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Autore: AlexDavis    17/04/2012    25 recensioni
Rosalie si sta per sposare, ma ha qualche dubbio e quindi scappa lasciando sua sorella gemella, Bella, a fingersi lei con il fidsanzato Edward.
Bella ha sempre considerato Edward uno strafigo, cosa succederà adesso che dovrà passare con lui moooolto tempo?
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Ragazze questo è l'epilogo...
Come sempre non ho tempo e mi dispiace davvero tanto non dirvi tutte le cose che avrei voluto e dovuto dirvi.
Vi dico solo GRAZIE, siete state tutte MAGNIFICHE!!!!!
xoxo Alex
ps. vi aspetto nelle altre mie storie.



Epilogo


 

6 mesi dopo.
 
Ero in piedi di fronte al mio armadio e mi stavo guardando allo specchio. Mi ero osservata da ogni angolazione e da ogni lato e più guardavo a più mi trovavo… enorme, sembravo una balena.
Quello era l’ennesimo vestito che provavo e puntualmente dovevo toglierlo perché non mi andava, o troppo stretto sul petto e troppo stretto sulla pancia.
Sbuffai. << Basta, ci rinuncio! >> esclamai togliendomi il vestito e sedendomi sul letto.
Sentii una presenza vicino alla porta e alzai lo sguardo incontrando il suo divertito. << Cosa guardi? >> gli ringhiai contro.
Lui alzò gli occhi al cielo. << Cosa c’è, stavolta? >>
Digrignai i denti. << Cosa potrebbe succedere, secondo te? Sono enorme e non mi entra nulla… >> e lanciai a terra un vestito che afferrai dal letto. << Stasera non vado da nessuna parte. >> conclusi.
Lui non disse nulla e uscii dalla stanza facendomi ringhiare ancora di più. Io avevo bisogno del suo sostegno e lui se ne andava ignorandomi completamente, ma che ragazzo mi ero trovata?
Dopo qualche secondo ritornò con una busta viola in mano. << Tieni. >> e me la porse.
Curiosa afferrai la borsa e l’appoggiai su letto aprendola e tirando fuori un morbidissimo vestito di lana blu. Lo osservai appoggiandolo al mio corpo e guardandomi allo specchio, era davvero molto bello e poi quei fiorellini azzurri sparsi qua e là gli conferivano un’aria meno seriosa.
Lo posai sul letto e mi infilai un pantacollant blu scuro, poi infilai il vestito e al piede misi un paio di stivali blu bassi.
Mi guardai allo specchio e finalmente dopo tanto mi sentii bella e guardai Edward con un sorriso luminoso sul viso. << E’ bellissimo, grazie. >>
Mi avvicinai a lui e mi alzai sulle punte immergendo le mie mani tra i suoi morbidi e lucenti capelli. << Sei meraviglioso. >> sussurrai prima di appoggiare le mie labbra sulle sue.
Mi baciò dolcemente accarezzandomi la schiena e poi spostando le mani sul mio ventre leggermente gonfio o almeno così mi faceva comodo pensare, perché non era proprio leggermente gonfio. Il tuo ventre può essere leggermente gonfio quando mangi tanto e di conseguenza ti si gonfia, ma la mia pancia era grande.
Erano gemelli, si.
E non era per colpa della mia famiglia perché il gene salta una generazione e quindi non avrei dovuto aspettare due bambini, ma non avevo preso in considerazione la famiglia di Edward. Sua madre, la sua vera madre, era una gemella e quindi saltando la generazione di Edward e facendo due conti, io mi ritrovavo ad aspettare due bambini. Quando si dice i casi della vita.
Quando si staccò da me mi guardò dolcemente. << Adesso che abbiamo superato l’ostacolo vestito, mi dici cosa davvero ti turba? >> mi chiese.
Dimenticavo sempre che Edward aveva imparato a conoscermi in quei sei mesi e che adesso niente gli sfuggiva. Sospirai e abbassai lo sguardo. << Ho paura di vederla, sono totalmente terrorizzata. >>
Mi riferivo a mia sorella Rosalie, che non vedevo da quella mattina della discussione. Non l’avevo vista e sentita per mesi fino a che non avevo ricevuto una sua telefonata in cui mi diceva che aveva capito, ma che per il momento non se la sentiva di vederci insieme.
E quella sera, in occasione del compleanno di mio padre, ci saremmo riviste e non ero pronta. Non sapevo come avrebbe preso la notizia della mia gravidanza né della convivenza tra me ed Edward, e non sapere le cose mi terrorizza.
<< Bella, tesoro, guardami. >> mi incitò lui.
Alzai lo sguardo verso il suo viso incontrato i suoi bellissimi occhi verdi che mi stavano guardando con dolcezza e amore, quello sguardo che ogni volta mi faceva venire il latte alle ginocchia.
<< Tesoro, sono passati sei mesi, non potete continuare a scappare. >> mi disse, poi afferrò il mio viso tra le mani. << E poi non dovresti avere paura perché io sarò costantemente al tuo fianco, non ti lascerò mai, tranquilla. >> e mi diede un bacio sul naso.
Sorrisi imbarazzata e mi sporsi a dargli un bacio sulla guancia. << Andiamo? >>
Edward annuì. << Andiamo. >>
 
Quando arrivammo a casa di mia madre Rosalie non era ancora arrivata quindi ebbi qualche minuto per prepararmi psicologicamente.
Aiutai mia madre a sistemare gli ultimi stuzzichini sulla tavola prima dell’arrivo degli invitati, che non erano altri che la madre di Edward con Emmett e alcuni colleghi di Charlie.
Mia madre aveva ripreso a parlare con me dopo un paio di settimane e subito si era messa in testa di organizzarmi il matrimonio, ma quando avevamo detto che non avevamo intenzione di sposarsi nel immediato futuro le era quasi venuto un infarto, ma poi si era rassegnata e aveva accettato la nostra decisione.
<< Tesoro ti sta benissimo quel vestito. >> mi disse mentre mi offriva un bicchiere di thè caldo.
Sorrisi toccando il bordo di lana dell’abito. << Me lo ha regalato Edward. >>
Mia madre sorrise divertita. << Conoscendo il soggetto credo che abbia fatto davvero un’ottima cosa. >> disse prendendomi in giro.
Mi imbronciai e la lasciai da sola in cucina a ridacchiare. Quando arrivai in salotto vidi mio padre ed Edward che discutevano di basket, erano appassionati della stessa squadra e quando si trovavano nella stessa stanza era un morire. Non si poteva fare un discorso serio quando si sedevano vicino.
<< Ehi ragazzi. >> li richiamai avvicinandomi a loro.
Si girarono verso di me e mi sorrisero dolcemente. << Ciao tesoro. >> mi salutò mio padre e si sporse verso di me per darmi un bacio sulla guancia.
<< Ciao papà. >> non gli diedi gli auguri perché quella mattina mi ero presentata con la colazione e con il suo regalo.
Un set nuovo per la pesca, che subito aveva adorato e aveva deciso che la settimana dopo sarebbe andato e aveva trascinato con se anche Edward che aveva dovuto accettare.
Edward mi sorrise semplicemente mentre mi stringeva al suo fianco, mio padre era troppo intento ad accarezzare la mia pancia per accorgersi di noi due.
<< Come stanno i miei ometti? >> disse mio padre accarezzando la pancia.
Alzai gli occhi al cielo. << Non sono maschi, papà. >> dissi per l’ennesima volta.
Mi lanciò un’occhiataccia. << Chi te lo dice? >>
Quando ero andata a fare l’ecografia che mi avrebbe svelato se fossero stati maschi o femmine o entrambi noi non avevamo voluto saperlo, volevamo una sorpresa allo scadere dei nove mesi. Tutti quelli che ci conoscevano erano rimasti con il fiato sospeso per tutte l’ecografia e quando avevano saputo della nostra decisione erano andati su tutte le furie.
Da quel giorno non facevano altro che aprire dibattiti sul sesso dei piccoli, litigando anche, ma in fondo in fondo erano innocui.
Alzai gli occhi al cielo e stavo per rispondere quando dalla porta sentii un voce chiamarci. Ci girammo tutti verso di lei ed il mio cuore si fermò vedendo mia sorella che timida entrava nella stanza, stringendo tra le mani un pacco.
<< Ciao piccola. >> la salutò mio padre andandogli incontro.
Rosalie lo abbracciò augurandogli buon compleanno e porgendogli il pacco che mio padre posò vicino agli altri.
Rosalie rimase al centro della stanza con lo sguardo basso, io guardai Edward che mi sorrise e mi fece cenno di avvicinarla. Lo feci e quando arrivai a qualche centimetro di distanza lei alzò lo sguardo e mi sorrise timidamente.
<< Ciao Bella. >> mi salutò.
Le sorrisi. << Ciao, come stai? >> le chiesi preoccupata.
Lei annuì sicura. << Sto bene. >>
Annuii senza dire nulla perché non sapevo che dirle, avevo dimenticato tutto il discorso che mi ero preparata mentalmente nel tragitto da casa mia a casa dei miei genitori.
<< Bella… >>
<< Rose… >>
Parlammo contemporaneamente e poi ridemmo imbarazzate. << Scusami, comincia tu… >> le dissi facendole un cenno con una mano.
Lei annuì e sospirò. << Volevo chiederti scusa per come mi sono comportata quella mattina e in questi sei mesi. Avevi ragione, non potevo ritornare e pensare di ritrovare tutto come l’avevo lasciato, ma in quel momento ero arrabbiata e… mi dispiace davvero, Bella. >> disse pronunciando l’ultima parte della frase con voce rotta. << In questi sei mesi non mi sono fatta vedere perché mi vergognavo per il mio comportamento e avevo bisogno di tempo per perdonarmi. >>
Ormai avevo le lacrime agli occhi. << Rose, brutta stronza, vieni qua. >> le disse attirandola a me e stringendola forte al mio petto mentre veniva scossa da singhiozzi eco dei miei.
<< Mi sei mancata tanto. >> disse tra le lacrime dandomi dei baci sulla guancia.
<< Anche tu, tantissimo. >> e le accarezzai i capelli così identici ai miei.
Restammo così abbracciate per un po’ di tempo e quando ci staccammo ci rendemmo conto di essere rimaste da sole nella stanza, ci avevano lasciato un po’ di privacy per chiarire e lo apprezzai.
Quando Rose si staccò abbassò lo sguardo verso la mia pancia e l’accarezzò con mani tremanti. << La mia Bella che aspetta un bambino. >> sussurrò incredula e intenerita.
<< In realtà ne sono due. >> le dissi sorridendo divertita.
Alzò lo sguardò confusa. << Come è possibile? >>
<< La madre di Edward era una gemella e quindi… >>
Lei ridacchiò per poi scoppiare in una fragorosa risata che contagiò anche me, mettendo fine finalmente a quei mesi di assenza e di sofferenza.
 
Eravamo tutti seduti a tavola, mancava solo Emmett che era rimasto bloccato a lavoro per una pratica, ma sarebbe arrivato entro dieci minuti.
Quando Esme era arrivata c’era stato un po’ di imbarazzo con Rosalie, ma poi quest’ultima le era andata accanto abbracciandola come aveva fatto in precedenza quando aveva visto Edward. Il mio ragazzo era rimasto un po’ sorpreso, perché non se l’aspettava e perché non aveva ancora superato del tutto la sua paura di fidarsi degli altri, ma poi l’aveva stretta delicatamente a se lasciandola andare subito e facendo ridacchiare mia sorella.
<< Sentite, io ho fame, e mangio. >> esordii stanca di aspettare Emmett.
<< Ma, tesoro… >> mi rimproverò mia madre.
Sbuffai. << Ho due bocche da sfamare oltre la mia, okey? >> e addentai una tartina al salmone.
Edward alzò gli occhi al cielo e ridacchiò. << Sempre la solita. >>
Fortunatamente dopo quella tartina il campanello suonò e mia madre andò ad aprire ritornando dopo qualche secondo con un Emmett in giacca e cravatta, con gli occhi stanchi e i capelli spettinati.
<< Scusate il ritardo. >> si giustifico.
Poi si avvicinò a mio padre e gli augurò buon compleanno dandogli una busta bianca, mio padre l’aprì e gli si illuminò il viso.
<< Non ci credo, credevo fossero esauriti. >> disse facendoci vedere i biglietti della prossima partita di basket dei Lakers.
<< Sono tre biglietti, quindi io mi considero invitato e ovviamente anche Edward. >> disse Emmett mentre salutava tutti.
Quando arrivò vicino a me mi diede un bacio sulla fronte e poi si abbassò dando due baci sulla mia pancia. << Ciao, principesse. >> sussurrò.
Alzai gli occhi al cielo. << Non sono due femmine. >> dissi esasperata.
<< E tu che ne sai? >> disse comportandosi come mio padre.
<< Ha ragione Emmett, come lo sai? >> si intromise nel discorso mio padre.
Alzai gli occhi al cielo sbuffando e ritornai alle mie tartine ignorandoli bellamente ed Edward con me. Il mio ragazzo all’inizio aveva fatto un po’ di storia quando gli avevo detto che non volevo sapere il sesso del bambino, ma poi mi aveva accontentato come aveva sempre fatto in quei sei mesi. Dovevo davvero fargli una statua d’oro, perché ce ne voleva di coraggio per sopportarmi.
Emmett si accomodò accanto a Rosalie e per tutta la serata non fecero altro che parlare e lanciarsi occhiate ambigue. Non volevo crearmi castelli in aria e me lo disse anche Edward quando gli raccontai dei miei sospetti mentre eravamo seduti sull’altalena in veranda.
<< In questi giorni vedi amore da ogni dove, Bella. >> mi disse mentre mi accarezzava i capelli.
<< E’ così sbagliato voler vedere la propria sorella felice dopo quello che le ho fatto passare? >> e immediatamente  i miei occhi si riempirono di lacrime. << Fottuti ormoni. >> dissi asciugandomi gli occhi.
Edward ridacchiò e mi strinse ancora di più a se poggiandomi le labbra tra i capelli. << Capisco la tua situazione, ma non forzarla, okey? >>
Annuii. << Okey. >>
Restammo abbracciati così in silenzio godendoci il calore emanato dal corpo dell’altro, era ormai quello che facevamo tutte le sere dopo cena.
Fummo interrotti da Emmett che come un militare sottocopertura si avvicinò a noi, ci mancava solo che si cantasse la canzoncina da solo.
<< Ehi voi due… >> ci chiamò a bassa voce avvicinandosi e guardandosi intorno come se si sentisse braccato da un branco di mercenari.
Lo guardammo un po’ spaesati. << Emmett, ma che stai facendo? >> gli chiese Edward continuando però ad accarezzarmi i capelli.
<< Mica è un problema se chiedo a Rose di uscire? >> chiese, ma guardò me.
Alzai un sopracciglio scettica. << Dipende da cosa intendi per ‘uscire’? Se vuoi portarti a letto mia sorella e poi abbandonarla sul ciglio di una strada come una puttana, non ci pensare neanche. >> gli dissi puntandogli un dito contro.
Lui scosse la testa. << No, io… senti, tua sorella mi piace da quando Edward me l’ha fatta conoscere, okey? Ma non ci ho mai provato per rispetto di questo zuccone qua, però adesso è libera e a me piace ancora. >>
Lo guardai attentamente negli occhi cercando di capire se facesse sul serio o se mi stava prendendo in giro per poi portarsela a letto e farla soffrire ancora.
Assottigliai gli occhi. << Vai, ma prova a fare il marpione bastardo e ti taglio le palle. >>
Emmett contento mi sorrise e poi ritornò dentro saltellando quasi, quando la porta si chiuse alle sue spalle mi girai verso Edward e feci la mia famosa faccia che lui poco tollerava, gli avrei detto che mi doveva delle scuse, ma la porta si aprì di nuovo, e stavolta era Rosalie che si comportò nello stesso identico modo di Emmett.
<< Ehi voi due… >> disse a bassa voce e mi sembrò di essere capitata in un deja’vù.
<< Che c’è? >> chiese Edward sorridendo divertito intuendo già cosa volesse chiedere Rose.
<< Ma è un problema se esco con Emmett? >> chiese guardandoci e poi lanciando ogni tanto un’occhiata alla porta.
<< Te lo ha già chiesto? >> chiesi.
Lei scosse la testa. << No, in realtà vorrei chiederglielo io. Allora? >>
<< Vai, tranquilla, sorella. >> dissi dandogli il via libera, Edward annuì con me. << Vai, Rosalie, magari lo rimetti in riga. >> disse.
Rosalie tutta contenta se ne andò e noi scoppiamo a ridere per quel teatrino e poi ero davvero contenta che mia sorella si stesse riprendendo e chi meglio di Emmett poteva aiutarla in questo?
<< Saremo anche cognati, ti rendi conto? >> mi disse Edward facendomi appoggiare di nuovo a lui.
Annuii. << Già… beh vedi il lato positivo, saremo ancora più legati di quanto non siamo già. >>
Lui annuì e appoggiò la sua guancia sui miei capelli mentre portava le mani sulla mia pancia e l’accarezzava. << Io dico che sono femmine. >>
 
 
 
 
  

 

   
 
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