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Autore: ramona55    16/12/2007    4 recensioni
Ron ed Hermione raccontati in un missing moment a capitoli di HBP, quando tutto sembrava procedere proprio come al solito e la guerra un fatto lontano, quando ancora non c'erano stati nè Lavanda nè McLaggen e avvicinarsi sembrava solo questione di tempo.
Genere: Generale, Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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In forte ritardo, lo so, ma eccovi finalmente il quinto capitolo della mia storia. Avrei dovuto pubblicare un pò di giorni fa, ma gli impegni accademici mi hanno assorbita più del previsto, per cui lo faccio solo adesso, sperando che il capitolo vi ripaghi, almeno in parte, della lunga attesa.
Prima di cominciare, ci tengo a ringraziare tutti coloro che mi hanno seguito finora, sia chi mi ha recensito (grazie di avermi rassicurata sul fatto che la storia non sia una noia mortale XD), sia chi, invece, si limita a leggermi. Grazie veramente.

E passiamo adesso alla storia perchè il momento è giunto. Quale momento? Quello in cui, finalmente, dopo quatto capitoli, Ron ed Hermione si incontrano. E' vero che si erano già visti in occasione della cena, ma è in questo capitolo, e ancora più nel prossimo, che i nostri protagonisti si troveranno l'uno di fronte all'altro, a 'parlare', a sentirsi vicini, ad affrontare sensazioni che a volte non sono nemmeno totalmente comprensibili.
Non aspettatevi, ovviamente, colpi di scena, nè un improvviso avvicinamento. Questa ff è un missing moment e non può andare oltre i limiti posti dalla Rowling nella sua storia originile. Io ci scavo solo un pò attorno, da brava aspirante archeologa, e spero che questo scavare renda giustizia ai personaggi originali.
Chiudo questa introduzione avvertendo che oltre a questo capitolo ce ne sono altri due. Il penultimo sarà pubblicato prima di Natale e l'ultimo entro la fine dell'anno, prima che il tanto atteso settimo libro veda la luce anche in Italia.


Buona lettura adesso e appuntamento a fine capitolo per le note conclusive e i ringraziamenti.





_________________________________




5. Hermione


Proprio qui, all'altezza del cuore




Hermione era seduta da quasi un’ora al banco che era solita occupare quando si trovava a lezione.

In quel momento, tuttavia, l’atmosfera era completamente diversa da quella attenta e talvolta agitata che regnava in quell’aula ogni mattina.

Non c’era nessuna voce imperiosa a dettare il modo migliore per eseguire l’incantesimo del giorno o a rimproverare lo studente di turno della scarsa capacità nel manovrare la bacchetta, per esempio.

E non c’era nemmeno il grattare frenetico delle piume sulle pergamene ad annotare ogni singola informazione uscita dalla bocca dell’insegnante – poco importava se poi l’unica piuma a grattare frenetica fosse la sua.

Soprattutto, non c’era nessun amico svogliato da richiamare con una lieve gomitata perché la smettesse di sbadigliare di nascosto e si decidesse a prendere appunti.

Hermione fece un piccolo sorriso.

In ogni caso, rimprovero o no, lui non le dava mai retta e alla fine era sempre costretta passargli i suoi, di appunti.

La cosa strana, in verità, è che ormai non lo trovava più estremamente fastidioso, come accadeva all’inizio. Forse dopo un po’ ci si abitua a quello che in principio appare inusuale. Forse, in qualche strano modo, quell’abitudine le permetteva di credere di essere insostituibile, in un certo senso, per lui.

Magari era per entrambe le cose.

Abbassò ancora una volta lo sguardo sul giornale che giaceva aperto sul banco davanti a lei, sfiorandone la carta ruvida con la punta delle dita. Per l’ennesima volta da quando era in quell’aula si ritrovò a sospirare.

Avrebbe dovuto farci l’abitudine, ormai, lo sapeva bene, eppure non ci riusciva proprio.

Avrebbe dovuto fare come tutti gli altri, come i suoi compagni di scuola, che portavano avanti la loro vita senza preoccuparsi di quello che poteva succedere fuori da quelle antiche mura, a meno che poi una chiamata improvvisa da parte della professoressa McGranitt non li avvertisse che era accaduta una qualche disgrazia ad un membro della famiglia.

Guardò fuori dalla finestra fissando per qualche istante la pallida falce di luna che splendeva opaca poco al di sopra delle cime degli alberi della Foresta Proibita. La scarsa luce che essa rifletteva entrava a fiotti dai vetri delle grandi finestre dagli infissi scuri e logori e gettava un alone luminoso su una vasta porzione di pavimento attorno a lei, illuminando di una tenue luce argentea anche la superficie dei banchi più vicini alla parete e lasciando in ombra il resto della stanza.

Lo Yorkshire, la parte verde e brumosa dell’Inghilerra. E dire che lei c’era anche stata e più d’una volta, da piccola...

Fece un movimento brusco con la mano. Erano ricordi piacevoli, ma talmente lontani e sfocati che faceva quasi fatica a credere che li avesse davvero vissuti. Meglio pensare al presente. Meglio tornare alla vita normale.

Osservò di nuovo La Gazzetta del Profeta, poi la arrotolò con cura e la ripose in borsa. Ne aveva abbastanza di macerarsi su qualcosa che non poteva comprendere fino in fondo e contro cui, soprattutto, non poteva lottare.

Non te lo aspetti che qualcuno entri in casa tua e ti faccia del male. Non te lo aspetti, ma può succedere in tempo di guerra. E Merlino solo sa quanta forza ci vuole per provare a non pensarci.

In fondo, poi, non è questo che facevano tutti? Fingevano che le cose andassero bene e lo facevano solo perché non potevano fare altrimenti, anche se intimamente ognuno di loro sapeva che in ogni momento qualcosa poteva cambiare.

Era un modo per andare avanti, tutto sommato, non vera ipocrisia.

Si alzò dal banco e si avviò verso la porta dell’aula, la borsa pesante stretta al petto, sperando di tutto cuore di non incontrare Gazza impegnato nel suo giro di ronda serale.

Stava già per posare la mano sulla maniglia di ottone quando questa si abbassò e la porta iniziò ad aprirsi da sola.

Hermione sobbalzò spaventata, ma ebbe la prontezza di spostarsi in tutta fretta dietro la porta, in modo che la persona che stava entrando non potesse vederla. Se si fosse trattato davvero di Gazza sarebbe finita in guai molto seri, perché nemmeno il suo lucente distintivo da prefetto avrebbe potuto salvarla lontana com’era dalla torre Grinfondoro.

La persona che vide entrare, tuttavia, non aveva nulla dell’arcigno custode di Hogwarts.

“Ron...” esalò Hermione così sorpresa che per poco non fece cadere a terra la borsa.

Il ragazzo avanzò un poco, senza dare segno di averla sentita. Si guardò intorno, facendo scorrere lo sguardo su tutta l’aula, ma dopo un attimo, apparentemente deluso, fece per andarsene.

Hermione allora uscì allo scoperto e prima che il suo amico richiudesse la porta lo chiamò di nuovo.

Ron si voltò di scatto verso di lei e la fissò inebetito. Un secondo dopo arrossì di botto.

“Hermione... ciao...” gracchiò con voce insicura, come se non si aspettasse di vederla proprio lì. La guardò un momento e poi distolse in fretta lo sguardo, ma Hermione notò che un sorriso compiaciuto gli si disegnava sulle labbra.

Hermione se ne chiese il motivo, ma non disse nulla. “Cosa ci fai qui?” domandò invece.

Lui alzò lo sguardo su di lei e stavolta non nascose il tipico sorriso di chi la sa lunga. “In realtà potrei chiederti la stessa cosa... Non eri in sala comune quando sono rientrato dopo cena e ho pensato potessi essere qui.”

“Oh...” fece Hermione un po’ imbarazzata. Moriva dalla voglia di chiedergli come mai gli fosse venuto in mente di cercarla proprio là, ma non lo fece. “Sì, avevo bisogno di stare un po’ da sola, immagino...”

Ritornò al banco da cui si era appena alzata e vi posò di nuovo la borsa. Rimase a fissarla senza sapere cosa dire.

Sentì Ron chiudere la porta e farsi più vicino e improvvisamente si sentì a disagio.

Era da sola con lui.

Da sola per la prima volta dopo quello che era successo quella mattina.

Hermione sollevò gli occhi sul suo amico che tuttavia sembrava molto interessato a studiare una lunga crepa nell’intonaco della parete. Lo osservò per un momento. Aveva le punte delle orecchie arrossate e la fronte aggrottata come se cercasse – anche lui! – qualcosa da dire per uscire da quell’assurdo momento di imbarazzo che era caduto tra loro.

Improvvisamente Ron si voltò verso di lei ed Hermione fu così sorpresa da quel gesto che per poco non sobbalzò. Invece si mise a sedere sentendo il volto andare in fiamme.

Perché doveva essere così imbarazzante rimanere da sola con lui?

Perché?!

Era tutta colpa di quello stupido invito.

Hermione prese un respiro profondo. “Come mai mi cercavi?” chiese cercando di sembrare il più naturale possibile. “E’ successo forse qualcosa? Harry sta bene?” Alzò lo sguardo su Ron e si sorprese di vedere che si era fatto più vicino e che la stava osservando.

Ron arrossì un po’ sotto il suo sguardo stupito, ma non disse nulla. Si avvicinò alla cattedra, proprio di fronte al banco di Hermione, e vi si poggiò contro.

“Non è successo niente, stai tranquilla. E l’ultima volta che ho visto Harry,” aggiunse poi con un sorriso furbo, “era piuttosto preso dal suo tema di Pozioni, ma nonostante questo sembrava in ottima salute.”

Hermione sorrise a sua volta, sollevata, anche se non avrebbe saputo dire se per la notizia che tutto andava bene o perché finalmente quel silenzio imbarazzante sembrava finito.

“A quanto mi risulta, lo studio non ha mai ucciso nessuno...”

“Parla per te, Hermione, se penso che devo ancora finire di scrivere il tema per Lumacorno, mi viene il mal di stomaco...” rispose Ron con una smorfia divertita.

Hermione fece una piccola risata, comprensiva e rassegnata insieme. “Bè, magari hai solo esagerato con il polpettone...”

Ron scosse il capo e sorrise. “Da quanti anni mi conosci?”

Hermione osservò il suo amico, interrogativa. “Da sei anni” rispose senza sapere cosa Ron volesse intendere.

“E in sei anni ti risulta che io abbia mai avuto mal di stomaco?”

Hermione rimase un attimo spiazzata, ma poi rise di gusto.

Anche Ron si unì alla risata.

“In effetti... credo di non conoscere nessuno con lo stomaco coriaceo come il tuo... Immagino che potresti mangiare anche il ferro senza risentirne.”

“Merlino, Hermione! Ma ti pare che io abbia gusti così barbari?”

Hermione scoppiò di nuovo a ridere, imitata da Ron, e per un po’ non fecero altro. Poi Ron accarezzò con una mano il piano levigato della cattedra e vi si issò con un gesto fluido. Rimase seduto in silenzio, in volto un’espressione divertita.

Hermione ridacchiò ancora un po’, seduta al suo posto. Poi restò in silenzio a guardare la propria mano posata pigramente sulla borsa ed iniziò a giocherellare distrattamente con la cinghia scura che la chiudeva.

Una volta si era rotta, quand’era in vacanza e si trovava in casa da sola, e aveva dovuto sistemarla senza l’uso della magia, con ago e filo, ma non era mai stata molto brava nelle cose manuali. Da vicino si notavano chiaramente le cuciture storte e di larghezze diverse. Un pessimo lavoro. Dopotutto, se non era in grado di realizzare dei berretti decenti con una bacchetta, come si poteva pretendere che riuscisse a rattoppare qualcosa con metodi babbani?

“Perché te ne sei andata in quel modo, prima?”

La domanda di Ron le giunse del tutto inattesa.

Alzò lo sguardo su di lui e lo fissò stupita.

“Quando? A cena?”

Ron annuì.

Hermione, invece, abbassò di nuovo lo sguardo.

Sentiva il bisogno di confidarsi con qualcuno, questo sì, ma non sapeva se le andava davvero di farlo. La presenza di Ron aveva fatto passare i brutti pensieri di poco prima, come un vento deciso che scaccia una nube scura dal cielo, ed Hermione non sapeva se era disposta a tirarli fuori di nuovo.

“Niente di particolare, non avevo molta fame...” mormorò poco convinta.

Come al solito era incapace di mentire con lui. Hermione si maledisse per questo.

“Non è vero. Hai detto che volevi restare da sola. Non resti mai da sola, e quando succede lo fai o per studiare materie difficilissime che io non capirei mai, o perché c’è qualcosa che non va. E non è il primo caso, questo.”

Hermione sollevò lo sguardo sul suo amico. “Se ti riferisci all’Aritmazia, sono sicura che saresti in grado di capirla benissimo se solo ti applicassi.”

Ron sorrise. “Preferisco lasciarla a te, grazie. Ma questo non risponde alla mia domanda.”

Ed Hermione seppe che non c’era speranza.

Ron non avrebbe mollato finchè lei non gli avesse detto tutto quanto. Lo faceva sempre quando si trattava di lei. Ed era un buon segno, almeno sperava, perché o era il mago più impiccione del mondo, cosa da non escludere, oppure – ed Hermione si ritrovò a trettenere il fiato al solo pensiero – oppure, semplicemente, teneva davvero a lei.

Sorrise, tenendo lo sguardo basso, mentre una piacevole sensazione di calore la invadeva, proprio all’altezza del cuore.

Forse avrebbe davvero dovuto confidarsi.

Chissà perché credeva che parlando con Ron quel peso che le gravava sul petto si sarebbe sciolto definitivamente. O magari si sarebbe addolcito, ridotto. Comunque, sarebbe diventato più sopportabile.

Hermione guardò Ron, che le sorrideva.

Ed iniziò a parlare.



Continua...



____________________________




Note di fine capitolo:

Ed eccoci arrivati anche alla fine di questo capitolo. Qualcuno ha capito qualcosa del posto in cui Hermione si è rifugiata? Se finora il mistero è stato fitto adesso avete alcuni elementi in più: oltre a sapere che si tratta di un'aula, avete anche qualche dato su chi ci insegna. La 'voce imperiosa' che detta o punisce è un indizio molto utile, e probabilmente è facile anche arrivare al motivo che ha spinto Hermione a scegliere proprio quell'aula e non un'altra. Ma non andiamo di fretta. Avrete la risposta anche a questa domanda.
Devo confessare che ero piuttosto indecisa riguardo al titolo del capitolo. Alla fine ho optato per questo, riprendendo una frase del capitolo stesso. Forse non è il migliore dei titoli, ma credo che riesca ad esprimere quello che prova Hermione. Non le sensazioni, no, quelle cerca di renderle più chiare lei stessa durante il capitolo, e lo farà anche nel prossimo, ma l'intensità di quello che sente. 'All'altezza del cuore', perchè è lì, figurativamente, ma anche fisicamente, a volte, che sentiamo gioia o dolore, è il cuore che ci si stringe quando proviamo pietà, è il cuore che si riscalda quando sentiamo in modo forte la vicinanza di qualcuno, è il cuore che batte quando siamo emozionati. E' proprio qui, all'altezza del cuore che Hermione sente prima scendere una cappa di tristezza e poi, con l'arrivo di Ron, uno strano e piacevole sollievo, un sollievo che, almeno in parte, caccia via quella brutta sensazione.
Ma Hermione ha ancora qualcosa da tirare fuori, qualcosa per cui, forse, ha ancora bisogno della vicinanza di Ron. Non vi anticipo nulla, solo il fatto che il prossimo capitolo è decisivo per chiudere la storia iniziata con la lettura dell'articolo. Il primo anello, diciamo, di cui la ff si costituisce.
E spero anche sinceramente che leggere il primo vero 'incontro' tra Hermione e Ron dall'inizio della ff sia piaciuto a voi come a me è piaciuto scriverlo.


Ringraziamenti:

Sunnyna: Innanzittutto grazie della bella (e lunga ^_^) recensione che, devo dire, mi ha rassicurato non poco. Sono contenta che tu trovi il mio Ron vicino all'originale, è una cosa a cui tengo moltissimo e sono anche felice che tu abbia apprezzato il piccolo cammeo di Nick e il riferimento a Pix. E' vero, rendono i corridoi più veri, ed è quello che spero di riuscire a far provare: la sensazione di essere lì ad Hogwarts con i protagonisti. E a proposito, ti è piaciuta l'ambientazione nell'aula? Qualche idea su quale possa essere? Infine grazie anche per i complimenti a BTL (avrei tanto voluto che ci fosse una csa così quando ho iniziato ad appassionarmi al mondo delle ff!) e tienilo d'occhio, perchè prima del nuovo anno ci sarà un aggiornamento!
lucediluna: Grazie molte dei complimenti. Al di là del fatto che la storia possa o meno avere successo, sono felice che la trovi originale. Fammi apere cosa ti pare di questo capitolo!
mica:
Nick interessante... E sono commossa dai tuoi ringraziamenti. Grazie a te per avermi fatto sapere che hai apprezzato tutte le piccole cose che ho inserito nella storia. E' importante per me, visto che tengo molto a questa ff e la sento molto 'mia'. Grazie davvero.
Joannadellepraterie:
Addirittura tra i preferiti? Wow!! Felicissima del fatto che Ron ed Hermione ti sembrino vicini agli originali, cosa a cui tengo moltissimo. Grazie dei complimenti!
Gluck88:
Eccoti l'aggiornamento. Sono contenta che anche per te l'idea sia bella e, spero, originale. Riesco ad incuriosire il lettore? Bè, me lo auguro davvero. Intanto grazie moltissime per gli apprezzamenti e spero continuerai a seguirmi...

Alla prossima,
patsan




  
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