Recensioni per
Strappiamo via la pagina e riscriviamo questa storia dal principio.
di tixit

Questa storia ha ottenuto 97 recensioni.
Positive : 97
Neutre o critiche: 0


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Stai a vedere che qui, a portare al suicidio la povera Diane sarà la mancanza di soldi! Dovuta alla caterva di preconcetti dell'epoca, ovviamente. Forse mi sbaglio, ma mi sembra di avere già letto il capitolo: forse lo hai pubblicato due volte?

Diane è tormentata dai problemi e dalle incertezze e, mentre ci pensa, se ne presentano di altri. Più rimugina e più si trova invischiata.
L'unica cosa che sa fare è dipingere, ma il maestro non l'aiuta. Guillon, invece, l'aiuterebbe, ma c'è il rischio di essere riconosciuti in futuro e di squalificarsi socialmente.
In che cosa consiste la misteriosa commissione? Nel dipingere Girodel di ritorno dalle Americhe?
Mentre Diane si fa tutti questi scrupoli, pensa e ripensa, Alain, più materiale e meno cerebrale, ha già racimolato un gruzzolo da mettere in mano alla famiglia. Alain si fa meno problemi perché è più superficiale e meno portato all'autoanalisi o perché è più maturo e navigato e, quindi, più capace di andare diritto al sodo dei problemi e di sorvolare sull'inessenziale? Di sicuro, lui è pronto a lasciarsi tutto alle spalle mentre Diane non lo è.
Intanto, si profila una cena di società. Diane ci spera molto e ci ricama sopra, ma, secondo me, succederà qualcosa di deludente.
Étienne si comporterà da perfetto idiota? Alla fine, magari, opterà per la nipote più giovane dei Baroni, mandando all'aria anni di sospiri e di annotazioni sul quaderno.

Recensore Master
19/10/20, ore 09:48

Ciao quando racconti di Walpe il tono è completamente diverso, si nota che questo personaggio ti piace molto, te lo coccoli, anche se soffre.
Quando hai parlato di lettera di cachet da parte del padre, del fratello morto mi è venuto un colpo, possibile che Monsieur Harry facesse una cosa simile e poi chi era morto Maxance o Alo? Poi fortunatamente loro non fanno parte di questa storia di uomini che fuggono e che sono costretti a ritornare.

Recensore Master

Tiziana cara questa nuova stesura permette al lettore di soffermarsi di più sul rapporto tra i fratelli. C'è un grande amore, rispetto e devozione l'uno verso l'altro anche se la più matura resta Diane e Alain inizia a mostrare cinismo e insofferenza per la rigidità della società in cui vivono.
Il famigerato Etienne non è proprio di gradimento ad Alain e Diane è infatuata del sogno che rappresenta il matrimonio più che della persona, troppo pragmatica nel descrivere la situazione. La situazione è sempre più interessante

Recensore Master

Ma questo capitolo è cambiato? Perché gli ho dato un rapido sguardo ieri e, nelle ultime righe, compariva pure Étienne, in versione un po' alticcia.
Comunque, mi è piaciuto molto il dialogo fra i due fratelli.
Finalmente, c'è anche la versione di Alain che propende per la madre. Da lui, sappiamo che Madame de Soisson non scherzava né esagerava quando definiva il marito un irresponsabile che ha sperperato molto del loro patrimonio nelle bische clandestine dove portava addirittura la figlia.
Diane è legata al ricordo del padre che, probabilmente, ha mitizzato, così come ha mitizzato Étienne.
Ognuno dei due fratelli ha il proprio genitore preferito e tende a sminuirne le colpe. E' innegabile, però, che ognuno dei due genitori ha fatto del suo meglio per mandare in rovina la famiglia e Madame de Soisson sta continuando. E' affetta da shopping compulsivo e non sa fermarsi.
La ricetta di Alain è troppo drastica: trasferirsi in un quartiere popolare, rinunciare del tutto ai servitori e le due donne non sono pronte. Questa soluzione (che implica, soprattutto, un cambio di mentalità, un lasciarsi indietro un carico pesante che non si è più in grado di trasportare) è una scelta di libertà: rinunciando alle cose materiali, si salvano quelle spirituali e Diane non sarà costretta a un matrimonio per fare quadrare i conti, che già troppa spensieratezza ha dovuto sacrificare sull'altare del decadimento familiare.
Alain non vuole vendere la sua sorellina, ma a Diane quel matrimonio ancora piace, perché altro non conosce e perché non ha un'esperienza di vita paragonabile a quella del fratello che le farebbe vagliare delle soluzioni alternative. Non ha maturato lo spirito critico a trecentosessanta gradi e, del resto, come donna, nobile per giunta, non potrebbe vivere della sua arte (per la quale, poi, non ha una preparazione sufficiente né sistematica) né di altri mestieri remunerativi.
La madre di Étienne non mi piace affatto. E' una donna senza cuore che tratta Diane come un oggetto. Oggi giorno, diremmo che l'ha plagiata. Alain, che ha l'occhio lungo, non apprezza Étienne. Che sia il classico figlio maschio viziato e guastato da una madre che gli ha dato un eccessivo senso di sé e gli ha elargito troppa indulgenza?
(Recensione modificata il 18/10/2020 - 08:46 pm)

Recensore Master

Alain dice il vero, quella società era marcia e corrotta; ma Diane - seppure qui sia più sveglia - ne è troppo presa per capirlo.

Recensore Junior
08/10/20, ore 21:06

Tu ti diverti proprio tanto a dare voce a questi personaggi, vero? Si sente che ti piace metterti nei loro panni, parlare per loro (e attraverso di loro), dargli quello spazio e quello spessore che nella storia originale vengono lasciati all’intuizione dello spettatore. Tu li completi, per questo i tuoi racconti sono così interessanti. Si sente, poi, che hai un particolare feeling con Girodelle e con Diane, qui come in altre storie. Mi chiedo se il fine di questa long non sia proprio quello di far incontrare questi due personaggi, che nella storia originale non potrebbero essere più lontani.
Comunque ancora non capisco se preferisco il filone di storia dedicato a Diane o quello dedicato a
Girodelle. I dialoghi tra maschietti mi divertono molto, ma i capitoli su Diane hanno una dolcezza e una malinconia speciali.
Ora potrei elencarti i passaggi che mi hanno colpito di più di questo capitolo, ma faccio prima a dirti che è tutto quanto un gioiello.
Complimenti come sempre!

Recensore Junior
07/10/20, ore 01:03

Stavolta col cavolo che mi faccio vedere. Sta bene che il tocco del re cura la scrofola, la peste nera, pure la scabbia, ma adesso il re è lontano e il ragazzo mi sembra di umore nero. Lo soffro anch’io, peraltro, il mal di mare. Mica mi diverto a stare a stare qui, e in quanto a odore, ne ho sentiti di migliori. E poi lo ha detto o pensato lui – noblesse oblige – che nei duelli è migliorato. Meglio mantenere un profilo basso.

Io glielo vorrei dire che se le lettere d’amore non sono imbarazzanti non sono nemmeno d’amore. Ma non reagirebbe bene. E poi, quel suo vizio di non giudicare – io glielo vorrei dire: “Guarda, amico mio, l’uomo procede per giudizi. A forza di non giudicare si finisce per tollerare tutto”. Ma come faccio? A me sta simpatico, ma bene non reagirebbe.

Forse ha ragione Von Steuben, d’altronde l’ho stimato da subito. Anch’io non mi sarei mosso per una cortese letterina, avessi avuto qualcosa che non volevo lasciare. Altro conto è vivere nella nostalgia di cosa hai lasciato. Che diceva Seneca? Puoi cambiare cielo, ma la tua anima la porti con te.

E bella storia anche il conte – comprende sempre al volo, lui – a insistere, per portarselo alle Antille. E a far che? Quando è il momento di tornare, si torna. Soprattutto se altro non si aspettava, in fondo. Io, una pallottola per lui, non me la sarei presa. Cara grazia se non gliene avessi sparata una anche alla schiena, con la scusa che in battaglia ci si vede male e magari si regolano anche alcuni conti in sospeso. Ma – e scuoto la testa – ce l’ha davvero un conto in sospeso? Comunque, fra il non ammazzare il rivale e il proteggerlo al costo della vista, ci passa l’oceano.

Quello che hai davanti, walpe. E allora ora riposa quanto puoi e torna a casa. Non lo sai, cosa troverai. Comunque, l’amore fraterno non è un ossimoro, walpe. Forse un’endiadi, diversamente strutturato.

E Lei (ma Tixit, eh, mica Oscar, per quello non ci sperare) ti ama. Quindi, male non ti andrà.

O almeno lo spero per te. Fermati prima di diventare qualcuno di cui ti vergogni. E intanto riposa, walpe.

Recensore Junior
05/10/20, ore 23:53

“No, Charmeur, non l’avete vista. Non l'avete vista mai.”

Io ti adoro. Questa frase da sola vale il capitolo, che in realtà no, è talmente bello tutto ma proprio tutto.
Negli autori preferiti ci sei già, da tempo immemore, più di questo non posso fare... però se scrivi un libro - e dovresti, decisamente dovresti - io lo compro, giuro!
E quindi la lettre de cachet l'ha mandata papà. Carino, da parte sua! Eugénie non era pure in un'altra tua storia? Sta cosa del fidanzamento, e dello sguardo del padrone di cavalli di razza, mi pare di ricordarla.
Io sarei andata nelle Antille ad affogare nel rum, che mi ci vorrebbe proprio.
E l'amore fraterno è un ossimoro, concordo in pieno.
Capitolo bellissimo, sono sempre più curiosa di scoprire come intreccerai queste due storie che vanno avanti in parallelo. Succederà qualcosa in quel di Paris, ma non ho proprio idea di cosa.
I complimenti li ho finiti, ricicliamone qualcuno dei soliti a tua scelta! ^^

Elly
(Recensione modificata il 05/10/2020 - 11:54 pm)

Recensore Master
03/10/20, ore 21:39

Girodel non ha molta voglia di tornare a casa, perché ci ha lasciato soltanto fantasmi e delusioni.

Se ho capito, ci sono i flirt:
- la donna del fidanzamento a sorpresa col promesso sposo dallo sguardo da padrone di un cavallo;
- quella del bacio nei giardini della reggia per cui Fersen avrebbe voluto sfidarlo a duello.

Poi, ci sono gli amori seri (per lui) che, però, lo consideravano come lo sterco del cavallo:
- Oscar;
- Una Lei di cui non vuole parlare con Fersen.

Dulcis in fundo, ci sono un fratello morto con cui non aveva un gran legame e un padre tirannico che vuole che rimpiazzi il primo.

Vo Steuben, quindi, è omosessuale e Southwestern sta con lui?

Recensore Master
03/10/20, ore 17:27

Una situazione complicata, quella di Fersen.. anche più della guerra!

Recensore Junior
30/09/20, ore 20:04

Ciao Tix ^^
Eh, certo che l'ha idealizzato tanto questo Ètienne. Idealizzato lui, il matrimonio e pure l'idea dell'amore...
Mi dispiace perché la tuq Diane mi piace tanto, le hai dato spessore, ma sembra comunque avviata verso quel cappio.
Povera!!
Mère Briard fantastica, ne vorrei una in giro per casa.
"Cicciottello e riccio. Arrabbiato con il mondo" è una descrizione meravigliosa, quattro parole e me lo sono visto davanti.
Bellissima anche la descrizione del bacio, scintille e stelle, poesia e passione, bello bello.
Dispiace proprio, purtroppo per lei temo un bel botto, da un'altezza considerevole... povera!
Bellissimo anche questo capitolo! ^^

Elly
(Recensione modificata il 30/09/2020 - 08:06 pm)

Recensore Master
30/09/20, ore 09:44

Cara Tiziana è proprio bella la tua Diane. Una ragazza piena di voglia di vivere, mette passione nel disegno e difende il suo essere al mondo e poter fare qualcosa che le piace. Pur essendo conscia della propria realtà di vita, della suprema importanza della forma resta una ragazza che sogna. Un bacio e la dolcezza del ricordo diventa sogno di cui ricamare sopra il ragazzo scelto dalla famiglia che non è esattamente come appare soprattutto per i debiti di gioco e con una madre rapace.
Come sempre perfetto il quadro storico degli ambienti, delle usanze del tempo. Un bacione

Recensore Master
26/09/20, ore 21:58

Diane sta investendo molto nel suo futuro fidanzamento anche se non sa ancora chiaramente cosa ha per le mani e chi deve sposare. Vive nell'attesa mentre il futuro fidanzato, del quale ha necessariamente una visione idealizzata, vaga e di seconda mano, conduce una vita vera, sviluppandosi e delineandosi lontano da lei.
Sogna di compiacere suo marito e si specializza nella professione di donna di buona famiglia in un mondo in disfacimento, schiacciata da due virago che sono l'una l'opposto dell'altra, ma con lo stesso desiderio di imporsi e di rimarcare i difetti dell'altra.
E' stata molto bella la descrizione del primo bacio.
I genitori hanno pianificato tutto ed è stato un azzardo consegnare la dote con tanto anticipo, ma, data l'indole materna, si trattò sicuramente del male minore. Il padre di Diane si è comportato, tutto sommato, con oculatezza e, forse, non era uno scialacquatore.
Temo che il quasi fidanzato di Diane, a un certo punto, si sentirà intrappolato in una struttura troppo soffocante e deciderà di darci un taglio.
Diane dà per scontato un destino di obbedienza, ma, intanto, molto obbediente non è, visto che si è ritagliata degli angoli propri, all'insaputa della famiglia, per giunta. Sa rispondere a tono, non si fa intimidire e, su alcuni punti, ha le idee molto chiare.
Spero che non finisca con Guillon che mi è parso presuntuoso e irritante e, visto che parla tanto di riforma morale, ha sicuramente idee rivoluzionarie. Che sia la controfigura di Jacques Louis David?
Divertente il personaggio dello chaperon, una donna non più giovanissima che, per bisogno, si è costruita un'immagine da custode della moralità con una montagna di scialli e fichu. E' di cultura sicuramente modesta, ma, intanto, sa affrontare le questioni con notevole spirito pratico.
Che c'è andata a fare Diane dal Maestro, se questi non si è neanche visto?

Recensore Master
26/09/20, ore 14:32

Diane qui sembra più forte e matura che nell'originale, anche se sempre vittima degli assurdi preconcetti dell'epoca (come tutte, del resto).