Recensioni per
Il padiglione d'oro - una storia giapponese
di yonoi

Questa storia ha ottenuto 38 recensioni.
Positive : 38
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master

AHAHHAHAHAHAHAHHAHAHAHAHAHHAHAHAHAHA XDXD adoro la sfrontatezza del protagonista, un'invenzione tutta italiana xD Muso sarà felice di sapere che ha partecipato a una buona causa.
In questo capitolo, a parte il momento tragicomico dell'incidente subito dopo la telefonata e il blocco nell'ascensore, spiccano le descrizioni dei villaggi che sono veramente un tuo punto forte. Ahhh, posso quasi avvertire l'atmosfera calma, malinconica e separata dal tempo di Komorebi! Potrei trasferirmici e vivere d'aria. Lol
Mmmh, sono sempre più convinta della mia supposizione. Questo Hirano, descritto inizialmente come un ragazzino, sembra aver vissuto la vita di un cinquantenne. Nah, qualcosa non mi torna. E poi, umidiccio, freddo... Mmh.
Almeno ha fatto una cosa positiva: ha inviato le tavole a questa bella casa editrice sul pizzo della montagna. Bella l'idea di rasserenare le persone negli ospedali :) credo che il manga del nostro protagonista avrà successo :')

Recensore Master
11/11/20, ore 13:32

Ahhhhh la storia procede.
Qui conosciamo meglio il misterioso ragazzo che tanto interessa al protagonista. Effettivamente questa è una storia sovrannaturale e quindi il dubbio inizia a sorgere: cosa ci fa questo Hirano (mi prendo la confidenza e lo chiamo per nome) ogni sera sul tardi? E perché non mangia? Chi è, un Cullen nipponico?
Inoltre scopriamo altri dettagli della vita del protagonista che scappa dalle domande dei parenti. Come lo capisco! "E quindi, ora stai inviando i cv? No ma tu negli usa te ne devi andare!" Eh se, aspettano proprio me lol
Ripeto, le vicende sono piuttosto ordinarie – e straordinarie per questo – ma il tuo modo di scrivere le trasforma in eventi magici, affascinanti, come il signor Be che ha capito tutto e il vecchietto che dice che tutti gli americani sono stupidi (vecchietto, sei me? Scherzo)
Dunque Fumi è stata conosciuta durante un concerto? Gli è rimasta una cicatrice. Un segno indelebile :')
Guarda, l'attore (per altro cinese quindi 0 senso) che immaginavo come Hirano, arrivati a questo punto con più dettagli, nemmeno c'entra molto; Hirano inizia ad emanare un'aura vampiresca/vittoriana (segui il mio piccolo cervello, ti prego) che non coincide con l'iniziale immagine che mi ero creata.
il punto è che sono semplicemente fissata, come il povero italiano della storia. Mi defenestro e continuo a leggere
(Recensione modificata il 11/11/2020 - 01:49 pm)

Recensore Junior
11/11/20, ore 09:48

I CLASSIFICATO al contest "Folclore d'Italia" indetto da _Vintage_ sul forum di EFP.

- Grammatica e stile: 9.9/10
Ci tengo subito a farti i miei più sinceri complimenti, perché la storia è davvero eccelsa sia dal punto di vista grammaticale che stilistico. Ho riscontrato solamente un minuscolo errore nel secondo capitolo:
“[…]subito trattenuta perché non io non pensi male […]” E’ chiaramente un errore dovuto alla distrazione, ma v’è una negazione di troppo.
Dal punto di vista stilistico, devo ammetterlo, sono rimasta completamente in balia della tua storia per tutto il tempo. Premetto che avevo già avuto modo di apprezzare e stimare moltissimo la tua narrazione, ma credo che in questo racconto la mia percezione risulti ancor più alterata dalla presenza di temi a me molto cari e che mi hanno permesso di godere a pieno del tuo stile, il quale mi ha letteralmente incantata. In particolar modo, devo farti i miei complimenti più sinceri per le parti descrittive: l’avevo già notato in altre storie, ma la tua capacità di rendere plastiche le immagini che descrivi ha dell’incredibile, davvero. Mi lasciano ogni volta senza fiato, è come ritrovarsi puntualmente persi nel mondo che racconti, il che è qualcosa di scioccante e meraviglioso al tempo stesso. Sarà che ho un debole per le storie che si soffermano molto sulla descrizione del contesto esterno, ma credo che questa sia stata in assoluto la storia col migliore stile, per cui bravissimo, non saprei cos’altro aggiungere per esprimere la perfezione di questa storia.

- Caratterizzazione dei personaggi: 15/15
Non è assolutamente scontato, per me, dare un giudizio in merito a questo parametro. Proprio per via di questa mia indole votata all’introspezione, trovo sempre da ridire su ogni cosa inerente alla caratterizzazione dei personaggi. Questo perché il termine caratterizzazione imprime in sé non solo il concetto introspettivo, ma sociale, morale, etico dei personaggi. È una sottigliezza che ricalca molte sfumature, e per un motivo o per un altro sono sempre molto restia a concedere il punteggio pieno. Però, qui, sarebbe stato assolutamente impossibile non rimanere incantati dalla modo in cui hai saputo trattare i tuoi personaggi, specie per un’originale, proprio perché al lettore i personaggi sono del tutto sconosciuti.
Andiamo per gradi. Il tuo protagonista. Un soggetto – non inteso nell’accezione derisa del termine – davvero singolare e dai tratti incredibilmente reali. Premetto che mi sono resa conto soltanto alla fine che non so neppure il suo nome, eppure mi è rimasto dentro con una potenza nostalgica e malinconica. È un personaggio che sin da subito si manifesta con una personalità piuttosto dicotomica: si percepisce il suo dolore per la donna amata e da lui persa, ma la sua essenza viene intrisa da un quid d’apatico, che ricalca un po’ quella tristezza che chiunque, di fronte alla perdita di qualcuno di caro, si ritrova a provare, lasciando che il tempo scorra senza concedersi altro che non sia la mera contemplazione di ricordi, sfumature, percezioni che rimangono di quella persona. È uno status mentale nel quale qualsiasi lettore s’immedesimerebbe, ed è di un’intensità a tratti quasi spaventosa. Ma ciò che mi ha affascinata di più di questo tuo personaggio, potrei definirlo come il tema dell’estraneità. Non uso il più inflazionato alienazione, perché comporterebbe una filosofica presa di coscienza del personaggio che non ho affatto riscontrato: per quanto rimanga consapevole della sua non appartenenza alla quotidianità che lo circonda, egli non fugge né rifiuta la sua condizione. Fino all’ultimo istante di questa storia mi sono resa conto che questa persona, di cui so poco o nulla, è qualcuno che si potrebbe incontrare alla fermata di un bus, un cameriere di un ristorante mediocre, un addetto al servizio di pulizia. Questa persona evidenzia una molteplicità di aspetti, esperienze, negazioni e capacità sottaciute, che non vengono viste.
È una persona mediocre, di quelle che, quando le incontri una seconda volta, non ti ricordi dove le hai viste la prima. E qui entra in gioco un ambiente ricco – concedimi un’espressione squisitamente naturalistica – di biodiversità, gente con ritmi dissonanti, frenetici per certi versi e che sembrano tante tangenti che, come tali, s’incontrano in un punto. Uno solo e basta.
Il Padiglione d’oro è questo punto; Hirano Ryumei è semplicemente la persona che si trova nel posto giusto al momento giusto. Questo non significa che sia egli, la persona giusta, al contrario. I personaggi di questa storia, dalla Momoko-san al signor Be, appaiono tutti come delle note stonate, ed è forse proprio questo a renderli incredibilmente potenti, sia dal punto di vista narrativo che introspettivo. Hirano Ryumei non fa assolutamente eccezione, anzi forse risulta proprio il più dissonante dal resto del gruppo: pur soffermandoti pochissimo sulla sua esplicita introspezione, di lui si percepisce un costante alone di sfuggevolezza, un qualcosa di beffardo ed inafferrabile, come se fosse un fantasma – e per il tuo protagonista forse lo è, dato la sua incredibile somiglianza alla sua amata Fumi. La cosa che più mi ha colpita di questo personaggio è che rimane in un piacevole limbo di mistero fino alla fine: a parte la piccola confidenza che concede al protagonista nel capitolo finale, Hirano Ryumei entra in questa storia in punta di piedi e così ne esce, senza concedere altro. Della sua vita, di ciò che è stato, di quello che sarà, il lettore così come il tuo protagonista non saprà più niente. È un pensiero che s’affaccia ad un tema di mancanza, che poi è un aspetto presente in tutta la storia, dall’inizio fino alla fine – come detto dal tuo protagonista, è come se Fumi andasse via da lui per una seconda volta. Questa nostalgia intrinseca e dai tratti desolanti, è un’etica battaglia proprio contro l’idea del natsukashii nipponico, che ha un’accezione più positiva, che non possiede – come specifichi tu nella storia – i connotati malinconici e tristi della nostra nostalgia. Anche questo punto l’hai trattato in maniera sottile, tuttavia molto profonda.
Potrei scrivere per ore su questo parametro, perché ci sarebbe ancora tantissimo da sviscerare, ma forse non basterebbero altri diecimila battute per esprimere completamente il profondo significato che si cela dietro questa storia: ogni personaggio ha una essenza, da quelli più gretti come il signor Muso a quelli più inafferrabili come la stessa Fumi, e tu sei riuscita a trattare ogni individuo proprio nella sua più intima singolarità.
Qualora non si fosse ancora compreso da questo mio sproloquiante sermone, ho adorato ogni singolo personaggio. Davvero complimenti, una delle migliori storie che io abbia mai letto sotto questo parametro.

- Trama: 10/10
Anche questo parametro, tenendo conto dello spettacolare intreccio narrativo della storia, non poteva che rispecchiare un punteggio pieno. Di per sé non è una trama particolarmente complicata, anzi: rappresenta parimenti al personaggio una forma semplice, godibile per chi legge, senza però appesantirsi via via che si prosegue nella lettura. Ho trovato particolarmente interessante non solo lo svolgimento in senso lato, ma anche il giusto tempo narrativo: intervallato spesso da sequenze squisitamente descrittive, questa storia si prende le sue tempistiche per essere raccontata, e l’ho trovata una decisione davvero molto saggia, perché concede al lettore il tempo per assimilare le ricche sequenze narrative. In parole povere, la bellezza di questa storia non è implicita solo negli eventi, ma in tutta l’espressività stilistica che hai piazzato superbamente in ogni punto del racconto. Persino i dialoghi sono sempre al posto giusto nel momento giusto, creando un susseguirsi di scene che il lettore non ha alcun problema ad immaginare.
Altro parametro che non va in alcun modo sottovalutato è stata la minuzia per la descrizione di piccoli dettagli che hanno costituito dei temi portanti per lo sviluppo di tutta la vicenda: la frenesia di Tokyo, i rumori della città, il padiglione d’oro, il furin, il natsukashii, tendi a descrivere tutto fin nel più insignificante particolare, eppure tutto ciò non reca affatto disturbo a chi legge, bensì lo esalta. Sono sempre stata una grande amante del Giappone, quindi forse alcune cose avrei potuto persino darle per scontate, ma riscoprirle all’interno di questa storia ha conferito loro un fascino decisamente tutto nuovo. L’ambientazione, che di per sé appare molto “quotidiana”, risulta stravagante per via delle suggestive descrizioni e di alcuni “personaggi” che appaiono ben più che sopra le righe – Muso, la signora Namino.
Si potrebbe anche in questo caso dire talmente tante cose che non basterebbero sei fogli di Word, ma per riassumere il contenuto di questa tua piccola opera mi avvarrò dell’attributo onirico, perché credo sia quello che si avvicina più fedelmente a ciò che vorrei esprimere. È una visione rarefatta, sognante, irreale di una malinconica monotonia, dove quest’ultimo termine non si connota dell’accezione negativa, ma assume una sfumatura più dolce, raffinata. Una storia stupenda sotto ogni punto di vista, complimenti.

- Utilizzo del pacchetto: Obbligo 8/8 + Prompt bonus 2/2
La Leggenda di Cristalda e Pizzomunno era uno dei pacchetti che mi era più caro, proprio perché rappresenta una leggenda della mia amata regione. Per cui immagina la mia contentezza nel constatare come tu sia riuscito a rendere perfetti sia l’obbligo che il prompt.
L’obbligo era la morte di una persona cara, che in questo caso è rappresentato dalla figura potrei dire quasi evanescente della tua Fumi, un personaggio che appare per brevi istanti e poi scompare, per poi ricomparire sotto le sembianze d’Hirano Ryumei. In questo caso il tema della mancanza, del dolore sia fisico che emotivo del tuo protagonista s’evincono in maniera del tutto ben sviluppata ed evidente, indi per cui non potevo che darti anche qui punteggio pieno. In particolar modo perché, nonostante il tema si prestasse a molte idee, hai creato un bellissimo alone attorno alla figura di Fumi, che appare come il filo conduttore di tutta la storia, per cui un ottimo lavoro.
Il prompt era attesa, e anche qui mi sono piaciuti gli svariati utilizzi che hai fatto di questo termine, che viene più volte ripreso nel racconto. Se vogliamo, l’attesa è proprio uno dei temi portanti che costituiscono la vicenda: è un’attesa aspettare l’ascensore, il continuo sperare del tuo protagonista che Ryumei vada al locale, sono un’attesa i responsi delle case editrici, persino l’incidente sul bus è un’attesa. Come dire, questo prompt seppur non particolarmente evidenziato permea la storia da cima a fondo, per cui anche qui sono rimasta davvero molto soddisfatta del risultato.

- Gradimento personale: 5/5
Vabbè, penso che si sia già abbastanza evinto dai parametri precedenti, ma io di questa storia ho adorato praticamente tutto: la malinconia, la tristezza, la voglia di ricominciare e di non riuscire a sapere come si faccia, Fumi, Hirano Ryumei, il signor Be, il tuo protagonista e le sue etichette sui prodotti per la pulizia perché altrimenti non si ricorda cosa faccia cosa. Questa storia è così ricca, così piena di sfumature da poterla rileggere per ore senza mai arrivare ad un punto fermo, e forse mi è piaciuta anche per questo. Ricalchi delle emozioni vere, seppur frutto d’una storia. Ciò che descrivi risulta agli occhi di chi legge così incredibilmente reale da potervi scorgere molto della propria vita, o almeno è quello che ho fatto io.
In particolare, ho adorato il tuo modo di descrivere il natsukashii. Forse perché mi rispecchio molto nel protagonista e concepisco la malinconia come qualcosa all’italiana, qualcosa di nostalgico e triste, ma è decisamente più rassicurante la versione nipponica, almeno a mio avviso. Forse perché ognuno di noi si porta dietro quei rimpianti di cui non parla mai a nessuno e che forse non riuscirà mai a superare, ma il tuo protagonista non sembra affatto preoccupato della cosa, al contrario, sembra quasi che accetti questa realtà. Non è rassegnato, ha imparato ad andare avanti. Un finale aperto che ricalca infinite possibilità e futuri, di cui però non ci sarà mai dato sapere.
Una storia che non parla, letteralmente grida ai cuori di chi legge, complimenti sinceri.

Totale: 49.9/50

Recensore Master
10/11/20, ore 14:21

Ciao yonoi!
Il tuo stile è ormai inconfondibile, suggestivo come sempre. E quale Paese al mondo riesce a reincarnarlo perfettamente se non il Giappone?!
Non so se io e te abbiamo mai affrontato l'argomento, ma adoro la cultura orientale e quella giapponese poi la venero quasi. Ho sempre trovato questo mondo in bilico tra la vita terrena e quella eterea. Misteriosa, seducente, pacata, saggia. I giapponesi riescono a tenere un difficilissimo equilibrio fra modernità e credenze antiche come nessun altro popolo, a mio avviso ovviamente.
La tua storia è intrisa di malinconia, un uomo che ha perso la sua amata e che ora di ritrova completamente da solo in una città che non gli appartiene. Sembra che tuttavia lei cerchi ancora di mettersi in contatto con lui, oppure è lui che non riesce a staccarsi completamente da Fumi?
Complimenti yonoi, sai sempre come suscitare la curiosità del lettore.
Nina^^

Recensore Master
08/11/20, ore 20:20

Ciao! Ho trovato questa storia per caso e non potrei esserne più contenta! Hai un modo di scrivere che è quasi poetico nonostante la lunghezza della storia, dolce e al tempo stesso malinconico.
Davanti ai miei occhi si sono dipinte le scene descritte e, per due minuti, sono stata trasportata in Giappone. Mai visto, se non dai videogiochi, dai film e dalle foto degli altri, ma qui assolutamente presente, quasi protagonista della storia.
A questo punto sono quasi convinta che tu sia un@ appassionat@/conoscente, forse addirittura studios@ di questo Paese. O forse sei semplicemente molto brav@ e riesci a trasmettere sensazioni, colori, odori anche senza aver mai veramente visto il Giappone xD la smetto, torno alla storia.
È malinconica, direi quasi ordinaria ma è nell'ordinario che si nasconde lo straordinario. Un italiano (adoro come per Muso, il coreano, il mondo si divida tra giapponesi e inglesi ahahhaha spesso mi capita di essere scambiata per inglese/americana e mi innervosisce troppo xD mettere tutto un tipo di persone in un'unica categoria è qualcosa tipico dell'essere umano xD) in Giappone che fa un lavoro umile, senza pretese. Un lutto e la "tristezza trattenuta" (che immagine che evoca!!!) che impermea il protagonista e gli altri. E poi un ragazzino! Non ti dirò, ma, con quelle poche direttive date, mi si è già dipinto un viso. In realtà perché sono in fissa con un attore e tanto mi basta per dare a Hirano il suo viso xD
Che deliri.
Noto che hai partecipato a un contest troppo bello, ahhhh adoro il folklore! Immagino che ci sarà tanto tanto altro nella tua storia... Non vedo l'ora di proseguire!
Un abbraccio virtuale con amuchina
Angel

Recensore Master
05/11/20, ore 14:59

Caro Yo.
Hai scritto una storia di una bellezza impressionante. Ogni singola parola é nel posto giusto al momento giusto.
Una vicenda surreale descritta con una delicatezza che fa quasi pensare che possa essere davvero possibile.
Tempo fa avevo letto qualcosa riguardo quest'arte di riparare oggetti rotti e il significato di queste venature d'oro che rimanevano impresse come segni del tempo. Ma riparare cocci rotti é ridare loro nuova vita, anche se non uguale alla prima.
Mi hai fatto rinfrescare la memoria con la riparazione di questa statuetta e mi hai fatto anche pensare a una frase che molti anni fa mi disse mio padre. Al telegiornale un giorno dissero che in alcune città un matrimonio su 2 fallisce. Ricordo che eravamo vicini al giorno del suo 45mo anniversario di nozze e io commentai prendendolo un po' in giro: "Pà, tu e la mamma siete alieni"
Mi sorrise e mi rispose: "No, semplicemente siamo cresciuti in un periodo in cui le cose rotte non si buttavano, ma si faceva di tutto per ripararle".
Oggi mi rendo conto di quante cose potrebbero essere riutilizzate, risistemare, riportate a nuova vita o magari, se a me non servono più, posso darle a qualcuno che magari ne ha ancora bisogno.
Tornando alla tua storia, direi che hai dato una svolta inattesa all'intera vicenda. I due protagonisti sono entrambi reali, fino a un certo punto. Poi uno svanisce, diciamo fisicamente, ma in realtà non svanisce mai. É proprio vero che chi vive nella memoria di chi resta non muore mai.
Complimenti per averci regalato questa bellissima e fantasiosa vicenda, nonché per averla scritta in modo esemplare.
Alla prox!
Ssjd

Recensore Master
05/11/20, ore 12:46

Beh, questo finale mi ha proprio sorpreso. Era da un pò che cominciavo a chiedermi quand'è che sarebbe subentrato l'elemento soprannaturale, e infatti eccolo qui! Non me lo aspettavo. Avevo ipotizzato che il fantasma di Fumi sarebbe uscito fuori dal corpo di Ryumei, oppure che i fantasmi fossero proprio Muso e Be. Al nostro povero protagonista deve essere venuto un mezzo infarto. Un finale un pochino amaro (ho sperato fino all'ultimo che riuscisse a rivedere, anche se per poco, il fantasma della moglie), ma al tempo stesso c'è anche un pizzico di felicità: la sua storia è stata pubblicata dall'editore, e adesso può contare su un luminoso futuro come mangaka. Beh, magari non sarà proprio luminosissimo, ma con un pò di fortuna se la caverà (e speriamo che se la cavi anche il signor Be con la sua Shu).

Grazie mille per quest'altra storia, tenera e misteriosa! A presto!

Recensore Master
05/11/20, ore 11:05

Buongiorno yonoi! Guarda, dire che mi hai sconvolto è poco, ma nel senso buono del termine, ovviamente. Anche se avrei dovuto immaginare che c'era qualcosa sotto, visto che comunque la storia è sovrannaturale, mai, mai e poi mai avrei immaginato che Hirano Ryumei fosse uno spirito, l'ombra di un uomo che non riesce a lasciare questa terra per via, forse, dei sensi di colpa che lo attanagliano. E proprio il protagonista lo fa riapparire, col dolore per la perdita della sua amata Fumi che in lui rivede come quasi in uno specchio.
Il tutto condito dalla dolcezza, dalla malinconia e dalla quiete che sempre traspaiono nei tuoi scritti.
Un primo posto al contest meritatissimo!
Davvero i miei complimenti!
A presto!

Recensore Master
28/10/20, ore 10:10

Ciao Yonoi. Eccomi a seguire questa storia che mi ha subito affascinata per l'ambientazione scelta, potendo percepire il tuo interesse per questo mondo mediante le descrizioni. L'introduzione è interessante, come è suggestiva la frase di Masoka Shiki. Un primo capitolo dove è tutto ben rappresentato, facendomi immergere nell'atmosfera, mediante parole ben scelte. La storia è nella sezione soprannaturale e sono curiosa di vedere come si evolverà, dove la figura di Fumi aleggia in un'atmosfera malinconica. Al prossimo capitolo. Un saluto.
(Recensione modificata il 28/10/2020 - 10:12 am)

Recensore Master

Questo capitolo è un mix ben calibrato tra natura, malinconia e Fantozzi.
Dunque, le descrizioni sono sempre pregne e hanno quel non so che di placida magia avvolgente ma quello è il lato cui ormai ci hai abituati.
Poi lo strano colloquio con la signorina che dovrebbe pubblicare le tavole/manga fa da stacco più "reale": la pubblicazione sembra praticamente certa d'altronde nonostante l'accompagnatore e saggio Be si sia ingozzato, peccato per l'etichetta del panda decisamente meno morigerato del suo simile nell'insegna! Ed è da lì che parte la tragicommedia, il rocambolesco e pittoresco viaggio di ritorno portando il ringraziamento zupposo per lo sponsor! Perfino l'incidente che non dovrebbe essere piacevolissimo ha strappato un sorriso, la Muso corporation un tocco di classe ed infine ammaccato e un po' stanchino ci è riuscito! A farsi dare qualche confidenza in più complice la zuppa dico. E così scopriamo un pezzo del misterioso Ryumei e cosa sia successo a moglie e bimbo, presto partirà per gli USA e non si vedranno forse più. È allora che scatta la malinconia vera e scatta pure la canzoncina che pare sentire solo lui, solenne maestosa e tanto malinconica lo accompagna fin da Be che un poco riesce a distrarlo.
Chissà cosa succederà ora, come finirà questa nostra avventura giapponese.... Alla prossima e complimentoni come di consueto!
Nala

Recensore Master

Carissimo.
Un capitolo molto pregno di eventi.
A tratti comico.
Come la strana sequenza di eventi tragicomici che hanno colpito il viaggio di ritorno del povero protagonista. Mi piacerebbe vederlo, cmq, questo pacchetto di zuppa che non si scalfisce nemmeno roteando come in una centrifuga.
Ad ogni modo questo capitolo spiega come la perseveranza paga sempre.
E la strada per la destinazione mi ricorda tanto quella che si abbarbica su per lo Stelvio. Ennemila tornanti che sembrano non finire mai. Una volta li ho fatti in autobus. Garantisco che il concetto di precarietà assume una significato molto relativo.
Se inizia a piovere e l'autobus sta scendendo, puoi solo chiedere di fermarsi e darti scendere...
Oppure devi essere molto, molto fiducioso nelle foti dell'autista o avere in tasca un qualche santino protettore.
Cmq, una domanda mi frulla nella testa. Perché questo tizio si 'innamora' (?) del responsabile risorse umane? Perché non considerare la possibilità di diventargli semplicemente amico?
Non sarebbe molto più facile approcciarsi e relazionarsi con lui?
Immagino che tu abbia un'idea precisa e mi piacerebbe capire.
Curiosità.
Alla prox e per ordinare la zuppa di funghi?
Porti tu?
Ssjd

Recensore Master

Ciao yonoi! Con immenso piacere mi sono immersa nella lettura del terzo capitolo della tua storia, come sempre intrisa di ricordi e di malinconia, quel natsukashii che accompagna ogni momento di questa lunga giornata per il nostro protagonista.
Fino ad ora mi sono dimenticata di dirti quanto adoro, e trovo azzeccato, il personaggio di Be: è un uomo che, nonostante tutte le difficoltà che si trova ad affrontare ogni giorno, riesce a cogliere sempre il meglio della vita, ogni lato positivo. È ironico e dotato di un intuito davvero favoloso. È la spalla ideale per il tuo protagonista.
E, come avevo immaginato, è stato proprio Hirano a fare da sponsor per il manga.
Il viaggio verso il paese, e il paese stesso, sono stati davvero molto evocativi. Il pullman che scodava sui tornanti mi ha fatto pensare ad una strada forse molto simile che percorre un tratto della Norvegia più selvaggia, e anche il nostro autobus scondizolava così tanto sugli stretti tornanti, anche se per fortuna non è successo nessun incidente.
L'efficienza dell'autista, che corre subito a informare i passeggeri con un inchino, è encomiabile benché forse un tantino fuori luogo per uno che si è appena ritrovato a testa in giù XD
La scena finale sulla terrazza torna a intridersi di maliconia quando risuonano le note del brano dal nome così evocativo, e su tali note Hirano, dopo aver lasciato alcune confidenze, ecco che torna a chiudersi nel suo dolore. Saranno passati anche molti anni, come dice lui, ma il ricordo non si può spegnere come una lampadina, purtroppo.
Ti rinnovo i miei sinceri complimenti: invidio tantissimo il tuo stile, così poetico ed evocativo. Nella mia personale classifica del contest sei sul gradino più alto del podio, per quel che può valere la mia misera opinione :-)
A presto!

Recensore Master

La storia inizia ad assumere dei contorni sempre più malinconici. Il protagonista e il signor Ryumei hanno entrambi perso qualcuno a loro caro: uno la moglie, l'altro il figlio. Sarà forse un segno del destino, che si siano incontrati? Chissà. E chissà poi se l'editore accetterà di pubblicare quei disegni. Spero sinceramente di sì, altrimenti quel povero gaijin avrà un'altra bella mazzata nello stomaco, e non basteranno la compagnia del signor Be e la simpatia di Muso (simpatico come un sergente dei marines). Povero, povero gaijin. Riuscirà a trovare un pò di felicità nella terra del sol levante? Speriamo bene (io intanto vado a prepararmi una bella zuppa di funghi, che mi è venuta voglia).

Al prossimo capitolo!

Recensore Master
12/10/20, ore 02:53

Carissimo,
Sono in ritardo lo so, lo avevo letto in realtà appena era uscito questo secondo intenso e struggente capitolo, chissà se riesco, nonostante l'ora tarda a fare una rece come di deve e come merita.
Dunque, qualche verso e torniamo in compagnia del nostro protagonista e delle sue riflessioni. Il suo sogno - pubblicare un suo lavoro - è il motivo per cui rimane in quel paese che lo affascina ma che pure al momento, dopo Fumi, non sembra potergli dare nulla.
Il mare che fa da sfondo e quella spiaggia dai mille divieti sono descritte magistralmente! Arriva una telefonata da casa, una casa che però non sente più sua, sempre più distante, tanto che le domande del fratello gli provocano quasi fastidio pur se poi avverte una certa nostalgia.
Il rapporto con il dirigente invece prosegue in un modo bizzarro forse ma con basi sempre più definite... Un rapporto però in cui uno solo sembra essere lo scambio in maniera unidirezionale (Ryumei fa domande, lui risponde).
Addirittura gli mostra i disegni e nemmeno troppo velatamente il suo sogno di un manga. Poi il passo falso, una domanda (l'unica) di troppo e la interessante routine viene distrutta d'un colpo: a Ryumei piace ascoltare, un tantino meno parlare di sé pare.
Ma il confidante è pur sempre quello che fa le pulizie! Ah, quante cose possono scoprire quelli che fanno le pulizie in luoghi altrui... Tanto, perfino se tieni tutto in modo spartano e seminascosto.... E infatti da un posto dove non dovrebbe guardare spunta una foto misteriosa una foto che nessuno doveva vedere e il peggio è che il boss lo scopre! La fuga frettolosa è degna di un Fantozzi ma la vera sorpresa è il finale di capitoli con quella telefonata, chissà se....
Lo scopriremo al prossimo capitolo! 😁
Nala
P. S. Concordo con l'altro amicone che c'è un qualcosa di molto.... "tuo" anche se non so bene come spiegarlo.... 🤔🤔

Recensore Master
11/10/20, ore 13:59

Caro Yo.
Questo capitolo mi ricorda molto le serate passate in tua compagnia a chiacchierare qui in giro. Ha un non so che di autobiografico o meglio, di qualcosa che mi hai raccontato riguardo le tue ferie al mare. Credo che abbiano avuto una certa influenza su questa parte del racconto.
Ho trovato curioso che il tuo protagonista pensi che il suo cliente sia un appassionato di manga Hentai. Ho sempre pensato fosse un genere un po' di nicchia... Ma magari in Giappone é il fumetto che va per la maggiore...
Anche se non oso immaginare chi si metterebbe a leggerlo (sfogliarlo) in metropolitana andando a scuola o a lavoro.
😅
Responsabile del personale appassionato di fumetti Hentai.
Ci sarebbe da scriverci un racconto. Ah, no, aspetta... L'hai già fatto tu!
Cmq. Faccio il tifo per questo tuo personaggio. Un po' goffo, un po' fuori da un mondo così diverso dalla telefonata che arriva dalla sua famiglia in Italia. Quel "quando torni?" che non si capisce se sa di speranza o di invidia, a cui non si riesce a dare una risposta per non deludere un'aspettativa o soddisfare il desiderio di rivalsa di chi non ha mai avuto il coraggio di cambiare vita.
"Forse, un giorno."
É la risposta consueta che nasconde un "mai più" intollerabile per chi aspetta.
Alla prox!
Ssjd