*Questa fanfic contiene alcune scene di carattere violento e
alcune relative al sesso. Non sono particolarmente eccessive e descrittive,
tuttavia chi pensasse di poter non sopportare questo genere di situazioni, è
pregato di non continuare a leggere.*
Un'ancora nel buio
Capitolo 1
Ginevra Weasley, ormai venticinquenne, camminava a
passo spedito lungo il corridoio che conduceva nell’ufficio del suo superiore.
Il quartier generale degli Auror, era in fermento, a causa di un recente
attacco di vandalismo ai danni di un locale di Hogsmeade, ad opera di un gruppo
di teppistelli che si facevano chiamare “I nuovi Mangiamorte”. Sebbene non
fossero poi così pericolosi, riuscivano lo stesso a dare il loro bel da fare ai
soldati, costringendoli a turni di ronda spesso massacranti.
Bussò alla porta a vetri opachi, attese una
risposta ed entrò. Nell’ufficio, insieme al Capitano McKenzye, vi trovò suo
fratello Ron, Harry ed Hermione.
“Capitano.” Esclamò la rossa, battendo i talloni
degli anfibi militari e appoggiando la mano destra di taglio sulla fronte.
L’uomo, dai corti capelli bianchi e dallo sguardo
severo, le fece segno con la mano. “Riposo, riposo sottotenente Weasley.”
La ragazza divaricò leggermente le gambe,
incrociando le mani dietro la schiena e puntò gli occhi blu sul superiore,
attendendo motivazioni per quella convocazione urgente. Le diede non poco
fastidio, che partecipassero anche altre persone, ma non si curò di farlo
notare, evitando così scenate da parte di suo fratello.
“Ti ho fatta chiamare, perché il Generale ha
richiesto la tua presenza.” Spiegò McKenzye, scrutandola da dietro le mani
incrociate di fronte al viso.
Ginevra inarcò un sopracciglio, spostando con una
mano un ciuffo di capelli color sangue, sfuggito alla treccia d’ordinanza. “Di
che si tratta?!”
“Questo te lo spiegherà il Generale stesso,
Weasley.” Si affrettò a chiarire, con uno strano sorriso sul volto. “A me è
tenuto riferirti solamente che ti dovrai occupare di uno dei prigionieri, che
hai catturato durante la lotta contro Voldemort.”
“Un prigioniero?!” Intervenne prontamente Ronald.
In tutti quegli anni, nonostante avessero affrontato insieme l’addestramento
militare e numerose battaglie, l’iperprotettività di suo fratello non si era
affatto affievolita e anzi, se possibile, si era amplificata, rendendola
schiava di quell’amore fraterno che spesso, arrivava a livelli soffocanti.
“Sì uno dei tanti, tenente Weasley.” Confermò
ironico l’uomo. “…non so di chi si tratta, quindi non chiedermelo.”
Il ragazzo fu sul punto di dire qualcosa, ma sia
Harry che Hermione, posti di fronte a lui, gli riservarono un’occhiata di
rimprovero, costringendolo a tacere per non scatenare le ire della sorella.
“D’accordo. Ho capito.” Fece seria Ginevra,
incrociando di nuovo le mani dietro la schiena. “E quando dovrei incontrare il
Generale?!”
“Domani. Fatti trovare alla Sede, intorno alle 9.”
“Perfetto.” Terminò la ragazza, rivolgendo uno
sguardo eloquente ad Hermione. “Posso andare?!”
Il Capitano annuì. “Certamente.”
Conclusi i saluti di rito, Ginevra uscì nel
corridoio e aspettò che anche l’amica uscisse dall’ufficio. Con sommo
dispiacere notò che era stato congedato anche suo fratello. Hermione le si
avvicinò, superando Ron, in modo da frenare qualsiasi istinto impulsivo del
ragazzo. Harry era rimasto più indietro, in silenzio, aspettando di sentire
cosa ne pensasse l’amica.
“Mi domando che cosa è successo.” Biascicò con tono
pensoso la rossa, massaggiandosi le tempie. “Ho catturato troppa gente per
poter arrivarci da sola.”
Hermione le posò una mano sulla spalla. “Ti
conviene aspettare domani per saperlo, non scervellarti, non ti porterà a
niente.”
Ginny le rivolse un sorriso. Gli occhi color
cioccolato della sua amica, come sempre, riuscivano a tranquillizzarla più di
mille parole o gesti affettuosi. “Sì, hai perfettamente ragione. Tu che ne dici
Harry?!”
“Sono d’accordo con Hermione.” Si limitò a
rispondere secco, passandosi una mano nei capelli ormai lunghi sino alle spalle
e scompigliati. “Per stasera cerca di rilassarti, con questa storia dei Nuovi
Mangiamorte, non ti sei riposata molto. Come tutti del resto.”
La rossa incrociò lo sguardo verde smeraldo del
ragazzo e annuì, grata. “Sì, ci proverò. Che ne dite di venire a cena a casa
mia, stasera?! Vi prego, non mi va di stare sola.”
Ron si accigliò, schiarendosi la voce. “…il mio
parere non ti interessa, Gin?!”
“Devo essere onesta, fratellone?!” Ronald fece una
smorfia seccata. “No, per niente. So che qualsiasi cosa uscisse dalla tua
bocca, sarebbe la stessa che usi ogni qual volta mi viene affidata una
missione.”
“…ma io mi preoccupo per te!”
“Ron, anche Hermione ed Harry si preoccupano per la
mia salute, ma non sono ossessivi e stressanti come te.” Esclamò al limite
della sopportazione, riducendo la voce ad un sibilo. “Cerca di moderarti o
chiederò al Generale di tenerti all’oscuro di tutto ciò che riguarda la mia
vita professionale.”
“Fosse solo quella…”
Sebbene il tono di suo fratello fosse molto simile
ad un sussurro, quella frase giunse alle orecchie della sorella. Gli occhi blu,
si ridussero a due strette fessure, mentre lo guardava, quasi fosse pronta a
sbranarlo. “Cosa vorresti dire, Ronald Weasley?!”
Hermione si batté una mano sulla fronte, cercando lo
sguardo di Harry per un aiuto. Peccato che il moro fosse molto più interessato
alle mattonelle del pavimento. “…Ron per favore…”
“Intendo dire che sei talmente tanto ingenua e
immatura, da non riuscire a gestire nessuno degli aspetti della tua vita. Non
solo quello professionale, signorina!” Commentò tagliente, ignorando
completamente la richiesta di Hermione di darsi una calmata.
Ginevra sgranò gli occhi, sull’orlo di una crisi di
nervi. “Come ti permetti?!”
“…mi permetto eccome!”
“Io perlomeno mi prendo le mie responsabilità, non
fuggo di fronte ai sentimenti come un bambino spaventato. Faccio i miei errori
e ne traggo insegnamento, a differenza tua. E comunque non sono fatti che ti
riguardano!!”
Ron aggrottò la fronte, nascondendo malissimo il rossore
per la frase della sorella. “Guarda che stiamo parlando del mio migliore amico!
Mi riguarda eccome!!”
“Ha ragione lei.” Tagliò corto Harry, con un’aria
tra l’annoiato e lo scocciato.
“Stai scherzando?!” Domandò scosso l’amico,
distogliendo lo sguardo inceneritore dalla sorella. “Andiamo è…”
“E’ qualcosa che riguarda me e lei.” Chiuse
l’argomento il moro, passandosi una mano tra i capelli, sfiorandosi appena la
cicatrice a forma di saetta.
Ginny sospirò sollevata. “Meno male che ci siete
voi.”
^^
Un odore di carne arrosto, si sprigionava in tutto
l’appartamento 13, al secondo piano di un palazzo ad Hogsmeade. Rumori di
piatti e stoviglie, riempivano il silenzio della casa, con musica rock (tenuta
a basso volume) di sottofondo.
Hermione e Ron erano in ritardo. Avevano avvisato
che sarebbero passati dalla gelateria di Floran Fortebraccio, per comprare una
vaschetta multigusto, come dessert. Di conseguenza, Harry, che era arrivato in
orario, si era offerto volentieri di apparecchiare la tavola (in parte aiutato
dalla magia), dando così modo all’amica di preparare la cena con calma.
Ginny, coi capelli legati in una coda alta e armata
di grembiulino, stava sfaccendando ai fornelli.
“Che devo mettere a tavola come bevande, Gin?!”
La rossa si voltò in direzione della porta,
lanciando un’ultima occhiata alla carne e costatando che ci sarebbe voluto un
altro po’ di tempo. Harry, fermo tra la cucina e la camera da pranzo, attendeva
una risposta spazzolandosi dalla maglietta nera quel po’ di briciole che gli
erano finite addosso, mentre portava il pane a tavola.
“Dunque, nel frigo trovi acqua e vino.” Spiegò
pensosa, ricordando cos’altro avesse da bere. “Ah sì! Non dimenticare la Coca
Cola. Non capisco perché, ma ad Hermione piace molto.”
“Anche a me piace.” Commentò Harry sorridendole.
“Eh che ci vuoi fare… noi vissuti tra i babbani…”
Ginevra gli riservò una linguaccia, tornando poi ad
occuparsi della cena.
Non le dispiaceva affatto quel clima che si creava,
ogni qual volta si trovava da sola con Harry. Sebbene suo fratello, avesse la
cattiva abitudine di ficcare il naso in questioni che non lo riguardavano,
nessuno dei suoi commenti aveva mai intaccato il loro rapporto. Un rapporto
che, a dire la verità, si era rivelato fin dal principio molto strano.
Subito dopo la sconfitta di Voldemort, tutti si
erano impegnati a ricostruirsi una vita normale. Se normale, si poteva definire
la vita di un auror. Hermione e Ron si erano finalmente decisi a mettere
chiarezza in quel casino che, tutt’ora, continuavano a definire “relazione”,
arrivando sino a dichiararsi quell’amore che avevano tenuto nascosto, anche
durante le battaglie più dure. Dal canto suo, durante un periodo non proprio
chiaro, si era ritrovata a rimuginare su quei sentimenti che le albergavano nel
cuore, dall’età di dieci anni, quando aveva conosciuto quel famoso Harry
Potter, mentre accompagnava i suoi fratelli alla stazione di King’s Cross. Si
erano frequentati, cercando di nascondere a tutti quel “riavvicinamento”. Mossa
del tutto inutile, quando si hanno fratelli curiosi e iperprotettivi alle
costole. Non c’era stato niente di più che qualche uscita, le classiche
effusioni e una notte insieme. Proprio quella notte, che aveva fatto chiarezza
nei loro cuori. Tra loro, nonostante ci fosse una complicità fuori dal comune,
non avrebbe potuto esserci nulla di più che un’amicizia o ad esagerare, qualche
notte di sesso.
Questo perché nessuno dei due, era riuscito a
trovare quella scintilla, che avrebbe fatto scattare in loro l’innamoramento,
ma entrambi si erano accorti di provare una forte attrazione fisica. Quello che
mandava in bestia Ron, infatti, era proprio il loro scherzare su questo.
Non capiva che erano adulti e vaccinati e che il
loro rapporto “speciale”, spesso serviva a scaricare inutili tensioni e
amarezze.
“Sai di arrosto.” Mormorò Harry, alle sue spalle,
facendola sobbalzare per lo spavento.
Ginny evitò per poco di bruciarsi, con il manico
della forchetta incandescente. Spense il fuoco e dispose la carne su un
vassoio. “Mi hai fatto prendere un accidente!”
“Era questo il mio intento, infatti.” Sussurrò con
tono di finta malizia, passandole un dito dietro al collo, fino all’attaccatura
della maglietta azzurra.
“Harry Potter, metti apposto quelle mani. Hermione
e mio fratello saranno qui a minuti e io non ho alcuna intenzione di sorbirmi
l’ennesima scenata di quel rompiscatole.” Lo rimproverò sorridendo, lasciandosi
però tirare per un braccio e poi stringere affettuosamente.
Harry respirò l’inconfondibile profumo di pesca,
che caratterizzava la pelle della ragazza, ridacchiandole contro la spalla.
“Ah! Ne avevo proprio bisogno.”
Gli occhi blu della rossa si spalancarono. “Sembri
un drogato, te ne rendi conto?!”
“Sì sì, lo so.”
Il suono del campanello, li costrinse a staccarsi.
Fu Harry stesso ad aprire la porta, trovandosi di fronte i due amici,
completamente fradici. Ron sembrava tranquillo, sebbene grondante di acqua.
Hermione invece pareva furibonda, mentre tentava invano di spostare le ciocche
ricce, appiccicate al volto e sugli occhi.
“Odio i temporali estivi!!” Fece stizzita,
appoggiando la busta di plastica, contenente il gelato, sul divano.
Il rosso afferrò la bacchetta e con un semplice
incantesimo si asciugò i vestiti, facendo lo stesso con Hermione che, un po’ titubante
e ancora nervosa, lo ringraziò con un bacio a fior di labbra. “Ginny ci daresti
due asciugamani per i capelli?!”
Uno smanettare di pentole e padelle, coprì parte
della risposta della sorella. “…prendi tu Harry?!”
“Schiavetto Potter a rapporto, sottotenente
Weasley!” Scherzò il ragazzo, con tanto di saluto militare. “Scommetto che ti
diverti un mondo ad ordinarmi le cose, quando non siamo in servizio.”
“Neanche immagini quanto, tenente.” Ribatté
sorniona, affacciandosi dalla porta della cucina e scatenando l’ilarità del
fratello e dell’amica.
^^
Il giorno successivo, di buon ora, Ginevra si recò
a Grimmauld Place. Il Generale l’attendeva nell’ufficio che utilizzavano,
quando non era il caso di effettuare spostamenti troppo lunghi sino ad
Hogwarts.
Quando entrò, aggiustandosi la divisa estiva da
auror, trovò il generale ad attenderla, in piedi e intento a fissare qualcosa
fuori dalla finestra.
“Generale…” Salutò con voce neutrale, prima che
l’espressione mutasse in gioiosa.
Silente, l’anziano preside della scuola di Magia e
Stregoneria, che aveva frequentato per ben sette anni, si voltò e le sorrise.
Personalmente, si ritrovò a pensare, adorava il modo di sorridere di
quell’uomo. Le infondeva una gran serenità. “Ginevra… è un piacere rivederti.”
“Anche per me, prof- ehm, Generale.”
L’uomo si lasciò sfuggire una risatina.
“Accomodati. Ti illustrerò la missione che abbiamo deciso di affidarti.”
“Mi hanno accennato al fatto che… devo occuparmi di
un prigioniero.” Lo anticipò curiosa, sedendosi sulla poltroncina di fronte
alla scrivania e accavallando una gamba, con fare disinvolto. “Da quando i
prigionieri di Azkaban vengono liberati e soprattutto, in che modo mi potrei
occupare di uno di loro?!”
“Comprendo la tua confusione, Ginevra.” La
tranquillizzò l’anziano mago, prendendo posto davanti a lei e lisciandosi la
lunga barba bianca. “Tuttavia le nostre indicazioni sono chiarissime, non si
tratta di un prigioniero qualsiasi.”
“Mangiamorte, giusto?!”
“Esatto.” Confermò Silente, annuendo. “Si tratta di
uno dei Mangiamorte che hai catturato nelle ultime battaglie, esattamente due
anni fa.”
Gli occhi di Ginevra si incupirono, assumendo una
tonalità più scura, quasi notturna. “Ho catturato un po’ troppi… ehm… nemici,
per poter riuscire a ricordarli tutti.”
“Sono sicuro che di questo ti ricorderai, ma
procediamo con ordine.” La interruppe di nuovo, aggiustandosi gli occhiali a
mezzaluna. “Si tratta del prigioniero numero 2703. Si è rivelato
particolarmente collaborativo negli ultimi tempi e soprattutto, bisognoso di
cure.”
“Cure?!”
“Spiegarlo in poche parole non è facile. Ti basti
sapere che durante la sua permanenza nella prigione, è stato colpito da una
malattia che lo rende… innocuo.”
Ginny inarcò un sopracciglio. “Innocuo. E dice… che
si è mostrato collaborativo. Siamo sicuri che non si tratti di un trucco?!”
“Voglio fidarmi.” Rispose piatto il preside,
accennando un sorriso.
“E io mi fido di lei. Piuttosto… che tipo di
malattia lo ha colpito?!”
L’anziano mago afferrò una cartellina con dei
referti medici. “E’ una malattia piuttosto rara. Curabile sì, ma in tempi assai
lunghi, ahimè.”
“Quindi dovrei occuparmene a tempo determinato?!”
Domandò, spostando una ciocca di capelli color sangue dietro all’orecchio e prendendo
alcuni fogli dall’interno della cartella gialla.
“Anche se non so assicurati il periodo di tempo
esatto… sì.”
Ginevra sgranò gli occhi, spiazzata, osservando uno
dei rapporti. “E’… cieco.”
“Purtroppo sì.” Annuì il mago con aria dispiaciuta.
“E’ stato affetto da una sorta di infezione alla cornea, che lo ha privato
della vista. Come ben capirai, lo rende totalmente incapace di far del male e
invece, bisognoso di parecchie attenzioni.”
“Certo, capisco…”
“…anche se ammetto che, dato il tipo di persona,
non so quanto possa essere semplice, un simile incarico. Però mi fido di te,
Ginevra.”
“La ringrazio, Silente.” Rispose grata di quella
fiducia, tornando poi a studiare la relazione sul prigioniero. “Un… momento, ma
il detenuto numero 2703 è…”
“Draco Malfoy.”
^^
Hermione ed Harry, se ne stavano seduti al tavolino
del bar che erano soliti frequentare durante le pause dal lavoro. Ron aveva i
pugni serrati, appoggiati al tavolino, accanto ad un bicchiere di the
ghiacciato. Tutti e tre tacevano, in attesa di spiegazioni da parte di Ginevra,
di ritorno dal colloquio con il Generale Silente.
“…quindi ti ha spiegato nei dettagli cosa dovresti
fare?!”
Ginny mosse il capo in segno di assenso. “Sì, devo
occuparmi di un detenuto cieco e di conseguenza innocuo.”
Ron sospirò di sollievo, rilasciando le spalle tese
e assaggiando un sorso di bevanda al limone. “Meglio così.”
Un lieve cicaleccio, proveniente dagli alberi che
abbellivano il luogo, ad Hogsmeade, era l’unico suono che copriva quel silenzio
teso; accompagnato dalle voci di alcuni clienti seduti ai tavolini come loro.
Non sapeva da che parte cominciare, come spiegare,
affrontare quella situazione. Situazione che, tra l’altro non piaceva neppure a
lei. Benché la persona che le era stata affidata fosse resa totalmente
inoffensiva dalla malattia che l’aveva colpito, si trattava pur sempre di
quello che per anni, era stato il suo acerrimo nemico. Il suo e di suo
fratello, Harry e chiunque non fosse purosangue, Serpeverde o comunque degno
del suo rispetto.
“Non c’hai detto tutto, vero Ginny?!” Domandò
Harry, incrociando i suoi occhi color smeraldo, con quelli oltremare di lei.
Per un attimo, la rossa si chiese per quale motivo,
quello che si era rivelato essere il suo migliore amico, avesse quello
stramaledetto dono di leggerle nella mente e nell’anima. “N-no… cioè…”
“Cosa c’è, Gin?!” Le chiese Hermione preoccupata,
appoggiando una mano sulle sue e rivolgendole quel caldo sguardo color
cioccolato, che riusciva a farla ragionare, riflettere… pensare.
“Io… è un po’ complicato, ecco…”
“Con calma sorellina.” La rassicurò Ron, spostando
la frangia rossa e fastidiosa, dagli occhi blu. “Non c’è fretta… avanti.”
“Il prigioniero di cui mi devo occupare-”
Hermione la interruppe. “Lo conosciamo?!”
Improvvisamente tutti i rumori intorno a lei,
svanirono. I battiti del suo cuore aumentarono e un forte senso di nervosismo
la invase. Aveva timore che riuscissero a sentire gli effetti dell’ansia, del
timore.
Prese un forte respiro e chiuse gli occhi. “E’
Malfoy.”
Sapeva con certezza matematica, ciò che avrebbe
visto non appena alzate le palpebre. Sgomento, stupore, rabbia.
“Che cosa?!?”
Appunto.
^^
Aveva accettato. Non riusciva a capacitarsi del
motivo per cui aveva accettato la missione. A parte il “dovere” di auror.
Perché una motivazione, dovere escluso, doveva esserci. E in quel momento,
mentre percorreva lo spoglio e umido corridoio della prigione di Azkaban, non
capiva se lo aveva fatto per il gusto di opporsi alla collera di suo fratello o
perché il suo cuore e il suo istinto, le avevano consigliato di farlo. Per se
stessa e per nessun altro.
Il rimbombo degli anfibi militari, sulla pietra
nuda, risuonò più volte in quel luogo angusto, accompagnato da un cigolio
sinistro dei cancelli di protezione. Persino la grata della cella, che il
sorvegliante stava aprendo con un tintinnio di chiavi, era fastidioso in quel
posto.
“Di qua.”
Seduto con la schiena curva, gli occhi chiusi e i
gomiti appoggiati alle gambe, Draco Malfoy sembrava totalmente svuotato. I
capelli erano appiccicati al volto e probabilmente non sporchi, di più. Il
viso, una volta regolare e morbido, era divenuto appuntito e smunto, segnato
dalla sofferenza così come lo era la pelle sotto gli occhi, livida per le
occhiaie. La pelle, ancora più pallida di come era un tempo, recava numerosi
segni rossi sui polsi (lasciati scoperti dalle maniche sollevate della maglia
grigia). Ai piedi, inquietanti, alcune catene in grado di bloccare qualsiasi
tentativo di fuga.
Ma
dove credono che possa andare, in quello stato?!
Fu forse perché lo vide in quelle condizioni, così
privo di forze, di quella collera che gli aveva letto negli occhi durante la
battaglia in cui era riuscita a catturarlo, che si avvicinò al biondino con
meno astio e reticenza, di quella che avrebbe voluto impiegare.
“Malfoy.”
Scattò quando lo vide alzare il volto verso di lei,
con ancora gli occhi chiusi. “Chi sei?!”
“Sono venuta per portarti fuori di qui.”
Continua…
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Ed ecco Luna
Malfoy con una nuova storia! Stavolta si tratta di una long fic! (Prometto di
continuare anche le altre, prometto, prometto!! Sono in fase di lavorazione i
capitoli di NpS e IMdS!). Mi scuso per la brevità del capitolo, ma d’altronde è
quello introduttivo e io voglio capire se l’idea vi piace. Non voglio
dilungarmi molto, perché tanto gran parte delle cose le avete capite. Voglio
solo farvi un appunto.
Il rapporto
tra Ginny ed Harry è malizioso. Non ci saranno scene particolari, tranquilli,
mi pare ovvio il pairing. Ma cosa può far imbestialire di più un Malfoy… se non
che la sua preziosa salvatrice (sempre che lui la accetti, ehm -.-) abbia
questo “rapporto speciale” con Sfregiato?! =) Per il resto non svelo altro,
tanto di sorprese ce ne saranno mille -.-‘’’
Ditemi se
volete che la continui!! ^^
Luna Malfoy
Fatemi sapere
che ne pensate ç___ç vi prego! E già che ci siete... leggetevi la storiella: Innocence
(sempre D/G ^^)
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