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Autore: PJ_    10/02/2013    2 recensioni
"Ci incontriamo ancora.."
"Non ti ho mai dimenticato bambina"
"Credo di pensarla diversamente Saul.."
"Mi sei mancata"
"Anche tu, non sai quanto"
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Giorno numero 43.
Li aveva contati tutti, facendo spunte sul calendario appeso nella cucina di Duff. Seduti entrambi difronte ai due letti, alla ricerca di un movimento invisibile, avevano visto appassire già 1032 ore della loro vita.
Quello lì era il giorno numero quarantatré. Il giorno in cui la porta della camera si era aperta ed Izzy e Steven erano entrati con aria lugubre. Per la prima volta non avevano sorriso. Non avevano fatto battute sul fatto che, nell’evenienza in cui Slash ci avesse rimesso l’anima, Sam sarebbe stata proprio appetibile. Nessun accenno ai concerti saltati, ai fan infuriati, nemmeno un ghigno ironico.
Niente. Duff teneva Sam stretta al petto, la ragazza aveva un walkman sulle cosce, Pretty Vacant sparata nelle orecchie.
Il giovane medico che li aveva accolti ormai faceva loro visita ogni giorno. Si chiamava Mark, era di New York, si era trasferito a Seattle per Linda, l’amore della sua vita. Anche quel giorno entrò alle 9.00 a.m spaccate, un gran sorriso sulle labbra ed un carello con la colazione per quattro persone, “Buongiorno ragazzi, ciao Sam!” esclamò vivace.
“Mangiate, i vostri amici si stanno riprendendo, la situazione non è così nera.” Batté una mano sulla spalla di Izzy ed uscì, intimidito dagli occhi felini di Duff che lo braccavano.
 
“Dite che si riprenderanno?” se ne uscì Steve, dopo la nona ora della giornata passata chiusa nella stanza d’ospedale.
“Ma certo…” esclamò mogia mogia la giovane ragazza, afferrandosi le ginocchia.
“Non so, credo di aver paura.” Affermò Izzy, torturandosi le labbra sottili con gli incisivi.
Steve sorrise, “Se Axl muore prendo la sua giacca con la bandiera!”
“Ti giuro che se Axl muore sarai fottuto da altri problemi, cazzone!”
La voce roca e flebile era giunta nitida alle orecchie di tutti. Il viso pallido ed emaciato del cantante si era scostato dal cuscino, gli occhi verdi cercavano febbrili le pozze di ghiaccio di Sam.
“Will!” Sam urlò il suo nome, abbracciandolo con foga, stringendolo a sé fino a far aumentare i suoi battiti a dismisura.
“Bambina se continui così sarò costretto a lasciare a quel fattone laggiù la mia giacca preferita!”
Una risata generale si irradiò nella stanza, mancava solo una voce nel coro.
“Dobbiamo parlare, Will. Lo sai” sussurrò Sam all’orecchio dell’amico.
“Probabilmente dovreste aspettarmi.”
Un tuffo al cuore, una scarica di adrenalina, il viso della ragazza si rigò di lacrime. “Saul!” strinse con forza la mano del chitarrista steso nel letto, “Sammy io non sono Axl, non ho paura di morire per un po’ di baci!”
 
Tornarono a casa, quella vera, a Los Angeles solo dieci giorni dopo.
Sam prese l’aereo con loro, dimenticandosi l’auto sotto la neve gelida di Seattle. Dimenticandosi dei cinque anni e quarantatré giorni appassiti, ricordandosi solo appena atterrata di aver dimenticato le chiavi di casa ed il porta spiccioli nel salotto di Duff, ricordandosi appena in tempo dove aveva messo il passaporto, il walkman ed il rossetto nuovo. Ricordandosi cosa vuol dire avere una famiglia, una vera, che ti ama, e anche tanto.
Forse la loro storia non è finita, i Guns si scioglieranno, si scioglieranno i ghiacciai del Polo, l’eroina non è stata debellata dal mondo e neanche l’ADS, ma il loro amore, l’amore in generale nel mondo, c’è ancora. Sam, Slash ed Axl non hanno rotto le catene che li univano, non ci riusciranno mai.






Ciao a tutte *-* E' finita. A me dispiace moltissimo, in quanto 'mamma', ma vabé. Non dico nulla, non ho molto da dire tranne GRAZIE a chi ha recensito, seguito, ricordato e letto. Grazie a Nik, rastaman dal cuore d'oro. Forese continuerà in un futuro lontano, ma per ora torno alle mie OS e all'henné (siamo alla prima ora su 8, ma chissene!) Un abbraccio, PJ_
  
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