Capitolo 10
Torte alla fragola
Torte alla fragola
Entrai in casa sbattendo la porta, con una violenza che non pensavo di avere, per poi buttarmi pesantemente sul divano a pancia sotto. Mi sentivo frustrata e umiliata per la millesima volta. E non potevo fare nulla. Nulla! Un mio qualsiasi gesto, una qualsiasi azione, qualsiasi cosa si sarebbe ritorta contro di me.
Avevo giurato che Thomas Fileni non mi avrebbe
umiliata mai più e invece ci era riuscito alla grande, come sempre.
«Ti
ricordi quello che ti ho detto in quella fumetteria da strapazzo l’ultima volta
che ci siamo incotrati, vero Misa?» aveva sibilato al mio orecchio prima che
potessi andare via dalla Yoshida Production, «Sono l’attore più famoso del
momento e, cosa più importante, mi sto anche buttando in politica e molti sembrano
apprezzarmi. Posso distruggere tutto quello che hai costruito in un secondo e
lasciarti senza niente. Neanche il tuo caro fratellino potrebbe difenderti
questa volta, perché tutto gli si ritorcerebbe conto. Quindi fai la brava e fai
finta di essere una mia ottima amica a dispetto di quanto hai mostrato con le
tue occhiate truci e astiose»
«E se io
decidessi di abbandonare il film pur di starti alla larga?» chiesi a denti
stretti, «Non voglio aver niente a che fare con te! Anche il mio orgoglio
professionale ha un lim…»
«Sarà peggio»
ghignò lui, «ho pensato a tutto, Misa. Sei un’attrice, no? Comportati come tale
e fingi che tra noi non ci siano problemi»
«Sei un
mostro!»
«No, sono
solo un po’ capriccioso»
«Ma cosa
vuoi da me? Mi hai già rovinato abbastanza la vita, cosa ho fatto di male per
dover continuare a soffrire così, eh? Dimmelo! Perché?»
«Perché
tu mi hai umiliato come non mi ha mai umiliato nessuno!» ringhiò alzando
leggermente la voce, «Tu, con quel… con quel coso storpio che hai per fratello mi ha fatto fare la figura del cretino davanti
a tutto il mondo! Non hai idea quanti articoli siano stati scritti su di me, quanti mi
abbiano infamato e deriso per quello che è successo quel giorno. Tu non hai
idea della fatica che ho fatto per tornare alla ribalta. Anche se è stato
lui a picchiarmi è come se mi l’avessi fatto tu e ora devi pagare!»
Non
potevo crederci. Era un discorso da bambini eppure era serissimo.
«Ti denuncerò per quello che stai…»
«Te l’ho
già detto» replicò lui stampandosi immediatamente quel suo sorriso beffardo
sulle labbra, «Qualsiasi cosa tu faccia, ora, conoscono qualcuno che sta più in
alto di qualsiasi persona conosca tu. Non avresti alcuna possibilità di
continuare la tua carriera. Finiresti per diventare una cassiera di negozi per
souvenir e sarebbe davvero un peccato con il talento e il bell’aspetto che ti
ritrovi. E ovviamente non solo tu, ma tutti quelli a cui tieni di più»
Avrei
voluto tirargli un cazzotto dritto in faccia ma non potevo fargli nulla se era
vero quello che mi aveva appena detto. Avevo le mani legate.
Mi guardò
ancora per qualche secondo per poi girarsi e avviarsi verso la sala di
ricevimento.
«Ah, se
fossi in te farei ben attenzione a parlare di questa faccenda con amici e
familiari. Sai, potrei farti pedinare da qualcuno dei miei e a quel punto
preparati a precipitare nel baratro e ad essere ancora più umiliata di quanto ti
possa sentire adesso» si girò per l’ultima volta. «Ci si vede sul set tra
qualche giorno, Yuuki Cross»
«Aaaarrrhhhhggg!» soffocai l’urlo nel
cuscino cominciando a piangere.
Cavolo, era la cosa che mi riusciva meglio in
quel periodo!
Non potevo parlare con nessuno, non potevo
andare dalla polizia a denunciarlo per molestie… Non potevo fare niente,
maledizione! Avrei voluto chiamare Light e dirgli quanto era successo ma chi mi
garantiva che Thomas non mi stesse spiando da qualche parte o avesse piazzato delle cimici nelle vicinanze?
Inoltre era impensabile parlare con L. Dubitavo
che Fileni sarebbe mai potuto venire a sapere di un mio incontro con lui, quel
verme non aveva idea dei meccanismi di difesa e "anti mondo esterno" che
possedeva il mio caro ex fratellone,
ma per come stavano le cose tra noi come potevo anche solo pensare di chiedergli
aiuto?
“Questo si chiama stupido orgoglio. L ti
ama quindi farebbe di tutto per toglierti da questo impiccio a prescindere da
tutto e tutti”.
«Ma sta un po’ zitta e fatti i cavoli tuoi»
dissi a me stessa alzandomi dal divano andando in bagno a farmi una doccia.
Fileni voleva giocare a fare il bastardo e
mettermi in difficoltà? Bene. Anzi, benissimo! Avrei risposto con la mia dote
più grande: la commedia. Ormai mi stavo abituando ai giochi pericolosi e questo
probabilmente, almeno per me, era peggio di una caccia contro
Kira perché c’era in ballo il mio futuro, la mia carriera, il mio mondo.
Sarebbe stato un tiro alla fune tra me e lui ma alla fine ero sicura che avrei vinto io. Non
so come ma avrei cercato di ribaltare la situazione a mio vantaggio.
“Basterebbe parlare con L…”
Ancora la vocina fastidiosa.
“Oppure farti aiutare da Kira e ucciderlo. Come sei in grado di trovare L quando non vuole potresti riuscirci anche con lui”.
Rimasi con la mano sulla manopola dell’acqua
prima di aprirla soffermandomi su quel pensiero. Se le cose si fossero messe
male non sarebbe stata una così cattiva idea. Forse avrei potuto effettivamente…
No.
Non avrei mai fatto una cosa del genere. Era
contro ogni mio valore etico.
«Coscienza, perché per una volta non ti fai un
pacchetto di fatti tuoi e fai fare alla sottoscritta? Grazie!»
Lavorare
dando il massimo e fingere di essere
amica di quel verme schifoso di Fileni era davvero massacrante. Tornavo
a casa
talmente distrutta che una volta entrata mi buttavo sul letto
addormentandomi
come un sasso. Con Light riuscivamo a sentirci pochissimo solo per
telefono e solo durante la mia pausa pranzo tra l'altro neanche tutti i
giorni ma a giorni alterni perché i nostri
orari non coincidevano e la mia pausa era durante il suo orario di
lezione o
quando era al quartier generale, e sapendo che era con L evitavo come
la peste di farmi sentire.
La
convivenza sul set si faceva pesante giorno
dopo giorno, per fortuna Kiosuke e Maria erano dalla mia parte; anche
se non avevo nemmeno accennato ai miei contrasti con Fileni entrambi
avevano capito
che tra me e il biondo non ci fosse la grande
amicizia che mostravamo al pubblico, e solo grazie a loro riuscivo a
non farmi
mortificare come Thomas avrebbe voluto. La pressione era talmente forte
che nonostante questo a volte scoppiavo in
lacrime in camerino per colpa della tensione.
«Oggi pausa lunga!» annunciò Mishinaka verso
mezzo giorno e mezzo, «Stiamo lavorando bene, quindi direi che posso concedervi
mezzo pomeriggio libero. Alle quattro però vi rivoglio qui, carichi e
riposati!»
Sospirai felice. Un po’ di tempo lontana dal
set. Non mi sembrava vero.
Maria e Kiosuke mi si avvicinarono contenti della lieta notizia.
«Vogliamo andare a mangiare tutti e tre insieme
da qualche parte?»
«Sì, perché n…»
«Eeeehhh no!» li fermò subito Rioshi
prendendomi per le spalle, «Misa ha da fare per tutto il pomeriggio. Lavoro
extra per lei!»
«Coooooooosa?» gridai «Perché? Che cosa ho
fatto di male?»
«Cara, essere una delle più celebri idol sulla
piazza può essere un arma a doppio taglio, sai? Forza, forza. Vieni con me!»
«Ma fammi almeno cambiare!»
«Ti cambi in macchina, ora vieni con me»
Sbuffai rumorosamente lasciandomi trascinare
ancora tutta abbigliata con parrucca castana a caschetto e divisa del collegio
Cross. Non sapevo dove mi stesse portando ma non me la raccontava
giusta. Sorrideva come una Pasqua mentre continua a trascinarmi verso l’uscita
del collegio che stavamo utilizzando come set.
«Rio, si può sapere che lavoro devo fare?
Apprezzo che tu mi stia portando via da qui, lontano da Mr. verme Fileni, ma non mi sarebbe
dispiaciuto mangiare con…»
«Aspetta e vedrai. Quanto sei impaziente! E di
Fileni non ti preoccupare che ci ho già pensato io»
Ci aveva pensato lei… Come?
Non sapevo se
fidarmi o essere preoccupata. Lei aveva capito subito che il nostro
essere "amici" era una farsa bella e buona, anche perchè
più di una volta mi aveva vista scoppiare in lacrime nel mio
camerino, però...
Rimasi in silenzio, paziente, finché non
arrivammo quasi all'uscita dove una figura alta mi stava aspettando.
«Light?»
Corsi come un fulmine buttandomi tra le braccia
forti e calde del ragazzo che mi accolse stringendomi a sé.
«Light!»
Era bello, bellissimo. Indossava un completo gessato scuro e doveva essere andato dal barbiere di recente per aggiustare il taglio di capelli. I suoi occhi brillavano. Rimanemmo stretti l’uno all’altra per qualche secondo finché il castano non alzò il mio volto verso il suo baciandomi con dolcezza.
«Light!»
Era bello, bellissimo. Indossava un completo gessato scuro e doveva essere andato dal barbiere di recente per aggiustare il taglio di capelli. I suoi occhi brillavano. Rimanemmo stretti l’uno all’altra per qualche secondo finché il castano non alzò il mio volto verso il suo baciandomi con dolcezza.
Rioshi tossicchiò dopo qualche secondo.
«Ragazzi non vorrei interrompervi ma vi
consiglio di andare a divertirvi il prima possibile. Il tempo è tiranno e
non credo di poter convincere Mishinaka a lasciarti ulteriore tempo libero,
Misa»
«Quindi… È solo grazie a te se tutto il cast ha
ottenuto mezzo pomeriggio libero?» chiesi spalancando gli occhi sorpresa.
«Diciamo
che ho una buona influenza su di lui» fece lei con fare
modesto guardandosi la mano, «e potrei sempre
convincerlo ad altri pomeriggi e mattine così se…
Ehi!»
«Graziegraziegraziegraziegrazie! Sei un’amica
Rio!» urlai saltandole al collo.
«Sì, ma adesso vai che cenerentola alle
quattro deve tornare a lavorare e poi» avvicinò le labbra all’orecchio, «prima
vai, meglio riesco a trattenere Fileni e a non fargli capire dove e con chi
sei. Ci ho messo un po’ ad organizzare 'sta cosa quindi sbrigati!»
Le
stampai un grosso bacio sulla guancia,
ancora incredula che avesse qualche asso nella manica per fermare il
biondo, poi tornai da Light pronta a passare finalmente un
pomeriggio in tranquillità.
«Quindi le riprese procedono bene» disse Light
bevendo un sorso del suo caffè bollente.
«Alla grande. Veramente» sorrisi io
prendendogli una mano, «ma ora non voglio parlare di lavoro. Sono così contenta
di stare con te dopo due settimane di prigionia, finalmente soli…»
«Quindi anche con il resto degli attori ti
trovi bene?»
«Sì, te l’ho già detto prima e questi giorni al
telefono»
«Con tutti, tutti, tutti?»
«Insomma, Light!» sbottai alla fine allontanando
la mano che poco prima avevo poggiato sulla sua, «Volevi uscire con me per un
terzo grado modello papà o per stare semplicemente con me?»
Da quando eravamo saliti in macchina non aveva
fatto altro che chiedermi del lavoro, dei miei colleghi e se tutto andava bene.
All’inizio avevo risposto tranquillamente, anche se me lo chiedeva tutti i
giorni per telefono ma adesso era troppo. Io non volevo parlare di lavoro, non
volevo pensare a Thomas e lui cosa faceva? Inquisiva.
«Hai ragione, scusami» rispose con un sospiro
bevendo un altro sorso di caffè, «ma ti sento pochissimo, praticamente non mi
racconti nulla di quello che fai sul set, come se volessi far cadere il
discorso. Sei distante. Magari per telefono non vuoi parlarne, così pensavo che stando da
soli ti sentissi più libera di sfogarti. Sono un po’ preoccupato per te, tutto
qui»
I suoi capelli erano leggermente scossi dal
vento e quell’aria apprensiva lo rendevano più carino di quanto già non
fosse sempre.
«Scusami tu» dissi sospirando, «hai ragione,
non ho una gran voglia di parlarne ma sto bene. Davvero. Non tutti i colleghi
sono esattamente simpatici però è normale. Come a scuola» cercai di
tranquillizzarlo. «Adesso voglio pensare solo a noi due. Sono così contenta di
vederti…»
Light strinse la mia mano con un mezzo sorriso
velato di tristezza.
«Anche io»
Rimanemmo così, senza quasi guardarci, fermi
per qualche istante.
«Misa perdonami, ma non riesco non essere
preoccupato» cominciò lui guardandomi serio negli occhi, «telefonate vaghe a
parte, so che mi stai nascondendo qualcosa e non so perché»
Per un attimo impallidii ma da brava attrice
quale ero cercai di sembrare disinvolta e senza alcun problema.
«Ma cosa dici, Light? Non ti nascondo…»
«Allora perché non mi hai detto che il tuo ex
fa la parte di uno dei due coprotagonisti con te del film che stai girando?»
Ok, diciamo che ci era andato quasi vicino ma
era comunque lontano dalle mie vere preoccupazioni. Camuffai il mio sospiro
sollevato per uno imbarazzato.
«Perché non ci ho pensato» mentii sul momento, «è
un rapporto talmente professionale, e
basta, quello con Fileni che gli ho dato poca importanza. Non sarai geloso
di quel… Quel tipo, vero?» domandai
con una punta di malizia.
«Non è questo!» rispose subito piccato lui
guardandomi fisso negli occhi, «Non solo almeno, anche se ammetto che non sia
molto entusiasta all’idea che tu veda più quello di me…»
«Qual'è il problema allora?»
Per un momento rimase zitto, guardandomi
titubante, insicuro se dirmi o meno quello che gli stava frullando in testa. Si
guardò circospetto per qualche secondo per poi avvicinare il viso vicino al mio sporgendosi leggermente verso di me.
«Non dovrei parlarne con persone esterne al
quartier generale ma credo che Ryuzaki non avrebbe nulla da obiettare se te lo
dicessi»
Anche se quello era solo il soprannome di L, il
suo nome mi provocò una fitta all’altezza dello stomaco.
«R-ri-riguarda il caso Kira, giusto?»
«Già» mormorò Light.
Per qualche secondo rimase in silenzio, come se
aspettasse un mio segno per continuare, come se sapesse che c’era la
possibilità che fossi controllata da qualcuno. Lanciai una rapida occhiata in
giro anche io, proprio come aveva fatto lui, mi tastai bene i vestiti, senza
trovare nulla, per poi fargli segno di continuare.
«Cosa avete scoperto?»
«Abbiamo scoperto che ultimamente le persone
assassinate da Kira sono varie, non più solo criminali ma anche di un
certo spessore: politici ai piani alti del governo, nobili, famosi impresari… Insomma,
credo tu abbia capito. Molte di queste persone, fino a qualche tempo fa,
avevano un tipo di idea politica/sociale che è cambiata quasi dalla sera alla
mattina in modo completamente opposto»
Non ci stavo capendo molto ma ascoltavo
interessata. Infondo, L era contrario al mio stare con Light più che altro
perché pensava che lui fosse Kira e sicuramente se così non fosse stato, alla
fine, nonostante i suoi sentimenti per me, avrebbe accettato la situazione pur
di non perdermi e sarebbe tornato il solito fratellone di sempre… Più o meno.
«Quindi?» lo incalzai curiosa, «Cosa
c’entra questo con Fileni?»
«C’entra perché da ulteriori indagini,
specialmente mie e di Ryuzaki, sembra che molti cambi di idea, se così li
vogliamo chiamare, derivino da qualcosa in cui è immischiato il tuo ex» disse
serio Light, «ed è molto probabile che lui, o qualcuno di molto vicino a lui,
sia Kira»
Immagazzinai le informazioni e ci pensai un po’
su: Thomas mi aveva detto che aveva amici potenti e che qualsiasi cosa avessi
fatto avrebbe sempre avuto un modo per controbattermi perché c’era chi poteva
fermare ogni mia conoscenza e questo non faceva altro che confermare quello che
mi stava dicendo Light, però…
«Kira non combatteva per i deboli?» mormorai
più a me stessa che a lui, «Cioè, voglio dire, fino a qualche tempo fa uccideva
solamente i criminali e si è sempre posto come il giustiziere della povera
gente. Possibile che possa cambiare tanto il suo atteggiamento?»
«Anche
io e Ryuzaki ci siamo posti la stessa domanda e infatti siamo arrivati
a due conclusioni: la prima è che in realtà Kira
stia, come dire, allentando la presa sui criminali che gli servivano
solo in
un primo momento per farsi apprezzare dalla gente per poi ampliare il
suo
campo d’azione uccidendo gente potente per potersi mostrare alla
fine della sua
epurazione in tutto il suo orrendo
splendore, con il suo vero io, e governare come vuole lui soggiogando tutti
quelli che non sono in accordo con le sue idee. La seconda è che in realtà
esistano due Kira: il primo, quello buono, se così lo vogliamo chiamare, che
uccide i criminali per favorire un mondo senza guerre e il secondo che vuole
solo comandare a suo piacimento uccidendo chiunque non sia d’accordo
con il suo pensiero»
Annuii pensando immediatamente che probabilmente
la seconda ipotesi fosse la più corretta: se la prima ipotesi fosse stata
corretta una volta trovato Kira, non ci sarebbero stati più dubbi sul conto di
Light e L non avrebbe più potuto incolparlo di essere Kira, ma se quella
corretta fosse stata la seconda, Light
doveva ancora considerarsi un indiziato.
Sbuffai appena.
«Che c’è?» chiese Light stringendo forte la mia
mano.
«Stavo pensando che se, come credo, tu e L
siete arrivati alla mia stessa conclusione, Ryuzaki continuerà a sospettare di
te nonostante riusciate a trovare questo secondo Kira» confessai
mettendo la mano sotto al mento, «e questa cosa mi deprime»
«Beh, il fatto che noi pensiamo che sia più
probabile l'esistanza di un ulteriore Kira piuttosto che sia il piano assurdo
di un unico Kira non vuol dire che la prima ipotesi sia da scartare» cercò di
tranquillizzarmi lui, «se le prove dimostreranno la prima ipotesi non ci
saranno più problemi, no?»
Aveva ragione. Dovevo cercare di essere più
ottimista.
«Certo
che è difficile mandare qualcuno del
quartier generale a controllare quel tipo» borbottò il
castano liberando la mia mano
dalla sua presa per portarsela sotto il mento con fare pensieroso,
«come
possiamo anche solo pensare di avvicinarci ad un idol come quel Fileni?
Devo escogitare un modo per controllarlo e estorcergli informazioni
senza farmi beccare»
Lo guardai per qualche istante finché non si
accese la lampadina.
«Posso farlo io!»
«Cosa?»
«Indagare su Fileni!» esclamai esaltata
prendendogli le mani, «Ci lavoro tutti i giorni, sono la persona più interna,
discreta e meno sospetta che conoscete che potrebbe fare questo lavoro! È
perfetto!»
Light mi fissò per qualche istante per poi fare
segno di no con la testa.
«Togliti quest’idea dalla testa immediatamente»
«Cosa? E perché?!»
«Non ti permetterei mai di correre un simile
rischio. Se quello capisse il nostro piano rischieresti grosso e non voglio
assolutamente che questo accada. Se poi lo sapesse Ryuzaki…»
«Ma Ryuzaki non lo saprà mai!» urlai risoluta, «Io
DEVO fare questa cosa! È importante! Lascia che vi aiuti. Starò attenta, anzi,
attentissima! Non mi farò scoprire. Se farai finta che le informazioni che ti
passo io le hai scoperte tu non sarà un problema. Farò il minimo che basterà ai
membri del quartier generale per aver una scusa che gli permetta di indagare
su Fileni. Ti prego…»
Light continuò a fissarmi perplesso e
incerto finché non trasse un lungo sospiro.
«Ok, va bene. Però devi promettermi che starai
più che attenta. Se ti dovesse succedere qualcosa io non…»
«Non mi succederà nulla, vedrai.»
Mi allungai un po’ per stampargli un bacio a
stampo sorridendo come non mi capitava da giorni: non solo avrei dimostrato che
Light non era Kira, sperando che fosse vera la prima ipotesi, ma mi sarei anche
tolta dalle scatole Thomas per sempre.
Non male davvero. Due al prezzo di uno.
Il ragazzo di fronte a me mi fissò con un
sorriso mentre sorniona bevevo il mio caffè.
«Posso farti una domanda?» chiese con un ghigno
divertito stampato sul volto, «Per caso, per purissimo caso, eh… Ti è scappato
con Ryuzaki che io e te l’abbiamo fatto?»
Per poco non mi strozzai con il caffè.
«Glie l’hai detto» fece lui posato, ridendo
divertito, bevendo l’ultimo sorso di caffè che gli era rimasto. «Adesso mi
spiego i suoi ringhi e le sue occhiate assassine verso di me. Beh, se ne farà
una ragione prima o poi»
“Non credo proprio…”
«Però una cosa non mi è chiara» continuò
assumendo nuovamente un’aria pensierosa.
«Ch-che cosa?»
«Tutte le volte che abbiamo parlato di Ryuzaki
non l’hai mai chiamato “fratello” o “fratellone”, cosa che prima facevi sempre,
o quasi. Non è da te»
Colpita e affondata. Non c’era da stupirsi che
se ne fosse accorto.
«Beh… Ecco… Non ci ho fatto caso. Non sempre lo
chiamo fratellone» alzai il polso per controllare l’ora, «comunque adesso
andiamo. Tra meno di un’ora devo stare di nuovo sul set e per tornare sulla
location ci vuole più di mezz’ora»
Light sorrise appena e annuì prendendomi per
mano.
«Farò finta di crederci»
“Diamine, non trovo nulla!”
Sbuffai rumorosamente sedendomi sulla mia sedia
in camerino. Erano giorni che indagavo sugli atteggiamenti sospetti di Fileni,
chiamate, movimenti sospetti eccetera, eccetera, ma nulla,
nada. In una settimana e mezza non ero riuscita ancora a trovare nulla.
Light, quando ci sentivamo, mi diceva di stare
tranquilla, che quello che facevo era un in più ma mi sentivo completamente
inutile e io odiavo essere inutile.
“L’unica sarebbe entrare nel suo camerino, ma come
faccio se ad ogni pausa ci si chiude dentro?”
Sbuffai ancora.
L’unico modo per farlo sloggiare da lì era
trovare una scusa che l’avrebbe costretto a uscire dal suo maledetto camerino.
Già, ma cosa?
Mi alzai dalla sedia e uscii dal mio camerino
per andare verso quello di Thomas. Non sapevo cosa mi sarei inventata ma dovevo
almeno provare a dare una sbirciatina e se non avessi inventato anche sul
momento non avrei fatto più nulla e tutto sarebbe andato a farsi benedire. Una
volta arrivata davanti respirai profondamente prima di bussare.
“Dai, Misa. Devi solo scoprire se può esserci
qualcosa che dimostri il suo essere il solo e unico Kira. Non è una cosa così
complicata, no?”
Alzai la mano verso la porta pronta a bussare.
«Sì, non si preoccupi, non potrà più nuocere a
nessuno»
Era la voce di Fileni.
«Sì, Ministro, adesso lei avrà la strada
spianata per attuare il suo progetto come sperava, quindi lei adesso darà una
mano a me come d’accordo. Sì, anche se ci si dovesse mettere di mezzo
il detective Coin… Aveva detto di avere i mezzi per farlo tacere, no? Guardi
che posso stroncare lei come ho… Bene, vedo che inizia a capire…»
Che bastardo! Allora davvero era immischiato in
qualcosa di grosso! E tutto questo per la notorietà. Che essere spregevole!
«Aaaahhh, Ryuk. Direi che non può fermarmi più
nessuno, tu cosa dici?»
Ryuk? Ma che razza di nome era Ryuk?
Mi appiattii piano sulla porta poggiando
l’orecchio per sentire meglio.
«Ryuk non mi dai mai soddisfazione. Ma non
importa. Tanto ho ben chiaro cosa fare: la classe dirigente crede di avermi in
pugno e di usarmi per i loro scopi quando invece sono io che tengo loro in
pugno e, alla fine, tutto sarà mio. Lei specialmente! Ahahahahah!»
Lei… Chi?
«Lo so che non mi vuole, ma se non mi avesse
scoperto con quella cretinetta in Inghilterra sarebbe rimasta con me e ora non
sarebbe fidanzata con… Come hai detto
che si chiama quel tipo? Light Yagami?»
Mi portai una mano alla bocca sconvolta: sapeva
di me e di Light e stava facendo quella strage solo perché mi voleva?
«Figurati se la voglio per una storia seria! Il
punto è che mi è rimasto l’amaro in bocca nel non essermela portata a letto. È
l’unica che mi ha resistito nonostante ci sia stato più di un anno. Una volta
essermela fatta continuerò con il mio operato finché la gente non capirà che
deve seguire solo le mie idee. La feccia non voglio più neanche sapere dove sia
di cas…»
Non ce la facevo più ad ascoltare le parole di
quel verme. Era troppo. Indubbiamente lui doveva essere Kira o sicuramente
qualcuno legato profondamente a lui. Forse proprio quel Ryuk con cui stava
parlando al telefono. Forse era proprio quel Ryuk, Kira.
Dovevo avvertire Light! Subito! Anche perché se
Fileni voleva in qualche modo arrivare a me, sicuramente avrebbe fatto del male
a lui. Da come parlava non credevo si sarebbe fatto troppi scrupoli.
Stavo per richiudermi nel mio camerino quando
Rioshi mi chiamò per dirmi che stavano per ricominciare le riprese. Non potevo
chiamare Light per strada, Thomas avrebbe potuto sentirmi.
“Però posso…”
Digitai
il numero il più velocemente possibile.
Potevo avvertire Light in altra via. Speravo mi rispondesse. Presi il
cellulare delle emergenze, quello che utilizzavo solo quando
c'era qualche problema serio.
Squillo numero uno. Squillo numero due. Squillo
numero tre. Quattro. Cinque. Sei. Sette…
«Misuccia, come stai?»
«Watari, devo parlare con Ryuzaki.
Immediatamente»
Diretta. Senza giri di parole. Immaginavo che L
avrebbe lasciato rispondere Watari vedendo il mio nome sul display ma speravo rispondesse lui.
«Watari, è importante e non ho molto tempo.
Passamelo per favore»
Nonno non disse nulla o probabilmente tappò la cornetta con la mano.
Aspettai per qualche secondo mentre mi sistemavo
la parrucca scura specchiandomi in una finestra del collegio.
«Cosa vuoi?»
Non sentivo la sua voce da quasi un mese.
Nonostante fosse dura era sempre la sua e per un momento mi venne da piangere.
L mi mancava davvero così tanto? Solo adesso me ne rendevo conto?
«Devo parlarti» dissi cercando di essere il più
telegrafica possibile, cercando di trattenere l’emozione «riguarda…»
«Ehi, Amane!»
“Merda!”
Il sangue mi si gelò per qualche istante:
Fileni stava venendo dalla mia parte, vestito da Zero Kyriu con la camicia
leggermente fuori dai pantaloni, la giacca sbottonata e la finta BloodyRrose,
arma antivampiro del vero Zero, in mano.
«Guarda che abbiamo la scena del bagno adesso.
Non te ne sarai mica dimenticata»
Odiavo la sua voce, odiavo la sua malizia e il
suo ghigno. Odiavo tutto di lui. Sempre di più. Ma adesso il pensiero di avere
di fronte Kira mi spaventava, specialmente ma ancora di più che potesse fare
del male a Light.
«N-n-no. Non l’ho dimenticato» replicai a voce
piuttosto forte affinché sentisse anche L, «Finisco questa telefonata e arrivo»
«Ti aspetto qui»
Cavolo e adesso? Dovevo cercare di mantenere
la calma o sarebbe andato tutto a farsi benedire.
«S-sì. Dammi solo un secondo e andiamo insieme»
balbettai piano dandogli le spalle.
«Signor Ryuga lei sa quanto adoro le sue torte alla fragola» dissi ad alta
voce cercando di non destare sospetti, «me ne servirebbe una con tanta panna
per il compleanno di una mia amica del cast. Siamo così indaffarati qui sul set
che possiamo permetterci di festeggiare solo con una torta»
“Fa che mi capisca, ti prego!”
«Che cavolo stai dicendo?» chiese L con voce
piatta ma velata di irritazione «Ho sentito la voce del tuo caro ex che pare ti stia aspettando, a quanto pare anche Yagami è troppo poco»
«Sì, infatti mi serve una torta anche per lui,
però più piccola, così da potergliela lasciare nel frigo bar. Non vorrei che capisse, non mi faccia parlare di più…»
Per un momento il mio caro ex fratellone rimase in silenzio e io mio voltai verso il biondo
che mi aspettava con le braccia incrociate al petto battendo il piede. Non
potevo giurarlo ma mi stava studiando.
«Misa…» fece L piano dall’altra parte della
cornetta, «Hai per caso scoperto che Fileni è immischiato in qualcosa che
riguarda il caso Kira?»
«Sì, ovviamente!»
«E adesso stai parlando in codice perché lui è
dietro di te»
«Uhm, uhm…»
«Con torte intendi una cosa come telecamere e
microfoni?»
«Esatto! Proprio quella torta!»
Grande! L era un grande! Non potevo aspettarmi nulla
di meglio dal più grande detective del mondo.
«Per quando ti servono?»
«Mah… Io pensavo… Venerdì?»
«Come faccio a dartele?»
«Non lo so. Me le può portare con una consegna
a domicilio la mattina presto? Voglio che sia una sorpresa! La mia amica deve
rimanerne esterrefatta!»
«Ok, manderò qualcuno del quartier generale
vestito da pasticcere venerdì mattina. Questa sera puoi venire qui per parlarne
meglio?»
Ci pensai un attimo.
«Non credo. No, sarebbe meglio direttamente
venerdì mattina, verso le sette. Va bene per lei?»
«Ho capito, c’è dell’altro sotto e non puoi
dirmi niente»
«Sì,
esatto! Allora rimaniamo così!» esclamai cercando di sembrare gioviale, «allora
l’aspetto venerdì mattina»
«Vuoi che venga io?»
Grande, grande, grandissimo L!
«Sì!
Ma non porti i ragazzi che fanno lo stage,
non mi fido molto di loro; l’ultima volta hanno fatto confusione»
L rimase in silenzio dall’altra parte come se
stesse cercando di capire meglio cosa volessero dire quelle parole criptate
eppure speravo che fosse un messaggio chiaro: vieni tu senza Light.
«Verremo io e il sovrintendente, ok?»
Probabilmente aveva capito. Nonostante ci
fossimo allontanati riuscivamo a capirci alla grande ugualmente. Non eravamo
fratelli di sangue ma era come se lo fossimo. Perché L doveva rovinare quel
rapporto così speciale?
«Perfetto. A venerdì»
Agganciai con un sospiro. Ce la potevo fare. Ce
la dovevo fare. Smascherare Thomas,
difendere Light e riprendere il rapporto con mio fratello… Un gioco da ragazzi,
no?
Mi voltai verso Fileni camuffando un super
sorriso a trentadue.
«Per chi sarebbe la torta?» chiese il biondo
continuando a guardarmi con quello sguardo indagatore.
«Per Maria. L’altro giorno mi ha confessato che
venerdì è il suo compleanno» risposi senza intaccare il mio sorriso, «voglio
farle una bella sorpresa»
«Lo sarà di certo» commentò lui con
il suo tono arrogante e menefreghista.
Continuai a sorridere sperando non vedesse che
in realtà era un ghigno.
“Certo che lo sarà. Vedrai”.
To be continued...
Come al solito mi sono fatta attendere parecchio ma alla fine ce l'ho fatta! Ormai non so più come scusarmi per essere passata da una pubblicazione mensile a una semestrale/settemestrale ma purtroppo gli impegni sono quello che sono e il tempo per scrivere pochissimo.
Ma ora passiamo al capitolo che è la cosa più importante: finalmente ho inserito un capitolo un po' più alla "Death Note" e meno alla "Martina". Dando una riletta alla storia (ogni tanto lo faccio per vedere come continuarla cercando di rimanere coerente a tutti i capitoli e spesso non è facile quando si lascia passare troppo tempo tra una pubblicazione e l'altra) mi sono accorta di essere andata un po' troppo fuori rispetto a quello che è realmente il manga originale tramutandolo praticamente in una "shojo novel"; questa cosa non mi andava proprio giù e questo pensiero, insieme ai vari impegni, si è aggiunto procurando un ulteriore ritardo: ho cercato un modo per, non dico tornare sul vero Death Note, ma qualcosa che per lo meno ci si avvicinasse un pochino. Non so quanto ci sia riuscita, non è certo facile pensare ragionamenti e cose contorte come fa la sensei Obha, ma spero che il risultato sia buono quel tanto d'avervi tenuti incollati allo schermo cercando di seguire quei ragionamenti decisamente non troppo complessi. Io sono abbbastanza soddisfatta del risultato e sono contetissima di avergli dato questo taglio anche perchè in questo modo sono riuscita ad allungare un po' di più la storia rispetto a quanto avevo stabilito all'inizio (uno o due capitoli al massimo in più).
Beh, come al solito ringrazio chi commenta sempre questa storia con un bacione più che enorme, SMISURATO. Grazie davvero. Nonostante i miei ritardi c'è sempre chi mi sostiene e questo mi fa davvero piacere. Grazie di cuore.
Spero come al solito di non aver fatto troppi strafalcioni nello scrivere e in caso ci fossero, come sempre, scusatemi (versione aggiornata e corretta l'8 Agosto 2013)
Ora vado a fare le ninne che è "vagamente" tardi.
Al prossimo capitolo! ^____^
Marty
Come al solito mi sono fatta attendere parecchio ma alla fine ce l'ho fatta! Ormai non so più come scusarmi per essere passata da una pubblicazione mensile a una semestrale/settemestrale ma purtroppo gli impegni sono quello che sono e il tempo per scrivere pochissimo.
Ma ora passiamo al capitolo che è la cosa più importante: finalmente ho inserito un capitolo un po' più alla "Death Note" e meno alla "Martina". Dando una riletta alla storia (ogni tanto lo faccio per vedere come continuarla cercando di rimanere coerente a tutti i capitoli e spesso non è facile quando si lascia passare troppo tempo tra una pubblicazione e l'altra) mi sono accorta di essere andata un po' troppo fuori rispetto a quello che è realmente il manga originale tramutandolo praticamente in una "shojo novel"; questa cosa non mi andava proprio giù e questo pensiero, insieme ai vari impegni, si è aggiunto procurando un ulteriore ritardo: ho cercato un modo per, non dico tornare sul vero Death Note, ma qualcosa che per lo meno ci si avvicinasse un pochino. Non so quanto ci sia riuscita, non è certo facile pensare ragionamenti e cose contorte come fa la sensei Obha, ma spero che il risultato sia buono quel tanto d'avervi tenuti incollati allo schermo cercando di seguire quei ragionamenti decisamente non troppo complessi. Io sono abbbastanza soddisfatta del risultato e sono contetissima di avergli dato questo taglio anche perchè in questo modo sono riuscita ad allungare un po' di più la storia rispetto a quanto avevo stabilito all'inizio (uno o due capitoli al massimo in più).
Beh, come al solito ringrazio chi commenta sempre questa storia con un bacione più che enorme, SMISURATO. Grazie davvero. Nonostante i miei ritardi c'è sempre chi mi sostiene e questo mi fa davvero piacere. Grazie di cuore.
Spero come al solito di non aver fatto troppi strafalcioni nello scrivere e in caso ci fossero, come sempre, scusatemi (versione aggiornata e corretta l'8 Agosto 2013)
Ora vado a fare le ninne che è "vagamente" tardi.
Al prossimo capitolo! ^____^
Marty