E lo sapevo io che la mia adorata Lucy, avrebbe accampato scuse su scuse pur di non parlare con Natsu, ma il consiglio che Loki le ha dato è stato finalmente ascoltato, la mia adorata Lucy deve smetterla di fuggire, deve affrontare tutte le prove che la vita le mette davanti, con questo pezzo sono morta e risorta:“Ci sarò anche io, domani…” Lucy si era fatto coraggio mostrandosi agli altri. Era entrata da qualche minuto ma nessuno si era accorto della sua presenza.
Natsu era lì, seduto nel suo salotto, ma non ebbe tempo di metabolizzare la cosa ché la sua amata piccolina le si tuffò in braccio.
“Zia Lu! Che bello, ci sei anche tu. Sei sola, vero? Non c’è quel brutto tipo con te?”
Lucy aprì la bocca stupita, chiudendola e guardando severamente la piccola peste dalla lingua davvero lunga. “Eve, lo sai che non è carino parlare di persone che non ci sono. E poi, Loki non è un brutto tipo, è amico di zia e come tale va rispettato. D’accordo?” era sempre stata educata a rispettare chiunque, indipendentemente dal colore della pelle, dalla forma fisica e dallo statu sociale, ed Eve sarebbe cresciuta allo stesso modo, come avrebbe voluto anche Lisanna.
“Non si giudicano le persone senza conoscerle realmente.” aggiunse, intenerita dal faccino dispiaciuto messo su dalla sua figlioccia. Come madrina aveva il dovere di guidarla spiritualmente a diventare una donna forte, indipendente, sicura di sé, sempre buona e gentile con il prossimo, delicata proprio come lo era stata sua madre.
“Hai ragione, zia. Non lo farò più. Me lo diceva sempre anche la mia mammina. Zia, mi racconti di nuovo come eravate da bambine tu e la mia mamma?”
Come dire no a quel faccino adorabile? E poi, quella era la scusa buona per non avere subito un faccia a faccia con Natsu che non la smetteva di fissarla, con quegli occhi così verdi da potercisi affogare dentro per quanto stupendi.
Lucy basta! Si ammonì.
“Certo tesoro, dammi solo qualche minuto per cambiarmi, d’accordo?” la posò a terra, lasciando che tornasse a giocare con Shiki e Gray alla principessa, principe e il cattivo.
“Lu, domani verrai accompagnata da Loki? Solo per sapere se inserire anche lui nella lista.”
Lucy scosse la testa: “No, Beky, sarò sola domani… Loki andrà fuori città per una settimana, in buona compagnia…” era ora che la falsa relazione con Loki venisse smontata.
Ci avevano provato, non era andata per colpa sua e Loki era cotto della sua migliore amica.
La risposta di Lucy ridestò Natsu dal contemplarla.
Aveva udito bene?
“Non usciva con te?” le domandò a bruciapelo sollevando un sopracciglio, incuriosito dalla risposta che Lucy tardava a dare e che tutti lì aspettavano. Natsu era stato il solo ad avere il coraggio di porla, tutto qua!
“Non più. Ora siamo solo amici… buoni amici.” la risposta buttata dalla bionda non convinse né lui, né gli altri, ma in qualche modo lo fece sentire più leggero dentro il petto al pensiero che Loki non fosse il fidanzato ma che restava comunque il suo trombamico, perché tra le righe quello lasciava intendere Lucy, cosa che meno gli piaceva.
“Ma cosa?! Perché? Mi pare che andasse tutto alla grande tra di voi. Sei sparita una intera settimana per stare da lui, Lu!” la delusione si sentì palpabile nelle parole di Rebecca, quella che tra tutti ci aveva creduto davvero che Lucy fosse riuscita, finalmente, a rifarsi una vita, una vera che non includesse lavoro, lavoro e solo lavoro.
Shiki glielo aveva detto fino allo sfinimento di non illudersi perché, per quanto gentile quel tipo fosse, non era un ragazzo adatto alla loro migliore amica, e che Lucy non sembrava così presa. E infatti… quel maledetto uccellaccio del malaugurio del suo futuro marito da quel momento in poi avrebbe fatto meglio a non parlare più.
E furono gli occhi di Shiki che incontrò, lui con la chiara espressione della serie: te l’avevo detto io! Con tanto di spallucce.
“Beky… dai! C’è la bambina!”
“Va bene, va bene!” annunciò oscillando la mano, mandando gli occhi al cielo per la disperazione: “Natsu, farai tu da cavaliere alla nostra Lucy?” domandò direttamente al rosato, certa che non avrebbe mai rifiutato.
Lucy tremò e pregò che Natsu rifiutasse, che dicesse di aver già esteso il proprio invito a un’altra donna.
Qualcosa le si smosse dentro lo stomaco al pensiero ma decise di non dargli peso, non poteva permettersi di essere gelosa.
“Certo! Con piacere!” rispose prontamente Natsu, avendo trovato – finalmente – la scusante per parlare con Lucy una volta per tutte se lei avesse continuato a sfuggirgli anche quella sera, come sembrava volesse fare.
Guardò proprio lei mentre rispondeva in maniera positiva all’altra bionda, che nel frattempo confermava la loro presenza al ballo all’organizzatore tramite messaggio, e la vide trasalire, tremare… mandandolo in confusione perché incapace di comprenderla. Era la prima volta che lui e Luce non si capivano ed era davvero brutto.
“D’accordo allora. Vado su a cambiarmi, torno tra pochissimo. Eve, attenta a non farti male! Shiki non è un trampolino di lancio da usare.” all’affermazione di Lucy tutti smisero di fare quello che stavano facendo, persino la bambina, per guardare verso di lei, e non ci fu bisogno per Lucy di capire perché.
Senza volerlo, senza rendersene conto aveva ripreso la piccola Eve come aveva fatto tante volte Lisanna durante le loro tante cene, utilizzando stesso tono preoccupato, stessa espressione, stesse identiche parole…
Un altro colpo sordo, stavolta di entità più grave le prese a morsi lo stomaco, provocandole la nausea, alla quale dovette correre ai ripari volando su per le scale, spalancando la porta del primo dei bagni presenti al piano notte per vomitare, attenta a richiuderla per evitare che la piccola Eve potesse preoccuparsi inutilmente per lei.
Non avrebbe dovuto ingozzarsi a pranzo, accidenti a lei e alla cucina cinese, di cui era follemente pazza.
Vomitò tutto, senza escludere niente, cercando di non sporcarsi i capelli che teneva sciolti, e fu grata a chiunque fosse appena entrato nel bagno per aiutarla o sarebbe affogata nel suo stesso vomito.
Una mano caldissima come il fuoco le portò via i capelli, scostandoli affinchè non le fossero di impiccio e un’altra altrettanto bollente si posò delicata contro la sua fronte.
“Luce, ehi… tranquilla, ci sono io ora.” Natsu aveva seguito Lucy su per le scale perché si era accorto per primo del colore cadaverico della ragazza, lasciando Shiki e Gray a distrarre la sua piccolina affinchè non lo seguisse.
Aveva rassicurato tutti informando che sarebbe andato lui e che non avrebbero dovuto preoccuparsi, ma vederla con la testa infilata nel cesso gli faceva molto male e sperava di non esserne parte della causa.
Lucy odiava vomitare e lo aveva detto a tutti così tante volte da far venire la nausea a loro…
L’aiutò a sedersi sulla tazza una volta finito di vomitare, tirando prima lo sciacquone e poi la tavoletta, non lasciando la presa sulle sue cosce per timore che potesse svenirgli davanti.
“Luce, va meglio ora?” le domandò con dolcezza, reprimendo per il momento la voglia di chiederle perché lo evitasse.
Lucy era visibilmente uno straccio e il perché era ben chiaro.
Lucy posò la testa contro la fresca mattonella e chiuse gli occhi.
Lo stomaco non le faceva più male, almeno quello!
“Sì, sto bene. Ho esagerato mangiando cinese oggi a pranzo. Lisanna mi avrebbe litigato dandomi dell’ingorda.” sorrise al pensiero e le scappò persino da ridere. Quante volte l’albina l’aveva ripresa come fa una mamma con la sua figlia adolescente, e tutte quelle premure le mancavano da impazzire.
“Se bastasse così poco per farla tornare andrei in indigestione tutti i giorni.” non sapeva perché lo stesso dicendo proprio a Natsu che si era scapicollato per aiutarla; magari cercava solo il pretesto per fargli uscire dalla bocca che quel bacio fosse stato solo un errore che non avrebbero mai più commesso.
Natsu si unì al sorriso triste della bionda, perdendosi in quei dolci ricordi.
Ricordi indelebili ma che non potevano tenerli attaccati al passato, loro che avevano ancora il lusso di vivere dovevano farlo anche per Liz, ma Lucy non pareva intenzionata a farlo, non con lui per lo meno.
“Ti ricordi quella sera che facemmo a gara su chi avrebbe mangiato più sushi? Ci cacciarono dal ristorante urlandoci contro di non tornare mai più e Lisanna che se la rideva alle nostre spalle perché non riuscivamo neppure a parlare, e ci minacciò di non vegliarci quella notte perché meritavamo di stare male.” ne avevano combinate di cazzate, tutti insieme, tutti bei momenti che avrebbero custodito gelosamente nel cuore.
“Ma poi fece tutto il contrario e ci stette vicina tutta la notte. Santa donna! Nessuna mai potrebbe essere come lei…” rispose subito dopo Lucy, sorridendo ancora, stavolta aprendo gli occhi per guardarlo.
“Perché nessuna lo sarà mai, vero Natsu?” a quella domanda, Natsu sorrise affettuosamente accarezzandole la testa, lasciando la mano a ciondolare sul capo biondo: “Liz rimarrà per sempre nel mio cuore, Luce… ma nella mia vita c’è anche un’altra donna altrettanto importante. Lo è sempre stata, per me, per Eve e per Lisanna.”
“Natsu, io…”
Natsu la bloccò prima che ella potesse fermarlo. Forse non era il luogo più adatto per parlarne, ma loro due non potevano più andare avanti così o lui sarebbe uscito pazzo.
“No, Luce! Non possiamo fare finta che quel bacio non sia esistito tra di noi. Siamo adulti e come tale dobbiamo comportarci, prenderci la responsabilità delle nostre azioni.” com’era possibile che il desiderio di baciarla ancora surclassasse tutto il buon senso?
Era forse una strega, Lucy? Gli aveva lanciato un incantesimo?
“Hai ragione Natsu, dobbiamo risolverla subito. Mi dispiace, non so che cosa mi sia preso, non avrei dovuto mai farlo, mai, e ti prometto che una cosa simile non accadrà mai più tra di noi.” disse svelta, notando nell’uomo inginocchiato davanti a lei una smorfia nascergli sul viso bellissimo, di nuovo vicino a lei, troppo. La porta era una carogna che la chiamava a scappare, e lo avrebbe fatto se solo gli occhi verdi di Natsu non la tenessero incollata a lui.
Non doveva succedere ancora, non di nuovo!
“Quindi, per te non è valso nulla quel bacio? No, sai… le tue reazioni dicevano ben altro, Luce.”
Si sentiva in trappola e Natsu la conosceva troppo bene per poterlo sviare con quattro cazzatelle.
Sospirò affranta, portando gli occhi al soffitto alla ricerca di che, poi?
“Natsu, ti prego, non rendermi tutto più difficile. Sarei un’ipocrita nel dire che non sia stato niente per me; ho risposto al bacio ed è questo il problema grande. Non avrei dovuto, e non succederà di nuovo. Non che io stia alludendo che tu, beh, sì insomma…” iniziò a incartarsi, maledicendosi per il suo poco autocontrollo in certe situazioni.
Pregò che qualcuno salisse a interromperli o sarebbero finiti in acque dove lei non era capace di nuotare.
“Alludi pure, Luce, perché è quella la verità. Quel bacio l’ho desiderato ardentemente, e vorrei poterlo fare di nuovo, e no, non mi vergogno ad ammettere a te, che sei stata per Lisanna come una sorella, che da qualche tempo non è solo amicizia quella che provo nei tuoi confronti. Luce, con quel bacio sono tornato a vivere, non mi sentivo così da troppo tempo e tu…”
“No!” lo frenò subito, incapace di ascoltare oltre. Non stava accadendo a loro due, no! Quello era solo un sogno, bellissimo e impossibile sogno, nulla di più.
Si alzò costringendo il rosato a fare altrettanto ma non arrivò mai ad aprire la porta perché una mano di Natsu la teneva bloccata.
“Natsu, ti prego… è tutto sbagliato. Noi due non possiamo… no! Tutte ma non io. Magari ti confonde il fatto che io sia stata la persona più vicina alla donna che ami… quello che senti non è reale…” Dio! Se quel braccio non si fosse tolto contro la porta sarebbe morta per tachicardia acuta.
Odiava sentirsi così elettrica e presa con lui tanto vicino.
Non riusciva più a distinguere dove finisse il suo spazio e iniziasse quello del rosato a pochissimi centimetri da lei.
Il cuore le batteva persino nelle orecchie.
Natsu si lasciò andare a una risata isterica. Lo aveva detto sul serio, Lucy?
“Non è reale? Lucy, fai sul serio? Con chi credi di parlare? Con un adolescente alla prima cotta? O credi forse che mi lascerei andare così con te, con te Luce, se si trattasse di una cosa irreale o passeggera? Mi conosci Lucy, sai meglio di me che non è così.” che cosa doveva fare per farglielo capire?
“Natsu, non si può. Noi due no, mai! Non è possibile. Io non potrei mai fare un torto simile a Liz.”
“Quindi, ammetti che anche tu provi qualcosa per me!” la beccò, vedendo gli occhi nocciola spalancarsi fino all’inverosimile, rendendoli ancora più belli.
Cosa avrebbe mai potuto inventarsi per cavarsi dalla fossa?
Niente! Quello con cui parlava era Natsu, non uno qualunque, qualsiasi cosa avesse detto non le avrebbe creduto.
Sospirò ancora, più forte della prima e arresasi all’evidenza confessò: “Sì, ok? Ma questo non cambia lo stato delle cose. Noi non possiamo, Natsu.”
“Perché lo dici tu? Beh Luce, magari lo è per te, ma non è quello che penso io. Lisanna è morta, purtroppo, ma credo che tu la sua morte la stia usando come scusa per non azzardare quel salto nel vuoto che patisci il bisogno di fare anche tu, con me. Nessuno meglio di noi due potrebbe stare insieme. Conosciamo tutto dell’altro e condividiamo l’amore per due persone a noi importanti. Provare dei sentimenti per te non vuol dire che io abbia dimenticato Lisanna. Non potrei mai, l’ho amata tanto e abbiamo una figlia. Ma Lucy, non posso proprio fare finta che tra me e te non ci siano questi sentimenti. Spaventano anche me, ok? Tanto, ma so che farebbe più male se li nascondessi. Ho provato anche ad andare a letto con Ultear, ma come hai visto non ci sono riuscito, e non per Liz! O almeno, non del tutto. Quella notte in discoteca io… ho desiderato saltarti addosso quando ballavi su di me. È stato un calvario, e lì ho capito finalmente che potrei essere me stesso solo con te.”
Un forte calore mai provato prima iniziò a irradiarsi velocemente dalla punta dei piedi in ogni anfratto del corpo dopo che Natsu ebbe finito di dichiararsi.
Tutto il corpo le tremava e non per il freddo; dentro quella casa grazie ai riscaldamenti a pavimento avrebbero potuto benissimo andarsene in giro nudi. Il suo tremore era di ben altra natura e Lucy cercava di reprimerlo con tutte le sue forze, ma quanto era difficile mettere a tacere il cuore!
“Se dovessi ricontrarti in un’altra vita non ti lascerei scappare, Natsu. Ma in questa… ti prego, non posso, non posso… cerca di capirmi, te lo chiederei se questo bastasse per fartelo capire. C’è anche Eve di mezzo… sono la sua madrina, Natsu. Credimi, tu non hai idea di quanto le tue parole mi facciano bene e male allo stesso tempo. Egoisticamente vorrei che tu non ti fossi mai incontrato con Liz, innamorato, fidanzato… ma tu sei stato per lei tutto, ed Eve è quello che ci rimane di lei. Non posso farle questo, Natsu, per quanto io provi qualcosa per te. Ora, per favore, lasciami uscire. Inizieranno a chiedersi che fine abbiamo fatto.”
“Non mi arrenderò.” afferrò Lucy per un polso prima di lasciarla andare: “Tu lo sai!” e in quel preciso momento Natsu giurò su quello che avesse di più bello e caro al mondo che avrebbe fatto cambiare idea a Lucy ora che sapeva che anche lei provava qualcosa per lui.
***
Rebecca percorse in punta di piedi gli ultimi passi verso le scale, scendendole altrettanto silenziosamente con gli occhi ancora spalancati per quello che, casualmente, aveva origliato della conversazione tra Natsu e Lucy.
Quello che le sue orecchie avevano udito, sempre per puro caso sia chiaro, era…
Non riusciva a crederci ancora, e felice come una pasqua zampettò verso la sala da pranzo apparecchiata di tutto punto con un sorriso che non sarebbe mai passato inosservato agli squali in quella stanza, e infatti fu proprio Gajeel a chiederle che cosa la facesse sorridere così tanto, ma Rebecca smosse la testa preferendo non rivelare ancora nulla.
La situazione non era delle migliori al momento per i suoi amati amici e sperava con il cuore che potessero risolvere i loro problemi perché, finalmente lo poteva ammettere almeno a se stessa, se solo si fossero decisi a fare sul serio avrebbero formato una coppia bellissima e consolidata come non si erano mai viste prima.
Liz, so che tu approveresti… sono certa che sia così. Questo è il secondo pezzo che mi ha colpito:Lucy non ci aveva neppure provato a disertare il ballo, non se l’era sentita per ovvie ragioni, tra cui il motivo per cui quella serata mondana veniva organizzata ogni anno. Lei, come poche altre fortunate, era il simbolo per tutte le famiglie delle vittime della strada e dopo due anni di assenza era giusto che tornasse a partecipare. I suoi genitori sarebbero mancati per la prima volta ma l’organizzatore della festa le aveva telefonato ringraziandola a nome di tutto l’ospedale per la generosissima donazione da parte dei suoi genitori, invitandola a presenziare.
Si guardò allo specchio un’ultima volta, cercando un’imperfezione lì dove non c’era, per usarla come scusa per non andare.
No! Lei doveva partecipare a quella serata, e non da sola ma accompagnata da Natsu.
Gli altri si erano già avviati e le tremavano le gambe al solo pensiero di quando il campanello avrebbe suonato.
Scese le scale stringendo la piccola borsetta tra le mani quando Natsu suonò il campanello annunciandole la sua presenza.
Lucy, calma! È per beneficienza, ricordi? Si fece coraggio così, aprendo la porta con ancora il cappotto da infilare.
“Cia… ciao!” balbettò: la gola secca per il meraviglioso spettacolo che le si parava davanti.
Natsu era sempre bello, ma vestito elegante era qualcosa di illegale, e quel completo nero con camicia rossa e cravatta nera gli calzava addosso come una seconda pelle.
Sopra, un lungo cappotto che gli arrivava ai polpacci, lasciato aperto per mostrare lo schianto che si celasse al di sotto.
Lucy era così agitata da non accorgersi di quanto lui fosse rimasto imbambolato a rimirarla.
Il giallo illuminava la sua pelle diafana, leggermente ombrata di rosso sulle gote già di per loro incipriate da un trucco acqua e sapone che esaltava in maniera divina il suo incarnato pallido.
Era bella!
“Ciao! Sei bellissima stasera, più delle altre volte.” su quel versante nulla era mutato; non era la prima volta che le facesse un complimento, ma stavolta Lucy reagì diventando viola melanzana, nascondendo le sue grazie sotto il morbido cappotto di lana bianco che la copriva per intero.
“Grazie, anche tu stai molto bene.”
Tra loro due non c’era mai stata quella tensione, e Lucy non gli era mai parsa così tesa come in quel momento.
Le afferrò una mano e con galanteria se la portò alla bocca, adoperando un leggero baciamano, indugiando molto sulla pelle profumata del dorso di quella mano stupenda guardandola fissa negli occhi, che lei abbassò per prima con la scusa di chiudere a chiave il portone blindato.
Non avrebbe resistito tutta la sera se avesse continuato in quel modo.
Da quando Natsu era capace di eccitarla solo con un baciamano?
Beh, quella era la prima volta che le facesse un gesto tanto galante… forse la sua reazione esagerata dipendeva proprio da questo.
“Eve come l’ha presa?” meglio navigare in acque sicure fin dove possibile o quel breve viaggio in macchina sarebbe durato per lei un’eternità.
Natsu le aprì la portiera del suo Cayenne invitandola ad entrare, fece il giro attorno a quella macchina pazzesca che Lucy aveva guidato in più di qualche occasione grazie a Lisanna, e le rispose dopo essere entrato anche lui e acceso il bolide: “I miei le hanno dovuto promettere doppia giornata al Luna Park di Crocus.”
Lucy scoppiò a ridere, attenta a non sbavare il trucco o Juvia, come minimo, l’avrebbe uccisa dopo tutto il tempo che la bluetta aveva impiegato per prepararla al meglio, augurandole anche di trovare un fidanzato.
Brutto scherzo del destino, quello!
“Altrimenti non sarebbe figlia a te e Liz!” ed ecco che l’amara verità, per quanto faccia male, torna sempre a schiaffeggiarti, rovinando quei brevi momenti che ti concedi credendo che tutto sarebbe andato bene e invece…
“A furbizia ha preso tutto dalla madrina, fidati! Ed era ciò che tanto desiderava Liz!”
Quello che Natsu le diceva era vero; tante volte Lisanna le aveva confessato che sperava tanto che sua figlia crescesse astuta come la sua madrina, riempiendola di orgoglio ogni volta che quelle parole erano uscite dalla bocca della sua migliore amica.
Brava amica che sei! Vuoi prenderti il suo uomo!
La coscienza tornava sempre a colpire, purtroppo.
Il posto che ora occupava non sarebbe dovuto essere suo ma di Liz… ma la sua amica non c’era più e lei si portava lo spettro di quell’amicizia interrotta dietro, complice di aver spezzato un amore tanto grande.
Natsu non si rendeva conto di quello che affermava con sicurezza e di tante donne esistenti al mondo che si sarebbero gettate persino nelle fiamme per un uomo come il rosato, lui voleva lei.
Quando erano solo i suoi sentimenti il problema era stato tutto più facile da gestire, ora si aggiungevano quelli di Natsu e…
“Luce, siamo arrivati!” la informò lui, bloccando, grazie al cielo, i flussi dei suoi pensieri prima che riuscissero a friggerle il cervello.
“Oh, bene!” si sentì subito in colpa per averlo lasciato da solo per estraniarsi nel suo mondo privato composto da rimorsi, sensi di colpa e sofferenze.
Lui le regalò un sorriso bellissimo e molto dolce, che Lucy sentiva di non meritare, e in quelle pozze verdi leggermente liquefatte si rese di conto di comportarsi da stronza egoista permettendosi di voler psicanalizzare i sentimenti che Natsu provava, sebbene lei continuasse a definirli sbagliati. Natsu avrebbe potuto rifarsi subito una vita, soprattutto per colmare l’assenza di una madre per la figlia, ma non lo aveva mai fatto, non aveva dimenticato Lisanna e mai sarebbe accaduto, lo aveva detto lui stesso e Lucy non dubitava di quello.
Però… per quanto desiderasse perdersi in quegli occhi, stringerlo davanti al fuoco scoppiettante mentre Eve giocasse o guardasse la tv, scoprire quanto amore quel cuore di uomo ferito avesse ancora da offrire, lei non riusciva a farlo, ad abbandonarsi a quelle emozioni che la cercavano come potenti magneti.
Come avrebbe mai potuto guardare negli occhi i loro amici, Elfman e MiraJane…
Tutti quanti l’avrebbero etichettata come una traditrice ed Eve, beh… la piccola era ancora in tenera età per comprendere certe situazioni ma un domani si sarebbe benissimo potuta svegliare rinfacciandole di aver preso il posto di sua madre.
“Non ti muovere.” Natsu scese dalla macchina lasciando le chiavi al fattorino addetto al parcheggio delle auto, aprendo lo sportello alla sua bellissima accompagnatrice, certo che tanti occhi non l’avrebbero lasciata andare quella sera, iniziando dal fattorino, al quale sollevò un sopracciglio come avvertimento di posare i suoi occhi allupati altrove.
Prese la mano di Lucy e l’aiutò a scendere, non perdendosi neppure un secondo di quella discesa tanto sensuale e…
E cerca di calmarti, drago di fuoco!
“Andiamo?” una domanda pressoché inutile quella di Natsu ma necessaria per accertarsi che Luce non gli fuggisse dalle mani, cosa che grazie a Dio non avvenne perché, con sua somma sorpresa, fu proprio la donna a stringersi attorno al suo braccio, ringraziandolo per il gesto galante, iniziando a camminare incurante dei tanti occhi puntati loro addosso.
“Dragneel ed Heartphilia!” annunciò al buttafuori, grande come il suo armadio, all’entrata della location scelta per il ballo, ottenendo subito il permesso di passare e di recarsi nel guardaroba per posare oggetti personali come la borsa di Lucy, i loro cappotti e di indossare comodamente la maschera richiesta dall’organizzatore. Era un ballo in maschera quello e Natsu aveva scelto una nuova maschera, tutta nera con striature rosso fuoco che richiamavano tanto le fiamme, infilandola grazie all’elastico trasparente che riusciva a tenerla ben salda sul volto, coprendogli naso e la parte superiore.
Vide Lucy trafficare nella borsetta per poi lasciarla nel piccolo armadio richiudibile solo con un codice che le avevano consegnato all’ingresso e rigirarsi tra le mani quella che doveva essere la sua mascherina.
“Va tutto bene?” le domandò, insicuro se avvicinarsi o no più di tanto a lei per non agitarla troppo come era successo il giorno prima in bagno.
“Tutto bene… la commessa ha detto che si sarebbe intonata benissimo con il mio vestito, ma ora non ne sono più tanto sicura.” gli mostrò una mascherina di raso color oro, piena di brillantini e finti gioielli.
“Ti starà d’incanto. Vuoi che ti aiuti a indossarla, così non sciuperai l’acconciatura di Beky?” come scusa era pessima, e lui non era un bravo bugiardo, ma voleva davvero starle vicino, sentire l’odore di Lucy entrargli con prepotenza dentro il naso, accarezzarle la pelle nuda delle braccia per rassicurarla che così vestita e con quella mascherina avrebbe fatto impallidire tutte in quella sala.
Prima che il cervello potesse protestare, il cuore rispose per lei lasciando che annuisse alla richiesta del rosato di aiutarla.
Si voltò a lui mostrandogli la schiena, trovandosi davanti un grande specchio a parete messo lì per gli ospiti a riflettere la loro immagine: Natsu che si avvicinava lentamente senza mai staccarle gli occhi di dosso, prendendo la mascherina penzolante nella sua mano, sfiorandole inevitabilmente il palmo sudato per l’agitazione.
Possibile che non dovesse entrare nessuno a posare gli oggetti?
Il suo corpo era fermo come quello di una statua, pieno di brividi caldi per la presenza aitante dell’uomo dietro di lei.
Natsu rigirò la mascherina nella mano per un po’, allargando le braccia per infilargliela dalla testa senza rovinare il lavoro di Rebecca o avrebbe ucciso entrambi, come minimo.
Agì piano proprio per quel motivo ma anche per non far finire troppo presto quel momento tanto intimo tra di loro.
Gli occhi di Lucy continuavano a guardarlo mentre si muoveva dietro di lei e riusciva a scorgerli anche dietro la mascherina che le copriva metà volto, rendendola, se possibile, ancora più seducente ai suoi occhi.
Le mani scesero nei capelli profumati, giocando con alcune ciocche, deviando verso le spalle, una in parte coperta e l’altra no, soffermandosi su quella spoglia combattendo con la voglia di deporvi sopra un bacio.
“Sei bellissima, Luce…” rimasero in quella posizione fino a quando un rumore dall’esterno non li separò.
Lucy gli sorrise, tornando a inforcargli il braccio.
Si sentiva andare a fuoco, dannazione!
Iniziava già a fare troppo caldo per i suoi gusti.
“Anche tu, Natsu, lo sei… quante te ne cadranno tra le braccia stasera?” grazie a Dio quel rumore l’aveva ricondotta sulla retta via.
Natsu era davvero bellissimo e illegale e molte donne avrebbero pianto per lui, come al solito…
Riusciva persino a scherzarci su, fingendo che non si fossero confessati di provare qualcosa di forte l’uno per l’altra, ma dovette fare i conti con il suo cuore quando Natsu le rispose prima di entrare nella grande sala da ballo: “Le mie braccia desiderano solo una donna, e quella donna sei tu, Luce…” Con queste parole, il nostro drago di fuoco vuole far capire alla "zuccona" di Lucy, che lui farà di tutto per conquistarla, bene bene vediamo se dal alto Lisanna aiuterà quei due???????????????? UN bacione grandissimo ciao *_______________________________* |