Ciao! E' da una vita che non mi faccio sentire e me ne dispiaccio tremendamente, soprattutto dopo aver letto la risposta che mi avevi lasciato. Mi piacerebbe aiutarti, solo che occupo il mio tempo libero con la scrittura delle mie storie (e sono una scrittrice lentissima, è questo il mio problema :D).
Secondo me il modo migliore e più naturale per far evolvere il proprio stile è leggere. Leggere tanto, roba buona :) Io sto imparando così, piano piano.
Per dare due consigli un po' più specifici con riguardo a questo capitolo, ti segnalo due punti:
"Si sentiva a disagio,cosa che non gli era mai successa a lu, uomo freddo e calcolatore com’era, a quanto pareva Naru gli aveva rivelato molte cose di se che credeva di non conoscere.".
Di solito 'freddo e calcolatore' sono due aggettivi che non si usano nel riferirsi a se stessi. Anche se Nephrite fosse cosciente della propria malvagità - e doveva esserlo, altrimenti non si sarebbe mai 'redento' - penserebbe più a fatti concreti che a concetti astratti nel descriversi da solo nella propria testa. Ad esempio avrebbe ricordato qualche episodio in cui si era comportato con freddezza, oppure in cui sentimenti come quelli di Naru non lo avevano mai colpito come in questo momento.
Altro appunto: "Naru arrossì come un peperone.". Rendi l'idea, solo che fino a quel momento avevi utilizzato un registro linguistico più alto e un paragone come quello dei peperoni risalta come improprio, spezza il tono della narrazione.
Nel capitolo segui gli eventi del cartone aggiungendo un momento nuovo tra Naru e Nephrite. L'idea che possa avvicinarli la condivisione di un momento di dolore personale è carina e sentita. L'unico difetto che ho trovato a questa scelta è la maniera in cui l'hai collegato a quanto poi accadeva nell'anime: Neprhite ha un 'cambio repentino di atteggiamento' che risulta inspiegabile. Non è che lui fosse sempre coerente ;), però nella tua storia tu stai spiegando i suoi pensieri ed è strano che proprio in un momento molto importante tra lui e Naru tu scelga di saltare cosa gli sia esattamente passato in mente per farlo decidere di passare dall'empatia ad un'azione di attacco nei confronti di lei. Ne parli in questo pezzo:
'In cuor suo sentì quasi una scossa di contentezza, sensazione che durò poco. Non poteva fallire, doveva mantenere la sua lucidità.'
Se fino ad un attimo primo si riusciva quasi a capire cosa stava provando lui - la traccia di contentezza - poi bruscamente c'è questo risveglio che sembra non causargli alcun problema o turbamento. Okay, cerco di essere sintetica :D E' come se il Nephrite della tua storia fosse stato sostituito da un altro personaggio, il Nephrite dell'anime. Poteva esserci maggiore continuità nei suoi pensieri e nel suo atteggiamento, è questo che sto cercando di dire.
Una sola nota su un errore ripetuto di ortografia: 'se' pronome richiede l'accento, a meno che non sia inserito all'interno di 'se stesso' o 'se stessa'. So quanto possa essere noioso tornare a rileggere una propria storia e scoprire di aver fatto errori che nessuno aveva segnalato, è solo per questo che ne parlo.
Vado a leggere il prossimo capitolo. |