Recensioni per
Strappiamo via la pagina e riscriviamo questa storia dal principio.
di tixit

Questa storia ha ottenuto 97 recensioni.
Positive : 97
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
24/09/20, ore 16:00

Arrivo in vergognoso e imperdonabile ritardo, sorry! ^^
E ti dico subito che Diane sarà anche stata la perla del suo papà, ma decisamente questo capitolo è la perla di tutta la storia! Ma che meraviglia!
Io resto sempre affascinata dalla tua bravura, dal modo che hai di dire tantissimo con due frasi mirate e di sicurissimo effetto. Sono affascinata, ammirata, complimenti per lo stile non ne ho più e mi sembrano tutti riduttivi...
Étienne sta per spezzarle il cuore anche nella tua storia? C'è lui dietro a quel portone? E c'è sempre quella corda appesa ad aspettare la piccola Diane? Spero di no, ma non mi sento di confidare nell'happy ending... vedremo!
È sempre una meraviglia leggerti! ^^

Elly
(Recensione modificata il 24/09/2020 - 04:00 pm)

Recensore Master
21/09/20, ore 09:44

Ho letto entrambi i capitoli e la trama inizia a delinearsi, sebbene ancora il quadro di chi cena sia ben lontano fisicamente da quel che accade nella decaduta residenza Soisson. Una residenza a cui hai dato una storia e una descrizione accurata, tanto che me lo sono proprio figurato, quel salottino dai pannelli modanati (ah, sti pannelli🤣🤣🤣)come unica stanza di lustro tra le rovine di un mondo che non c'è più! Sicuramente un capitolo più amaro, rispetto al precedente, ma m'incuriosisce davvero questa inedita Diane, attratta dal suo fidanzato e dal sesso ma piena di precetti bigotti impartiti dalla madre, che tra un sacchetto di monete nascosto per tempi di crisi e sogni di broccati azzurri (alla fine è la figlia di sua madre!) s'infila in quel portone... Da vecchi discorsi forse ho una vaga idea di quel che sta combinando, ma non è detto che abbia ragione! Alla prossima!

Recensore Master
19/09/20, ore 18:11

Diane in questa storia è molto più disillusa ed esperta della vita che nell'originale: spero avrà anche un avvenire diverso.

Recensore Master
19/09/20, ore 17:23

Madame de Soisson è un vero problema. Con la sua condotta sconsiderata e con la sua prodigalità, porta la famiglia sull'orlo del baratro. I sogni sono rivelatori e, infatti, le notti di Diane sono popolate da cappellini di seta feroci con gli artigli. Un'immagine che farebbe sorridere, se non si conoscesse il retroscena davvero poco risibile.
Sono durati poco i sogni dei de Soisson, da tre generazioni assurti ai ranghi della nobiltà e già decaduti. La ricchezza arrivò dal bisnonno, probabilmente un ricco mercante e la nobiltà dal nonno che, con la sua carriera di Magistrato, diede la rispettabilità mentre, con i soldi del padre, comprò un palazzo e un blasone. Il distruttore, quindi, fu senz'altro il padre e, perciò, in un certo senso, la moglie ha ragione ad avercela con lui, soltanto che, in famiglia, gli scialacquatori erano due e il padre, almeno, era buono mentre la madre è una iena.
Alla generazione di Diane non rimane che cogliere i cocci. Diane è l'unica che fa qualcosa, ma, proprio per questo, si sente gretta. Il buon senso la fa sembrare poco nobile e troppo materiale.
E' molto bella la descrizione dei nobili decaduti che, proprio perché alla canna del gas, si sono radicalizzati e pensano soltanto a innalzare barriere contro i nuovi arrivati e a espellere dal loro clan chi, per debolezza o sfortuna, non se ne mostra più degno.
Il quartiere, un tempo in, è stato abbandonato dai nobili ancora in sella e lasciato agli arricchiti e ora mostra i segni del tempo, così come ciò che resta di Palazzo Soisson, adesso quasi tutto locato, privato degli arredi e dei bassorilievi e ridotto alla cella di un monastero, tranne la zona di rappresentanza che continua a essere fastosa, perché, diversamente, scatterebbe l'espulsione dal clan.
Perché Diane esce la mattina presto e finge di andare in chiesa, per, poi, sgattaiolare dalla porta laterale? In cosa consiste il capriccio di Diane? In qualcosa di letterario o di artistico?

Recensore Junior
14/09/20, ore 22:06

Mentre entro, un po’ impacciato, riconosco che il posto è proprio come lei l’ha descritto. Sento pure l’odore, resina e salvia, penso, compiaciuto. Non avrei saputo trovare modo migliore per dirlo. Mi passa accanto, e lo evito a stento, quello che sembra un ragazzino imbellettato, che riconosco e mi fa ridere.
“Timeo Danaos et dona ferentes”, le completo mentalmente la citazione. Lo dici a me? Ne ho fatto un motto di vita.
E poi mi avvicino al tavolo che mi interessa, sicuro che sbaglierò la pronuncia di un paio di nomi, ma ormai son qui.
“Questa è la serata delle sorprese”, mi dice il conte, appena mi vede. Quel che mi piace di lui è che non porta rancore.
“Non hai perso il vizio di infiltrarti nelle storie altrui, magari di prenderti i personaggi altrui”, mi dice il visconte de Girodel, che di nuovo, o ancora, stringe il guanto in mano. Quel che mi piace di lui è che porta rancore “Che ci fai qui?”
“Vengo in pace” dichiaro “Sono un ospite. Sono qui per portare i miei saluti a questi due signori a me sconosciuti – evito i nomi con maestria – e a voi due, che nella penna di lei diventate quasi simpatici, quasi brillanti”
“Quasi, dice!” si volta Fersen, sempre ridendo.
“E poi ho fame, il mio frigo è vuoto, quell’oca sembra appetitosa”, completo una giustificazione un po’ raffazzonata “E ho voglia di bere”.
Girodel mi guarda fisso, tutt’altro che amichevole: “Balle”, dice.
“Viviamo in un mondo crepuscolare. Niente amici al tramonto” affermo.
“Citi Walt Whitman?” mi chiede un uomo che dovrebbe essere Southwestern.
“Non sopravvalutarlo” ribatte Girodel “Sta citando TENET di Nolan”.
“Un palindromo per un palindromo!” dichiaro “ Se vi va, vi cito anche il Quadrato magico. Sono qui perché questo capitolo è perfetto” aggiungo, serio “Nella forma, nella sostanza, nel contenuto. Nel ritmo e nei tempi dei dialoghi. Nella descrizione del luogo. E pure nella descrizione di voi. Perfetto”.
“Quindi, cucciolo, per capirci, stai dicendo che questo racconto è interessante” mi apostrofa con una certa allegria quello che deve essere Von Steuben”.
“Non ho detto interessante” ribadisco, serio “Ho detto perfetto”.
“E non potevi scriverle una recensione, come tutti?”
Mi stringo nelle spalle: “Non le so scrivere, le recensioni, io”, confesso "E poi continuo ad avere sete”.
Southwestern ride.
“E allora, prendi un bicchiere, e unisciti. In piedi, però. Sei un intruso, non le hai chiesto nemmeno il permesso, sei piombato qui all’improvviso, e hai pure degli strani vestiti”.
Metto le mani nelle tasche dei jeans. Hanno ragione, non ci ho pensato, ho agito d’impulso.
Son loro quattro ad alzarsi.
“A Tixit, allora” dicono, alzando i bicchieri.
“A Tixit”, confermo, alzando il mio.
A te.
E d’improvviso mi sento in un romanzo di Dumas, e loro mi sembrano i Tre moschettieri. E Girodel mi pare D’Artagnan.

Recensore Junior
08/09/20, ore 01:05

Ciao Tix ^^
In ritardo imperdonabile arrivo a farti i complimenti per questo capitolo brillante! Le descrizioni ti sono venute proprio bene, dall'architettura agli usi e costumi passando per i caratteri ben delineati di tutti i partecipanti a questa cena.
E che cena! Avrei voluto esserci.
Timeo Danaos, e vorrei ben dire, visto che Girodel per Natale ha rimediato una bella lettre de cachet... ma è stato davvero così cattivo? Gli occhi di zaffiro, la donna di puro cristallo... ma sarà mica Oscar? Da canon dovrebbe essere un sì, ma io personalmente lo vedrei bene con Southwestern, pensa un po'. Non so perché, ma li sto shippando tantissimo! Peccato che la nave sia in partenza.
Bella la cena, bellissima la conversazione, Von Steuben ti è riuscito benissimo. Capitolo brillante davvero!!
Alla prossima ^^

Elly
(Recensione modificata il 08/09/2020 - 01:06 am)

Recensore Master
05/09/20, ore 17:59

Tiziana sei veramente in forma, un'altra delle tue ti è uscita dal cappello e già solo questo capitolo vale la storia.
Geniali gli appellativi scelti, cucciolo e ammaliatore che calzano perfettamente ai due. Dai del matto a Lafayette, personaggio enigmatico, e racconti con dovizia il nuovo mondo che era l' America.
Adoro il tuo Walpe un uomo che segue il suo onore, un codice di vita e che non scappa davanti alle difficoltà. È un po' irruento e ha problemi con gli occhi di zaffiro ma è un uomo che affascina e che nasconde più di un segreto, impossibile resistergli. Giusto per ricordarti che ho gli occhi scuri.
E poi hai infilato delle frasi superbe, tra cui spicca quella della sfida alla morte che presagisce il rosso.
Come sempre leggerti è un grande piacere. Ricostruzione storica di ambienti e personaggi reali che pieghi abilmente all'anime.
Tiziana un bacione e la storia mi piace tantissimo.
(Recensione modificata il 05/09/2020 - 10:06 pm)

Recensore Master
04/09/20, ore 20:33

Questi qua non sono davvero un gruppo ben assortito! Avevo capito all'inizio che c'era Fersen, ma la sorpresa è stato Girodel.

Recensore Master
04/09/20, ore 16:41

Bellissima, un vero romanzo...anche se non ci sto capendo niente 😁. Davvero un 'altra storia!

Recensore Master
04/09/20, ore 08:12

Alla vigilia della partenza, si incontrano in una taverna americana cinque personaggi, fra cui Fersen e Girodel.
Questi ultimi due hanno un'esperienza bellica diversa alle spalle, ma hanno diviso la stessa sistemazione per un certo periodo di tempo.
Entrambi devono dimenticare due occhi azzurri che, per Fersen, si sa, sono quelli della Regina mentre, per Girodel, sono quelli di una dama imprecisata.
Un cavaliere arriva dalla Francia per arrestare Girodel. Ha disertato dalle Guardie Reali? Lui sta per sfidarlo a duello, ma von Steuben lo ferma. Von Steuben è protettivo. E', forse, più anziano?
Girodel ama le donne di puro cristallo.

Recensore Junior
31/08/20, ore 11:54

Ciao ^^
Ma sai che sono andata a riguardarmi la madre di Alain, per capire come avessi potuto trasformarla in questa dama spendacciona e raffinata. E niente, ho scoperto (e davvero non me n'ero mai accorta prima) che, dietro gli evidenti segni di un tempo e di una povertà spietati, somiglia a Diane. In tempi migliori sarà stata bella come la figlia. E ho scoperto pure che i soldi, seppur pochi, fanno davvero miracoli 😅
Irriconoscibili tutte e due, in quella stanza illuminata dalla cruda luce parigina, ma meravigliose nella loro originalità.
Non fosse stato per il sorriso sghembo di un giovane ufficiale dal fascino indiscutibile, avrei dovuto aspettare l'ultima riga per capirci qualcosa 😅
Mi dispiace un po' per aver abbandonato Fersen in quel di Boston... ma poi ci torniamo?
Due capitoli che ci presentano due quadri dalle tinte completamente diverse... ma poi si mescoleranno insieme?
Aspetto sviluppi! ^^

Elly

(Recensione modificata il 31/08/2020 - 12:04 pm)

Recensore Master
30/08/20, ore 23:47

E qui introduci Diane e senza dubbio un'inedita Madame de Soisson, ancorata alle velleità di una dama ridotta in miseria... difficile stabilire, in alcuni frangenti, chi sia la genitrice e chi la figlia. Sono curiosa di sapere, dopo aver letto questo pezzo amaro ma ricco di succosi dettagli sulla moda dell'epoca, come incastrerai i Soisson con il reduce americano... Un saluto e a presto.. con i miei tempi, ma ti seguo😜

Recensore Junior
27/08/20, ore 21:09

Mi sono resa conto soltanto adesso che ogni capitolo è pensato come una storia a sé. Ho l’impressione di non aver fatto caso alla descrizione della storia quando ho letto il primo capitolo, perciò ho creduto che si trattasse di una long. Forse è il caso che rilegga con più attenzione anche Qualcuno torna a casa. (Mi era sembrato di capire che la persona al porto di Boston fosse un ignoto commilitone di Fersen, invece forse era proprio lo Svedese. Ho fatto un po’ di confusione?)
Questa nuova “pagina” mi è piaciuta molto, mi ha lasciato un piacevole senso di malinconia. A metà lettura ho iniziato ad avere i primi sospetti sull’identità di queste due donne. Le loro diverse personalità prendono forza dal contrasto, ma entrambe incarnano poeticamente due tipi di fragilità femminili (e, in generale, umane). In questa atmosfera di gusto un po’ decadente si percepisce tutta l’aria della tragedia, ma mi piace immaginare che in un ipotetico futuro Diane possa ricevere un bacio dal suo Etienne anche davanti ad un altare. Non le si può che augurare un finale diverso da quello che tutti conosciamo.
Ps. Ho solo una domanda: perché hai immaginato Diane con i capelli neri? Non era bionda/castana nell’anime?
Complimenti, a presto.
(Recensione modificata il 27/08/2020 - 09:13 pm)

Recensore Master
27/08/20, ore 19:07

All'inizio credevo si parlasse dei Polignac, ma alla fine sembra la famiglia di Alain; questa storia è tutta una sorpresa. Scritta anche molto bene.

Recensore Master
27/08/20, ore 16:30

Nel secondo capitolo, la scena cambia completamente e ci presenta uno scorcio familiare della piccola nobiltà parigina.
Più precisamente, troviamo i de Soisson in una versione meno pezzente di quella originale. I commercianti fanno loro credito, hanno servitori e la madre, anziché essere una vecchia rinsecchita, è una bella donna che veste con sfarzo, sebbene mettendo a dura prova le finanze familiari. Alain è un brillante ufficiale e non un soldato semplice. Cambia la situazione e cambiano i caratteri anche se la famiglia è, comunque, alquanto disfunzionale.
Diane sembra una giovane donna responsabile e matura, attenta al bilancio familiare e preoccupata per i capricci di una madre che non vuole ascoltare, capire e, tantomeno, responsabilizzarsi. E' molto legata alla memoria di un padre troppo buono per mettere la famiglia al riparo dal mondo e che la madre definisce un essere inutile.
La madre è una donna volitiva, ma all'apparenza superficiale. Non vuole vedere le difficoltà che angustiano la famiglia e spende troppo. E' molto legata al figlio, al cui braccio fa un'ottima figura mentre è critica verso la figlia, il cui aspetto serio e ordinario le ispira biasimo, fastidio e una punta di disprezzo. Diane non è il cavallo su cui puntare. Le parole di questa donna sono così categoriche e insensibili da rasentare la cattiveria. E' palese che considera la figlia e le occupazioni di lei inutili, come inutile fu il marito e il rimprovero di non essere obbediente si scontra visibilmente col fatto che la prima a non avere mai obbedito in vita sua fu proprio lei. Non obbedì perché il marito era un buono, ma, proprio per questo, lo disprezzava. Li lasciò in difficoltà economiche e, a causa di questa terribile colpa, adesso, secondo lei, non è in paradiso. Intanto, però, sperpera con disinvoltura la magra rendita di cui la famiglia dispone, dando il suo significativo contributo a quel dissesto che imputa interamente al marito.
Ora, si sa che il concetto di futile è relativo e che mantenere un determinato tenore di vita è l'unico modo per non essere tagliati fuori da certi ambienti. La madre, investendo sul vestiario, vuole cercare e cogliere vantaggiose occasioni in società e la figlia, col suo volto serio e le sue occupazioni poco salottiere, le sembra predestinata al fallimento. E', comunque, una persona arida e insensibile che non credo si sia mai spesa per alleviare lo stato d'animo dei suoi familiari.
All'orizzonte, si intravede un certo Étienne de la Fresnay e immagino che non sarà piacevole.

P.S. Madame de Soisson e Diane mi fanno pensare a Lady Susan e alla figlia di lei dell'omonimo racconto di Jane Austen.
(Recensione modificata il 27/08/2020 - 05:34 pm)