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Autore: VittoriaBlueMoon    22/02/2013    4 recensioni
Ogni cento anni, le Gekies – “Prescelte” - devono sfidarsi fino alla morte per sigillare l’equilibrio di Aarde.
E’ questo il patto che i primi esseri del mondo, gli Spiriti Tribali, hanno stretto con gli Spiriti Einde.
Le Gekies sono pronte a scendere in campo anche oggi, esattamente cento anni dopo l’ultima volta.
Ma quest’anno, qualcosa è cambiato.
Vryheid e Skande sono sorelle.
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Fa freddo, tanto freddo, un freddo che penetra fin nelle mie ossa e che, insieme al dolore, mi rende incapace quasi di pensare. Sto male, malissimo. Ormai è una settimana che sono qua chiusa in una cella di pietra, senza riuscire a mangiare, e non capisco perché non sono ancora morta. Lo so che Khala e chiunque altro sia dietro a tutto questo stanno aspettando che io ceda dallo sfinimento o muoia, ma io non posso né cedere né morire. Non finchè non sono certa che mio figlio sarà al sicuro. Vorrei solo trovare il modo di uscire di qui, ma non so neanche dove sono. Potrei anche essere in un castello sospeso tra le nuvole, ma non ne ho la certezza, e nella mia cella non ci sono finestre. Devo trovare per forza una via d’uscita, perché presto morirò di freddo, o di fame, o per l’indebolimento provocato dall’incantesimo, o per tutti e tre insieme.
Non voglio morire qua dentro...e non voglio nemmeno che mio figlio nasca in questo posto orribile. Che cosa ha fatto lui di male per meritarsi me come madre? Niente.
Sono sdraiata a terra, supina. Osservo il soffitto, cercando di tenere a bada quel dolore che dopo una settimana non mi ha ancora abbandonato. Ho paura che la disperazione prenda il sopravvento...non voglio lasciarmi sopraffare, ma sento che presto succederà. Spero che qualcuno venga a salvarmi, perché da sola non posso farcela.
 
                                                             ***
Il ragazzo mi fissa con gli occhi che esprimono tutto il suo terrore, mentre Vuur lo tiene immobilizzato nella sua stretta d’acciaio. I miei allievi hanno scelto alla perfezione la vittima da sacrificare per utilizzare il mio potere, e spero che altrettanto validi siano i ragazzi stipati all’interno della gabbia chiusa con un grosso lucchetto. Odio dover fare questo, uccidere esseri innocenti per poter usare il mio potere, ma questa volta non posso evitarlo. Il sacrificio di questo ragazzo e degli altri cinque nella gabbia ci servirà per entrare a Kwadardige, per trovare la Gekies e poi fuggire senza che il Maestro Oscuro se ne accorga, e questa sarà la cosa più difficile. Anche se sembra che il mio potere sia illimitato e che possa contrastare qualunque cosa, ho motivo di pensare che l’energia del Maestro Oscuro sia ancora più grande e al di là di ogni cosa...deve aver venduto il suo spirito a uno dei sei Spiriti Tribali Oscuri, o qualcosa del genere.
Il ragazzo sta cercando di scappare con tutte le sue forze, ma Vuur è più forte di lui. Mi sento un vero mostro, un essere abominevole, quando compio atti del genere, anche se adesso ho messo i miei poteri al servizio del bene.
-Come ti chiami, ragazzo?-
Lui continua a dimenarsi, e non mi risponde.
-Come ti chiami?- grido.
Lui si spaventa e si gira verso di me.
-Hilias-
-Mi dispiace, Hilias. Ti prometto, in nome del dio Lotus, che sarà lui stesso ad accoglierti nell’aldilà-
-Nell’aldilà? Cosa...cosa mi volete fare?-
Stendo un braccio e poggio la mano sulla sua testa. Vuur lo immobilizza ancora più saldamente. Chiudo gli occhi, in modo da potermi concentrare completamente. Lascio che l’energia fluisca liberamente, senza ostacoli, il mio pericoloso potere è a briglia sciolta.
L’energia raggiunge la mia mano, la avvolge con la sua forza malefica, e fa il suo dovere. Mentre io prosciugo rapidamente la sua vita, il ragazzo prima chiude gli occhi, poi piano piano si indebolisce, finchè non cade a terra. Rimane solo il suo corpo, un sacco vuoto senza più anima né energia.
Le mie cellule adesso sono impregnate anche dell’energia vitale del ragazzo, ora sono onnipotente, posso decidere qualunque cosa...o quasi. I miei poteri hanno dei limiti: la volontà degli dei, a cui anche io devo sottostare, e la forza oscura di Kwadardige. Perciò non posso desiderare che la Gekies sia qui, davanti a me. Non so nemmeno se riuscirò a traportare me e i miei allievi nella fortezza, ma ci devo provare.
-Io, i miei compagni e la gabbia. A Kwadardige-
E succede la magia. In qualche modo i nostri corpi si scompongono, diventato un unico turbine fluente che viola le comuni dimensioni dello spazio. E in un attimo, siamo a Kwadardige.
Il buio più completo ci avvolge, finchè i nostri occhi non si abituano all’oscurità.
Ci organizziamo velocemente, ognuno di noi sa cosa deve fare.  Heldersiende fissa per pochi attimi i ragazzi nella gabbia. Le loro labbra si chiudono contemporaneamente, adesso non possono più parlare. A Heldersiende questo incantesimo è costato molta fatica, ma non possiamo permettere che ci scoprano. Apro la gabbia, e prosciugo l’energia del primo ragazzo.
-Voglio sapere dove si trova la cella della Gekies-
Nella mia mente si disegna, chiara e semplice, la strada per raggiungere la cella. Non è tanto lontano dall’angusto corridoio dove ci troviamo. Comincio a camminare con passo sicuro, e gli altri mi seguono. Dopo aver svoltato infinite volte e essere scesi e salite per una moltitudine di scale, ci troviamo davanti al corridoio su cui si affacciano le celle.
-Metgesel, Vuur, restate qui-
Trascino uno dei ragazzi che Vuur è riuscito a portare fino a qui punzecchiandoli con la spada, e mi dirigo verso le celle con Heldersiende. La cella giusta è la quarta. Percorriamo velocemente il corridoio fino quasi al fondo. Sul nero muro compatto si affaccia una porta alta appena come un uomo. Uccido il ragazzo che ho portato con me.
-Voglio che la porta si apra-
Non si sente nessun rumore, ma la porta si apre un poco.
-Entra tu, Heldersiende-
Lei è stupita. Non credeva che le avrei assegnato un compito così importante. Annuisce, poi apre la porta e entra.
 
                                                                ***
La Gekies è sdraiata per terra, sta fissando il soffitto. A mala pena si accorge della mia presenza, ma appena avverte i miei passi sul pavimento scatta a sedere, trattenendo una smorfia di dolore.
-Stai calma- le dico.
-Chi sei tu? Dov’è Khala?- domanda, a voce un po’ troppo alta.
-Io non sono una creatura di Kwadardige! Sono un’amica, ok? Vogliamo portarti fuori di qui-
Mi squadra con sospetto, ma spero che mi creda. Del resto, che motivo avrebbero il Maestro Oscuro o i suoi seguaci di raccontarle una cosa del genere?
-Ti prego. Abbiamo poco tempo, devi fidarti di me. Ti porteremo in salvo-
Tossisce, e una miriade di spruzzi di sangue macchiano il pavimento.
-Stai male?-
Lei chiude gli occhi.
-Perché dovrei fidarmi?- chiede, ignorando la mia domanda.
Non lo so, nemmeno io mi fiderei, ma lei è disperata. Farebbe qualsiasi cosa per andarsene, almeno penso.
-Siamo l’unica opportunità che hai di uscire da qui. Vuoi andartene, vero?-
Lei annuisce, ma so che non basterà per indurla a fidarsi.
-Riesci a percepire i miei poteri? A capire che non voglio farti del male?-
Lei scuote la testa. Com’è possibile? Ho solo un modo per capire perché non riesce nemmeno a percepire i miei poteri e , forse, per indurla a venire con me. Leggerle nella mente.
Mi ci vuole poco tempo, e in un attimo so tutto quello che Hoogste non mi aveva detto, o che forse non sapeva neppure lui. Adesso so che Nyvee e William hanno aiutato lei e sua sorella, so della battaglia e dell’incantesimo che ha lanciato, e soprattutto so che è incinta e che darebbe qualsiasi cosa per salvare suo figlio. Tiene a lui più della sua stessa vita.
-Vuoi salvare tuo figlio, e per farlo devi fidarti di me. Ti prego, seguimi-
Lei mi guarda stupita, poi, forse vinta dalla disperazione, annuisce. La prendo per i fianchi e la aiuto ad alzarsi, accorgendomi che a mala pena regge il suo peso. Mette una mano sulla mia spalla e zoppica fuori appoggiata a me. Muoviamo appena un passo fuori dalla cella, prima che io mi accorga che davanti a me ci sono Hoogste e una donna con i capelli rossi e lo sguardo di fuoco. Entrambi si girano verso di noi, e io mi sento cedere sotto la malvagità di quegli occhi di brace.

Angolo dell'autrice
Mi scuso con tutti voi per l'enorme ritardo. Sarò sincera, ma nell'ultimo periodo più che il tempo non ho trovato la voglia di dedicarmi alla storia. Ogni volta che aprivo il file non mi veniva l'idea giusta per continuare, ma adesso finalmente ce l'ho fatta. Mi dispiace moltissimo avervi fatto aspettare così tanto, forse dovrei smettere di pubblicare finchè la storia non sarà finita...
Non vi chiedo di recensire, perchè non me lo merito. 
Al prossimo capitolo (sperando di non farvi più attendere troppo),
ViBlueMoon
  
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