossima!!:)

Recensore Master
17/12/19, ore 16:10
Cap. 3:

Ehilà Miryel, che bello tornare a immergermi nelle tue storie, in questa storia in particolare...
Sai quanto io ami la coppia Tony/Peter... me l’hai fatta conoscere tu in fondo... ma sai anche quanto io ami le storie d’amore che nascono dall’angst e dalla sofferenza, altrimenti anche la mia Vargas Callisto non sarebbe mai nata se Isabeau non fosse venuta a mancare...
Ecco qui ci ho visto questo: un disperato dolore, ma anche un bisogno inconfessabile di aggrapparsi a qualcuno di vivo per non restare nella fissità del ricordo di chi non c’è più.
Harley fa davvero tenerezza, ma è anche molto tenace... sa cosa prova e non molla, tenta il tutto per tutto con Peter, anche slealmente...
Però quanto sono dolci quando si baciano? E quando Peter lo cerca? Gli dice a parole di andare via, ma in realtà lo vuole lì e Harley non si fa pregare... sa cosa non potrà mai essere, ma sa anche cosa vorrebbe essere per Peter...
Adoro questa coppia e come hai trattato i loro reciproci tormento.
Adoro tutto, non vedo L’ora di leggere il resto!
Bravissima per aver avuto il coraggio di osare...
È venuta fuori proprio bene questa storia davvero...
A presto!
Ladyhawke83