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Autore: Jendra    30/10/2007    3 recensioni
A volte, per trovare ciò che sidesidera davvero, basta cambiare aspetto...
Genere: Romantico, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Harry Potter, Lucius Malfoy
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Jade green eyes

 

Di Jendra

 

Tradotto da Bran on Hell

 

Cap. 53

Ron sfolgorò a Lucius Malfoy come i due apparirono ad un punto vicino al Cunicolo. “Come ha potuto lasciarlo come quello?”

“Primo, lei non ha bisogno di essere là per tale conversazione. Secondo, lui aveva bisogno di un momento per pensare”, si abbassò a spiegare Lucius.

“Quindi non intende abbandonare su lui?” Spinse Ron.

“Sig. Weasley, pensava realmente che non sapessi che Harry aveva problemi? Ammetto, non mi aspettavo questo, anche se avrei dovuto. Se avessi voluto qualcuno senza problemi, noi non sa­remmo mai diventati una coppia nel primo luogo. Ora, se lei che spreca il mio tempo chieden­do domande a cui dovrebbe esser in grado di rispondere da solo, è finito, dovrei andare al Mi­nistero per avvisare che oggi non sarò presente, e poi tornerò indietro. Per favore, ricordi di non dire a *chiunque* le cose che ha scoperto in questa visita. Incluso l'animale domestico nuovo di Harry. Capisce?” La voce di Lucius era scura e dura.

Ron accennò col capo la sua comprensione. Il giovane non stava per disputare con l'uomo. Al­meno, non questa particolare durata. “E' probabile che Harry abbia bisogno di parlare con qualcuno che non è lei.”

“Non mi sorprenderei se mio figlio già avesse chiamato Severus per venire su”, ammise Lucius di fronte ad apparire senza un'altra parola.



Severus era davvero stato chiamato, anche se non per la ragione che Lucius si aspettava.

Draco aspettò impazientemente, pressoché tenendo il braccio di Harry con forza disperata. Aveva preso solo un momento per Draco per capire che Harry non stava bestemmiando più perché suo padre se ne era andato, ma perché lui si era fatto male più che aspettato alla mano. Un rapido incantesimo di controllo danni, lo stesso che Severus aveva usato su Harry nella notte che aveva iniziato la loro amicizia, mostrò che davvero era riuscito a rompersi una delle dita, inoltre all'emorragia alle nocche. Sfortunatamente, anche se Draco non aveva guaio a creare pozioni salutari, l'osso doveva prima esser messo a posto, e lui non aveva mai imparato quella particolare abilità.

Severus era là in meno di due minuti, tempo che prese nel cercare una pozione salutare che l'uomo aveva creato per Harry. Siccome era stato fatto con il sangue di Harry, funzionerebbe al meglio per il ragazzo più che alcuna altra persona. L'uomo usò un portkey dell'emblema che Lucius gli aveva dato molti anni fa. Severus aveva iniziato a portarlo di nuovo su di se siccome Harry era passato al Feudo.

Severus sbarcò nello studio del Feudo per trovare Draco sembrando preoccupato, mentre Har­ry appena sembrava adirato. “Cosa è accaduto?” Chiese, come raccolse attentamente la mano lacerata di Harry e gettò un incantesimo rivela danni su di lui. Il segnale rosso mostrò che il terzo osso del dito medio era rotto.

“Ho colpito il dannato muro, cosa sembra?” Ringhiò Harry.

Severus batté le palpebre. Non succedeva spesso che Harry bestemmiasse, ed il dolore fisico non era abbastanza per farlo. Poi di nuovo, questi danni potevano entrare solamente uno di due modi, avendo qualcuno a cui stava per dare un pugno che si abbassa e così facendolo col­pire un muro, o colpendo il muro apposta. Considerato che Draco era l'unica persona circa, era improbabile che Harry stesse tentando di colpire qualcuno.

“E che cosa, di preciso, ti ha fatto il muro?” Chiese Severus.

“Si intromise”, disse Harry, guardandolo in cagnesco.

“Normalmente, ti darei una pozione per il dolore per questo”, ringhiò indietro Severus. “Ma non penso che ti farebbe alcun buono adesso.” Invece lui accennò col capo per Draco per trova­re la pozione salutare pronta e tirò rapidamente e competentemente l'osso rotto nella giusta posizione.

Harry non fece un suono, ma quello non voleva dire che non ci fosse reazione. Severus bestem­miò e si mosse indietro come venne confrontato improvvisamente da due piedi di flessibilità letale.

//No Flick!// Immediatamente Harry si mosse tra il pericoloso serpente, ed il mago ugual­mente pericoloso che aveva già la sua bacchetta fuori. “Va tutto bene, Sev. Questo è Flick.” //Va bene, Flick, questo è Sev, stava solo riparando il mio dito.//

*/Lui ti fece male/* Sibilò Flick.

//Io mi feci male,// rispose Harry. //Lui stava guarendolo.//

*/Perché faresti tale cosa?/*

//Ero adirato.// Rispose timidamente Harry.

*/Al tuo coniuge, o al figlio del nido?/*

//Con me.//

*/Perché?/* Flick si stabilì in giù circa il collo di Harry e spedì emozioni calmanti al giovane at­traverso il loro collegamento. Harry poteva sentire la tensione che lasciava i suoi muscoli.

//Io feci andar via il mio coniuge.//

*/Il tuo coniuge non sembra il tipo per accettare di esser mandato via facilmente./*

“Lo so, ero stupido”, sospirò Harry.

*/No, non lo eri/* Venne un sibilo e tre voci umane.

Harry alzò lo sguardo sorpreso, di trovare Lucius che aveva congiunto Severus e Draco nella stanza.

“Te ne eri andato via”, bisbigliò Harry, guardando fisso Lucius ed ignorando del tutto gli altri.

“Dovevo ritornare Weasley prima che suo padre avviasse a diventare più fastidioso che nor­male, così come notificare al Ministero che non ci sarei stato oggi. Cosa ti sei fatto?” Chiese guardando la mano di Harry. “E perché non sei già stato guarito ancora?”

“Perché Sev non è ancora troppo sicuro su Flick”, ghignò Draco. Draco diede la pozione saluta­re a Harry e controllò che la bevesse tutta. Una volta che aveva finito, Lucius usò un fascino di pulizia sulla sua mano, che ritornava come nuova.

*/Non sembra che il tuo coniuge sia andato molto lontano,/* disse Flick, con voce divertita.

//Indovino di no,// rispose assentemente Harry. //Perché no?//

*/Ti sembro il tuo coniuge? Chiedi a lui se desideri sapere./*

//Ma cosa senti?// Chiese lamentosamente Harry.

Flick condusse i sentimenti del più vecchio di questo nido, al suo partner. Harry tentò di de­durre quello che erano. La prima cosa che notò comunque, era quello che non c'era. Non c'era nessun dolore, nessuna rabbia. //Sei sicura che questo è tutto ciò che sta pensando?// Chiese con sorpresa Harry.

*/Chiaramente,/* rispose Flick, scontenta di esser dubitata.

Harry risalì a tentare di analizzare quello che stava sentendo Lucius.

C'era un sentimento opprimente di preoccupazione. Là *c'era* dell'infelicità, ma l'ombreggia­tura emotiva era diversa da quella che Harry si era aspettato, anche se non aveva abbastanza esperienza per dedurre quella che era la differenza. C'era anche un sentimento che potrebbe quasi giurare era amore. Ma certamente quello era ridicolo. Harry sapeva che Lucius aveva detto che l'amava, ma questo fiotto opprimente che era sotto a tutto, non poteva essere amore, vero?

Se un serpente potesse sbuffare, questo lo avrebbe fatto.

“Harry”, addentò Lucius.

Harry guardò verso lui, sorpreso. “Che cosa c'è?” Chiese lui.

“Abbiamo bisogno di parlare, non pensi? E sfortunatamente, nessuno del resto di noi può capi­re Parseltoungue.” La voce di Lucius era calma, ora che aveva l'attenzione di Harry.

Harry accennò col capo. “Sono spiacente”, bisbigliò lui, abbassando gli occhi.

“Per che cosa?” Chiese Lucius.

“Cosa vuoi dire, per che cosa?” Gli occhi di Harry erano su ora, mentre fissava il suo innamora­to in sorpresa.

“Quello che ho detto”, rispose Lucius, dirigendosi ad una sedia e sedendovisi. Harry lo fissò.

“Per non esser capace di dire che avevo fiducia in te, per farti allontanare”, gli ricordò Harry.

Lucius tenne fuori la sua mano ed aspettò finché Harry la prese, stabilendolo sul divano di fronte alla sua sedia ed ignorando gli altri tre nella stanza. “Credevo che sarebbe stato meglio per te aver un paio di minuti per pensare. Mi sbagliavo?” Gli chiese, assicurandosi che Harry lo guardasse. Trovò la sua risposta quando gli occhi di Harry ruppero il contatto come rispose che andava bene.

“Capisco”, rispose Lucius facilmente, promettendosi internamente che non l'avrebbe fatto di nuovo.

“Annullerai la cerimonia di promessa?” Bisbigliò Harry.

“Vuoi che lo faccia?” Chiese in ritorno Lucius.

“No”, rispose fortemente Harry, ed i suoi occhi rimasero, questa volta, presi negli occhi blu di Lucius.

Lucius accennò col capo in risposta. “Poi continueremo come previsto. Severus, tu e Draco po­tete costituire la pozione per gli anelli?”

Severus accennò col capo silenziosamente, i suoi occhi guardavano i due, prendendo in esame le interazioni tra di loro. “Anche se io mi chiedo se è una buona idea se lui non ha fiducia in te”, non poté evitare di dire.

“Io ho fiducia in Lucius”, rispose immediatamente Harry. “Io solo...Io non ho...”

“Lui non ha fiducia nel fato”, interferì Draco quando sembrò che Harry non era capace di dire altro. Poi, il ragazzo aggrottò le sopracciglia, come pensò a qualcosa. “Ehi! Aspetta un attimo!”

Tutti si girarono a guardare a lui, ma il suo viso corrugato era conficcato su Harry. “Se tu non hai fiducia che qualsiasi cosa buona continui ad accadere a te, quello che circa me e Severus?”

“Cosa intendi?” Harry aggrottò le sopracciglia confuso.

“Tu pensi che Severus ed io, un giorno o l'altro, ci volteremo contro te, vero?”

Harry, arrossì colpevolmente, e abbassò lo sguardo, rispondendo alla domanda.

“Non posso crederci!” Draco era improvvisamente adirato. Si alzò e, impettito, camminò fuori dalla stanza. Harry corse dopo di lui.

Lucius e Severus guardarono come la porta sbatté prima dietro al ragazzo biondo, e poi al bru­no.

“Bibita?” Chiese Lucius come si alzò e si diresse al bar.

“Per favore”, sospirò Severus. L'uomo aggrottò le sopracciglia all'amico. “Cosa è accaduto? E da dove venne quel...quel...”

“Penserei che di tutte le persone, tu riconosceresti un minidrago Alaspiniano, quando lo vedi. C'è, dopotutto, solamente tre specie di serpenti capaci di volare nel mondo. Come per quello che è accaduto...” Lui diede un bicchiere a Severus prima di sedersi e bere un sorso. Lucius si fermò. “E' sicuro, vero?”

Severus ridacchiò oscuramente ma rifiutò di rispondere. Lucius guardò al bicchiere di firewhi­skey attentamente, ma finalmente lo mise in giù intatto.

“Come quello che accadde, dovrei pensare che sia ovvio. Sono incorso in una delle insicurezze di Harry che non mi stavo aspettando.”

Severus desiderò che lui potesse trovare un modo di biasimare questa confusione su Lucius, ma sfortunatamente non poteva. Anche lui c'era cascato una o due volte. “Solo per farti sapere, in caso che tu non l'abbia dedotto da solo ancora, non andartene nel mezzo di un argomento. Harry lo prenderà nel modo sbagliato, ogni volta.”

“Me ne sono accorto”, ammise Lucius.

“Hai intenzione di continuare con la cerimonia di promessa, vero?” Chiese Severus.

“Chiaramente”, si disse d'accordo Lucius. “Se ci sposassimo, chiederei di posticiparlo. Comun­que, la cerimonia di promessa è solamente per un anno ed io penso che andando attraverso con essa, lo riassicurerà che non ho nessuna intenzione di andare dovunque.” Poi, decise di cambiare il soggetto. “Era solo la mia immaginazione, o Flick riuscì a calmarlo quando si stabilì sulla sua spalla?”

Severus pensò di nuovo a quel momento, ed accennò col capo lentamente. In quel momento, lui stava pensando solo a come pericoloso fosse tale animale così vicino a quello che era, es­senzialmente, suo figlio. Ripensandoci ora, Severus vide quello di cui stava parlando Lucius. Anche se non tutta la tensione fosse sparita, una grande parte era sparita appena il serpente si arricciò su di lui.

“Lei *é* un empate”, disse pensierosamente Lucius. “Certamente è possibile che lei cambiò le sue emozioni.”

“Quello non è buono”, disse Severus, interessato. “Non mi piace l'idea di *chiunque* che abbia quel genere di controllo su di lui, specialmente considerando che noi non sappiamo quelle che sono le sue ragioni.”

“Evidentemente, quello è qualcosa d'altro di cui noi dovremo parlare circa”, si disse d'accordo Lucius.

Nel frattempo, Harry rintracciò Draco in una piccola stanza in cui lui non era mai stato prima.

“Draco? Mi spiace”, disse Harry come lui vide Draco che siede sul davanzale della finestra guar­dando all'esterno.

“Draco?” disse di nuovo Harry, quando l'altro ragazzo non rispose.

Draco sospirò e tirò su le gambe per fare spazio a Harry per sedersi. Rapidamente, Harry ac­cettò l'invito e sedette, aspettando mentre accarezzava Flick.

I due sedevano in silenzio per molti minuti di fronte al sospiro di Draco. Il biondo aveva avuto bisogno di alcun tempo per pensare, ed ora si sentiva pronto a parlare.

“So che non puoi evitarlo”, disse lui finalmente. “So che tu non vuoi dubitarmi e non ti biasimo per questo, ma fa male. Mi è permesso per sentirmi ferito, sai?”

“E a me fa male il fatto di averti ferito”, rispose Harry. “Hai ragione, io non voglio dubitare. Io vorrei essere come tutti voi, capace di credere che il mondo non si volterà contro di me, scarican­domi col sedere a terra il momento in cui sono felice. Ho trovato una famiglia che si preoccupa di me. Hai alcuna idea di come ciò mi spaventa?”

Draco si girò a guardarlo per la prima volta, estraendo clandestinamente il suo specchio comu­nicatore e chiamando lo studio. Aveva il sentimento che agli altri piacerebbe sentire questo.

“Avere una famiglia ti spaventa?” Chiese Draco.

“Mi spaventa a morte”, bisbigliò Harry.

“Perché hai perso la tua prima famiglia?”

“Perché mi furono tolti.”

“Noi non ti saremo tolti”, rispose Draco.

“Non puoi promettermelo.”

“No”, si disse d'accordo Draco. “Non posso. Nessuno può. Mio padre non può promettermi che non mi lascerà mai. Tu non puoi promettere che non ci lascerai.”

Harry batté le palpebre.

“Non avevi pensato a quello, vero?” Draco sorrise furbamente. “Tu hai le stesse probabilità di avere qualcosa accaderti come noi. Noi prendiamo un rischio come fai tu.”

“Ma...”

“Ma cosa? E' la nostra scelta. Noi vogliamo prendere quel rischio. Tutti noi. Padre, Severus, Weasley, Granger, io. Per Severus, me e specialmente papà, noi diventammo fortunati; noi non trovammo conoscerti realmente fino a che la minaccia a te pressoché fu andata. Weasley e Granger dovevano trattare, comunque, col fatto che loro potevano perderti ad alcuna durata, per anni. Ma non li fermò mai, vero?”

“No”, disse pensierosamente Harry.

“Non fermerà neppure noi. E sai qualcos'altro? Non ti fermerà. E' probabile che il fato ti lasci, eventualmente, da solo di nuovo, ma noi siamo decisi a lottare contro quello duramente come possibile. E non sarà mai la nostra scelta. Ma è una possibilità, che tutti devono accettare.”

“E' una che tu hai già preso”, venne dallo specchio e Severus che stava guardando attraverso lui.

I due ragazzi alzarono lo specchio, così che le quattro persone potessero vedere l'un l'altro. “Cosa intendi?” Chiese Harry.

“Lui vuole dire che, se tu non fossi pronto a prendere quel rischio, ci avresti allontanato via pa­recchio tempo fa o non ti saresti fatto coinvolgere nel primo luogo. Saresti un tipo solitario senza amici, senza famiglia”, gli disse Lucius. “C'è una piccola parte del tuo cuore che sta lot­tando per essere quel tipo solitario; se tu non ami, non puoi esser fatto male. Non accadrà mai tuttavia, tu ami troppo, e sei troppo amato.”

“Ancora?” Chiese lamentosamente Harry.

Immediatamente fu riassicurato, “Sempre”, entro tutti e tre di questa sua strana famiglia.





  
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