Recensioni per
Strappiamo via la pagina e riscriviamo questa storia dal principio.
di tixit

Questa storia ha ottenuto 97 recensioni.
Positive : 97
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
04/03/21, ore 14:31

Tixit dal nome palindromo – ci credi alle favole? Io da sempre. Soprattutto a quelle con le streghe. Talvolta sono tipo quelle infermiere che ammazzano i pazienti convinte di far il loro bene – gli angeli della morte, insomma. Talvolta son donne bellissime che, appunto, stregano con qualche ammennicolo, magari una mela, oppure un fuso. Adesso, nella tua stanza, vedo una strega-madre. C’era una volta una donna che aveva quattro figli e ciascuno aveva qualcosa di lei; il primo aveva il suo egoismo, il secondo la sua intelligenza e il suo cuore gelido, il terza aveva la sua capacità di ferire, il quarto aveva la sua bellezza. Partirono alla ricerca di un tesoro oppure dell’amore della madre… Davvero il male è credere alle favole che ci si racconta? E a cosa bisogna credere, allora?

Chi è questa donna, in verità, Tixit? Perché parla di laudano a Diane?
Elisabeth Siddal, grazie al laudano, fu ritrovata bellissima in tomba. O era grazie all’amore? O era diventata un vampiro? Come mi ci vedi, nei panni di Dante Gabriele Rossetti?

In gamba, anche se mette soggezione e le piace metterla, questa dama che riesce a non sembrare una nuvola. Donna forte. Magari è Diane a somigliare ad una nuvola, senza bisogno di abiti vaporosi. Solo perché ha voglia di volare.

Mi trovi più strano del solito? Sarà che Biancaneve sta percorrendo strade dissestate e anche se nella tua storia vedo molti nani, non so se ce ne siano disposti a salvarla. Salvarsi da soli lascia l’amaro in bocca. Perché la salvi, dico bene? Non si rinuncia mai al lieto fine.

A me dispiace solo di avere gli occhi scuri. Con gli occhi chiari, magari, in tutto questo, qualcosa potrei fare io. Non sarò un lupo, ma resto sempre un cavaliere.
E un tuo ammiratore devotissimo, tuo e della tua scrittura.

(Recensione modificata il 04/03/2021 - 06:16 pm)

Recensore Master
02/03/21, ore 07:44

La scena si sposta nella casa del Maestro. Rimane, quindi, il mistero su chi fosse la persona la cui mano bloccò il polso di Diane nel giardino dei Baroni.
C'è una Dama misteriosa e alquanto indisponente, di quelle che devono sempre attirare l'attenzione con frasi caustiche e ad effetto, ma che vede nel profondo. E' un amore del Maestro, il quale nulla sa negarle. La donna fa uso di oppio e di laudano e il Maestro le ha lasciato Diane come guardiana, perché non si fida a lasciarla sola.
Diane ascolta e porta pazienza, ma sembra che l'understatement di lei stia per finire. Tutti hanno un punto di rottura.
La Dama è cinica e, quindi, probabilmente, da giovane è stata una sognatrice o, comunque, una che dava valore alla speranza. Un lupo molto enigmatico. E' un ex agnello? E' una sorta di proiezione della Diane del futuro?
Mi è piaciuta la descrizione della tempesta incombente che, insieme al senso del dovere, costringe Diane a ritornare nella tana del lupo. Mi ha lasciata perplessa questo lupo che pare, piuttosto, una sorta di relitto umano che va avanti per forza d'inerzia.

Recensore Master

Super capitolo. Povero André ha a che fare proprio con la bella addormentata nel bosco visto che Oscar prima gli dà del fratello poi sospira per l'altro e crede anche che sia un innamorato casto e devoto. Altro che urlare e ubriacarsi, qui urge una terapia d'urto per risvegliare la bionda , chissà se parlando con gli altri uffici Girodelle racconti dell'avventura americana e la bionda del suo cuore ascolti per caso ed apra gli occhi.
Comunque ad André serve un'altra dose di alcool e una tenera compagnia per la notte, per risollevarsi dopo questa disastrosa chiacchierata.
Il Generale ancora una volta si dimostra uomo di grande sensibilità, un muro è più pietoso di lui. Niente e nessuno deve cambiare quello che ha deciso e dunque Oscar non può tenere in braccio neanche la nipotina, allattata da una madre in salute , invece di una balia che poteva trasmettere solo latte e neanche di buona qualità.
Vedo che l'armocromia ha contagiato anche te, i colori scelti per Hortense sono in palette.
La piccola Diane si è ritrovata faccia a faccia con la verità e secondo me quella mano che ferma tutto è quella della madre della giovane baronessa, cerca un matrimonio riparatore. Comunque Etienne meglio perderlo che trovarlo.
Magistrale l'ultima scena dove un grandissimo Victor sistema per benino il cogliene che gli hanno spedito dietro per riportarlo a casa. Standing ovation per lui.

Recensore Master

Oscar pensa a Fersen che è lontano, Girodel pensa a Oscar che è lontana e anche André pensa a Oscar che lontana lo è sempre anche quando è vicina fisicamente.
Ognuno si aggrappa a un pensiero, a una missione, a un sogno idealizzato e ciò lo aiuta ad andare avanti.
Chi sta vedendo sgretolarsi il proprio pensiero guida rischia, invece, di andare in tilt e sogna di bruciare quaderni.
Mentre Girodel si oscarizza, affrontando a brutto muso chi ha defraudato i marinai della loro razione d'acqua, André si fa carico di tutto e di tutti.
Oscar è il senso del dovere in persona, ma si strugge ancora dietro a chi è la negazione stessa del dovere e tutto ciò la distoglie dalla propria vita che è tutta una farsa. Il Generale ne sa qualcosa, essendo il gran cerimoniere delle farse e il manipolatore di tutta la famiglia.
Anche il pensiero del fidanzato ha, a lungo, distratto Diane dalla vera essenza della propria vita che non è una farsa, ma un autentico disastro. Ora, la ragazza se ne è accorta e sta per sbroccare.
Anche André sbroccherà presto e, infatti, con Diane condivide il destino di invisibile iper responsabilizzato, da sempre adibito a prendersi cura degli altri e a tappare le falle delle altrui sciocchezze.
Oscar pure sbroccherà presto, ma lei è sia cruccio sia crucciata.

Recensore Junior

Eccoli lì, a far due chiacchiere serene. E io, da buon guardone, li osservo sfumati nella notte e nel profumo. Trattengo a stento l’impulso:

“Ragazzi, son io. Infante viene da IN + FOR, FARIS, FATUS SUM, FARI. Come Fato, il verbo che si fa carne, potremmo dire. Altro che lezioni del generale, che sicuramente si crede eterno. A me i bambini fanno paura proprio perché non parlano. Come state?”

Ma non sarebbe cortese interromperli ora, così vivi, così pieni di vaniglia e di pensieri. Io come sempre son dalla parte di lui, sarà che una volta ho usato lo stesso trucco: mi sembrava che la mia ragazza osservasse troppo un tipo e la buttai là, ma su come era vestito lui. Lei corresse con precisione maniacale. Tempo un mese e stavano insieme. Ma che glielo dico a fare?

Avessi almeno un ciondolo, una pietra di luna per Hortense , una scusa per attaccare discorso. Ma figurati. Non è quello che mi sono portato dietro e non è per Hortense.

E guardo ancora lei, sotto la luna debole, e rimetto in tasca il pacchettino con un nastro blu. Proprio vero, ha la pelle candida come neve.
Buona fortuna, amico mio, cerca di non urlare. E buon compleanno, madamigella.

E poi mi ritrovo con un mal di mare da far paura, ho voglia di mettermi a quattro zampe e vomitare come un cane. Lo seguo ma devo esser pallido come un morto. E a proposito, mi dico, ora l’ammazza e non se ne parla più. Non che si perda granché, constato, spassionato. Ma si controlla, è una brava persona. L’ambrosia è quello che protegge gli dei dalla morte naturale, il nettare quello che li protegge dalla morte violenta, divago.

E chi o cosa protegge tutti dall’amore? Nessuno e niente, mi dico. E anch’io, per un istante, penso a Lei.

Coraggio, walpe – non è detto che sia l’Unica. Mica tutti hanno la fortuna di farsi spezzare il cuore dall’Unica. Intanto torna a casa, levati da ‘sta bagnarola e leva anche me, che sono a un passo dal dar di stomaco, e ridere non aiuta.
Sono con te.

E ora penso all’Autrice. Tranquillo, finalmente statico. Come dici tu? Considerazioni sparse: ciascuno la pensa come vuole, ma per me rimane valida la vecchia maniera: si scrive di fanfiction da Apocalittici o da Integrati. Gli Apocalittici son quelli dei voli pindarici, della fantasia sbrigliata, dell’assurdo in persona; gli Integrati son quelli della scrittura corretta ai temi, dei riassunti, di mai un passo fuori dalle righe. Possono emergere storie belle e complesse in ambo i sensi. Ma una volta mi chiedesti di scegliere fra le tue storie, e mi mettesti in difficoltà; e una volta mi chiedesti cosa mi piaceva di preciso nelle tue storie, e mi mettesti in difficoltà. Ci vorrebbe una serata intera, magari estiva, mi dissi, una bottiglia di vino e una penna in forma, per mettere nero su bianco ciò che penso.
Ecco, credo che tu sia la più apocalittica degli Integrati e la più integrata degli Apocalittici. Con una penna di acciaio e rose, con un ritmo melodioso di scrittura asciutta ma eterea: la quadratura del cerchio, in parole povere.
Ricordami, la prossima volta, di raccontare a Oscar la favole delle tre ragazze con le ghirlande di fiori che divennero tre alberi.

Omaggi devotissimi, Sacrogral

Recensore Master
10/02/21, ore 18:29

Carissima Tiziana eccomi. Oltre alla tua indiscussa bravura le tue storie colpiscono per la precisione dei dettagli del periodo, indice di studio, approfondimento e amore per tutto quanto riguarda la giusta collocazione temporale.
Perchè i tuoi dettagli non sono poi così insignificanti, sono di vitale importanza per comprendere come funzionava la società allora.
L'impotenza di un Girodelle che deve rientrare a casa perchè è diventato l'Erede e quindi bisogna che si trovi una moglie e che generi altri eredi, non può certo divertirsi a sostenere la Rivoluzione in America.
Il Generale che non aiuta la figlia, Lui ha compiuto il suo dovere di padre nel fornirle la giusta educazione e quindi il suo compito è terminato e quindi non deve più fare niente.
Andrè l'uomo che non deve essere uomo, quello gentile, affidabile, carino , c'è ma non lo puoi vedere e anche lui sente il peso di tutta questa invisibilità.
E Diane, la nostra cara Diane porta già sulle spalle la certezza che il suo sangue è sempre più sbiadito e che non apre più porte e beni e soprattutto ha visto infrangersi l'ultimo sogno che le era rimasto, un sogno fragile ma che l'aiutava ad andare avanti, alle prese con una madre vuota e vanesia ed un fratello affettuoso, che le vuole un mondo di bene, ma l'educazione il vederla piccola non aiuta la nostra eroina.
E' una storia avvincente e spero che tu trovi a Diane un altro destino, perchè il suicidio è troppo giapponese e poco settecentesco.

Recensore Master
09/02/21, ore 07:36

Riprendo questa storia e scopro che hai scritto una valanga di capitoli, nel frattempo! Mi ero persa proprio il capitolo in cui si capiva che diamine facesse Diane e ora è tutto chiaro: troppo scontato che avesse lavorato come modella per sbarcare il lunario, tu l'hai resa pittrice! Mi è piaciuto molto, a questo proposito, come hai  strutturato la scena,  nel laboratorio, dall'ambientanzione  alle punzecchiature di Guillaume con le risposte taglienti di Diane inframezzate dalle battute della signora. Perfetta la descrizione della vita delle giovinette del tempo (che arpia la futura suocera), con un fidanzamento in realtà stabilito tra famiglie e che i due ragazzi hanno provato a rendere reale. Sono perplessa dal vizietto di Ètienne, non vorrei che fosse preludio di qualcosa di più grande... comunque da buona romantica, mi è piaciuta.molto la scena del bacio!
Alla prossima
Silvia

Recensore Master
08/02/21, ore 07:27

Non è chiaro il rapporto del Generale con le figlie maggiori.
Da uomo del suo tempo, pensa che queste appartengano ormai alle famiglie dei mariti e trova logico che festeggino il Natale con loro, ma, intanto, sembra contento che passino la vigilia con lui.
Non vuole riprendere in casa Joséphine, ma pare approvare che viva nella casa parigina del suocero da separata di fatto.
L'importante, forse, è raggiungere il miglior risultato possibile nel rispetto formale delle regole.

André, invece, è una sorta di mascotte, un jolly, un fac totum, ma non occupa, per le sorelle di Oscar, un posto diverso da un cappellino alla moda, da un paio di guanti di pizzo o da uno spartito musicale.
Condivide tutti gli agi di una famiglia nobile, ma non ne fa parte, così come non fa parte del popolo. Né carne né pesce, come la Lia dei Malavoglia che, infatti, fa una brutta fine.

Diane prosegue la sua via crucis nella casa dei Baroni, ma trova in Alain un alleato che le scalda il cuore.
La madre è la solita che si pavoneggia in abiti al di sopra delle sue possibilità e che litiga in punta di fioretto con la madre di Étienne e con le altre matrone.
La ragazza, alla fine, capisce di avere una rivale che non è la Baronessina, ma la sorella maggiore, la Baronessa vedova, bella, sensuale e disinibita. Étienne sembra esserne l'amante, ma la vuole sposare? La terribile madre, però, non condivide e, poi, c'è il problema di fondo della dote. Lasciando Diane, dovrebbe restituirgliela, ma la famiglia non può permetterselo e, forse, questa dote neanche esiste più.

Recensore Veterano
03/12/20, ore 02:34

Cara Tixit, la lettura di questo primo capitolo mi ha sorpreso non poco. Ci presenti subito uno scenario inaspettato, ma di grande fascino ed impatto, che immediatamente conquista la nostra attenzione.
Mi piace i linguaggio con il quale descrivi l'ambiente e le scene, un linguaggio crudo e profondamente realistico, che rende perfettamente l'idea di quanto dovesse essere dura la vita militare a quei tempi. Quasi ci trasporti in quella realtà rendendola visibile ai nostri occhi.
È difficile immaginare lo svedese, che non può che essere Fersen, in una situazione per certi versi così estrema e malsana, soprattutto per chi come noi ha imparato a conoscerlo nei fastosi saloni di Versailles.
Eppure la sua esperienza nelle guerre americane non può che essere stata così ed è presumibile che ne sia stato profondamente segnato nell'animo.
Confermo un inizio veramente promettente.

Recensore Master
18/11/20, ore 21:48

Étienne è un villano maleducato e anche violento. I modi che usa con Diane non sono soltanto da cafone, ma anche brutali e, infatti, la sera prima, le ha lasciato i lividi.
Se non altro, in questo capitolo, abbiamo capito qualcosa in più su di lui. Si sente imprigionato in una gabbia, in un destino che egli non ha scelto e ha frainteso le intenzioni di Diane che, secondo lui, la sera prima, era uscita dalla stanza per incontrarlo. Tipico di una mentalità narcisista e autoreferenziale: se Diane è uscita dalla camera, è stato per incontrare lui e per quale ragione, se no?
Étienne vorrebbe una donna più sofisticata, brillante e di mondo, una come la Baronessina Adèle, ma la madre non gli darà mai il consenso, perché ciò significherebbe restituire la dote ai de Soisson, cosa che i de la Fresnaye non possono fare. Per questa ragione, Madame de la Fresnaye tenta di piegare il figlio alla logica: una donna sofisticata, ma non troppo, brillante, ma non troppo, intelligente, ma non troppo, sarebbe la gioia di un marito, ma tutto non si può avere e, quindi, meglio un animaletto docile e ubbidiente che, almeno, non fa danni. Étienne, però, è sempre stato la stella di casa, la luce degli occhi della madre e, a differenza di Diane, la Parola "sacrificio" gli è del tutto estranea. Sbuffa e scalpita, perché non riesce a capacitarsi di passare l'intera vita con una ragazza che disprezza, per una bieca questione economica. I soldi, comunque, sono quelli che supportano la vita mondana e brillante che a lui piace tanto. Étienne non farebbe mai il grande salto proposto, un paio di capitoli fa, da Alain.
Étienne non è stupido, ma si ferma alla superficie delle cose, non sa guardare in profondo né lontano e non può apprezzare una come Diane come, invece, fa il Barone. Non ha la prospettiva e la forza di carattere di Alain né il giudizio e la maturità di Diane.
Ho l'impressione che gli unici buoni della compagnia siano il Barone e Yolande, ma temo che siano anche i più irrilevanti.

Sul versante oceanico, Girodel vive la sua traversata da prigioniero, alla mercé di un guardiano ottuso (oltre che puzzolente) e vittima di un padre dispotico e poco affezionato a lui.

A pochi chilometri di distanza da Diane, André si sente invisibile e, per tutta la vita, di fatti, lo è stato.
Come psicologia, finora, è quello più simile a Diane. I due simpatizzeranno?

Se Oscar ha rifiutato Girodel, sta già al comando della Guardia Metropolitana? E' già il Comandante di Alain? André, invece, cosa fa?

Questo capitolo è bello come quello del dialogo fra i due fratelli de Soisson!

(Recensione modificata il 19/11/2020 - 06:30 pm)

Recensore Veterano
18/11/20, ore 12:16

Diane ha incontrato uno str...o, corredato da madre strega... Capita! Spero scappi a gambe levate. Andrè non crede abbastanza in se stesso, tutto il fandom esiste per lui. A presto!

Recensore Master
17/11/20, ore 15:38

La situazione di Diane è decisamente sgradevole. Se la passano meglio gli altri protagonisti del capitolo!

Recensore Junior

Ciao Tix ^^
Mi presento qui solo adesso, in un ritardo vergognoso, sorry!! Sono rimasta indietro, proprio adesso sono riuscita a recuperare questo capitolo e per fortuna! C'è Alain e io lo adoro, e tu l'hai reso benissimo. Bella la chiacchierata tra fratelli, lui sempre protettivo, la vedrà eternamente bambina, Ètienne non gli piace e non piace nemmeno a me.
Belli i discorsi sui debiti, sui pilastri decaduti, sulla gente onesta che deve mettere il pane in tavola. Sei sempre bravissima!!
E quindi in casa c'erano due fazioni, Alain parteggia per la madre che avrebbe meritato di più, Diane invece è ancora la perla del suo papà.
Un capitolo bello ciccioso, spero di riuscire a recuperare anche gli altri quanto prima ^^
Ma in ogni caso ci sono, con passo di lumaca pian piano arrivo!!
Alla prossima ^^

Elly
(Recensione modificata il 10/11/2020 - 11:21 pm)

Recensore Master

Diane si trova in una strana situazione: conosce benissimo il valore economico di ogni oggetto che la circonda e guarda con occhi disincantati il suo mondo, ma, intanto, non ha capito quanto vale (o non vale) il fidanzato ed è ancora molto ingenua su tutto ciò che lo riguarda.

Étienne si comporta in modo strano. Perché tentare di sedurre una ragazza già destinata a lui? Vuole vedere se ne vale la pena? Vuole capire se è un tipo passionale o inibito? Magari, ha messo gli occhi su un'altra, secondo me la Baronessina e vuole vedere se vale la pena impiegare tutta la sua vita a onorare una promessa oppure è soltanto un libertino ubriaco. Ho, comunque, la sensazione che si senta chiuso in una gabbia e, sicuramente, i due giovani sanno molto poco l'una dell'altro.

A Versailles, invece, André vive una situazione simile a quella di Diane. E' quello di buon senso, destinato a ponderare ogni cosa e ad andare coi piedi di piombo per arginare le intemperanze di un'altra persona. E', però, già stufo di un ruolo che lo soffoca e che gli sta stretto e già un po' stufa sembra pure Diane.
(Recensione modificata il 06/11/2020 - 07:42 am)

Recensore Master

Diane è più sveglia della maggioranza della gente del suo tempo: capisce che i pregiudizi sono solo pregiudizi, appunto. Ma non è ancora abbastanza forte da fregarsene: questo ha portato la quasi rottura con il suo Etienne.