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Autore: JulyChan    03/04/2007    6 recensioni
“Sono passati tanti anni dai quei giorni, dai giorni di Hogwarts, e la guerra ancora non è finita. C’è ancora chi gioca a spezzare vite innocenti, c’è ancora chi si sacrifica perché questo non accada. E ci sono ancora loro.”
Ron, Hermione, Harry, anche a distanza di anni, anche dopo battaglie estenuanti, sono ancora insieme, ancora amici, e ancora certi di poter fare qualcosa per la salvaguardia del mondo magico e non. Auror qualificati, ancora in lotta contro gli ultimi proseliti di Voldemort, dovranno vedersela con le immancabili sfide di una nuova e insperata quotidianità.
Genere: Drammatico, Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Il trio protagonista, Ron Weasley | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Capitolo 6

 

Never gone

 

 

Go lightly down your darkened way          

Go lightly underground                                     

I'll be down there in another day
I won't rest until you're found         

 

Let me love you, let me rescue you                    
Let me bring you where two roads meet           

Oh come back above                                          

Where there is only love                                      
And the ground beneath her feet                       
And the ground beneath her feet     

 

(The ground beneath her feet – U2)

 

 

 

Ron era steso agonizzante sul suolo, respirando a fatica ed emettendo rantoli soffocati. Lo sguardo offuscato, solo una chiazza indistinta in movimento davanti ai suoi occhi.

 

Era la fine, lo sapeva.

 

La fine della sua brillante carriera da Auror. La fine di tutto ciò che aveva sognato fin da quando era solamente un marmocchio pieno di ambizioni e senza speranza.

 

Si rese conto solo in quel momento che non avrebbe più visto nessuno, i suoi amici, i suoi parenti, i suoi conoscenti.

 

Hermione.

 

Non avrebbe più visto Hermione.

 

Hermione. La sua ragazza. Hermione. La cosa, la persona che amava più di ogni cosa al mondo, più di se stesso.

 

Non l’aveva salutata, non era riuscito a rivolgerle un’ultima parola, un ultimo bacio. Il loro ultimo contatto era stato tramite la polvere magica del camino.

 

Ma non bastava, non gli sarebbe bastato.

 

Avrebbe voluto salutarla come si deve. Avrebbe voluto guardarla, fissare i suoi occhi pieni di ogni singola emozione, sentire il suo respiro caldo e controllato, odorare il suo collo che sapeva di buono, sfiorarle le mani morbide e forti.

 

Avrebbe voluto dirle quanto l’amava per un’ultima, dannatissima volta.  

 

E gli era stato negato.

 

Possibile che un semplice, stupidissimo appostamento avrebbe segnato la sua vita? Gli veniva quasi da ridere, ma il dolore lancinante non glielo permetteva.

 

Maledì il suo collega Jennings, per essersi ammalato proprio quel giorno. Sarebbe dovuta toccare  a lui la ronda con le matricole, ma la sfortuna aveva voluto tirargli un brutto tiro.

 

Maledì quel dannato delinquente che gli aveva teso una trappola, mentre combatteva corpo a corpo con un altro incappucciato: lo aveva colpito di sorpresa alle spalle, e poi era stato aiutato dal suo compagno ad inchiodarlo per terra, infliggendoli calci, pugni e quant’altro.

 

Maledì se stesso, la sua stupidità, il suo carattere impulsivo, la sua ostinatezza e la sua sfrontatezza nell’avere sempre ragione, la sua fiera decisione nel credersi migliore solo perché portava un distintivo.

 

Un distintivo che, in quel momento, non lo stava decisamente aiutando.

 

Un distintivo che non pulsava più con il suo cuore, ma che giaceva lontano dal suo padrone. Padrone che, probabilmente, non avrebbe mai più avuto.

 

Era finita, si ripeté, quasi a volersi convincere che, di lì a pochi minuti, di lui sarebbe rimasto solamente un mucchietto di cenere. Oppure qualche pezzetto, se quei due pazzi sarebbero stati clementi.

 

Un’innata furia e voglia di spezzare le ossa agli incappucciati gli pervase le viscere, ma fece solo in tempo a sbattere le palpebre per mettere a fuoco il paesaggio, che uno dei due uomini si accorse del suo movimento e gli balzò davanti, guardandolo con disprezzo da sotto il cappuccio.

 

Ron alzò debolmente il volto, guardandolo:  voleva sfidarlo, voleva urlargli di togliersi la maschera e di combattere da uomo a uomo, ma non aveva più nemmeno le forze per respirare. Con un ultimo gemito, si lasciò completamente cadere, la guancia strusciò dolorosamente sulla ghiaia. La mano, graffiata e pulsante, si strinse spasmodicamente, come a voler afferrare un ultimo soffio d’aria. Ma era aria carica di dolore e morte, quella. Era l’alito velenoso e viscido di un serpente, che striscia lentamente sulla pelle, ma sfugge alla più tenace delle strette.

 

Il ragazzo socchiuse gli occhi. La battaglia imperversava ancora. Nonostante tutto, riusciva ancora ad udire le urla – a tratti tremanti – delle matricole che erano accorse in loro aiuto. Più volte sentì corpi cadere pesantemente a terra, seguiti da grida soffocanti, come quelle di un bambino che viene strappato dalle mani di sua madre.

 

Ron pregò perché non morisse nessun altro, oltre lui, quella notte.

 

***

 

Alexis era ancora a terra, raggomitolata su se stessa e decisa a non emettere nessun suono.

 

Era riuscita a trascinarsi verso un luogo appartato, anche se la cosa la seccava duramente. Nessuno più di lei avrebbe voluto combattere e darsi da fare in quel momento terribile, ma le sue condizioni non le permettevano nemmeno di camminare, figuriamoci di fare incantesimi e lottare.

 

Era stata colpita improvvisamente allo stomaco da un fascio di luce uscito da chissà dove. Tutto perché non era stata capace di tenere a bada la situazione. Glielo ripetevano sempre anche all’addestramento: doveva avere più prudenza.

 

Una piccola lacrime le rotolò giù sulla guancia. Non voleva piangere, lei era forte, ma in quel momento le era difficile anche tenere a bada le emozioni.

 

Chissà se avrebbe mai più seguito un addestramento? Chissà se avrebbe imparato a maneggiare le armi da taglio o a sconfiggere una volta per tutte quell’oca di Stacey Carter in velocità? Chissà se avrebbe mai più riso con la sua amica Theresa, prendendo in giro Rosman e la Van Basten? Chissà se sarebbe mai più andata a prendersi un bel the corroborante dopo le estenuanti lezioni di teoria, con i suoi compagni di addestramento?

 

Chissà se sarebbe sopravvissuta?

 

Alexis si impose di non scoppiare in lacrime.

 

Quella situazione le metteva una grandissima angoscia addosso. Se solo uno degli incappucciati l’avesse scoperta, sarebbe stata la fine per lei.

 

Non pensava che essere a un passo dalla morte fosse così snervante e asfissiante.

 

Si sentiva come a metà di un percorso, ma non riusciva né ad andare avanti, né a tornare indietro.

 

Non aveva alcuna scelta.

 

Doveva solo aspettare.

 

E lei odiava aspettare. Era sempre stata la più impaziente di tutti, incapace di starsene per più di cinque minuti con le mani in mano.

 

Anche ora, con i nervi in subbuglio e l’impossibilità di reggersi in piedi, avrebbe tanto voluto stringere una bacchetta e buttarsi nella mischia.

 

Sbatté più volte le palpebre, finché le lacrime non si asciugarono definitivamente.

 

Ruotò lentamente lo sguardo alla sua sinistra, dove la battaglia imperversava.

 

Alcuni suoi compagni, sentendo le esplosioni, erano accorsi ad aiutarli, ma avevano poche opportunità di vincere, nonostante la differenza di numero.

 

Vide due corpi per terra, ormai senza più vita.

 

Uno di quei due ragazzi l’aveva conosciuto il primo giorno del corso per Auror. Si chiamava Marcus McHawk ed aveva appena diciannove anni, uno in più a lei.

 

Era rimasta colpita da lui per il suo carattere sempre ottimista e ben disposto verso tutti e tutto.

 

Ed ora, vederlo lì, per terra, esanime, le faceva stringere il cuore e pensare che le cose brutte accadono sempre a chi non le merita.

 

L’altro corpo era irriconoscibile: le vesti erano impolverate e piene di strappi, il viso era nascosto da uno strato di fango, il grembo era bagnato dal sangue che fuoriusciva da una ferita profonda che gli tagliava l’addome.   

 

Trascinandosi a fatica con i gomiti, gli si avvicinò e allungò una mano per pulirgli le guance dallo sporco.

 

Cominciò a sfregarle delicatamente, come se avesse paura di fare del male anche ad un corpo oramai senza più vita.

 

Scoprì uno zigomo, ancora levigato e perfetto nonostante le ferite; e poi una guancia, ruvida di barba non fatta e segnata obliquamente da un taglio screziato di sangue rappreso.

 

E le mani. Gli prese le mani e vi passò su i polpastrelli, massaggiando le nocche bianche e pizzicandogli delicatamente il palmo.

 

E sotto le sue prime lacrime, gli aggiustò un ricciolo castano dietro l’orecchio e osservò il suo volto, un’ultima volta.

 

Perché non l’avrebbe più rivisto, non sarebbe mai più riuscita a dirgli quello che veramente provava per lui, cosa sentiva di lì a qualche mese. Un qualcosa che l’aveva spaventata e resa felice allo stesso tempo.

 

Perché gioia e dolore avevano preso lo stesso sapore.

 

Perché non poteva permettersi di innamorarsi del suo migliore amico, ma inconsapevolmente le procurava una certa sicurezza.

 

E le lacrime, che non volevano saperne di smettere, continuavano a scivolarle lungo le guance impolverate, fino a cadere sulle sue mani e bagnarle.

 

Lacrime di tristezza. Lacrime di dannazione. Lacrime d’amore. Lacrime di consapevolezza,

 

Ma soprattutto lacrime di rabbia. Perché ora era tutto finito. Perché lui era rimasto fino alla fine con la convinzione che le persone vanno aiutate anche a costo di sacrificarsi.

 

Era arrabbiata con lui, con il suo cadavere steso sul terreno insanguinato, perché nonostante avesse una giornata di riposo, era comunque andato all’addestramento. Senza dirle niente, di nascosto.

 

Perché tanto cosa gli avrebbe mai cambiato un allenamento in più?

 

Niente, solo la fine.

 

Solo la fine.

 

E Alexis non riusciva a non odiarlo in quel momento. Ad odiarlo per il suo altruismo, per la sua voglia di fare tutto e subito, per la sua sicurezza, per la sua aria un po’ spavalda ma rassicurante, per la sua mania di perfezione, per la sua ostinatezza.

 

Lo odiava perché lui era lì, al posto di qualcun altro.

 

E odiava il fatto che lui non fosse egoista.

 

E l’odiava perché lo amava più di quanto riuscisse ad ammettere.

 

Odiava l’idea di non esser stata uccisa prima di vederlo lì per terra.

 

Tirò un respiro profondo, continuando a singhiozzare disperatamente, non sapendo più cosa fare.

 

Lo fissò a lungo, ancora, ed ancora, ed ancora. Cercando di ricordare tutti i bei momenti passati insieme. Cercando invano di tenere a freno il turbamento profondo che l’angosciava. Cercando di fissare tutti i piacevoli ricordi in una fotografia eterna. Ma in quel momento non riusciva a pensare a nient’altro se non al fatto che non si sarebbero mai più incontrati, visti, parlati, sfiorati.

 

Desiderava non averlo mai conosciuto. Forse non l’avrebbe mai amato e tutta quella sofferenza non ci sarebbe mai stata. Voleva solo che tutto quel momento passasse e tutto ciò che aveva di lui non tornasse.

 

Forse non erano destinati, pensò. Forse non in quella vita.

 

E si lasciò cadere affianco a lui, stringendogli ancora la mano, e chiudendo gli occhi anche lei.

 

***

 

You left without saying goodbye
Although I'm sure you tried
You call and ask from time to time
To make sure we're alive
But you weren't there
Right when I'm needing you the most
And now I dream about it
How it's so bad, it's so bad

 

(Too bad – Nickelback)

 

 

Hermione sedeva tremante nella sala d’aspetto del San Mungo. Erano lì, lei, Harry e Ginny da almeno due ore, ma ancora non avevano saputo nessuna informazione sull’attacco e sulla condizione di Ron o di chiunque altro.

 

L’attesa era tremenda. L’aria pesante la opprimeva, e stava tenendo uno stretto auto controllo per  non scoppiare in qualche pianto isterico.

 

Quella situazione era già critica, che non serviva disperarsi maggiormente. Anche perché, in quel momento, aveva il timore di sentirsi dire qualunque cosa sulla sorte del ragazzo, e quindi preferiva tenere a bada le emozioni per dopo.

 

Odiava il suo pessimismo cronico in situazione del genere, ma proprio non ce la faceva a farsi forza.

 

Harry e Ginny potevano ben poco, e se ne stavano abbracciati e mogi nel loro angolo.

 

Ginny ogni tanto sussultava, per qualche singhiozzo represso. Aveva la testa abbassata, i capelli scompigliati e due occhiaie spaventose. Si mordeva il labbro inferiore freneticamente e i suoi occhi ogni tanto saettavano convulsamente a destra e sinistra, in cerca di rassicurazioni che non arrivavano mai.

 

Harry, dal canto suo, pareva il più calmo dei tre. Ma Hermione sapeva che era tutta apparenza. Il ragazzo aveva sviluppato un’impassibilità quasi artificiale, e riusciva a non far trapelare le sue emozioni in occasioni tragiche come quella.

 

Con una mano accarezzava lentamente la testa della sua ragazza, rivolgendole qualche parola soffusa di conforto, anche se servivano a ben poco. E ogni tanto lanciava occhiate guardinghe ad Hermione, cercando di comunicarle con lo sguardo qualcosa che nemmeno lui sapeva, ma la ragazza evitava accuratamente le sue occhiate.

 

Hermione prese a tormentarsi le dita e le nocche, lasciandosi piccoli segni rossastri che recavo a pugni con il pallore delle sue mani.

 

Doveva stare bene. Ron stava sicuramente bene. Doveva essere per forza così.

 

Ma in fondo al suo subconscio, sapeva di mentire a se stessa dandosi quelle false speranze. Proprio non ce la faceva a rilassarsi un minuto e pensare lucidamente.

 

Fu in quel momento che sentirono un trambusto nell’atrio. Hermione sobbalzò e corse verso le porte, uscendo nel grande ingresso dell’ospedale.

 

Quelle voci concitate potevano significare solo una cosa: erano arrivate notizie dell’attacco.

 

Infatti vide alcune infermiere correre verso l’entrata ed aiutare alcuni medici a portare delle barelle con sopra dei corpi conciati malamente verso la parte adibita a chirurgia.

 

Hermione tentò di avvicinarsi, ma alcuni maghi tenevano a debita distanza gli spettatori curiosi.

 

Non intravide nessuna figura che potesse assomigliare a quella del suo ragazzo, perché il mago la spinse indietro e la invitò poco gentilmente a tornare in sala d’aspetto, dopo che furono passate le prime due barelle, contenenti i corpi visibilmente morti di due giovani reclute, un ragazzo e una ragazza.

 

Al passaggio dei due, era caduto qualcosa dalla barella della ragazza e Hermione l’aveva raccolto. Era il suo distintivo, ma senza leggerlo se lo mise in tasca.

 

Hermione tornò indietro, ancora più turbata di prima, e vide Ginny e Harry venirle incontro. Ma i due, notando la sua espressione, capirono che non si era saputo ancora niente.

 

Hermione si risedette, ancora più in ansia di prima.

 

Era riuscita a intravedere solo i corpi delle prime due barelle, ma erano solo quelli di due giovani reclute.

 

La cosa, comunque, le aveva stretto il cuore.

 

Prese allora il distintivo della ragazza e ne osservò il nome: Alexis Lisyanna Montgomery. Non conosceva nessuno con quel nome, ma osservando meglio la foto, ricordò di averla vista alcune volte nello spogliatoio femminile.

 

E se la ricordò sempre sorridente, a scherzare amabilmente con le sue amiche, scuotendo i suoi capelli scuri e dritti come spaghetti e sgranando sarcasticamente gli occhi grandi e dorati.

 

La colpì il fatto che era riuscita a farsi tornare in mente tante informazioni di una persona con cui non aveva nemmeno mai parlato.

 

Forse il fatto di averla vista ora, morta, senza più quella vitalità, le aveva in qualche modo scavato a fondo nella mente, come se quello potesse essere un ultimo ricordo per quella giovane anima perduta troppo presto.

 

Hermione sospirò e si alzò per andare a portare il distintivo a un’infermiera, nel caso avessero bisogno di riconoscere i corpi.

 

Quando arrivò al bancone, notò che la donna stava scrutando una lista di nomi, dei quali ne spuntò tre.

 

Avvicinandosi e spiando senza farsi vedere, notò che uno dei nomi segnati era quello della ragazza di cui aveva il distintivo. Gli altri due non riuscì a leggerli, perché la donna si accorse di lei e girò il foglio.

 

-Sì? Posso esserle utile?- le chiese, con un sorriso stanco sul viso.

 

Hermione fu colta di sorpresa. –Ehm. Ho… ho trovato questo…- e le porse il distintivo. –Prima, sa, è caduto dal corpo della ragazza, e ho pensato che potesse servirvi per il riconoscimento…-

 

L’infermiera lo prese e lesse il nome, per poi scuotere la testa.

 

-Abbiamo già riconosciuto la ragazza, comunque grazie lo stesso.-

 

-Okay. Di niente. Allora…- Hermione non resisteva alla curiosità. Doveva sapere il più presto possibile qualcosa, o sarebbe morta.

 

-Senta… mio… il mio ragazzo… era presente all’attacco… e io sono qui da due ore, ma nessuno ancora ha saputo dirmi niente… per caso può dirmi le qualcosa? Ho visto che ha una lista con dei nomi e…- Hermione aveva gli occhi lucidi, e forse fu per quello che la donna, dopo aver fatto una smorfia un po’ irritata, riprese il foglio.

 

-Di solito aspettiamo il consenso dei dottori per dare certe informazioni… ma posso fare un’eccezione… se mi dice il nome, per favore?-

 

Hermione prese un profondo respiro e poi disse: -Ronald Bilius Weasley.-

 

Cominciò a mordersi le labbra, aspettando il responso e temendo il peggio.

 

Non ce la faceva, non ce l’avrebbe fatta. Ma voleva saperlo a tutti i costi, non poteva aspettare ancora.

 

La donna scorse i nomi sul foglio, e poi si fermo verso la fine della lista. La sua fronte si aggrottò e mise su un cipiglio strano, tra il turbato e il confuso.

 

Poi alzò gli occhi, evitando invano di non incrociare il suo sguardo.

 

-Io… non sono sicura di poter…- borbottò, improvvisamente interessata a mettere apposto alcuni documenti impilati già alla perfezione.

 

Il terrore cominciò a farsi largo sul volto di Hermione.

 

-Cosa… cosa vuole dire?- gemette la ragazza.

 

L’infermiera la guardò imbarazzata.

 

-Non ho il permesso di dare certe informazioni private, mi dis…-

 

La donna non riuscì a finire la frase, che Hermione le strappò letteralmente il foglio dalle mani e scrutò la lista, fino ad arrivare al nome del ragazzo.

 

Ronald Bilius Weasley. Deceduto.

 

***

 

Harry e Ginny sedevano ancora nella sala d’aspetto, quando sentirono un urlo agghiacciante.

 

Corsero entrambi verso l’ingresso, da dove provenivano le grida, e vi trovarono un’Hermione terribilmente disperata e in lacrime, accasciata sul pavimento, con tutti che la guardarono tra il meravigliato e lo spaventato.

 

Hermione era l’emblema della prostrazione. Le lacrime continuavano a scenderle copiose, le mani serrate in due pugni stringevano convulsamente un foglio stropicciato.

 

Ginny le si inginocchiò vicino, posandole una mano sulla spalla e parlandole dolcemente, ma Hermione sembrava non ascoltare e continuò a piangere, portandosi le mani sul viso.

 

-Hermione… Hermione, cos’hai?- le domandò Ginny, prevedendo il peggio.

 

Harry si inginocchiò anche lui di fronte all’amica, alzandole il volto con la mano e ascigandole le lacrime, cercando di calmarla.

 

-H-ha… ha a che fare con Ron, vero?-

 

Hermione, di tutta risposta, cominciò a piangere in maniera più forte, isterica, crollando con le braccia addosso al ragazzo, che la sorresse facilmente.

 

-Hermione… ehi…- le disse piano Harry, cercando di esser eil più calmo possibile. –Calmati, vuoi spiegarti?!-

 

La ragazza gli porse il foglio che aveva tenuto in mano fino a quel momento, tirando su con il naso e guardandolo con gli occhi sgranati e pieni di paura.

 

Un’infermiera si avvicinò al gruppetto, ma Ginny la cacciò gentilmente via con uno sguardo.

 

Harry prese il foglio tutto spiegazzato, era una lista piena di nomi e segni a matita. Individuò presto il nome dell’amico e, con un groppo in gola, lesse di seguito, per poi alzare gli occhi a guardare la ragazza.

 

-Non è possibile…- mormorò, guardando fisso, come in trance, davanti a se. –Non è possibile!- ripeté, a voce più alta, alzandosi in piedi e andando al banco, dove la donna di prima sedeva impassibile e tentando di fare finta di niente.

 

Sbatté un pugno sulla superficie piana per attirare la sua attenzione. La donna sobbalzò, e gli dedicò completamente tutta la sua attenzione, seppur con un velo di ansia addosso.

 

Harry le mise la lista di fronte gli occhi.

 

-Cosa significa questo?-

 

La donna era visibilmente fuori luogo. Non sapeva davvero che fare, era la prima volta che succedeva una scena del genere e il suo autocontrollo sarebbe andato subito in pezzi.

 

-I-io non posso farci niente.- gemette, guardandolo e deglutendo. –Sono informazioni che ricevo dai superiori, mi dispiace. Se così c’è scritto, così allora è. Ora scusatemi.- e detto ciò, si girò e si avviò di fretta verso una porta a vetri.

 

Harry chiuse gli occhi e li riaprì lentamente, quasi a volersi assicurare che tutto ciò che stava succedendo era vero.

 

Si voltò e incontrò lo sguardo ora completamente atterrito di Hermione e della sua ragazza, la quale la sorreggeva in piedi.

 

-Harry?- Ginny lo riportò alla realtà, sfiorandogli un gomito.

 

Il ragazzo le osservò. Erano così giovani, così fragili, così indifese. Avevano sopportato fin troppo, ed era un miracolo che loro non fossero ancora crollate sotto il peso di tutti gli eventi passati. Ed ora non ci voleva proprio ciò che era successo.

 

Harry si strinse le spalle. E lui… lui anche non riusciva più a sopportarlo. Ed ora senza Ron, come avrebbe fatto? Come sarebbe riuscito a trascinarsi dietro quel dolore immenso, quel dolore che faceva di tutto per non mostrare apertamente, quel dolore che lo inseguiva incessantemente da quando era solo un bambino, strappandogli tutti coloro a cui era attaccato e a cui voleva bene.

 

Il ragazzo sentì una piccola lacrime scivolargli sulla guancia, e non fece niente per nasconderlo.

 

Andò dalle due ragazze e le abbracciò contemporaneamente. Sentì la testa di Ginny strofinarsi contro il suo petto e le spalle di Hermione sussultare sempre più forte.

 

Hermione era sicuramente quella più colpita dall’avvenimento. Ron era sempre stato colui che la faceva sorridere anche quando era una giornata nera, colui che l’amava più di ogni altra cosa, colui che avrebbe passato con lei l’eternità e avrebbe sopportato ogni tipo di sofferenza pur di continuare a starle accanto.

 

Perché si amavano, si amavano più di qualsiasi altra coppia, forse anche più degli stessi Harry e Ginny.

 

Il loro era un amore unico, forte, passionale, romantico, doloroso, intenso, travolgente, ardente. Era un amore eterno. O almeno così credevano, fino a quel terribile momento.

 

Hermione alzò la testa, stropicciandosi li occhi e continuando a tenersi aggrappata forte ad Harry, rimasto ormai la sua sola ed unica ancora di salvezza in un mare diventato così impetuoso per lei.

 

Si guardò intorno: la luce sembrava così tremolante sotto le sue lacrime e la sala cominciò a riempirsi di un vociare continuo. Era come se qualcuno urlasse qualcosa, ma lei non riusciva ad afferrare il significato di quelle parole o, semplicemente, non voleva capirle.

 

Non importava più nulla ormai. Ron non c’era più, ed era tutto quello che c’era da sapere.

 

Voleva disperatamente dimenticare tutto, ogni loro momento felice passato insieme, ogni litigata, ogni bacio, ogni abbraccio, ogni piccola briciola della loro vita assieme.

 

Hermione si accarezzò istintivamente il suo ventre. Ron sarebbe diventato padre senza saperlo, e suo figlio sarebbe nato e cresciuto senza conoscere quella parte così fondamentale di cui portava metà dei geni.

 

Hermione strinse più forte la spalla di Harry e poi si staccò completamente, allontanandosi da lui e vagando spaurita  con lo sguardo per la stanza quasi vuota, ma sempre più rumorosa.

 

-Lei… signore, lei non può assolutamente…-

 

-Io invece posso, eccome!-

 

-Ma non è nelle condizioni…-

 

-Lasciatemi stare, capito? Non capisco come abbiate potuto…-

 

-Stia calmo! Lei non dovrebbe essere qui!-

 

-Ma insomma, infermiera Bailey! Cosa succede?-

 

-Dottor Carter… io… lui… non ho potuto trattenerlo…-

 

-Signore, cosa sta facendo per i corridoi? Non sa che è espressamente vietato aggirarsi…-

 

-Ma cavolo, volete lasciarmi andare o no?-

 

Hermione sobbalzò, alzando di scatto la testa. Non poteva… non poteva essere…

 

-Hermione!-

 

Hermione sentì gli occhi appannarlesi ancora e nuove lacrime scendere copiose sul viso.

 

Non era mai stata così felice di piangere.

 

Perché, tra le lacrime, lui era riapparso.

 

***

Ehm… ehm… sììììììììììììììììììììììì!!! Prevedo un altro linciaggio di gruppo…Uff uffaaaa!! Guardate, questa volta non mi prolungherò nemmeno in scuse… tanto non vi bastano!! O.O Vi dico solo che sono immensamente dispiaciuta per avervi fatto attendere così tanto, di nuovo!!!! Vabbè, questa volta sono passati “solo” 3 mesucci…cosa volete che siano!! ^_^”… E io vi chiedo veniiiaaaaaaaaaaa!!! Ma vi giuro che questa volta non è stata colpa della mia profondissima voglia di oziare e di pazzeggiare eternamente!!!!! Primo, c’è stata l’idiotaggine idiotissima del mio computer idiota, che per un po’ ha fatto vacanza visto che non fungeva… poi me l’hanno cambiato, quindi un’altra settimana senza… poi mi hanno messo Alice, che per un mese non ha funzionato, poi ha cominciato a rifunzionare e poi ancora non ha rifunzionato!! È la volta buona che mi incazzo con la telecom, alice e chiunque abbia inventato un adsl così farlocco..o.O Poi ti prendono pure per il culo quelli addetti alle risposte!! Ma lavorate piuttosto!! O.O

Comunque… credo basti così, mi sono dilungata fin troppo!! Chiedo in anticipo scusa per gli attacchi cardiaci provocati da questo capitolo… lo so, lo so che siete quasi morti..anche io lo sono!! *.* Ma è tutto apposto, na?? Ve l’avevo detto che il titolo suggeriva qualcosina!!  E la prima parte io credo che sia uscita assolutamente fantastica!!! Veniva quasi di piangere anche a me… e la canzone degli U2… mmh! Superba!!! Non ne avrei saputo trovare una migliore!! Ma mi ha aiutata molto anche la nuova di Tiziano Ferro, ‘Ti scatterò una foto’, che me ama! (sono anche andata a Roma a vedere i lucchetti a Ponte Milvio! *.*)…Oddio, credo sia la prima volta che riesco ad essere soddisfatta di qualcosa che ho scritto!! *_* Vabbbeeeehhè!! Io vò e vi ringrazio tutti, uno per uno:

 

Vichan: nooooooo!! spero di essere arrivata in tempo!!! non sei ancora soffocata, vero??? Non voglio avere pesi sulla coscienza!! o.o comunque, se nel capitolo precedente sei rimasta col fiato in gola... chissà ora!! ihihih!! che cattiva che sono!!! Grazie per il commento! ciao!

 

Ellie: Mon amour, sono secoli che non ci sentiamo... ero sparita un pò anche da Splinder... cmq... allora, il tuo (...mmmh... su questo aggettivo devo rifletterci un pò! xD) Ron sta più che bene.... diciamo!!! ma spero non ti sia venuto un infarto!!! e quando aggiorni Lost??? Io aspetto da secoli!!! aah! ho visto parte della terza serie... bella bella bella! ma sempre più incasinata!! E Finalmente si svela chi sceglierà Kate... non dico nulla! U.U comunque... per HArry e GInny... vabbè, diciamo che anche qui hanno avuto una particina... ma non vedo grandi cose per loro... quindi, non saranno implicati in niente di pericoloso, per la tua gioia!!! spero commenterai anche questo capitolo!! tvttttttttb! Un bacio!

 

Mione09: Una new entry!! che bello! *_* sono troppo contenta!!!! comunque, per rispondere alle tue domande... mmmh... momenti calmi per Ron e Hermione??? mmmh!!!! con me alla tastiera la vedo difficile... ghghgh! sono perfida!!! però non si sa mai... eeeh! xD ah, dimenticavo!! grazie per gli auguri dle nuovo anno!!! oddio, sono un 'pochino' in ritardo! d'oh!! dai, ne sono passati SOLO 4 di mesi!! xDDDDD vabbè!!! al prossimo commento, spero!! un bacio!

 

robby: allora, prima di tutto ciao e grazie per i mille complimenti che mi fai sempre!!!! comunque, qui hai avuto tutte le risposte ai tuoi quesiti!! daaai, ho fatto 'abbastanza' la brava, no??? Ron è ancora tra noi!!! e mica posso farlo morire al mio Ronnino! xDDD cmq... scusa l'indiscrezione, ma quando ti laureerai??? spero di non essere arrivata in ritardo, comunque se hai già preso la laurea questo capitolo è tutto per te!! xD ciao ciao!!!

 

flyingstar16: hey hey hey!!! e finalmente una persona che ha azzeccato l'allusione del titolo 'never gone'...eheh!!! ecco svelato in questo capitolo ciò che tu avevi già capito: Ron c'è ancora!!!!!! per la vostra e per la mia gioia!!! *_* comunque, l'attacco dei mangiamorte ti ha colto di sorpresa?? beh, era un pò la mia intenzione!!! mi piacciono queste 'improvvisate'...anche se so che vi tengono con il fiato sospeso!! che cattiva che sono!!!! vabbè...di questo di capitolo che ne pensi??? Fammi sapere!! ciaooo!

 

ginny89potter: dunque... prima di tutto, benvenuta!!!! sono sempre contenta di avere new entry..e chi non lo è!! xD pooi, rispondendo alle tue domande... per le scene Ginny-Harry... in questa ho messo qualcosina, ma come ho già detto su, non sono personaggi molto importanti per quetsa storia... non ora perlomeno!!! ma prometto di inserire qualche altro passaggio nei prossimi chap, se mi riesce!! epppoi... non preoccuparti!! il nostro Ron è ancora vivo e vegeto!!!!!!!! contenta??? ora fammi sapere cosa ne pensi di questo capitolo così 'suspancioso'....ciaooo!

 

CaptainHook: ciauuu aryyyyyyyy!! è un botto di tempo che non ci becchiamo!!! ma su msn sei morta???? e su splinder??? comunque, come hai finalmente letto...Ron è VIVO!! eeevvaii!! xDDDDD così io non muoio appresso a lui e Mione non perde il bimbo!! ma lo sai quanto sono perfida e già saprai che non ci saranno molti altri capitoli tranquilli!! xDDDDD che stronza che sono!! xDDDD vabbèèèèèèèè! scusa la mini risposta, ma sono di fretta! intanto goditi quetso capitolo e fammi sapere!!! ciauu!! tìvìbì

 

Saty: Ciaooooo!! una terza new entry!! che bello!!! come mi fate felice!!!! comunque, grazie tantissime per i complimenti!! davvero trovi la ff bellissima??? *me si commuove*....e.,... spero tu non abbia trattenuto troppo a lungo il respiro, perché qui le cose si sono aggiustate...diciamo!!! per il fatto di Harry... guarda, anche io non sopporto l'Harry dei libri prorpio per il suo carattere così pesante e lagnoso, sempre a pensare a salvare il mondo ecc ec c.... per questo, in questa ff, l'ho reso abbastanza diverso, senza stravolgerlo troppo, perché a me piace pensarlo così!!! e credo piaccia anche a voi!!!!!! comunque, grazie ancora per il commento!!!! mi ha fatto troppo piacere!! alla prossima!! ciauuu!

 

EDVIGE86: ciaoooo!!!!! ti ringrazio x gli auguri e mi scuso ancora per il ritardo mostruoso!! o.O comunque, qui pare che tu abbia avuto tutte le risposte alle tue domande e alle tue ansie su Ron!!! non è morto!! xD e ci mancava solo che lo facessi morire!! eheh!!! spero che il tuo cuoricino stia bene, ho troppa gente sulla coscienza!!! ciao ciao!!!!! 1bacio!!!

 

Per ora è tutto... vi lascio con l'anticipazione del titolo del prossimo capitolo, ovvero: "Always (by your side)". Ciaoo!!

 

   
 
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