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Autore: Daisy Potter    30/12/2006    15 recensioni
Sono passati cinque anni...cinque anni da quando un malinteso ha distrutto le loro vite...o almeno la sua, quella di Akito; Sana sembra essere andata avanti. E dopo tutto questo tempo, è giunto il momento di un confronto...
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Naozumi Kamura/Charles Lones, Sana Kurata/Rossana Smith
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Shattered Lives”

“Shattered Lives”

 

Prologo.

 

Una casa buia. Le tende tirate, le finestre accuratamente chiuse, le luci spente … Nessun rumore, se non quello, udibile solo alle orecchie di una giovane venticinquenne, di un cuore … il suo cuore … che batteva all’impazzata, spaventato quanto lei per ciò che sarebbe accaduto nel giro di qualche ora, mentre con la mano destra si rigirava nervosamente un costoso anello di brillanti attorno all‘anulare sinistro. Improvvisamente un altro suono si aggiunse a quel battito furioso, rumore di passi che si avvicinavano lentamente e si fermavano alle sue spalle, poi due braccia che si serravano attorno ai suoi fianchi con dolcezza.

«Sei pronta, Sana?» chiese una voce calda e rassicurante all’orecchio della ragazza. Lei si voltò, recitando per l’ennesima volta nella sua vita un tenero e falsamente sicuro sorriso.

«Sì, Nao … andiamo.»

E tenendosi per mano, mentre nell’altra portavano dietro di loro alcune valigie, i due uscirono dalla porta d’ingresso di una grande villa newyorchese, chiudendosela momentaneamente a chiave alle spalle.

 

aha

 

«Ragazzi! Siete pronti?!» una voce femminile dal tono autoritario chiamò con impazienza i suoi amici dal salotto di una graziosa casetta del centro di Tokyo.

«Sì, Fuka, arriviamo!» rispose un’altra voce, dal timbro decisamente più timido di quella precedente, e una ragazza minuta fece il suo ingresso nel soggiorno, seguita da un’altra sua amica e due ragazzi.

«Dai, Aya! Muoviamoci! L’aereo arriverà tra meno di un’ora!» sbraitò ancora la prima, e prese le chiavi di casa spingendo tutti i suoi amici fuori dall’appartamento e chiudendolo frettolosamente, prima di precipitarsi verso un’auto parcheggiata di fronte al cancello d’ingresso. Quando tutti furono a bordo, Fuka mise in moto e partì, direzione: Aeroporto di Tokyo.

«Pensate che lui verrà?» chiese uno dei ragazzi dopo alcuni minuti, quasi con timore.

«Non lo so, Gomi …» rispose con sincerità l’altro, abbassando lo sguardo nascosto dietro un paio di grandi occhiali da vista.

«Oh, sarà meglio per lui che ci sia, Tsuyoshi!» esclamò Fuka mentre attendeva che un semaforo diventasse verde. «Anzi, andiamo proprio a prenderlo a casa sua!»

«Sempre decisa, eh, Fuka?» le sorrise una ragazza dal sedile posteriore.

«Certo, Hisae. Deve smetterla di comportarsi ancora come un dodicenne …!» ribatté lei, dandole uno sguardo nello specchietto retrovisore rispondendo anche se debolmente al sorriso.

Pochi minuti, e avevano raggiunto una piccola casetta sul cui cancello una targhetta recitava: Hayama. Fuka parcheggiò alla meglio l’auto e scese, raggiungendo la porta d’ingresso. Bussò un paio di volte, ma come d’altronde si era aspettata non ricevette risposta. Riprese a battere il pugno con un po’ più forza, aggiungendo questa volta anche la voce:
«Akito! Lo so che sei in casa! E so anche che sai benissimo perché sono qui! Esci, per favore!»

Ma ancora dall’interno non sopraggiungeva alcuna voce, né la porta si aprì. Fuka rinunciò a bussare, ma non smise di chiamare l’amico:
«Hayama, ti prego! Non puoi fuggirle in eterno! Sai benissimo che tra una settimana la dovrai vedere per forza! Non ti sembra sia il caso di venirla a salutare all’aeroporto?!»

Ma un silenzio ostinato seguì le sue parole. Aya le si avvicinò.

«Fuka … dopotutto, è pur sempre una sua scelta. Non possiamo fare nulla se non è lui a volerlo …» le disse timidamente, e la ragazza non poté far altro che lanciare un ultimo sguardo alla porta chiusa prima di arrendersi.

«Sappi solo che Sana ci rimarrà molto male …» disse ancora, questa volta con un tono leggermente più basso, poi si voltò e salì nuovamente in macchina, guidando verso l’aeroporto.

 

aha

 

Dentro una piccola villetta, sdraiato su un letto un po’ disfatto, un ragazzo guardava ostinatamente il soffitto, le mani dietro la nuca, mentre cercava in tutti i modi di impedire che le parole che gli venivano urlate dall’ingresso potessero raggiungerlo, ma nonostante ciò la voce della sua migliore amica penetrava nel suo cervello con violenza. Le sue parole lo ferivano …

«Non puoi fuggirle in eterno! Sai benissimo che tra una settimana la dovrai vedere per forza!»

Ecco, doveva proprio ricordarglielo … doveva per forza fargli tornare alla mente che di lì a sette giorni l’avrebbe vista, lei, la sua Sana, come ancora la considerava, nell’abito più bello e puro che le avrebbe mai visto addosso, camminare lentamente e con un sorriso sulle labbra che solo lui avrebbe voluto ricevere, verso il suo peggior nemico …?

Chiuse gli occhi, sperando con tutto se stesso che Fuka volesse risparmiargli qualche altra frase dolorosa. Ma non era ancora abbastanza, a quanto pareva …

«Sappi solo che Sana ci rimarrà molto male …»

Certo … era sempre colpa sua se Sana soffriva …

Non poté trattenersi dallo sferrare un pugno violento alla parete che aveva accanto, mentre sentiva il motore di un’auto accendersi e allontanarsi dalla sua casa pochi istanti dopo. Maledisse Fuka, e la verità di tutto ciò che gli aveva detto. Era così, era tutto stramaledettamente vero. Non avrebbe potuto fuggire in eterno a Sana, nonostante fosse riuscito, per così dire, a farlo per cinque anni. Be’, per così dire perché era sfuggito a lei, ma non certo al suo ricordo … quello lo rincorreva spietatamente ogni istante della giornata, rendendogli la vita sempre più un inferno …

Ed era anche dannatamente vero che se non fosse stato lì, quel giorno, a salutare Sana quando sarebbe scesa dall’aereo che finalmente l’aveva riportata in Giappone, forse lei ne avrebbe sofferto …

Ma lui allora? Lui non avrebbe sofferto nel rivederla, dopo cinque anni, al fianco di Naozumi Kamura, l’uomo che più odiava su tutta la faccia della Terra, per il solo fatto che le avesse messo un anello al dito … che avesse compiuto il gesto che lui, Akito Hayama, avrebbe voluto fare?! Sì, certo, ne avrebbe sofferto, e non poco … ma per lui la felicità di Sana veniva sempre prima di tutto. E se ciò avesse voluto dire andare in aeroporto, salutarla come se niente fosse, stingere amichevolmente la mano al suo compagno, sorriderle come fanno due … amici - aveva sempre difficoltà a pensare quella parola quando parlava di loro due - be’, se renderla felice avesse significato questo, non poteva fare altro che alzarsi da quel maledetto letto, farsi una doccia, vestirsi decentemente e infilare la porta di casa per raggiungere l’aeroporto in tempo, sperando che tutto il tempo passato insieme ad un’attrice gli sarebbe servito a qualcosa …

E così fece …

 

Ciao ragazze! Caspita, da quant’è che non scrivo una fic su Kodocha?? Mi sembra un’eternità, come mi sembra ieri quando ne sfornavo una dietro l’altra…!^^ ma non perdiamoci in chiacchiere, se non per parlare di questa storia. Pensare che è da mesi che ho il prologo scritto, nonché abbozzi di alcuni capitoli, e ancora da prima che so già l’intera trama, come voglio svilupparla, come voglio farla finire … ci pensavo già mentre ancora lavoravo a “Due calciatori e una showgirl”! e ora, finalmente, mi sono decisa a pubblicare l’inizio. Non so perché, forse ero stanca di lasciarla lì in sospeso sul mio pc, forse perché volevo soprattutto un vostro parere su quest’idea che mi tormenta da secoli, non lo so. Fatto sta che ora è qui, e non attende altro che le vostre recensioni! Ne ho davvero bisogno per continuarla!

Ultima cosa: non so se sarò in grado di aggiornare molto velocemente, per via di vari impegni (tra una settimana la scuola …) e perché mi devo dedicare anche all’altra fic che sto scrivendo su Twilight, il mitico libro della Meyer. Ce la metterò comunque tutta, anche se sarà difficile, visto che l’avevo quasi abbandonata e devo “riprendere il ritmo” e la confidenza con questa trama.

 Bene, ho finito di annoiarvi! Ora tocca a voi: ditemi che ne pensate, anche se so che è solo un prologo e servirà almeno il primo capitolo per iniziare a capire qualcosa. Prometto di farvelo avere presto, magari anche entro domani!

- Daisy -

 

  
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