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Autore: Loda    06/04/2012    6 recensioni
Se non ti guardi allo specchio, non lo vedi che stai piangendo. Ma le lacrime ne hanno anche un altro di riflesso, che è tutto interiore, ed è più crudele di esse stesse, infinitamente.
Si tratta del sangue.
"Non si tratta di essere buoni o cattivi, non si è mai trattato di questo. Ci sono solo epoche da attraversare, scelte da compiere e personalità che crescono. Nessuno vive così poco da non cambiare volto nemmeno una volta"
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo
PROLOGO
 
 




Sentiva la pioggia scivolarle addosso, e ogni goccia di pioggia sembrava qualcosa che le si spezzasse dal cuore e che fuggisse via. Per quanto ancora avrebbe dovuto sentirlo battere quel cuore? Non ne aveva abbastanza? Il suo cuore non ne voleva sapere di morire davvero, e sentire dentro di sé l’amore e il dolore era la cosa più orribile. Perché se avesse potuto vivere duemila anni ancora, senza il cuore, oh sì, l’avrebbe fatto. Ma allora da cosa stava scappando? Non l’aveva sempre desiderata?

La vera morte…
Correva talmente veloce da non sentire il terreno sotto i propri piedi, sorpassava alberi, fiumi, case isolate e andava avanti. Non sarebbero mai riusciti a raggiungerla.
Non voleva dare loro quella soddisfazione, far pensare loro che avessero vinto. Non voleva lasciare il mondo in mano al caos più marcio, ma era quello che stava facendo. Stava fuggendo, e stava lasciando il baratro dietro di sé. Stava fuggendo da lui? La vergogna, era sempre stata un’irresponsabile e lei, nonostante fosse vecchia di quasi duemila anni, ancora non la conosceva la saggezza.
Il suo sogno era quello di essere accettata, un giorno, ma come era possibile essere accettata dopo tutto quello che aveva fatto?
Il corpo di colui che avrebbero chiamato eroe era caduto a terra, sul caldo cemento di sangue. E lei era di nuovo la cattiva.
Non era sempre stata lei l’oppressore?
Tutte le cose che aveva fatto… Aveva fatto anche cose buone, sì, glielo dicevano in continuazione. Ma ora come ora ricordava solo quelle brutte, quelle malvagie, quelle che la divoravano.
Uccidere non è abbastanza, Jacque, non è abbastanza per definire quello che ho fatto.
Anche se erano talmente lontane da sembrare le terribili cose di qualcun altro, era stata proprio lei a compierle.
Si fermò, stanca. Avrebbe dovuto nutrirsi, altrimenti avrebbe rallentato e la distanza tra lei e loro sarebbe diminuita. Si buttò per terra, sulle ginocchia.
Lei odiava mangiare.
La pioggia cadeva feroce sulla sua testa e le impediva di pensare. Era terribile, sembrava che la sua testa potesse scoppiare da un momento all’altro, come se fosse soprassatura, come se non ci fosse più spazio per niente. Era tutto occupato, tutto colmo di amore, odio, ricordi avvelenati che le squarciavano il cuore che si ricomponeva, un pezzo alla volta, ogni volta, mentre le lacrime, quelle non sarebbero mai più venute fuori e standosene all’interno di quell’inferno la consumavano, lentamente la uccidevano. 
Si portò una mano al petto mentre un’idea che aveva sempre avuto ma che la spaventava troppo tornò a galla nel mare tempestoso della sua mente. Sarebbe rimasta lì, sdraiata tra l’erba e il fango, sotto la pioggia, che l’avrebbe rasserenata e fatta sentire parte della natura. Si sarebbe ricordata le cose belle della vita, avrebbe pensato all’unico uomo che aveva davvero amato e l’avrebbe stretto a sé e l’avrebbe scaldato nel gelo dei suoi ricordi. Finché non fosse venuta l’alba.
E lasci tutto così com’è…  
Allora avrebbe guardato il sole come se lo vedesse per la prima volta, avrebbe sentito il suo calore accarezzarle la pelle, come il calore dell’amore che non voleva dimenticare.
E poi sarebbe bruciata, all’inferno.












Prologo molto breve, lo so. Non mi aspetto particolari pareri ma spero di aver dato un piccolo assaggio di quello che questa storia sarà, per chi vuole proseguire nella lettura il primo capitolo arriverà a breve :)
 
   
 
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