Si presentava così, con un pezzo della famosa torta di mele della madre avvolta nel cellophan e un mazzolino di fiori che probabilmente aveva strappato dall'altrettanto famosa aiuola della madre, i capelli scarmigliati e quell'occhio un po' più chiuso rispetto all'altro. Si presentava così, salutava mia madre e scappavamo, senza sapere dove andare, vivendo alla giornata, alzando i caschi in aria e guidando quel motorino azzurro senza mani; qualche volta cadevamo, ma che ci importava, noi eravamo infiniti.