Buongiorno. Sì, mi ricordo della tua fanfiction, anche se è passato molto tempo e ho smesso di frequentare abitualmente questo sito. Parto subito dicendoti che non ho visto Frozen 2 perché mi è stato fortemente sconsigliato, ma mi hanno raccontato la trama con tanto di spoiler sulla rivelazione finale e sono abbastanza restia a guardarlo. Già il primo film aveva una storia a mio parere abbastanza debole e raramente la Disney riesce a fare dei bei sequel. Già solo dal trailer, comunque si capisce che è un film fatto principalmente per vendere bambole, il che non va a suo vantaggio. Ma comunque queste mie opinioni personali non c'entrano con la tua storia, che ricordo essere stata molto bella da leggere, nonostante la jelsa non sia una ship che amo. Dunque, un seguito mi interessa eccome, anche perché essendo da qui in poi in diretto collegamento con il film per me costituisce una ottima alternativa al guardarlo. Partiamo però da un punto fondamentale: Elsa che cade nel tranello di Pitch come una pera cotta. Le manca Anna, ho capito, però la sua decisione mi è parsa presa un po' troppo alla leggera. I lutti non si superano facilmente, è verissimo, ma è possibile che non abbia imparato proprio niente dalla volta scorsa? Che poi l'inghippo è anche rivelato sin da subito dallo stesso Pitch ed è stato così palese che mi pare assurdo che non lo abbia visto: per tornare indietro lo devi volere con tutta te stessa. Ma se sei con tua sorella, sei felice, è chiaro che il piano di Pitch sia quello di non fartelo desiderare mai più. E poi, cavolo, lui è cattivo e tu lo sai benissimo, è ovvio che questa cosa ti si ritorcerà contro... Considerate queste cose, non posso che giungere a un'unica conclusione: Elsa è stupida. Ma attenzione, paradossalmente questa sua stupidità potrebbe essere un vantaggio, a livello di profondità di carattere. Mi spiego meglio, nel secondo film, mi dicono che lei è stata resa perfetta, l'eroina che non sbaglia praticamente mai, che affronta le difficoltà con spavalderia e le supera senza troppo sforzo. Se c'è una cosa che sto imparando è che l'eroe di una storia, per essere tale, deve esserlo "in divenire". Ciò che intendo è che un personaggio perfetto, che fa tutto perfettamente, che vince sempre, non è un buon protagonista. Il viaggio dell'eroe è quello che lo cambia, che gli insegna qualcosa, che lo porta a crescere. E come impara a crescere? Sbagliando. Affrontando le conseguenze dei suoi errori. Rimediando ai suoi sbagli. Nel primo film questa cosa c'era, anche se in modo incerto e velato, Elsa sbagliava a tenersi dentro tutte le sue paure per anni finché se ne liberava tutto di botto, ma questo era un ulteriore errore perché così facendo ha combinato il casino che conosciamo, per cui solo alla fine scopre come rimediare. E la sua evoluzione, anche se blanda, l'abbiamo avuta. Tornando alla tua storia, l'unico problema che ho con questo benedetto errore di Elsa potrebbe essere che accada in un seguito. Ma teoricamente quello che ha già avuto la sua evoluzione nella prima storia è stato Jack. Elsa lo ha "accompagnato" imparando tante cose, ma adesso sarà il suo turno di maturare. Quindi, in soldoni, ti perdono questo piccolo scivolone che comunque ti sta servendo come punto di partenza per sviluppare la storia. Elsa dunque ha dimenticato Jack e lui stesso ha perso i suoi poteri tornando umano, questa cosa non me la aspettavo devo dire... Lo stile di scrittura è lineare e semplice, l'italiano è buono, c'è qualche piccolo errore di battitura sopra cui si può passare. Come la scorsa volta, le immagini arricchiscono il testo e son belle da vedere, niente da dire su questo. ok mi rendo conto che ho scritto un papiro come al solito, spero di non averti tediato. Metto la storia nelle seguite, l'incipit mi ha resa curiosa di leggere come continuerà. Un saluto |