Fidanzato?
-
II ATTO -
Era
una strana
sensazione; qualcuno che lui non conosceva aveva fatto piangere il
cugino,
nulla di strano fin qui, evidentemente il moro era così
antipatico e strano che
neanche quelli come lui lo volevano, ma… chi era questa
persona? Un compagno di
scuola? Bhè: anche lui aveva finito la scuola a giugno ma
possibile che,
neanche un mese e quello già frignava perché
voleva i suoi amici?
Scartò
questa ipotesi.
Quindi,
l’unica
alternativa era che… si, forse…: il cugino aveva
la fidanzata!.
Normale
allora, che ti
manchi la tua ragazza ma… mettersi a piangere a quella
maniera era esagerato.
Poteva
capire roba come
l’amore tipo i suoi genitori che si amavano tanto, ma una
fidanzata; all’età di
14 anni; per piacere!.
Poi,
a pensarci bene,
togliendo il fatto che era strano… non era proprio quello
che si poteva
definire un brutto ragazzo; fisico asciutto, magrolino, ambrato e
muscoloso.
Molto probabilmente faceva qualche tipo di sport. Capelli ribelli, come
lui,
folti e neri come la notte che non hanno MAI visto un pettine o una
spazzola.
Occhi grandi, coperti un po’ dai spessi occhiali, verdi
speranza, fieri, lo
sapeva, anche se non li aveva mai visti da vicino. Labbra belle,
taglienti, che
poche volte ha visto tirate in un sorriso…
A
giudicarlo così, non
era per nulla male, il cuginetto.
Certo,
nessuno… lui
avrebbe voluto che solo una persona varcasse la porta per entrare nella
sua
stanza e restarci per sempre.
La
sua stanza era
disordinata tanto quanto il dormitorio che condivideva con gli altri da
quattro
anni.
Pensò
ai suoi amici, in
chissà quali posti erano, con le loro famiglie:
Ron
sarebbe andato in
Spagna quell’anno e, da quello che gli scriveva lui e gli
altri si erano
trovati benissimo in quel caldo paese; Ron non faceva che ripetere,
nelle
lettere, che quando si sarebbero rivisti, gli avrebbe insegnato tutti i
balli
che aveva imparato.
In
una delle tante
lettere c’era anche una foto fatta dai gemelli, Harry ne era
convinto perché la
suddetta riprendeva Ron che ballava, da solo, un misto tra *di salsa,
flamenco
e makarena, con tanto di cappello in testa, il cosiddetto
“sombrero”.
Hermione
invece era
emigrata in Grecia, tutta contenta ed euforica alla prospettiva di
poter
imparare la vastissima storia di quella terra. Le sue lettere erano
piane di
riferimenti storici a quel luogo, che lui non leggeva quasi mai,
così come
erano traboccanti di “hai fatto i compiti?” e, nel
caso, ovviamente
disgraziato, che lui non se li fosse appuntati, ci trovava allegate
pergamene
su pergamene con sopra elencati i tanto agognati compiti delle vacanze.
Aveva
una valanga di
compiti, neanche a dirlo, di Pozioni che si, perché Piton,
come sempre, lo
aveva riempito fino ai suoi scompigliatissimi capelli, ma forse non
c’è bisogno
di dirlo, si sa, è così, punto e basta e a
capo… Meglio stendere un velo
pietoso sull’argomento.
Sapeva
che era stupido,
ma non ne poteva fare a meno…
Cazzo:
glielo aveva
promesso, e lui stesso aveva persino insistito che non era necessario,
però,
quando il suo amore si metteva in testa una cosa, quella era,
c’era poco da
fare. Appena sbrigate le faccende famigliari, lo avrebbe raggiunto per
fargli
un po’ di compagnia durante l’estate.
Ariannardb
Kagchan
Metis
Goten
Sangue ( X°D! )