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Autore: EverybodyHurts    05/04/2012    5 recensioni
Nina Dobrev, ricca diciannovenne cresciuta tra libri e vestiti firmati. Ian Somerhalder, ventiquattrenne disoccupato che per guadagnare qualcosa si dedica ad ogni genere di lavoro. I due s'incontrano per puro caso, chiamatelo se volete destino, e Nina dovrà fare i conti con la madre che vorrebbe che lei sposasse un ragazzo "alla sua altezza": ricco e che possa garantirle un futuro sicuro. Quali saranno le sue scelte? L'Amore, quello con la "A" maiuscola, è davvero in grado di vincere su tutto?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ian Somerhalder, Nina Dobrev
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve, popolo di Efp! (:
Come va? Io sono tornata da poco da Dublino ed è stata un’esperienza a dir poco meravigliosa. Ora che sono tornata devo fare i conti con la vita di tutti i giorni ma riesco sempre a trovare una “via di fuga” scrivendo. Ecco a voi il nuovissimo capitolo! :3
Anche in questo capitolo sarà solamente “Ian” a parlare. Almeno per ora mi trovo meglio a scrivere di lui, poi in futuro parlerà anche Nina ovviamente u.u
Ps. Scusate il ritardo ma sono stata moooolto impegnata.
Anyway, spero davvero che il capitolo vi piaccia e spero nelle vostre recensioni **
 Bacio, ci si sente in fondo con le risposte alle vostre recensioni! :)
 
POV Ian.
Non riuscivo a staccarle gli occhi di dosso, il che era piuttosto imbarazzante per lei. Ogni volta che alzava lo sguardo vedeva i miei occhi posarsi su uno dei suoi meravigliosi particolari del suo corpo: a volte erano le sue bellissime labbra ad attirare la mia attenzione, altre volte l’incavo del collo, altre volte ancora le sue gambe a dir poco perfette. Sembravo quasi un maniaco in preda ad un attacco difficile da controllare e lei.. era la mia preda. I miei occhi si posarono sulle sue mani piccoline e lisce in confronto alle mie ed ebbi l’impulso di stringerle, non so per quale assurdo motivo. L’unica certezza era che una cosa simile non mi era mai capitata. Perché sentivo il bisogno di un contatto fisico? Mi diedi un po’ di contegno e smisi di fissarla cercando interesse in qualsiasi altra cosa: un oggetto, un bambino, una macchina, una pianta.
Stavamo camminando verso la spiaggia, diretti verso non so quale ristorante/pizzeria/locale. Ogni tanto lei alzava lo sguardo verso di me, mi sorrideva lievemente e tornava a sistemarsi il vestito come se fosse l’unico dei suoi problemi.
« Dove andiamo? » chiese all’improvviso. Era una domanda e.. dovevo risponderle. Ma cosa le avrei risposto?
« mm.. è una sorpresa. » risposi inarcando le sopracciglia. Lei fece altrettanto e incrociò le braccia al petto.
« Ho come l’impressione che tu mi stia mentendo. Secondo me, potrei sbagliare, non hai la più pallida idea di dove stiamo andando. » sorrise.
Ero sbigottito: leggeva nel pensiero?
« Mi hai scoperto, non è giusto. Come hai fatto? »
« Sesto senso. » si portò una ciocca di capelli dietro il suo orecchio destro e tornò a guardarmi dolcemente.
« Hai qualche idea? » domandai.
« In realtà no, dovresti essere tu a decidere. »
« Facciamo che ceniamo nel primo ristorante che vediamo, qualunque esso sia. » proposi con tono di sfida.
« Qualunque esso sia? » chiese preoccupata mordendosi il labbro inferiore.
« Qualunque esso sia. » confermai sicuro delle mie parole.
« Ci sto. »
« Affare fatto. » le sorrisi.
La passeggiata continuò tra uno sguardo e l’altro, tra una risata e l’altra e tra una mia voglia di accarezzarla anche solo per un istante e l’altra. Finalmente arrivammo di fronte ad un ristorante. L’insegna era semi-distrutta e Nina fissava il locale con occhi spaventati.
« Vale ancora la tua proposta riguardo al “qualunque esso sia”? » chiese sperando in un mio “no”.
« Sì, entriamo. » feci entrare prima lei da bravo gentiluomo ed un cameriere con un camice decisamente sporco ci accompagnò ad un tavolo in un angolo. La faccia di Nina la sapeva lunga: lei, così perfetta, così abituata ai locali di lusso costretta a mangiare in una specie di ristorante sporco e malridotto. Le sue espressioni mi facevano morire dalle risate.
« Cosa prendi? » chiesi sghignazzando.
« Credo una pizza.. tu? »
« Anche io. »
« Siete pronti per ordinare? » chiese il cameriere dopo pochi istanti. Non avevamo avuto neanche il tempo di scegliere le pizze.
« Per me una boscaiola, per te? » chiesi a Nina.
« mm, una vegetariana. »
« Una boscaiola ed una vegetariana, perfetto. Da bere? » chiese il cameriere annotandosi l’ordinazione su una delle sue enormi mani.
« Birra per me. »
« Per me una coca cola. » disse Nina.  
« Ok, grazie. » disse il cameriere dirigendosi verso la cucina. Da una delle casse stereo (o meglio, quel che restava delle casse stereo) arrivava una musica d’altri tempi per tutto il locale.
« Una vegetariana? Una coca cola? » chiesi sorpreso.
Annuì. « Sono vegetariana e.. amo la coca cola. »
« Davvero sei vegetariana? » la guardai dolcemente.
« Da quando ero bambina. » sorrise. Lo sei anche ora, pensai. Il modo in cui aveva sorriso quando aveva visto la cioccolata calda quella mattina, le fossette che le si formavano ogni volta che rideva, i suoi occhi a cerbiatto..
« Come mai questa scelta? » chiesi. Il cameriere interruppe la conversazione lasciando sul tavolo una bottiglia di birra. Prese l’apri-bottiglie attaccato ad un passante dei suoi jeans e l’aprì.
« Non saprei sinceramente. Mia madre è vegetariana, credo che mi abbia influenzata molto nelle mie decisioni.. » si versò un po’ di coca cola dalla lattina.
« Vuoi un po’ di birra? » le chiesi porgendole la bottiglia dopo aver riempito il mio bicchiere.
« ehm, no.. non mi piace.. » rispose imbarazzata.
« Non ti piace la birra? » chiesi sbigottito. Non amare la birra era un’eresia per me che vivevo praticamente solo per berla.
Scoppiò a ridere. « Non fare quella faccia, non mi piace.. »
« L’hai mai assaggiata? » ritentai.
Esitò per un istante. « Sinceramente non l’ho mai provata.. » si morse il labbro inferiore e tornò a guardarmi.
« E’ arrivata la fatidica ora di provarla, allora. » sorrisi.
« Stai scherzando, spero. Non ho intenzione di provare.. quella.. quella cosa. » disse indignata indicando la bevanda nel mio bicchiere.
« E invece questa sera la proverai. » dissi con tono autoritario. Lei mi fissò sorpresa.
Poco dopo arrivarono le pizze. Già erano pronte? Il cameriere non poteva aspettare qualche minuto in più?
Nina addentò la sua e quando disse: « ma è praticamente cruda! » scoppiai a ridere. Assaggiai la mia e confermai: era la peggior pizza che io avessi mai assaggiato.
« Non credo che continuare a mangiarla sia una buona idea.. » lasciò il suo spicchio mangiucchiato nel piatto, si pulì accuratamente le mani con il tovagliolo e lo ripose esattamente nel modo in cui l’aveva trovato.
« Hai ragione. »
« L’idea del “qualunque esso sia” non ha funzionato, a quanto pare.. » disse Nina ridacchiando e indicando le nostre pizze.
« Spero che la prossima volta saremo più fortunati. » le sorrisi senza badare alle mie parole. La prossima volta?  
Mi guardò lusingata. « Lo spero anche io. »
« Se pensi che mi sia scordato, sbagli di grosso. »
« Cosa? » chiese lei disorientata. A quanto pare era lei quella che si era dimenticata della birra.
Versai un po’ di birra nel suo bicchiere e glielo porsi.
Lo guardò disgustata e poi tornò a guardare me. « Non la berrò. » inarcò le sopracciglia e mi fissò intensamente negli occhi.
« Oh sì, lo farai. » aumentai l’intensità del mio sguardo sperando che lei cedesse. Quale ragazza riusciva a resistere al mio sguardo?
« E invece no! » esclamò incrociando le braccia al petto.
« Sei testarda, eh. Devo venire lì e fartela bere con le cattive? »
Rise. « Non la berrò mai, mi disgusta l’odore. »
« beh, tappati il naso con una molletta, posso prestartela se vuoi. » scoppiò a ridere.
« Certo, perché no?! Sarebbe una splendida idea. »
« O forse non la bevi perché.. hai paura. » giocai l’ultima carta a mio favore sperando che finalmente funzionasse.
« Io non ho paura di niente. » velocemente mi strappò il bicchiere di mano e sorseggiò la birra tutta d’un fiato. Orgogliosa, eh.
Attesi una sua reazione.
« E’ davvero dis-gus-to-sa! » urlò. Immediatamente si versò altra coca-cola per cancellare il sapore che aveva in bocca. Scoppiai a ridere. Come cavolo faceva a non piacerle la birra?
« Non c’è niente da ridere, potevo morire per il disgusto. »
« Sei esagerata. » non riuscivo a smettere di ridere.
Lei imbronciata incrociò le braccia al petto e mi fissò. « Sei stato tu a costringermi! »
« In realtà è stata una tua scelta ma sei troppo orgogliosa per ammetterlo. »
Le sue guancie divamparono ed io le sorrisi.
« Voglio andare a casa. »
« Ogni suo desiderio è un ordine. » mi alzai dalla sedia e infilai la giacca. Aspettai che facesse lo stesso e mi diressi verso la porta d’ingresso.
« ehm.. non paghiamo? » chiese.
« Ti sembra il caso di pagare? Quella la chiamano pizza? Dobbiamo sbrigarci, il tizio non ci vedrà. Pronta? » le porsi la mano destra.
Mi guardò come se fossi pazzo. Per un attimo pensai che all’improvviso avrebbe cominciato ad urlare in preda al panico. Dopotutto era insieme ad una specie di squilibrato che prima l’aveva costretta a bere, poi le stava chiedendo di uscire senza pagare. E invece sorrise. Afferrò la mia mano con sicurezza e insieme corremmo verso l’uscita. Ero davvero sorpreso. Una volta usciti fuori, la guardai alla luce della Luna. Ansimava per la corsa e mi guardava con gli occhi lucidi. « E’ stato davvero.. divertente. Dovremmo rifarlo. » scoppiò a ridere ed io la seguii.
« Non pensavo che riuscissi a correre così veloce con quei.. cosi ai piedi. »
« Andiamo, non sono poi così alti.. » disse lei fiera delle sue scarpe. Probabilmente erano un nuovo acquisto.
« Non credo siano il massimo della comodità. »
« E invece lo sono, te l’assicuro. »
Scoppiai a ridere. « Sì, certo, come no. »
« Comincio a sentire gli effetti di quella pessima cosa chiamata birra.. mi gira la testa. » piagnucolò.
« Ho regione: sei esagerata. Hai bevuto qualcosa come meno di mezzo bicchiere, non può girarti la testa. » risi.
« E invece sì! » fece qualche passo e.. bum! Il tacco destro si ruppe. Prontamente la sorressi per evitare che si facesse male e la guardai negli occhi. « mh, cosa hai detto poco fa riguardo ai tacchi e alla loro comodità? » sussurrai.
« Le mie povere piccole scarpine.. » le guardò con tristezza e si chinò per raccogliere il tacco. Non potei evitare di guardarle il fondoschiena.
« Come faccio ora? » chiese con il tacco in mano.
« Puoi scegliere tra due opzioni. »
« Cioè? »
« Uno: rompere il tacco dell’altra scarpa e camminare come se portassi degli zoccoletti olandesi, oppure camminare scalza. »
« Proporrei una terza opzione. » si morse il labbro.
« Quale sarebbe? » chiesi.
« Le tue braccia muscolose sarebbero disposte ad ospitarmi? » fece gli occhi dolci. Non seppi resistere.. finalmente stava per arrivare quel contatto che tanto avevo bramato poco prima. Mi chinai e la presi in braccio. Era molto leggera. In quella posizione potevo toccarle gambe e schiena senza che se ne accorgesse. Sembravo davvero un maniaco.
« Ricordi la strada per arrivare a casa mia? » chiese.
« Sì. Dimmi la verità.. Hai fatto tutta questa scena solamente perché ti portassi in braccio, non è così? Chi non vorrebbe essere riaccompagnata a casa tra le braccia di Ian Somerhalder. » dissi con tono altezzoso.
« Sì certo, non montarti la testa però, eh. » sorrise dolcemente e portò le braccia dietro al mio collo. Il suo contatto mi provocò un brivido.
Una goccia gelida approdò sul mio avambraccio. A questa ne seguì un’altra, un’altra e un’altra ancora. Improvvisamente scoppiò a piovere a dirotto.
« mh, credo che stia piovendo.. » disse Nina.
« Bell’osservazione! » cominciai a correre verso casa sua sperando di arrivare presto. Da lì non era molto lontana e preferii raggiungerla piuttosto che cercare un riparo e aspettare che spiovesse.
Arrivammo davanti al portone completamente bagnati e Nina non riusciva a smettere di ridere. Vederla ridere in quel modo creava in me una specie di reazione a catena e non riuscivo a smettere di ridere neanche io, era inevitabile. Prese la chiave e aprì il portone. Finalmente entrammo. Mi asciugai i piedi sul tappetino ma mi resi conto che, anche se continuavo ad asciugarli, ad ogni passo lasciavo la scia. Nina mi precedette, accese la luce e la guardai. Il vestito bagnato aderiva perfettamente alle sue curve. Mmm..
« Beeeeeells? » chiamò. Nessuna risposta.
« Come mai non c’è nessuno? » chiese poco dopo.
« Chi è Bells? »
« La mia cameriera.. ah! Che sbadata! Le avevo concesso la serata libera.. »
Un tuono decisamente rumoroso interruppe le sue riflessioni. Sobbalzò.
« Devo tornare a casa prima che cominci a piovere ancora più forte. » dichiarai.
« mm.. sì.. » un altro tuono, ancora più forte. Cominciò a tremare.
« Dovresti asciugarti, stai tremando.. »
« sìsì, non preoccuparti.. grazie.. » ancora un tuono, poi un altro..
« Sei sicuro che tornare a casa sia una buona idea? Con questi tuoni.. »
« Saprò cavarmela. – sorrisi – Ti preoccupi per me? » domandai.
« E’ che.. magari hai freddo.. potresti asciugarti qui se vuoi.. »
« Sarebbe inutile.. Mi bagnerei lo stesso non appena metto piede fuori casa. »
« Va bene.. allora.. ci vediamo presto. » disse.
« A presto Nina.. » mi avvicinai alla porta e l’aprii. Uscii, mi voltai per salutarla e richiusi la porta alle mie spalle. Pochi istanti dopo la porta si riaprì.
« Aspetta! » esclamò Nina.
Mi voltai. « ehm.. sono.. sono terrorizzata dai tuoni.. e.. e.. Bells non c’è.. quindi.. quindi sono sola e.. ho.. tanta paura.. potresti magari.. cioè, se non è un problema.. restare.. con me.. questa notte? » chiese balbettando imbarazzata.
Sorrisi dolcemente. « Ma certo. » rientrai in casa.
« Solo se per te non è un problema.. » nuovo tuono. Saltò dallo spavento.
Scoppiai a ridere. « Un problema? Non ti lascerò morire di paura. » sorrise.
« Ho un pigiama piuttosto grande, dovrebbe entrarti.. Il bagno è da quella parte, sicuramente vorrai farti una doccia calda. Io userò l’altro, quindi non farti problemi.. »
Entrò nella sua camera e da uno dei tanti cassetti estrasse un pigiama enorme. Come faceva ad averne uno così grande? Me lo passò e lo afferrai. Rosa con i cuoricini? Feci una smorfia. Nina ridacchiò e si diresse verso l’altro bagno.
Mi feci una bella doccia calda e poi indossai il pigiama. Mi guardai allo specchio: ero decisamente imbarazzante. Fuori il diluvio continuava alla grande: tuoni e lampi ogni tre secondi. Nina non usciva dalla doccia e per un attimo pensai che fosse morta d’infarto. Poco dopo poi uscì in camicia da notte e, appena mi vide, scoppiò a ridere.
Incrociai le braccia al petto: in effetti il mio aspetto non doveva essere dei migliori. Si diresse in camera sua e la seguii.. letto matrimoniale.
« Puoi dormire dove vuoi. » disse sorridendo.
Anche con te?
« Potrei dormire qui.. visto che il letto è grande. Nel caso avessi paura dei tuoni.. » sperai di non aver fatto mosse troppo azzardate.
« Era proprio quello che volevo chiederti ma.. credevo di essere troppo.. invadente forse. » sorrise.
Mi sdraiai sulla “mia” metà del letto e lei fece lo stesso.  
« Buonanotte Ian. » disse poco dopo.
« Buonanotte Nina. »
I tuoni continuavano imperterriti e a ciascuno Nina tremava o sobbalzava spaventata. Non riuscivo a vederla così terrorizzata.
« Ehi.. » sussurrai. Era girata su un fianco e mi dava le spalle.
« Sì? » chiese.
« Puoi venire qui.. non mi sembra di essere di grande aiuto altrimenti.. »
Non se lo fece ripetere due volte. Si voltò e mi si avvicinò posando la testa sul mio torace. Con il braccio destro la circondai e posai la mano sulla sua spalla stringendola a me delicatamente. Lei posò la sua mano destra sul mio petto e la sentii respirare tranquillamente. I tuoni continuarono ma da quel momento non tremò più: si addormentò sul mio torace e niente disturbò il suo sonno, neanche i miei occhi che continuavano a scrutarla mentre dormiva e non riuscivano a posarsi su nient’altro che non fosse lei.

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Risposte alle recensioni! (:

Sonia88 Ecco a te il capitolo sulla cena! Spero che ti piaccia e.. grazie davvero per la recensione! Un bacio:3

SabryPierce oooh, sono commossa.. davvero! Ma che bella recensione, grazie davvero *----* Sei gentilissima e sono davvero felice che questa ff ti piaccia :') Spero che ti piaccia anche questo capitolo, grazie ancora! Non so davvero cosa scrivere per ringraziarti sufficientemente :') Comunque sì, ho Twitter ma lo uso raramente. Mi chiamo: YMyResistance e sarò felice di re-followarti :3 un bacio :*  

   
 
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