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Autore: a cello song    04/06/2013    8 recensioni
« Hey, Malfoy, ci credi nell’amore a prima vista? »
Colpo di fulmine. Rose Weasley non sapeva neanche quasi cosa significasse, questa espressione, prima di caderne vittima. Lui era uno sconosciuto; non conosceva il suo nome né la sua Casa, prima di quel primo settembre.
Colpo di fulmine. Scorpius Malfoy non ci credeva, come non credeva nell'anima gemella; non esisteva il destino, ciò che volevi dovevi creartelo con le tue mani. O con quelle di qualcun altro.
Amicizia. Chloe Ryan conosceva bene Liam Nott, suo amico d'infanzia, o almeno così credeva. Da quel primo settembre, cominciò a dubitarne.
Amicizia. Alex Lloyd odiava sua sorella Allen; ma ancor di più odiava la sua migliore amica Sarah Calvinson.
Stelle. Orion Aldebaran era il nuovo insegnante di Divinazione, e amava prevedere il futuro guardando le stelle.
Stelle. Adhara Sullivan era l'insegnante di Astronomia, e amava la sua materia quanto odiava la Divinazione.
"Ma all’amore non scappò nessuno di loro."
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Altro personaggio, Lily Luna Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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hey the 13th




Grazie a ChocochanHP, Nipotina, Bess Black e Luce62442  :')

How many times must a man look up
before he can see the sky?
(Bob Dylan, Blowing in the wind)





Se questa era Serpeverde, lui perché era lì dentro?


Scorpius gettò un’occhiata a un Liam parecchio annoiato che, stravaccato sul divanetto della sala comune, aspettava invano che qualcosa di interessante gli passasse davanti.
«Vacanze di Natale in avvicinamento! Non c’è proprio niente da far- hey, amico, cos’è quella faccia?» Gli chiese dopo aver intercettato il suo sguardo. Liam si sedette compostamente e aggiunse: «È successo qualcosa?»
Scorpius abbassò lo sguardo sulla boccetta di inchiostro che stava torturando; se la rigirava tra le dita come se questo potesse dargli un po’ di coraggio. Con una mossa decisa la appoggiò sul tavolinetto e si voltò di nuovo verso l’amico, pronto a parlare. «Senti, è un po’ che ci penso... hai avuto il tuo appuntamento con Rose, ormai.»
«Oh, ne ho avuto più d’uno», lo corresse, alzando gli occhi al cielo con un sorriso stampato in volto. «Rose è fantastica. Non ti ringrazierò mai abbastanza per avermela fatta conoscere.»
Scorpius deglutì. Nott, non mi rendi le cose facili.
«Ah, devo farle un regalo... un bel regalo, per Natale. Un libro credi che le possa piacere?»
«Dipende dal libro...» Scorpius distolse lo sguardo dall’amico e alzò le sopracciglia.
«A te è successo qualcosa. Non divaghiamo parlando di Rose: dimmi cosa c’è.»
Il ragazzo trasse un respiro profondo – di quanto coraggio c’è bisogno per riportare a galla ricordi che la propria mente lascia sepolti tanto in profondità, per proteggere l’animo! – e, spinto dallo stress emotivo in cui si era trovato ogni volta che aveva incrociato il sorrisetto di Big M in quei giorni, si liberò. «Dicevo, hai avuto più di un appuntamento con Rose. Quando pensi di... di parlare con Big M?»
Scorpius vide Liam sbiancare notevolmente. Notò che le sue mani avevano cominciato a tremare e che la sua fronte era ora imperlata di sudore. Liam stava sudando freddo. Liam che era sempre così composto, stava cedendo. Si passò le mani tra i riccioli biondi, lo sguardo pietrificato dall’orrore. «Cazzo. Cazzo. Cazzo. Sono un coglione. Salazar elfo domestico. Puttana Morgana.» In mezzo a continue imprecazioni di quel genere, Liam si alzò e uscì dalla sala comune, lasciando Scorpius in uno stato di agitazione palpabile.
E ora, cosa sarebbe successo? Big M avrebbe lasciato correre la cosa, finalmente? Avrebbe smesso di rivolgere quelle eloquenti occhiate a Scorpius, che sembravano dire «Tu non meriti di essere qui» o, altre volte, «Se hai la popolarità che hai lo devi a me, non dimenticartelo»? Di Michael Minace si diceva che non dimenticava mai niente. E, probabilmente, quando prendeva di mira qualcuno non lo lasciava andare. Anni e anni prima, Liam si era anche offerto al posto suo, ma l’unico, vero obiettivo di Big M era sempre stato Scorpius.
Alex entrò in quel momento e si sedette dove fino a un attimo prima era stato Liam, interrompendo il flusso di pensieri di Scorpius. «Dove se ne andava Nott così di fretta?» Chiese, sistemando i piedi sul tavolinetto davanti a lei. «Merlino, Scorpius, hai una faccia improponibile. Sembri spaventato, lo sai?»
«Sì, Alex, molto probabilmente lo sapevo anche senza che tu me lo facessi notare.» Scorpius si alzò, deciso a chiudersi nel dormitorio e non uscirne più per un bel pezzo, ma Alex gli afferrò il polso. Scorpius si voltò, però la ragazza continuò imperterrita a masticare la chewing-gum che aveva in bocca senza degnarlo di uno sguardo né lasciargli la camicia.
«Ricordati che, se ti servisse qualcosa, io e Audy siamo bravi a fare casini.»
«Non credo che l’aiuto dei Lloyd mi serva, ora.»
«Non sottovalutarci, Malfoy. Non farlo mai, per alcun motivo.»

*

Lily sorrideva. Sorrideva sempre, in quei giorni, e ne aveva circa mille motivi: c’era il sole, era quasi Natale, presto avrebbe rivisto sua madre, suo padre e Palladipelo (il gatto randagio che aveva adottato dieci anni prima); il lago nero ghiacciato era spettacolare, adorava le montagne innevate, avrebbe staccato da Hogwarts per un bel pezzo. Guai a ricordarle che forse ne era così felice perché non avrebbe rivisto Matt per tutto quel tempo: Hugo faceva ancora i conti con un livido violaceo sul braccio.
Avevano finalmente concluso due strazianti ore di pozioni; la prossima lezione sarebbe stata Cura delle Creature Magiche, per Lily, così le toccò troncare a metà il discorso con Hugo e Elle e andare verso la capanna di Hagrid.
Stava camminando sotto un cielo particolarmente azzurro quando sentì una mano sulla sua spalla; il suo sesto senso le rivelò a chi apparteneva ancor prima di voltarsi.
«Cosa vuoi, di nuovo, Lloyd?»
Un Audy Lloyd comprensivo di divisa da battitore di Quidditch si era unito alla combriccola di Grifondoro che stavano camminando a passo svelto attraverso i giardini.
«Scambiare quattro chiacchiere» replicò il ragazzo con semplicità, scrollando le spalle. «Allora, come stai?»
«Cosa vuoi, Lloyd?»
«Sei sempre così diffidente?»
«Solo con chi se lo merita.»
Audy la fronteggiò con un’espressione particolarmente soddisfatta. «Oh, cosa ho fatto per meritare qualcosa dalla giovane Lily Luna Potter?»
Lily lo ignorò e prese a scendere la collina. «Sai, potresti andartene, ora. Il campo di Quidditch è da quella parte. Di là, vedi? Quel tipo con la divisa di Grifondoro che ci sta venendo incontro ci sta andando; è sicuramente più intelligente di te e saprà guidarti bene. Segui lui.»
«Quanti complimenti. Tutti per Matthew Rogers e per me mai niente, eh?»
Lily si fermò di colpo. Come cazzo aveva fatto a non riconoscere Matt? Gli gettò un’altra occhiata e, a malincuore, constatò che Lloyd aveva ragione. Era Matt, ed era sempre più vicino.
L’aveva evitato per tutto quel tempo... era riuscita perfino a non incontrarlo mai nella sala comune, possibile che ora le toccava incrociarlo nei giardini, così grandi e apparentemente sconfinati?
«Ero riuscita a evitarlo, ci sarebbero state le vacanze... questo è destino, però.» Mormorò.
«No, Potter, questa è sfiga, che è diverso.» Audy le passò un braccio attorno alle spalle e, facendosi ben notare da Rogers, la accompagnò in quel modo per un bel pezzo.
«Sei divertente, molto divertente, lo sai?» Replicò Lily ironica, prendendo senza alcuna grazia la mano del ragazzo e scostando il braccio dalle sue spalle quando furono fuori dal campo visivo del suo ormai ex ragazzo.
«Però il braccio, mentre c’era Rogers nei paraggi, l’hai lasciato, eh?» Audy la fronteggiò nuovamente e si avvicinò pericolosamente al suo volto. Le punte dei loro nasi si toccavano ormai; Lily si sentì terribilmente nervosa, tanto che ‘nervosa’ non era nemmeno la parola adatta per definire il suo stato attuale.
«Matt non ci vede più, ormai, puoi smetterla.»
«Oppure potrei non farlo, che dici?» Audy appoggiò la fronte a quella della ragazza.
«Che hai intenzione di fare?» Lily era pietrificata; si sentiva una mano di Audy sulla schiena, e aveva il volto che era a un niente dal suo.
«Potrei baciarti.» Suggerì lui con uno strano tono di voce che sembrava tracciare linee circolari sulla pelle.
«Oppure potresti non farlo, che dici?» Replicò Lily, cercando di mostrarsi più tranquilla possibile.
Audy si avvicinò ancora di più; Lily temette che avrebbe tentato davvero di baciarla. Eppure la cosa che la spaventava più di tutte era che lei non stava facendo niente per impedirlo.
Sentì le labbra di Audy sulla pelle della guancia; vi sostarono per un tempo indefinito, al termine del quale Lily rigettò fuori tutta l’aria che aveva trattenuto nei polmoni e aprì gli occhi – non aveva nemmeno notato di averli chiusi.
«Hai vinto, Potter.»
Audy si allontanò di qualche passo poi, istantaneamente, si voltò. «Sei in ritardo per la lezione.»
«Già, chissà per colpa di chi.»
«Vieni con me.» Con un ampio sorriso il Tassorosso le tese la mano. «Tu sei in ritardo e io non ho voglia di sorbirmi un allenamento per niente, sono solo una riserva. Andiamo, vieni con me.»
Lily, ancora in balia del vortice di emozioni che il suo corpo aveva retto in una sola mezz'ora – gioia, serenità, frustrazione, seccatura, sgomento, paura, terrore, sollievo e qualcos’altro di non meglio identificabile –, si trovò a fissare la sua mano pallida e a pensare che le sue dita lunghe erano decisamente più belle di quelle tozze di Matt.

*

Rose e Chloe stavano rientrando a Hogwarts proprio in quel momento, ormai stanche di passeggiare senza meta per i giardini col solo scopo di tenersi lontane dai libri, quando videro in lontananza un biondino dialogare a toni accesi con un tizio di colore che non faticarono a riconoscere come Big M. Cercando di tenersi a una “distanza di cortesia” si avvicinarono, timorose di una potenziale rissa visto il soggetto coinvolto; riuscirono ad udire solo flebili brandelli di conversazione e da lì riconoscere chi il biondo fosse, prima di uscire allo scoperto.
«...e più divertimento sarà... così, e te la sei cercata.»
«...era diverso...! Le circostanze... volta... capisci?»
«Liam?» Mai Rose si sarebbe immaginata che Liam, proprio Liam, conoscesse Big M tanto da trattenersi con lui a parlare nei giardini. Immaginava che si conoscessero, vista la comunanza di Casa, e che pure si parlassero, magari, ma non in quel modo. Big M non era uno affidabile, lo sapevano tutti; era piuttosto da temere ed evitare. Liam era forse nei guai con quel tipo?
«Rose!» Liam le corse incontro e le diede un leggero bacio. «Hey, M, lei è Rose.» Liam fece scivolare la sua mano in quella di Rose e la tenne stretta.
Big M le tese la mano. «Michael. Michael Minace. Ma tutti mi chiamano semplicemente Big M, per ovvi motivi.» Michael abbassò il capo in quello che forse avrebbe dovuto essere un lieve inchino mentre Rose, dal canto suo, si limitò a sorridere, un po’ turbata.
«Be’, allora vi lascio agli affari vostri. Ci vediamo ragazzi.» Big M passò loro avanti e, prima di andarsene definitivamente, poggiò una mano sulla spalla di Liam e mormorò: «Ricordati ciò che ti ho detto, amico.»
Liam mosse qualche passo nella direzione opposta, mantenendosi silenzioso. Rose non osò parlare né tantomeno chiedergli se potevano entrare nel castello, ora, e magari raggiungere la povera Chloe che aveva lasciata sola; aspettò che fosse lui a dire qualcosa, fornire qualche spiegazione magari. Ma Liam non lo fece, così toccò alla ragazza informarsi. «Cosa ti ha detto Big M che devi ricordare?»
Liam alzò il capo verso la ragazza e sorrise. «Niente di che. Un consiglio... per una certa cosa che riguarda noi Serpeverde. Mi spiace, Rose, non posso rivelartelo.» Le baciò la fronte. «Vorrei, non sai quanto vorrei, ma... te l’ho detto, riguarda noi, non è giusto nei confronti degli altri coinvolti se te lo dico, capisci?»
Rose si limitò ad annuire. Liam appariva turbato, fin troppo; escluse a priori che stesse mentendo, era impossibile. Che motivo ne avrebbe avuto?
Erano arrivati all’entrata del castello. Probabilmente la maggior parte degli studenti cominciava ad appropinquarsi ai propri tavoli per la cena, mentre altri dovevano ancora terminare i propri compiti e avrebbero fatto tardi.
«Volevo chiederti una cosa...» Liam cominciò a contorcersi le mani, nervoso come mai Rose l’aveva visto. «È un po’ che usciamo insieme, che sediamo vicini nelle lezioni in comune... che ci frequentiamo, ecco. »
Rose si sentì avvampare; immaginava già quello che Liam stava per dire e il solo pensiero le faceva rimescolare il sangue. Come avrebbe potuto mangiare qualcosa a cena se quel ragazzo le riempiva lo stomaco di tutte quelle farfalle?
«Magari è ora di ufficializzare la cosa, no?»
Incapace di dire alcunché Rose lo cinse in un abbraccio forte, che parlava da sé. Rimasero in quella posizione, lei con la testa appoggiata al petto, dove sentiva il cuore battere, lui che le accarezzava i capelli, per un tempo indefinito, che entrambi sperarono diventasse l’eternità.
Rose lo baciò con dolcezza; senza smettere di sorridere, mano nella mano, entrarono in Sala Grande quando gran parte della scuola – professori compresi – era già a sedere. Ma la cosa non li scalfì minimamente.
Era un sogno. Era un sogno e contemporaneamente la realtà; era l’incredibile. E Rose doveva solo ringraziare Scorpius Malfoy.


People!

Stanno cominciando a succedere un po’ di cose. La mia mente è in fermento, ho già tutto chiuso nel mio cervellino! Tutti i prossimi avvenimenti! Ah, mi sento vagamente potente v.v Forse è complice la non-primavera di fuori. Okay, sul capitolo non ho niente da dire, tranne quello ‘Scorpius Malfoy’ finale: mi sono sentita un po’ cattivella a terminare la parte RosexLiam con nome e cognome dell’unico ragazzo che davvero shippo con la Weasley, ma dovevo. Comincio a capire perché secondo tutti sono una Serpeverde forse (?)

Grazie a tutti :’)

   
 
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