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Autore: chiaretta85_    06/11/2012    11 recensioni
I miei occhi si fecero neri. Un ringhio selvaggio si liberò dal mio petto. Afferrai Bella per un braccio trascinandola come una bambola fuori dall'abitacolo. Le feci sbattere violentemente la schiena contro la carrozzeria della macchina. Era in trappola. Era mia. In sottofondo potevo sentire le urla di Alice, non provava nemmeno a spostarmi. Non sarebbe servito.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: New Moon
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Capitolo 52

Pov Bella





Cinque settimane.

Cinque settimane in cui la mia vita era cambiata. Cambiata completamente.

«Bella, credo che abbia sonno»

«Si Jacob, lo so»

Guardai il mio migliore amico tenere in braccio la ragione della mia esistenza. Il mio miracolo. La mia bambina.

Guardarla accoccolarsi tra le sue braccia forti e enormi mi dava un profondo senso di sicurezza. Lui l'adorava. Letteralmente. Sarebbe stato pronto a morire mille volte per lei, come me del resto e come suo padre e tutti i Cullen.

Non c'era bambina più al sicuro di lei. E pensare che mi ero rassegnata a non avere figli. Ma si sa, la vita è imprevedibile. E anche la morte, a volte arriva nei modi più inaspettati, quelli che non avresti mai creduto possibile.

Ma morire per qualcuno che ami è un bel modo per andarsene. *

I ricordi di quelle ultime settimane si affollarono nella mia mente.



Aprii gli occhi lentamente e mi persi in quelli ansiosi e stupendi di mio marito.

«Bella, amore...amore mio, come ti senti?»

Mi accarezzava il viso con le sue mani delicate e gelide. Sorrisi.

«Edward..che cosa è successo?»

Fece un sospiro sollevato quando sentì la mia voce.

«Sei svenuta amore»

Svenuta?Confusa mi concentrai cercando di ricordare cosa stessi facendo , ricordavo il matrimonio, il ricevimento, il ballo...e poi...Alice...la nausea...il buio. Feci leva sugli avambracci e mi misi seduta, le braccia di Edward furono subito sulla mia schiena, dandomi una mano. Ero su un lettino, nello studio di Carlisle.

«Si, ora ricordo...mi dispiace»

Increspò la fronte, pensieroso.

«Ti dispiace?»

«Si, ho rovinato il nostro matrimonio...mi dispiace tanto Edward»

Abbassai il capo mortificata, non ne facevo mai una giusta. Ero riuscita a farlo preoccupare anche il giorno del nostro matrimonio.

Sentii le sue dita sfiorare la mia guancia con dolcezza, per poi portarle sotto il mio mento, sollevandomi il viso. Mi ritrovai a un palmo dal suo , gli occhi gli brillavano. Il respiro mi si mozzò per un attimo, come sempre di fronte alla sua bellezza.

«Oggi è stato il giorno più bello della mia vita Bella...nulla potrebbe rovinare questo giorno, nulla...ancora non riesco a credere che tu abbia scelto me»

Sorrisi.

«La cosa veramente incredibile è che TU abbia scelto ME. Sto ancora aspettando che tu apra gli occhi e ti renda conto di che razza di imbranata hai sposato»

Alzò gli occhi al cielo.

«Sei assurda Bella....splendidamente assurda»

Si avvicinò piano alle mie labbra, sfiorandole con le sue, prima lentamente poi con sempre maggior trasporto. Mi ritrovai a circondargli il collo con le braccia attirandolo sempre più verso di me, le sue mani corsero sui miei fianchi avvicinandomi a lui. Mi ritrovai a stringere i suoi capelli, che torturavo incessantemente. Scese sul mio collo sfiorandolo con la punta della lingua. Una scossa di piacere mi percorse il corpo, facendo salire un languore al basso ventre, che divenne quasi insostenibile. Mi sentii improvvisamente...“affamata”Lo volevo, lo volevo. Dovevo averlo. Spinta da un desiderio che non ero più in grado di trattenere mi lanciai su di lui, che sorpreso ricadde all'indietro sulla poltrona accanto a lettino. Mi ritrovai a cavalcioni sulle sue gambe. Aveva la schiena addossata allo schienale ,il mio petto sopra il suo,eravamo così vicini che i nostri nasi si sfioravano.

Sul suo viso una maschera di sorpresa,in effetti non sapevo nemmeno io cosa mi stese accadendo, non era da me, ma non mi importava.

«Bella..»

Mi tuffai sulle sue labbra impedendogli di parlare. Lambivo, leccavo, mordevo. Ero come impazzita.

«Bella aspetta...»mi disse approfittando dell'unico momento in cui avevo staccato le labbra dalle sue per respirare. Non lo lasciai finire riprendendo da dove avevo lasciato. Il vestito da sposa era un po' ingombrante, ma, secondo i miei piani, presto non sarebbe più stato un problema.

O almeno era quello che credevo, finchè non sentii qualcuno schiarirsi la voce.

Mi congelai sul posto, al punto che se non fosse stato per il rossore spropositato delle mie guance il cuore che cercava di uscirmi dal petto, sarei sembrata un vampiro anch'io.

Edward mi guardava con l'aria di uno che stava per scoppiare a ridere da un momento all'altro.

«Mi dispiace amore, ho cercato di dirtelo»

Chiusi gli occhi, troppo imbarazzata per guardare mio suocero che se ne stava fermo sulla porta. Scattai all'indietro cercando di ricompormi,aiutata da Edward, che continuava a sorridere imperterrito.

«Smettila, non è divertente!»bisbigliai.

A quel punto scoppiò definitivamente in una risata liberatoria. Sbuffai.

«Amore, non fare così, infondo non stavamo facendo nulla di male. E poi Carlisle è un uomo,un medico,sa che certe cose possono sfuggire al controllo»

Ma che diavolo stava dicendo?Adesso ero anche più imbarazzata di prima.

Mi portai entrambe le mani a coprirmi il viso.

« Bella, Edward ha ragione, non preoccuparti, come ha detto lui non è successo nulla, non hai motivo di sentirti imbarazzata. Per una coppia appena sposata è normale lasciarsi andare certe volte, è stata colpa mia, avrei dovuto bussare, ti chiedo scusa»

Annui sperando di mettere fine a questa conversazione.

«Gr-grazie Carlisle. Davvero. Ma ora possiamo tutti cambiare argomento, per favore? Vi prego.»

Edward mi abbracciò e io nascosi la testa nel suo petto. Che vergogna, che vergogna, che vergogna!

Immaginavo già Emmett prendermi in giro a vita per questo. Accidenti! Stupidi ormoni umani!Era tutto il giorno che mi giocavano brutti scherzi!

«Comunque sono felice di vedere che ti sei svegliata. Come ti senti?»

Alzai il volto, ancora imporporato, guardando Carlisle negli occhi che intanto si era avvicinato a noi.

«Bene direi, la testa non gira più»

«Bene. Ti dispiace se però ti visito comunque velocemente? Giusto per stare più tranquilli»

«Ma io mi sento bene, davvero. Non devi disturbarti.

Edward sospirò e io mi voltai a guardarlo. Mi sorrise rassicurante. E mi passò una mano intorno alla vita.

«Ti prego amore, lascia che Carlisle ti visiti, mi sentirei più tranquillo. Mi hai fatto spaventare non poco alla festa»

Abbassai il capo mortificata per poi rialzarlo, regalandogli un sorriso tirato. Sapevo che avevo rovinato il matrimonio.

«Certo, come vuoi»

«Grazie»mi disse raggiante. Avrei fatto qualsiasi cosa pur di vederlo sorridere in quel modo, anche sottopormi a una tortura cinese.

Mi prese per la vita aiutandomi a tornare sul lettino.

Carlisle si avvicinò , afferrando lo stetoscopio sul tavolino accanto

«Perdonami Bella ma, ho bisogno che tu ti slaccia il vestito per riuscire ad auscultare meglio i polmoni.»

Arrossii. Ovvio,non poteva certo appoggiare lo stetoscopio sul tutto quel tessuto, il suono sarebbe arrivato distorto. Anche se dubito che per un orecchio super sensibile come quello di un vampiro avrebbe fatto differenza, ma si sapeva, Carlisle era sempre molto scrupoloso con il suo lavoro, non gli piaceva mai lasciare nulla al caso.

Edward si accorse del mio imbarazzo e si avvicinò subito.

« Aspetta amore, ti aiuto io»

Allungo le mani come ad abbracciarmi,facendole passare intorno al mio busto, ma in realtà lo sentii slacciare i piccoli bottoncini che avevo sulla schiena.

Gli sorrisi grata, lui ricambiò, senza mai staccare gli occhi dai miei. Arrivato a tre quarti del percorso Carlisle lo fermò.

«Basta così Edward, grazie»

Sobbalzai quando sentii il piccolo cerchietto di metallo sulla pelle, facendogli ritrarre la mano.

«Scusa» dissi.

«Non importa Bella, scusami tu, avrei dovuto scaldarlo con qualcosa»

Riprese da dove aveva lasciato. Edward rimase davanti a me, prendendo a carezzarmi le braccia lasciate scoperte. Il mio cuore prese a battere furiosamente. Era incredibile l'effetto che mi faceva semplicemente sfiorandomi.

Carlisle si schiarì la voce ed Edward si fermò, lanciando un occhiata di scuse a suo padre.

«Bene qui mi sembra tutto a posto Bella, puoi rivestirti.»

Continuò misurandomi la temperatura, la pressione – che trovò un po' alta ma sempre per via dell'effetto del tocco di Edward - la gola, le orecchie, gli occhi..insomma tutto. Poi si ritirò soddisfatto.

«Ho finito, direi che è tutto a posto, sei sanissima Bella, probabilmente lo svenimento è da attribuire a un semplice stress di questa giornata, comunque aspettiamo gli esami del sangue per aver la conferma.»

Improvvisamente sentii freddo. Esami del sangue, questo voleva dire...

«Dovrai farmi un prelievo?» dissi faticando a nascondere il terrore nella voce.

Edward sorrise ma sembrava nervoso.

«Veramente lo ha già fatto amore, mentre eri svenuta...gli ho dato io il permesso, ho pensato che era più semplice per te...so quanto odi gli aghi..e così ho pensato...uff»sospirò, riprendendo fiato. Lo guardai attonita. Non capivo perchè volesse giustificarsi, mi aveva fatto un enorme favore in realtà. Ovviamente lui confuse la mia espressione.

«..scusa ho fatto male, avrei dovuto aspettare e chiedertelo, mi dispiace...ma ero preoccupato e..»

Sorrisi afferrandogli il viso e posando le mie labbra sulle sue, giusto per farlo smettere di dire cose senza senso.

Mi staccai quasi subito tenendo ancora il suo viso tra le mani, e guardandolo negli occhi.

«Grazie amore, hai fatto benissimo»

Si rilassò sorridendomi. Anche Carlisle sorrise.

«Bene, ho richiesto tutti gli esami possibili, ci vorrà un po' quindi,i risultati arriveranno fra una settimana circa, dobbiamo solo aspettare.»

Sorrisi scendendo dal lettino.

«Forse è meglio che torniamo di sotto. Gli invitati si staranno chiedendo che fine abbiamo fatto!»

Vidi Edward e Carlisle scambiarsi un occhiata tesa.

«Che c'è? Che succede?»

Mio suocero sospirò.

«Beh vi lascio parlare da soli, se avete bisogno di me, sono di sotto»

Guardai Carlisle andarsene e chiudere la porta alle sue spalle, mi voltai verso mio marito in cerca di una spiegazione.

«Amore, di sotto non c'è più nessuno, a parte Esme e miei fratelli»

«Cosa? Sono andati via? Perchè?» Non capivo , avevano abbandonato il ricevimento per un piccolo svenimento?

«Beh amore, sono passati più di due ore, quando abbiamo visto che non ti svegliavi, abbiamo consigliato a tutti di andare a casa»

Due ore?Ok, ora capivo perchè era così preoccupato e capivo anche tutti quegli scrupoli nella visita e gli esami del sangue.

«Sono rimasta privi di sensi per due ore?»

«Due ore, ventuno minuti e sedici secondi»

Il suo volto si incupì, mentre piano sussurrava quelle parole. Dovevano essere stati momenti terribili per lui. Appoggiai una mano sulla sua guancia per dargli conforto, odiavo vederlo soffrire.

«Mi dispiace Edward, ma ora sto bene, davvero, non preoccuparti più, va bene? È come ha detto Carlisle, credo di essere solo un po' stanca, nulla di più»

Mi sorrise anche lui annuendo col capo.

«Certo, sta tranquilla, sto bene»

«Ti amo Edward»

Sorrise baciandomi le labbra.

«Ti amo signora Cullen»

Mi piaceva sentirmi chiamare così, mi piaceva davvero.

«Andiamo di sotto va bene?Abbiamo un aereo da prendere»

Fece una faccia strana.

«Che c'è?»

«Amore mi dispiace ma lo abbiamo perso»

«Oh. E quando è il prossimo?»

Scosse la testa.

«Non prima di una settimana»

Strabuzzai gli occhi.

«Una settimana?»

«Si tesoro, le compagnie sono in sciopero,Alice dice che non ci saranno voli per una settimana»

Niente luna di miele. Niente io e Edward. Niente momenti felici prima della mia trasformazione.

Cercai di sorridere per non mostrare la mia delusione.

«Non importa amore, davvero, vorrà dire che mi trasformerai prima, così sarò più pronta per l'arrivo dei volturi.»

Si irrigidì.

«Ho detto che di questo non devi preoccuparti, sistemeremo tutto»

Sbuffai.

«Edward, è inutile rimandare lo sai.»

«Ti prego Bella, possiamo evitare di parlare della tua morte? Almeno il giorno del nostro matrimonio?»

Era arrabbiato. Nonostante ne avessimo parlato più volte e ormai si fosse convinto, l'argomento trasformazione era sempre motivo di tensione per lui.

Ma aveva ragione, non era il momento di parlarne, avevamo anticipato le nozze per questo, per avere più tempo, mancavano ancora quasi otto settimane all'arrivo dei Volturi,potevamo fare le cose con calma.

«Hai ragione scusa»

Sospirò.

«Lo farò Bella, lo farò. Te l'ho promesso ed è quello che voglio anch'io, lo sai, solo non avere fretta...»

«Certo»

Un sorriso malizioso si dipinse sul suo viso.Si avvicinò circondandomi la vita con le braccia, si abbassò fino a sfiorarmi il lobo dell'orecchio. Una nuova scarica di piacere mi percorse. Deglutii.

«E poi credevo volessi un po' di tempo per ripetere...una certa esperienza umana...»

Il tono malizioso in cui lo disse, mi fece quasi cadere per terra, le gambe mi erano diventate molli, il cuore mi stava uscendo dal petto.

Rise, divertito dell'effetto che sapeva mi procuravano queste sue - non tanto velate - allusioni. Questa volta però gli avrei dato pan per focaccia.

Sorrisi cercando di ripetere il suo modo malizioso, poi lentamente con un dito percorsi il profilo della sua mascella, scesi sul collo e proseguii giù, fino alla cintura dei pantaloni, dove presi a giocherellare con le dita. Sbarrò gli occhi, deglutendo più volte, e vidi chiaramente che aumentò la respirazione.

Perfetto.

Non contenta spinsi leggermente in fuori il petto e feci un passo avanti scontrandomi con il suo corpo. Come aveva fatto lui poco prima mi avvicinai al suo orecchio bisbigliando.

«Ci può scommettere signor Cullen»

Smise completamente di respirare. Bene.

Soddisfatta del mio lavoro mi voltai per andarmene. A un centimetro dalla porta però, mi sentii improvvisamente mancare il terreno sotto i piedi. Mi ritrovai per aria, stretta tra le bracia di Edward.

Avevo il fiato corto per la sorpresa, aprii la bocca ma era troppo secca per spiccicare una sola parola. Lui era a un centimetro da me che famelico guardava le mie labbra. Le guardava come se fossero state qualcosa di delizioso che non vedeva l'ora di assaggiare.

«Tu avevo detto di non sfidare un vampiro» sussurrò.

Prima che capissi di cosa stesse parlando mi ritrovai a volare. Eravamo all'aperto e non avevo la minima idea di come ci fossimo arrivati . Durò non più di un minuto e improvvisamente mi ritrovai stesa su qualcosa di morbido...un letto.

Non sapevo dove fossi, ma ero sicura al 99% di non essere più in casa Cullen.

Edward steso su di me, ancora nel suo smoking, mi guardava, questa volta con devozione, aspettando che riprendessi fiato.

Gli sorrisi e non ci fu bisogno di altro, lentamente scese sulle mie labbra regalandomi l'amore di cui avevo bisogno.

Trascorremmo così l'intera settimana tra baci, carezze, coccole e lenzuola. Ben presto scoprii di trovarmi in casa “nostra”. Mia e di Edward. Era un regalo di nozze, il nostro regalo di nozze da parte della sua famiglia.

Quando me lo disse scoppiai a piangere come una bambina, sembravo una fontana, piangevo ininterrottamente, non sapevo come fermare quei sentimenti.

Edward era un po' preoccupato per il mio comportamento. Più di una volta mi ero ritrovata addormentata in giro per la casa priva di forze, a mangiare in orari stranissimi enormi quantità di cibo. Alla fine ci convincemmo che era dovuto tutto alla troppa attività di quei giorni. E comunque Edward era sempre ben disposto a soddisfare i miei appetiti, di qualsiasi genere fossero, dal momento che non era solo il cibo che mi ritrovavo a desiderare negli orari e nei momenti più svariati.



Purtroppo, come sempre quando si trattava della nostra felicità, non durò molto.

Quella mattina, quella mattina cambiò tutto.



Erano passati dieci giorni da quando ci eravamo rinchiusi nel nostro rifugio d'amore, quella mattina però saremmo dovuti ritornare alla realtà. Carlisle ci aspettava, erano arrivati gli esami del sangue e voleva aprirli davanti a noi. La giornata iniziò nei peggiori dei modi.

Aprii gli occhi, come ogni giorno, specchiandomi in quelli ambra di Edward.

«Ciao» dissi ancora un po addormentata ma con sorriso che andava da un orecchio all'altro.

«Ciao...ti ho preparato la colazione»

Sorrisi. Possibile fossi tanto fortunata?

«Grazie»

Mi porse un vassoio con una spremuta, un croissant, una fetta di torta, una tazza di caffè e una rosa bianca al centro. Sorrisi.

«Cosa preferisci prima?»

Ci pensai un attimo.

«Mmmm...credo che inizierò con il caffè»

«Perfetto»

Mi porse la tazza di fine porcellana con un enorme sorriso sul volto L'afferrai portandomela alla bocca, ma quando me la ritrovai sotto il naso l'odore, che di solito mi inebriava, mi sembrò improvvisamente... improvvisamente... disgustoso.

Sentivo lo sguardo di Edward addosso.

«Bella?»

Una nausea incontrollabile salì dal mio stomaco. Conscia di quello che stava per succedere, mi alzai di scatto, scostando le coperte, rovesciando la tazza sul copriletto e facendo cadere il vassoio con tutto il suo contenuto.

Mi ritrovai china sul water con un braccio di Edward intorno alla mia vita e uno a sorreggermi la testa.

Aspettò che finissi, in silenzio, poi mi passò una salvietta per pulirmi. Mi accascia tra le sue braccia esausta.

Lo sentii chiamarmi piano. Anche senza guardarlo riconobbi subito una nota di preoccupazione nella sua voce.

«Bella...che succede?»

Lo guardai triste e ormai anche preoccupata, perchè era ovvio ormai che qualcosa non andava.

«Io non lo so. Non lo so»gemetti.

Prima che me ne accorgessi e senza un reale motivo mi ritrovai a piangere sulla sua camicia, scatenando ancora di più la sua preoccupazione. Non c'era motivo di piangere lo sapevo, eppure io non riuscivo proprio a farne a meno.

Meno di mezz'ora dopo eravamo nello studio di Carlisle. Edward gli raccontò gli strani sintomi che avevo avuto durante la settimana, degli sbalzi d'umore, fino all'episodio di quella mattina.

Fu allora, mentre sentivo le parole di Edward, che un campanello di allarme si accese nella mia mente.

«No...»sussurrai«è impossibile»

Si ammutolirono entrambi prendendo a fissarmi. Edward mi fu subito accanto.

«Bella, amore, che succede?»

Mi alzai dal lettino, gli occhi fissi sulla busta che teneva Carlisle.

«Quella non serve »sussurrai.

«Come?»fu quasi un coro il loro.

Fissai Edward negli occhi e mi portai una mano tremante sulla pancia.

Edward seguì il mio movimento fissando la mia mano, alzò gli occhi nei miei ancora confuso. Io continuai a guardarlo, in attesa.

Poi, un lampo di consapevolezza passò nei suoi occhi. E capii.Capii che quello che pensavo era realtà.

A conferma di quel momento, la mia pancia si mosse facendomi quasi piegare su me stessa.

Edward rimase immobile,perso in un immobilità inumana.

«No»alitò.

Carlisle si avvicinò a passo lento, sconvolto, gli occhi fissi sul mio addome.

«Mio dio»sussurrò.

Camminai verso Edward, terrorizzata dall'espressione del suo volto.

«Edward»lo chiamai. Nulla.

Allungai una mano, sfiorando la sua.

«Edward»

Sobbalzò. Un espressione terribile gli deturpò il volto.

I suoi occhi si puntarono nei miei.Rabbia e paura.

«Andrà tutto bene Bella, non avere paura, tireremo quella cosa fuori di li»

Gelai.







D'accordo, lo so, questo doveva essere il penultimo capitolo, ma mi sono dilungata un po' cosaì ce ne sarà ancora uno, prima dell'epilogo.

Una piccola anticipazione, so che a leggersi il finale sembra scontato, ma c'è una cosa che dovete sapere di me...non amo gli happy ending...

e sopratutto come ho già detto non sarà un vero finale, il seguito di questa storia è già in lavorazione...

Vi lascio con i saluti e ringraziando tutte quelle persone dolcissime che hanno recensito il cap precedente:

  1. antonella64

  2. pia901

  3. elenri

  4. sagatvmb99

  5. _Kristal _

  6. Cangu300

  7. Angy Pattz

  8. giova71

  9. moulianrouge

e ovviamente a tutte quelle persone che hanno dedicato una recensione a questa storia fino ad oggi.

Grazie, vi dedico questo capitolo, sperando che rimarrete fino alla fine!!

Vi ADORO!!

Ciao a tutti

A presto

Chiara





*tratto da Twilight

   
 
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