Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Trick    14/11/2007    11 recensioni
«L’Ordine della Fenice originario» ringhiò Moody. «Ho pensato che alla gente qui sarebbe piaciuto vederla».
Raccolta di One Shot dedicate alla Prima Guerra del mondo magico - Quarto capitolo: "A mani sporche", (Remus Lupin).
Genere: Guerra, Malinconico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
favola

Attenzione: sono presenti spoiler di Deathly Hallows



Figli della libertà

by Trick


A Piero, con tanto affetto e tanti auguri.






Sono figlio della libertà,

e a lei devo tutto ciò che sono”.





«Pensi che durerà ancora a lungo?»

Alzo lo sguardo verso il volto di Tonks; continua a fissare intensamente la tazza di cioccolata calda che stringe fra le mani, come se cercasse in quel dolce liquido scuro le risposte ai miliardi di dubbi che la stanno tormentando. Abbasso i modesti appunti che sono riuscito a stilare dal mio ritorno dal clan di Fenrir Greyback e mi strofino il viso con un gesto stanco della mano. Morgana, sono quattro giorni che non riesco a riposare. Devo avere un aspetto ancora più terribile del solito.



*



«Quanto credete continuerà?» chiese Alice, fissando intensamente il nulla oltre la finestra appannata della cucina. «Tutto questo, intendo» aggiunse, voltando il viso rotondo verso di noi. Nessuno le rispose.

«Non può certo durare in eterno» decretò Lily dopo qualche minuto di silenzio, gli occhi intenti a studiare le venature del legno scuro del tavolo. «Non possiamo mollare ora, Alice». Pose particolare enfasi sul nome dell’altra strega, quasi volesse sottolineare il loro ruolo in quel tormentato susseguirsi di giorni.

Sapevamo tutti a cosa stava riferendosi.

Non potevamo mollare. Nessuno di noi poteva permetterselo.

Non allora, che aspettavamo la vita.

Quella vera.



Decisi di prendere parola anch’io, ma il mio stato d’animo mi portò involontariamente a remare contro le parole di Lily.

«Cerchiamo di guardare in faccia alla realtà» dissi, «quanto credete potremmo ancora resistere in queste condizioni?»

Trovai nello sguardo scoraggiato di Alice la conferma che stavo cercando: nulla di ciò che ci avrebbero potuto dire quella sera, sarebbe stato in grado di alleviare le nostre angoscie. Entrambi ci eravamo lasciati avvolgere dal senso d’impotenza e dall’incombente terrore con cui ci svegliavamo ogni giorno da anni.

La guerra ci aveva fatto suoi schiavi.

«Non dire assurdità, Remus».



«Credi davvero che abbiamo qualche speranza, James?» domandai in un tono a cavallo fra la sfida e il sarcasmo. Guardai uno ad uno tutti coloro che mi circondavano.

Sirius sembrava perso in un altro universo, intento com’era a giocherellare con noncuranza con la bacchetta, lanciando silenziosi incantesimi di Levitazione alla polvere che da secoli riposava su quel vecchio tavolo.

Peter continuava a fissarsi nervosamente le mani, rigirandosi il calice come se scottasse. Mi guardò agitato e si asciugò il sudore dalla fronte, senza aggiungere nulla.

I Prewett avevano le sopracciglie inarcate e mi fissavano indignati. Mi chiedo ancora come sia stato possibile che non mi siano saltati addosso allora, loro che credevano nell’onore sopra ogni altra cosa.

«Siamo numericamente inferiori» continuai imperterrito, con la gola secca e gli occhi che bruciavano, «ci vengono a cercare uno ad uno».

Attesi qualche istante prima di lasciarmi sfuggire una risatina. Stavo letteralmente impazzendo, minuto dopo minuto.

E l’imminente luna piena, questa volta, non aveva alcuna colpa.

«Chi sarà il prossimo a cadere per una guerra che non possiamo vincere?»



«Non è questione di potere o non potere, Remus».

Lily aveva alzato lo sguardo su di me; una scarica elettrica mi aveva attraversato la colonna vertebrale. Merlino, non ho ancora saputo dimenticare il potere del suo sguardo. Non che voglia farlo, per inciso. In tutta la mia vita futura non ho mai incontrato un’altra donna che fosse anche solo lontanamente paragonabile a Lily Evans Potter.

«È questione di capire per cosa lo stiamo facendo».



«Per cosa lo stiamo facendo?»

Dovetti attendere qualche attimo di irrespirabile silenzio, prima che qualcuno lo infrangesse nuovamente. Fu Frank Paciock a parlare.

«La libertà resta uno dei migliori motivi per cui un uomo può voler cercare la morte in battaglia».

Silenzio.

«Dove te la sei letta, questa?» ridacchiò Sirius, rivolgendogli un’occhiata di palese perplessità.

«Sulle parole crociate» rispose con naturalezza Frank.



«Perché non vogliamo che distruggano il nostro mondo, Remus» intervenne aspramente Fabian, nel momento stesso in cui mi chiesi quando si sarebbe deciso a farlo. «È così difficile da capire?»

«Placa i tuoi bollenti spiriti, Fabian» lo rimproverò con un sorriso storto Frank, nonostante fosse completamente d’accordo con lui. Per lui, come per James, in ballo c’era una posta troppo alta per arrendersi. «Se iniziamo a creare dispute anche fra di noi, è la fine», concluse.

«Ma sta dicendo che siamo condannati a morire come degli idioti!» incalzò Gideon, stringendo il bicchiere di Whisky Incendiario con tanta foga che le nocche sbiancarono. «Perché è questo, quello ci stai dicendo, non è così, Remus?» mi domandò in un sussurro che a stento riusciva a contenere la sua rabbia.

«No, Gideon» risposi con rassegnazione. Sapevo che non mi avrebbero capito. «Sto solo cercando di dire che non possiamo vincerla. Indipendentemente dai motivi che ci spingono a combattere, e indipendentemente da quanto aneliamo alla sua fine, questa guerra finirà con il soffocarci tutti».

Sirius scoppiò a ridere, gettando la testa all’indietro. La sua risata – così simile a un latrato da far sorridere chiunque – aveva un effetto scarica: te la sentivi attraversare la colonna vertebrale finché non ti irrompeva con un brivido nel cervello. Aveva un che di demoniaco, a dirla tutta.

«Scommettete che l’ha letta anche lui sulle parole crociate?»



James iniziò a ridere, contagiando tutti quanti in pochi attimi.

Frank si piegò letteralmente in due, picchiando con forza il legno del tavolo.

Lily gli rivolse un’occhiata sconcertata, tradendosi però in un ghigno quasi impercettibile.

Gideon e Fabian, nonostante l’acredine che li agitava, si lasciarono trasportare da quella disarmante dimostrazione di allegria, il primo chinando la testa in avanti, e il secondo coprendosi il viso con un mano.

Peter, che fino a quel momento non aveva detto nulla, ridacchiò sommessamente nel suo angolo.

Anche Alice, sebbene fosse la più agitata fra tutti noi, si aprì in un sorriso pacato.

Io rimasi a fissare il liquido ambrato del mio Whisky, interrogandomi silenziosamente sul momento preciso in cui avevamo perso la capacità di ridere sul serio, sempre che ciò sia possibile. Mi ricollegai all’istante nel quale capimmo di dover contrastare l’insorgere di un conflitto più grande di noi, e avevamo deciso di imboccare la strada verso l’apatia, al fine di renderci immuni allo strazio di quella vita trascorsa appesa a un filo, come se non fossimo nient’altro che semplici esperimenti della selezione naturale, e non dei giovani uomini abituati, fino a pochi mesi prima, a vivere.



«Coraggio, Lunastorta» tentò di spronarmi Sirius, alzando verso di me il proprio bicchiere e rivolgendomi uno dei sorrisi accattivanti con cui ammaliava la popolazione femminile di Hogwarts, «cerca di rilassarti: non c’è mica solo rogna, al mondo».

Sospirai, sconfitto. Strinsi le dita attorno al mio bicchiere e lo alzai debolmente in direzione di Sirius.

«Hai un qualsiasi motivo per il quale potrei fingere di essere spensierato?» domandai mesto.

James mi diede un pacca amichevole sulla spalla e mi guardò divertito al di sopra degli occhiali rotondi, levando a sua volta il braccio. «Ad Harry...»

«E ad Ormerod» aggiunse con un sorriso raggiante Frank, sollevando il calice.

«Neville!» contestò Alice con una risoluzione decisamente lontana dai suoi soliti modi dolci e affabili. «Non ti permetterò di chiamare il nostro primogenito Ormerod»!» continuò, ponendo sull’ultima parola un accento di palese disgusto.

Diverse risatine aleggiarono intorno a noi, quasi ci stessimo lentamente spogliando delle pesanti e fredde armature che la guerra ci aveva costretto ad indossare.

Continuando a ghignare divertiti, anche i fratelli Prewett li imitarono, seguiti dal timido e schivo gesto di Peter. Le labbra di Lily s’incurvarono con dolcezza, e con gesto calmo ed elegante della mano, aggiunse il suo bicchiere ai nostri.

Mi scoprii inconsapevolmente a sorridere anch’io. Sirius mi fece l’occhiolino.

«È abbastanza valido come motivo, Remus?» domandò.

«Assolutamente» risposi.

«Dunque è deciso» esclamò James, trionfante, «ad Harry Potter e Neville Paciock!»

«Ehi!» protestò Frank, «tu da che parte stai?»

«Taci, ti prego» lo implorò l’altro, scuotendo la testa afflitto, «io, mio figlio, volevo chiamarlo Nimbus. Donne...»

Lily e Alice cozzarono i propri bicchieri l’uno contro l’altro, lanciandosi sguardi eloquenti. «Ad Harry e Neville» mormorò la prima.

«Ad Harry e Neville!» risuonò nell’aria, mentre il tintinnio del vetro ci perforava piacevolmente le orecchie.

Seppur con diffidenza, mi lasciai inebriare da quella sensazione speranzosa e ingannevole, convincendomi che forse, avevamo ancora un speranza.



*



«Pensi che la guerra sarà finita quando nascerà il bambino?»

La voce di Tonks mi riporta bruscamente alla realtà, strappandomi – non sono in grado di capire se fortunatamente o no – a ricordi della mia giovinezza che credevo aver perduto con gli anni. Alzo lo sguardo sul volto di mia moglie, e ringraziando il cielo di averla messa sul mio cammino, le bacio la fronte.

«Non importa quando, Dora» le sussurro in un orecchio, stringendola a me e accarezzandole la schiena minuta, «ciò che conta è che nascerà. Il nostro bambino nascerà. Tutto il resto è irrilevante».

Affonda il viso nel bavero della mia giacca, serrando la presa attorno al tessuto. Quando rialza lo sguardo su di me, la vedo -per un attimo fugace – sorridere come l’avevo vista fare mesi prima, a Grimmauld Place. Nonostante scintillino di lacrime che si costringe a non versare, i suoi occhi mi scrutano ridenti, velati di una sicurezza che ha quasi dell’infantile.

Merlino, quanto la amo.

«Nascerà» mi ripete con risolutezza, annuendo. «E la guerra finirà».

L’ultima volta che mi sono lasciato convincere dalla speranza di qualcuno, mi sono trovato a fissare le iscrizioni sulle lapidi di coloro che l’avevano fatto; dall’ultima volta in cui ho sentito affermare con tanta fiducia che la guerra sarebbe presto finita, sono trascorsi più di quindici anni; e di quel lontano brindisi del 1980, non sono rimasti che i miei frammentati ricordi. Davanti a me, sfrecciano repentini i volti dei miei compagni.

Sfiorò il pancione di Ninfadora, e mentre un brusco movimento la fa sussultare, io avverto una scarica elettrica attraversarmi le viscere.



«È abbastanza valido come motivo, Remus?»


Assolutamente sì.



*



Avvolgendosi attorno al piumino colorato del proprio letto, il bambino voltò la testa sul cuscino, storcendo il naso e strizzando gli occhi quando la luce invadente della luna, filtrando dalla finestra, gli illuminò il viso. Il turchese dei suoi capelli sembrava brillare sotto quei raggi lattescenti.


È abbastanza valido come motivo, Remus?










*****



Una breve one-shot con l’unica pretesa di uscire dalla cartella Documenti del mio pc. Povera creatura, vi sostava senza un futuro da mesi, ormai... oggi mi ha guardato con gli occhi lacrimosi, e non ho potuto dirle di no.

Sono figlio della libertà, e a lei devo tutto ciò che sono” è una frase di Camillo Benso conte di Cavour, citata dal mio professore, durata una sublime lezione di storia.


Sono in arrivo l’ultimo capitolo della Storia della Bella e della Bestia senza Bella e senza Bestia (era ora...), e il ventunesimo capitolo del Diario di un Lupo in un Branco di Lupi.


...devo smetterla di scegliere titoli così lunghi...

Avvertenze: potrebbe trasformarsi in una raccolta di one-shot sul primo Ordine della Fenice. Sapete che ne sono ossessionata...

Trick




   
 
Leggi le 11 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Trick