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Autore: Melipedia    05/06/2013    3 recensioni
Occhioni verdi perseguitava i suoi sogni da quando li aveva incrociati da quel pullman. Erano l'unica cosa che ricordava, l'unica cosa che sapeva
Ora quegli occhioni erano tornati e Thad non poteva, non voleva, credere che fossero di quel diavolo di Sebastian.
Quello che non sapeva era che anche qualcun'altro sognava i suoi occhioni castani, incrociati dallo stesso pullman.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: Sebastian Smythe, Thad Harwood, Warblers/Usignoli | Coppie: Sebastian/Thad
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Sinceramente Thad non ne capiva per quale assurdo motivo sarebbe dovuto uscire quella sera. Ok, era venerdì sera, la scuola era iniziata da una settimana  e il carico di compiti era ancora sopportabile, non poteva stare sempre in stanza da solo, ma per le giarrettiere di Morgana! Lui aveva sonno! Non aveva mai dormito così bene come nell’ultima settimana e non capiva proprio perché i suoi amici  non lo lasciassero poltrire in santa pace!
-Dai Thaddy, ci divertiamo, balliamo un po’, beviamo e magari trovi qualcuno con cui passare al serata-
Jeff, oh ingenuo Jeff! Ma come poteva trovare qualcuno se l’unica cosa che cercava erano quegli occhi verdi? Fra un sonnellino e un altro aveva pure caricato la foto sul pc e preparato l’annuncio, ma poi si era dato dello stupido e aveva rinunciato e se ne era tornato a dormire.
Nick pensava che tutto quel dormire fosse insano. Poi aveva sognato Jeff, e aveva capito cosa dovesse provare il suo amico. C’è, non era la prima volta che sognava il suo Jeffy, ma non l’aveva mai visto sotto quel punto di vista. Lui era fortunato, poteva averlo, e lo aveva, accanto ogni giorno. Anche lui se avesse potuto vederlo solo in sogno non si sarebbe mai voluto svegliare.
Come Thad appunto. Lui non voleva mai svegliarsi, tantomeno di pomeriggio. Avevano una copia delle sue chiavi per andarlo a buttare giù dal letto a forza.
Quindi oltre che svogliato era pure scocciato di stare allo Scandals quella sera. Per sua fortuna Jeff aveva esagerato( anche Nick a dirla tutta, ma lui sarebbe stato meno credibile) col bere  e dovevano tornare alla Dalton prima che peggiorasse. Forse non tanto fortuna perché nel momento in cui uscirono e Jeff vomitò, accanto a loro passò Sebastian, pronto a iniziare la sua serata a commiserarsi per i suoi occhioni marroni. Se solo avessero alzato lo sguardo sarebbe tutto finito, o iniziato.


Ma chi me l’ha fatto fare! Questo e quello che pensava Sebastian da dieci minuti a questa parte, da quando quel ragazzo a cui aveva chiesto informazioni sulle audizioni dei Warbler era partito con una filippica sul onore della scuola, l’importanza della divisa blu col bordino rosso e di quanto fosse poco vero che la loro scuola, e soprattutto il loro Glee, fosse popolato solo da ragazzi gay. Aveva smesso di ascoltarlo dopo che gli aveva detto che erano alle 4, fra un ora e mezza quindi, e che lui era uno capo consiglio, e poi aveva smesso, e se era stato li ad annuire fintamente, perché era un capo consiglio, quindi meglio avere qualcuno di spessore dalla sua parte, non che dubitasse delle sue doti certo! Un minimo di sicurezza in più però giova sempre.
E poi, come nel più cliché dei film, eccoli la. Quegli occhioni marroni. Erano stato sotto il suo naso per una settimana. Si era rimesso composto, lasciando lo stipite della porta dove eri appoggiato. Si era persino sistemato al divisa!
E ora? Corrergli incontro? Aspettare che sia lui a venire? E se non ti avesse riconosciuto? Se non fosti stato niente per lui?
Era tutto così surreale. Ora capiva quei film dove dicono che il resto del mondo scompariva. Stava ridendo con degli amici, speravi fossero solo amici, poi aveva alzato lo sguardo, l’aveva incatenato al tuo, e ora eravate fermi come due idioti senza sapere cosa fare.
-E per questo che, Sebastian mi stai ascoltando?-
-Emm scusa Who, devo andare a prepararmi per l’audizione-
Ed è scappato via veloce. Per un attimo ha pensato di correre da lui, ma i suoi piedi hanno scelto per lui la via opposta.
Li hai ritrovati Sebastian, ma non sei pronto ad affrontare quello che ti fanno provare.
-Wes! No Who! E non si corre per i corridoi!-


-E poi ho aperto la porta con un piede e c’era mio padre a letto visibilmente nudo e mamma che da dietro l’anta si rivestiva dicendo che si stava andando a fare la doccia e che non dovevo fare rumore perché papà non aveva dormito e si stava riposando, quando l’avevamo incontrato un ora prima con Nick che tornava dal lavoro tutto pimpante. È stata un esperienza traumatica! Sul serio! Non vorranno mica fare un altro bambino? 5 non gli bastano? E Thad smetti di ridere, sono veramente rimasto shockato!-
-hahhahahahaha-
Perché avrebbe dovuto smettere? Erano settimane che non rideva cosi bene! forse sarebbe stato meglio se avesse dato una pacca sulla spalla di Jeff, al posto di ridere delle sue disavventure, ma che ci poteva fare? Le facce che faceva l’amico erano troppo buffe!
E poi aveva alzato lo sguardo, si era improvvisamente ammutolito e dimenticato dei compagni. Occhioni verdi era a pochi metri da lui, che parlava con Wes. No, non parlava, guardava lui. Occhi negli occhi un'altra volta. Cosa doveva fare? Una vocina nella sua testa diceva “va da lui”.
quando mosse il primo passo verso di lui, l’altro era già scappato via, quindi senza pensarci gli era corso appresso, sorpassando di nuovo Nick e Jeff che gli rivolsero un – Hey, dove vai?- prima di guardarsi straniti e fare spallucce, e per poco non travolse Wes.
-Non si corre per i corridoio! Ma cosa avete tutti oggi!-


Si era rintanato in un aula vuota e una volta chiuso a chiave si era lasciato cadere su in divanetto. Perché? Perché era scappato? Non erano settimane che lo cercava? Che lo sognava ogni santa notte? Non erano settimane che immaginava ogni minimo dettaglio del loro primo incontro?  È allora perché era scappato? Forse perché lui aveva immaginato col ricordo di quegli occhi, un ricordo forse un po’ sbiadito. Non era pronto a rivederli.
Scuse, tutte scuse, la verità era che aveva avuto una fottuta paura. Il fatto è che Sebastian non ha ancora capito cosa gli sta succedendo. Prima è “sono di ghiaccio, non mi frega niente “ poi “datemi i miei occhioni cioccolato” poi di nuovo “non li troverò , fammi essere stronzo e cinico per tutta la vita” e alla fine “dannazione, sono un codardo “ .
Pensa che forse ha solo bisogno di un po’ di tempo per trovare parole che non ha mai detto, non ha mai voluto dire, sarebbe stato troppo doloroso. Pensa al suo Louis. Gli ci erano voluti mesi, se non anni, per arrivare a sentire con chiarezza tutte queste cose che stava provando per qualcuno di cui non sapeva nemmeno il nome. Pensava di nuovo che aveva solo bisogno di un po’ del suo tempo per dire le parole che non ha mai detto.
E così aveva trovato anche la canzone per la sua audizione.
 
Un ora e mezza dopo era nella sala Warbler. Aveva passato il suo Ipod al ragazzo vicino allo stereo e gli aveva indicato la traccia, per poi posizionarsi al centro della sala, davanti al tavolo del consiglio. Aveva esitato un attimo, vedendo Thad seduto al tavolo spalancare gli occhi, ma si era schiarito la voce e si era presentato.
-Sono Sebastian Smythe e faccio l’audizione come solista-
Messo su il suo solito ghigno aveva cominciato a cantare, rimproverandosi mentalmente perché aveva quasi detto faccio l’audizione per il ragazzo con gli occhioni cioccolato che sogno tutte le notti.

I'm sick of picking the pieces
And second-guessing
My reasons why you don't trust me
Why must we do this to one another?

We are just passionate lovers
With trouble under the covers
Nothing worse than when
You know that it's over

I just need a little of your time
A little of your time
To say the words I never said
Just need a little of your time
A little of your time
To show you that I am not dead

Please don't leave, stay in bed
Touch my body instead
I'll make you feel it
Can you still feel it?
I'll make you feel it
Can you still feel it?
[…]
‘Cause my defenses are weak 
I have no rebeller to beat 
So take my evidence 
And bury it somewhere 
[…]
Oh my, I don't mind 
Being the other guy 
Nice try, for these games 
I do not have the time 

If you want me, call me 
Come and take a risk (kiss) 
Leave somewhere deep under the surface 
[..] 
Oh can you still feel it?...



-Ragazzi vi dico che era lui!-
-Thad, adesso calmati , siedi-
-Ma Nick, tu non capisci!-
-Jeff, non mettertici pure tu! Ci basta lui a saltellare e sclerare per il nuovo acquisto!-
Il biondo , indignato dall’atteggiamento del suo ragazzo, gli aveva dato le spalle e si era messo a saltellare con lui. Tutto questo casino solo perché l’aveva trovato, veniva a scuola con loro, sapeva il suo nome e sapeva che aveva una voce come poche altre.
-C’è, Jeff, hai sentito come canta? E come si muove!-
-Thad non illuderti, hai visto come ti ha ignorato?-
-Ora ho capito perché non dormivi! Certo che se sognavi lui era difficile riposare!-
-Jeff, sorvolando sul fatto che stai facendo apprezzamenti su un altro ragazzo, non pensi che avrebbe almeno dovuto presentarsi a Thad se si ricorda di lui-
-E quegli occhi Jeff, come mi erano mancati, quella foto iniziava a non bastarmi più-
-Thad, ma se sei tanto sicuro che sia lui, perché non lo vai a cercare?-
-Perché non lo vai a cercare? Perché non lo vai a cercare! Nick finalmente qualcosa di giusto!-
E mentre il biondo si lanciava sul suo ragazzo, Thad guardava fuori alla finestra, risussurrandosi quella frase.
Andare a cercarlo, andare a cercarlo
Una lenta cantilena che accompagnava i vari scenari di come si sarebbero rincontrati, di come l’avrebbe trovato e tenuto vicino a se per sempre, facendo in modo che in quegli occhi risplendesse solo felicità, e non quel turbine oscuro che aveva intravisto anche quel pomeriggio.
-Sebastian, ti troverò-
Affidò di nuovo queste parole al vento,  con la certezza di quello che diceva.


Che si fottesse, si. Poteva pure colpirlo un infarto, non gli importava. Non lo voleva? Se ne sarebbe andato.
-Come hai scelto di farti piacere i ragazzi, scegli di farti piacere quella ragazza, per l’onore della famiglia-
-Me ne fotto dell’onore della famiglia! Non si sceglie papà, non è una scelta!-
-Qualunque cosa sia non mi importa, o fai come ti si dice o te ne vai da questa casa!-
-Allora ci vediamo quando verrò a prendere le mie cose, chiederò un alloggio a scuola-

Aveva sbattuto la porta come suo solito e si era rintanato in quel locale. In macchina aveva la divisa, la notte l’avrebbe passata da qualcuno che si sarebbe scopato e il giorno dopo avrebbe richiesto una camera alla Dalton.
-Hey bel culo-
Di solito a quelle battutine non si girava, ma quella sera gli serviva sul serio un posto dove andare, a meno che non volesse dormire in macchina.
-Ciao anche a te-
-Hunter, Hunter Clarington, e non sono neanche lontanamente bi-curioso-
-Totalmente gay quindi-
-Esattamente-
Gli fece l’occhiolino, sorridendo accattivante. Bastian doveva ammettere che era proprio un bel ragazzo, non molto alto, capelli biondo cenere, un bel fisico visibilmente allenato e un sorriso che aveva quel non so che di maligno che era come un magnete.
-Sebastian Smythe-
-Lo so, hai fatto i provini per i Warbler oggi-
-Vieni alla Dalton?-
-Si, mi sono trasferito pochi giorni fa e prossimamente entrerò anche nei Warbler-
-Pensavo fossero finite le audizioni-
-Io non ho bisogno di una stupida audizione, so quel che valgo e posso fare grandi cose per quel gruppo di femminucce-
-Già mi stai simpatico, posso offrirti da bere?-
-Molto volentieri-


-Allora signor Smythe, è fortunato, è rimasto sono un alloggio libero, il penultimo l’ha preso il signor Clarington-
-Posso sapere con chi ha la fortuna di dividere la stanza il mio amico?-
Sorrise accattivante, e come da regola, la segretaria si sciolse in una risatina frivola, diventando tutta rossa solo per un sorriso.
-Il signor Nixon, anche lui un Warbler-
-Bene, e il mio quale dovrebbe essere?-
-Thad Harwood, stanza numero 343-
-Allora, dove te lo faccio questo autografo?-
La segretaria, dopo un'altra risatina gli passò dei documenti e una penna. Una volta compilati e presa la chiave della sua nuova casa si era diretto in macchina, a prendere i bagagli che si era fatto portare dalla sorella. Non aveva la minima voglia di rivedere suo padre, anche se sapeva che era a lavoro, non voleva tornare in quella casa, dove l’unica persona che teneva realmente a lui era proprio la sorella.
Salito alla 343, Sebastian entrò direttamente con la sua chiave, senza prima bussare. Non sapeva se il ragazzo era stato avvertito, in caso non l’avrebbe saputo, be sorpresa, ecco il tuo nuovo coinquilino.
La trovò invece vuota. Felice di questo, non era in vena per le presentazioni, non ancora, poggiò i suoi bagagli sul letto libero e si guardò intorno. La stanza non era molto grande. Aveva due letti singoli con comodini accanto, separati da una finestra abbastanza grande, che dava su in finto balconcino. Due armadi ai lati della porta e due scrivanie, una fra il letto e l’armadio e l’altra vicino a quella che presubilmente era la porta del bagno. Avviandosi a quella gli cadde l’occhio sopra la scrivania occupata. Un po’ di libri sparsi, una macchina fotografica reflex e sopra, appesa al muro, una bacheca di sughero piena di foto. Fra i tanti paesaggi e scatti artistici, ce ne erano alcune dei ragazzi della scuola, alcune di due donne messicane, e un paio di un ragazzo che conosceva molto bene. Occhioni marroni se ne stava li , a sorridergli da una foto, inconsapevole di quello che gli stava scatenando dentro. Se non era destino questo, Sebastian iniziava a pensare che fosse una Candidcamera. Fra tutti i ragazzi della scuola proprio lui era diventato il suo compagno di stanza. Come faceva ad esserne certo? Perché fra quelle foto ce ne era anche una sua, di quella prima volta che i loro sguardi si erano incrociati.
Prese un respiro profondo, poi un altro, prima di riuscire a staccare gli occhi da quelle foto, prendere giacca e le chiavi per poi uscire, o scappare.
Sperava che Hunter non fosse troppo occupato col suo nuovo amichetto, perché aveva proprio bisogno di uscire.
 
Quando Sebastian rientrò a notte fonda in stanza, trovo Thad addormentato. Era cosi vicino e cosi lontano. Si prese qualche minuto per osservarlo meglio. Anche se non poteva vedere i suoi occhi, anche il resto del ragazzo non era male. Capelli neri e folti, la carnagione che anche nell’oscurità si indovinava più scura, olivastra. Era basso, perché steso normalmente era quanto lui rannicchiato. La sua mente volò subito all’immagine di loro nel letto vicini, ma la scaccio come si fa con una mosca fastidiosa, per poi dirigersi verso il bagno per cambiarsi per la notte.
Quando si mise a letto sapeva che non avrebbe dormito molto, se non per niente.
-Ti ho trovato, ma non so come dirtelo-
Sussurrò prima di lasciarsi cadere sul cuscino e spengere il lumino sul comodino.
 
 
 
 
Ritardooooooo!! Ritardissimooooooo!!!!
Cattiva Mel, autrice cattiva, non si fa!
Ma sinceramente, ditemi quanti di voi avevano il tempo di leggere e recensire in questa settimana? La fine della scuola è mostruosa. Mostuosissima!
Prevedo pochi altri capitoli, quindi fatemi sapere cosa ne pensate.
Non è stato betato, sono talmente in ritardo che quando Ness finirà di betare, modificherò tutti gli strafalcioni.
Melipedia
   
 
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