Recensioni per
Strappiamo via la pagina e riscriviamo questa storia dal principio.
di tixit
Alain è il vero protagonista di questo capitolo. Ha la stoffa del leader e si vede. Sa tenere a bada i suoi uomini, comprende molto dell'animo di uno sconosciuto come André, riesce a calmare la madre e consola Diane. |
E questa poi non me l’aspettavo, mi ero messo pure la camicia buona, ma son capitato proprio nel momento in cui stavano lavorando tutti e allora che facevo? Non davo mano? Solo per chiarire come son finito, sporco e stanco, a dividere il cibo avanzato con ‘sti ragazzi. E intanto, cercando di non dare nell’occhio, ascolto quei due che parlano di politica come ne possono parlare chi la sta vivendo, e vorrei dir loro un paio di cose. La prima è: “Guardate, la guerra per le Colonie americane a voi è servita sì, ad affossare l’economia francese, intendo. E poi a buttar giù la Monarchia, servirà, perché l’assolutismo è uguale dappertutto”. E la seconda è: “Cerca di capire, amico mio col “de” piccolo, quando l’essere umano ha soddisfatto i bisogni primari, allora il cuore gli si può spaccare per amore. E anche quello è un bisogno primario”. Ma che glielo dico a fare? Poi, detto, così, mentre addento un salamino, il discorso perde mordente. E alla fine pare che l’amore sia un lusso da ricchi. |
Davvero un bel capitolo! Adoro Alain, speriamo che riesca a dare una svegliata ad Andre’ e a rincuorare la piccola Diane; ma che ha fatto per meritare quella madre? Ai tempi nostri la sorella di Alain finirebbe senz’altro in psicoterapia! Spero che per lei tu abbia in mente un finale diverso da quello visto in tv |
“Mi sa che sto invecchiando”, ammetto, un po’ contrariato. “Invecchiando dentro” ci tengo poi a precisare. Perché un tempo non mi capitava di aspettare il continuo delle storie. Avevo rispetto per i tempi della scrittura, consideravo le scadenze una violenza inutile. Ero pacato nella lettura. |
Trovo il tuo stile davvero eccezionale, scrivi benissimo, raro trovare qualcosa di accattivante come le tue storie! Confesso però di essermi un po' persa soprattutto per quanto riguarda la parte di Girodel. Probabilmente dovrei rileggere piano piano dall'inizio per riannodare i fili. Fersen ad esempio, non ricordo proprio che fine abbia fatto... |
Girodel, quindi, è stato arrestato con l'accusa di libertinaggio ed è anche zoppo? |
Riprendo a leggere e... finalmente inizio a tirare qualche filo, anche se per arrivare a riacciuffarti ancora troppi ne dovrò tirare! Allora, ricapitolando: Victor, alias Florian (mi piace, hai ripreso gli spin off di madame Ikeda, suppongo!)è andato in America per dimenticare la bionda che noi sappiamo... noi ma non Fersen,.che invece pensa che il nostro sia lì per tale Eugene, in realtà un mero amore giovanile ormai dimenticato (anche se finito male) |
Il capitolo è interamente dedicato a Diane che scopre che la Duchessa non è una vera Duchessa e che la commissione non è una passeggiata. Un applauso a quel farabutto di Guillon che, probabilmente con malignità e sarcasmo, l'ha cacciata in un ginepraio anche se un pittore alle prime armi non poteva certo guardare troppo per il sottile! |
“E così Alice seguì il Bianconiglio nella tana” borbotto a voce bassa. E poi, con repentino passaggio mentale, mi ricordo le regole per sopravvivere in un film horror, quelle di “Screem”, per capirci. “Mai scappare verso l’alto, mai restare da solo”. E me le rammento perché ora ci sono io da solo in questo buco di passaggio e se l’ha attraversato una bimba lo attraverso anch’io, è chiaro, però, sarà un accenno di claustrofobia, ma questa storia dei passaggi segreti comincia a risultarmi fastidiosa. Mi era piaciuta l’dea, eppure, in astratto. |
Un capitolo interlocutorio con Diane che inizia un viaggio e Girodel che ne finisce un altro. |
Credevo che a Brest non avrei mai rimesso piede. La trovo diversa da come la ricordavo. Mancano le fabbriche e l’aria puzza sempre, ma ha un altro odore. Prendo fiato prima di sedermi accanto al conte, che aspetta. Mai un momento di buonumore, lui. |
“Alain, ma tu ci pensi mai alla dérogeance?” chiese Diane senza fiato. |
Girodel continua la sua traversata transoceanica e non può non pensare a quanto gli anni in cui è vissuto immerso nelle brutture delle guerra vera abbiano lavato via il suo servizio militare da parata e le ingenuità, miste a velleità, degli anni giovanili. |
Io non lo so perché son di nuovo qui. A lui, con quelle caviglie incrociate con eleganza – eh, sì, penso con un po’ di rancore – non sto simpatico. Mento. Non gli piaccio proprio. Quindi che ci sto a fare su questa nave, in prossimità della terra, grazie al cielo, proprio non lo so. Magari guardo i gabbiani, fetidi uccelli a caccia di rifiuti. Insomma, ci sono. Eppure non recensisco volentieri, ci deve proprio essere qualcosa che mi accende la lampadina nel cervello. Io non so perché, ma gli vorrei dire che abbiamo festeggiato oggi San Giuseppe, io e mio fratello – e che a mio babbo s’è regalato una maglietta, con scritto: “Babbo, il regalo più bello siamo noi” e una foto insieme stampata sopra; e che lui, dall’alto dei suoi quindici lustri lustri e spiccioli, ci ha guardato con indulgenza e ci ha detto: “E son messo bene di nulla!” Glielo vorrei dire, ma per sentirmi dir cosa? Vederlo sfilarsi il guanto piano, aggrottare le sopracciglia, chiedere: “Cos’è una foto? Cos’è una maglietta? Che accidenti vuoi, ora?” Eh, già. Vorrei dirti, amico mio, che a me è andata meglio, anche se mio padre non è un conte, anche se mio fratello vira sul terrapiattismo. Buona fortuna, per l’intanto, e cerca di non pensare troppo all'Unica: io, tutte le volte che mi andata male, mi son consolato pensando che il bello sarebbe stato che mi sarei innamorato ancora. |
Tanti personaggi e per ognuno un pensiero, un pezzo di storia che prosegue e solo tu potevi riuscirci in modo magistrale. |