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Autore: telesette    03/09/2012    3 recensioni
Si avvicina l'anniversario del Primo Bacio tra Ron e Hermione.
Per celebrare la ricorrenza come si deve, i due decidono di fare una vacanza in Italia da soli: niente amici, niente nemici, niente guerre all'ultimo sangue, niente interferenze insomma!
Mentre Ron si scervella per trovare qualcosa di veramente speciale per Hermione, il fascino di Firenze e una dolce favola d'altri tempi saranno gli ingredienti giusti per...
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Nuovo personaggio, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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San Domenico è una piccola frazione del fiorentino su una strada che, partendo da Piazza Edison, corre tutta in salita. Sostanzialmente non è che un angolino in mezzo al verde, dove tutto sembra essersi fermato ai bei tempi andati. La strada segue un lungo muricciolo e, subito oltrepassata la chiesa, prosegue verso Fiesole con una piccola biforcazione. Visto da vicino, il posto sembra proprio uscito dalle pagine di un vecchio libro: la bottega del barbiere, piccola e accogliente, con la sua insegna bianca e la scritta smaltata di azzurro; la pasticceria semplice ed elegante, con la sua cucina artigianale che offre sempre genuinamente ciò che promette; il bar che affianca quella deliziosa stradina che, giungendo dalla via principale, scende verso destra con il sole che vi picchia fino al tramonto; oltre il muricciolo invece, subito dietro una fitta sterpaglia e vegetazione incolta, il suggestivo panorama delle colline toscane; e nell’aria il profumo inconfondibile del Chianti… i' Chianti, maremma ‘mpestata e bucaiola!
Chi non conosce il profumo del Chianti?
Chi è quel disgraziato, eretico, profano, figlio di buona madre che non conosce l’aroma e la fragranza dell’unico, inimitabile e impareggiabile vinello tusco per eccellenza ?!?
A Firenze si è soliti dire:
Ci garba tanto i’Chianti, chi non lo beve schianti !!!
San Domenico è un cuore, un cuore pulsante, un cuore di tradizione e non solo. Troppa acqua è passata sotto i ponti, dai tempi del Francesco e della Giuseppina, e del ricordo ( purtroppo! ) s’è persa un po’ la memoria.

- Beh, Ron… E’ un bel posto ma, detto tra noi, sinceramente non ci trovo nulla di speciale - fece Hermione, guardandosi attorno.
- Eppure io ho sentito una storia che, sono sicuro, ti farà cambiare idea!

Hermione lo guardò incuriosita.
Cingendole piano le spalle col braccio, Ron la fece sedere accanto a lui sul muricciolo. Qui entrambi si misero a guardare il panorama, rabbrividendo un po’ per il fresco vento del pomeriggio, e nel contempo Ron cercò di rammentare bene la storia così come Dado gliel’aveva raccontata…

 

***

 

LA STORIA DI FRANCESCO & GIUSEPPINA

 

Tanto tempo fa, troppo per poter dire con esattezza quanto, vivevano a San Domenico due giovani babbani. Uno era un bel ragazzone moro, alto e robusto di nome Francesco, l’altra invece era una fanciulla graziosa e paffutella, con i capelli corvini raccolti in due trecce e un viso pieno di lentiggini, di nome Giuseppina.
Nati e cresciuti proprio a San Domenico, insieme fin da quando erano piccoli, i due vivevano serenamente e si volevano un gran bene. Entrambi erano figli di contadini, gente onesta e lavoratrice, e non chiedevano niente più di quello che possedevano per il loro futuro. Avevano tutto: una casa, una famiglia, l’amore… tutto quello che si possa desiderare, insomma!
Eppure sia Francesco che Giuseppina avevano un sogno.
Quando erano bambini e si sedevano sul muricciolo, a guardare il panorama che si stendeva davanti ai loro occhi, ogni sera si scambiavano tante piccole confidenze e dolci promesse. Si fidanzarono praticamente allora, tra le tenerezze e le gioie dell’infanzia, e i loro sentimenti non erano mutati affatto con l’età. Ormai diventati grandi, e consapevoli di voler trascorrere tutta la vita l’uno accanto all’altra, il loro sogno era di poter scambiarsi la promessa più grande di tutte in modo davvero speciale.
Certo non avrebbero mai avuto il castello delle favole, né il cavallo bianco su cui galoppare, o tantomeno la possibilità di vedere com’era fatto il mondo all’infuori della loro piccola Toscana.
Tuttavia entrambi credevano nel: “e vissero per sempre felici e contenti”… una frase nota, forse perfino banale e scontata, ma con un suono sempre bello e sempre magico.
Su quel ruvido muricciolo di pietra, lo stesso identico seggio di tanti giorni e tanti tramonti, muto e silenzioso compagno di tante serate assieme, Francesco e Giuseppina si erano giurati di volersi bene. Ecco perché, in quel tramonto di tanti anni fa, la promessa che i due si scambiarono fu il momento più bello e importante in assoluto.
Francesco staccò due lunghi fili d’erba dalle crepe del muricciolo, intrecciandoli in modo da ricavarne due piccoli anelli simbolici. Con estrema delicatezza, ne infilò uno al dito di Giuseppina; la ragazza fece lo stesso, anche se le mani le tremavano un po’ per l’emozione, ed entrambi sollevarono i rispettivi anelli per vederli meglio alla luce.
Francesco e Giuseppina tennero quegli anelli al dito per anni e anni, senza mai toglierli, proprio come se fossero i gioielli più cari e preziosi. E il ricordo di quanto avevano provato allora, quando erano rimasti sul muricciolo fino a notte fonda, doveva essere veramente qualcosa di magico… perché fu ciò che li tenne insieme “felici e contenti” per tutta la loro vita.

 

***

 

Hermione volse lo sguardo intorno, passando timidamente gli occhi dal volto di Ron al panorama che aveva davanti, prima di chinare il capo con un sorriso dipinto sulle labbra.

- E’ una storia molto dolce - sussurrò. - Ma davvero non capisco cosa…

Come la fanciulla sollevò il capo, vide Ron che stringeva in mano due lunghi e sottili fili d’erba.
Per un attimo li osservò stupita, prima che Ron li chiudesse nel pugno e mormorasse le parole di un incantesimo per la Trasfigurazione. Quando lui riaprì nuovamente la mano, nel palmo vi erano due piccoli anelli di colore verde, senza nulla di particolare. Non erano gli anelli in sé, quanto ciò che in realtà rappresentavano, e solo allora Hermione cominciò finalmente a capire.

- Non c’è magia più grande, quando sono con te - fece Ron serio, guardandola negli occhi e sollevando gli anelli. - Conoscessi anche tutti gli incantesimi del mondo, non sarebbe la stessa cosa di averti accanto!
- Ronald…
- E’ da tanto che cerco un modo per dirtelo, oggi però ho finalmente capito una cosa: non serve una bacchetta magica per rendere speciale qualcosa che lo è già; forse la vita sarà più movimentata, rispetto a quella dei babbani, ma certo non sarebbe la stessa senza di te; ci ho messo anni per capire quanto sei importante, facendo un mucchio di stupidaggini e rovinando sempre tutto, ma tu hai sempre avuto la pazienza di aspettarmi… Hermione Granger, ora che te lo chiedo su questo anello, mi vuoi sposare?

La domanda colse Hermione del tutto impreparata.
Naturalmente sapeva già cosa rispondere, solo che non si aspettava che lui glielo avrebbe chiesto così. Aveva preparato il tutto in modo molto semplice, senza cerimonie o applausi di emeriti sconosciuti a fare da sfondo, e le aveva posto la domanda con una sincerità disarmante.
Solo loro due e nessun altro, proprio come i protagonisti di quel piccolo dolce racconto di altri tempi.
Ron le infilò l’anello simbolico al dito e, in quel preciso momento, Hermione seppe che non se lo sarebbe mai più tolto. Stringendosi ancora di più nel cappotto, con lacrime di gioia che le scendevano lungo le guance, prese dunque l’altro anello dalla mano di Ron e ricambiò a sua volta il gesto con evidente emozione.

- E’… per sempre, vero?
- Per sempre - confermò Ron.

Incapace di resistere oltre, Hermione si buttò in avanti per stringerlo forte e baciarlo. Anche lui la abbracciò a sua volta, baciandola con trasporto, e così rimasero per ore. Non era Hogwarts, non era un castello, bensì un piccolo angolino senza niente di speciale; eppure anche tra i babbani vi sono luoghi dove la magia è sempre presente, una magia più antica e potente di tutte le altre messe assieme… una magia chiamata semplicemente amore!

 

FINE

 

Angolo Autore

Lasciando perdere l’ovvia demenzialità del personaggio da me interpretato ( mi riferisco al truffatore-indovino, per chi ancora non lo avesse capito ), vorrei invece fare una piccola precisazione.
San Domenico è un angolo che non ha proprio nulla di particolare in sé, eccetto i miei ricordi d’infanzia o il fatto che molti dei miei racconti nascono proprio su quel muretto, e ogni particolare va dunque legato alla capacità d’immaginazione di ogni persona che lo considera assai più di quello che è. In realtà “San Domenico” non rappresenta solo la frazione di Firenze sulla carta, così come la vicenda di Francesco e Giuseppina ( che per la cronaca è uno dei tanti racconti popolari della Vecchia Toscana ) non è solo la classica storiellina banale e decaduta col tempo.
La vicenda quivi narrata è un po’ come lo specchio di tante altre storie, reali e non, dove l’intento è quello di riscoprire e apprezzare quel “piccolo angolino anonimo” dentro ognuno di noi. Questo perché è indubbio che tutti hanno un posto, un luogo particolarmente caro, o qualcosa che racchiude in sé il proprio valore come un diamante allo stato grezzo ( citazione dal celebre film Disney “ALADDIN” ). Il Momento Magico di San Domenico può trovarsi ovunque, nel posto più improbabile e con storie sempre diverse da raccontare: da una casa su un albero al muretto dietro casa vostra, da un qualche paesino di campagna al deposito-bagagli dietro la stazione, dal parcheggio dello stadio a un vecchio cortile di periferia, dal giardino della scuola ad una qualche pozzanghera in mezzo alla strada, da una grande villa elegante ad una stalla abbandonata, dal profumo di un prato in primavera al tanfo penetrante di un tugurio con le pareti piene di muffa… e chi più ne ha più ne metta!
La magia di qualsivoglia luogo, indipendentemente dall’aspetto che possiede, è dunque la fantasia di chi lo osserva attraverso gli occhi del proprio cuore.
Ah, dimenticavo!
Se passate da Firenze, e volete vedere qualcosa di diverso rispetto ai soliti itinerari, ricordatevi di Francesco e Giuseppina… e di cosa rappresentava per loro quel vecchio muricciolo, tutto sbeccato e pieno di crepe, nel posto dove si trova tuttora.

 

Saluti

   
 
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