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Autore: Finitem_    06/07/2013    22 recensioni
Natalie frequenta l'Accademia belle arti, la più prestigiosa a Londra, la Dalton.
E' la più talentuosa del corso di teatro, ed è per questo che vive nella City nonostante le sue umili origini.
Accettando svariati lavoretti è riuscita a comprarsi un appartamentino tutto suo, lasciando gli squallidi alloggi scolastici.
Ma l'affitto si sa', non si paga da solo, e quindi Nat si ritroverà ad accettare di fingere di essere la ragazza di una star internazionale, che cerca di nascondere la sua omosessualità grazie a questa copertura.
Nat non sa' ancora che dovrà fingersi la ragazza del suo idolo, e tra recite scolastiche, disastrose interviste, pranzi in famiglia e paparazzi-stalker, niente andrà come pattuito...
NB: Contiene Louis-Harry. Larry shipper a raccolta, BM e Haters fuori dalle palle.
Buona lettura!
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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20) Love Liar

E' da mezz'ora che sono qui, a fissare il cursore che lampeggia sulla pagina bianca di Open Office.
Non voglio che finisca...
E proprio adesso la radio doveva trasmettere Turning Tables di Adele -.-
Tempismo ottimo, non c'è che dire....
Questo capitolo è stato il più difficile da scrivere, perchè è qui che il cerchio si chiude, dove tutti i pezzi combaciano e l'amore e la libertà trionfano, il passato non conta più, il presente non da' più il tormento, e si spalancano numerose possibilità per il futuro.
E' la sintesi di tutto, e come quasi a volere una continuità con le vecchie FF ho chiamato la fidanzata di Niall Mary, come in I Shouldn't Have Tweet You, anche se è impossibile cronologicamente e concettualmente far combaciare le due storie.
Posso solo quindi dire " E vissero tutti felici e contenti" prima di ringraziarvi dal più profondo angolo del mio cuoricino.
418 recensioni.
Preferita da 31.
Ricordata da 5.
Seguita da 36.
E non è questo che mi fa felice, la cosa che più mi mi ha fatto contenta è che  Love Liar non ho collezionato numeri ( che come saprete a me non piacciono proprio) ma ho incontrato persone.
Ho conosciuto Deborah che con le sue migliori amiche sta scrivendo un'incasinata e bellissima FF a quattro mani, Celeste che io ce la vedo davvero bene come filosofa e come critica letteraria, perchè è tanto tanto tanto saggia e razionale, ma al contrario di molti ha anche un enorme cuore, Letizia che si è smazzata i capitoli tutti in una volta, come una vera atleta, e si è rimessa in pari con gli altri unendosi a noi per il grand finale, Elisa, la mia mogliettina cara, che c'è sempre stata sin dal principio dai primi capitoli di Moments fino ad adesso, e mi ricordo quando mi raccontava cosa facevano lei e Alberto durante le vacanze di Natale e i suoi colloqui al classico,  Domenico, come si suol dire "beato tra le donne" che è un artista incompreso ( visto che gli calano sempre le recensioni, come anche a me del resto C':) e che verrà scoperto postumo come Beethoven e staranno tutti a straparsi i capelli e a mangiarsi le mani per la rabbia di essersi lasciati scappare un talento così grande, Annalisa, che anche lei è con me da molto e che ha passato un brutto periodo, ma  è forte come un leone e bella come il sole quindi so che c'è la farà e tornerà ad essere la Nali pazza e spensierata di prima, Ilaria, anche lei mi segue da tempo immemore, dalla mia prima Fanfiction, la "fantavigliosa" Moments e che è la prova vivente che anche se abbiamo pareri diversi, possiamo lo stesso non solo trattarci civilmente, ma essere amiche, Erica che è con me dall'inizio della mia carriera e che non so come ma di me non si è ancora stufata e la ringrazio per tutto il sostegno e tutto l'affetto dimostrato, Viola, della quale ho visto tramontare la stupenda "Love Sucks" e avviarsi verso nuovi e luminosi orizzonti, anche se i classici non tramontano mai, e Luna e Harry avranno sempre un posto speciale nel mio cuore, Paola&Nigel e i procioni volanti che ci svolazzano affianco dalla sua prima recensione ricordandoci sempre come ci siamo incontrate anche se adesso chiacchieriamo su kik, che è più comodo di EFP senza il quale non ci saremmo mai incontrate, Silvia, che ha una bassa opinione di se', anche se non dovrebbe perchè è una persona meravigliosa e molto divertente, con la quale puoi parlare di tutto, sia condividere figuracce coi vicini/compagni, sia trattare argomenti più seri e delicati, Ylenia che non fa tanto rumore, ma quando manca si sente benissimo perchè l'angolo delle recensioni non è così speciale come prima, Lucy, la regina dell'angst e del Larry fandom ( io sono l'imperatrice ù.ù) che è sempre stata paziente con una tontolina come me, rispondendo alle mie domande rendendomi così più informata di cose meravigliose della quale non sapevo l'esistenza ( non pensate male) Nora, la nostra Natalie nella vita reale, anche se per ora si è cimentata nell'ambito del ballo, come Danielle, quindi potremmo chiamarla una aspirante Natalie che è piena di talento e a cui auguro ogni bene per la sua carriera, Iris, la mia pazzerella, la mia complice shipper della quale potrei dire moltissime cose, ma mi hanno detto che un gesto vale più di mille parole, e siccome siamo lontane non la posso abbracciare ma spero che un "ti voglio tanto bene" sincero dica tutto quello che ho taciuto, Carolina, che anche se è lontana e se non ci conosciamo da molto mi ha sempre incoraggiato, consolato e fatto ridere quando ne avevo più bisogno, grazie al suo essere "tenerella" e il suo cuore grande come il mare  Viviana, che io ho convertito in una shipper e che spero che grazie a questo suo cambiamento non mi abbandonerà perchè è una ragazza meravigliosa che ha sempre sopportato i miei momenti bui e i miei malumori, Laura, che come tante qui ha passato la terribile prova di terza media, e mi complimento con lei, augurandole un'estate piena di luce e un futuro pieno di soddisfazioni e belle cose, Camilla e il nostro mancato concerto a Verona, con la promessa che ci rifaremo un altr'anno, Eva anche se è solo un'abbreviazione del cognome e in verità si chiama Martina ed è una categoria rara di donna, è una modella ma non uno di quelli stecchi snob con la puzza sotto il naso che trattano tutti dall'alto al basso, lei prima di tutto è una ragazza normale ed è bellissimo così, Valentina e il suo passaporto perso a Malta e poi ritrovato da un benefattore americano mi pare di ricordare, e l'episodio mi fa ancora ridere fino alle lacrime, e poi persone che hanno camminato con me, con noi, solo per un breve periodo più o meno lungo di questa storia, perdendosi lungo la via, ma io spero che i miei ringraziamenti e il mio affetto arrivino anche a loro, dovunque siano la' fuori e nel mondo sconfinato, per questo ringrazio Barbara e Ilaria 2 ( non ho rispettato la mia promessa, non ti ho trovato un soprannome) Lily, Maple, Martina, Kristy01, Raky_1D_pervy, ___Lils___, zaynholdme, juliethatesromeo, SpreadTheWay, Larry is my drug, Lola, Gaia, maybepunky, Corinna, Chiara, My heart is broken, i wish i was a british, Bianca, Stylinlove, Federica e _alldayallnight_, sperando un giorno che le nostre strade s'incontrino di nuovo, facendoci incrociare un'altra volta.
Fino ad allora un immenso grazie per aver letto la mia storia, sopportato i miei scleri e i miei malumori, ascoltato i miei sfoghi e i miei problemi, sostenuto quattro ragazzi normali, ostacolati da una serie di sfortunati eventi, sconfiggndo il destino con il coraggio e con l'amore che ci insegna che non c'è niente di male ad essere diversi e che ognuno è unico a modo suo, e abbiamo il diritto e il dovere di urlarlo al mondo per poter finalmente essere noi stessi alla luce del sole.
Grazie per aver camminato con me.
Sempre vostra.
Camilla.















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Lui correva per la città, illuminata dalle luci rosse e gialle della notte, dei fari delle macchie e dei lampioni, delle luci delle case offuscate dalle tende tirate per proteggersi dal mondo esterno, delle insegne dei locali che attiravano i clienti come mosce sul miele.
Gli facevano male le costole.
Aveva rischiato di frantumarsele nella folle corsa nei cunicoli bianchi e blu della metro, che lo aveva portato a rimanere quasi schiacchiato nelle porte scorrevoli del convoglio che si stavano chiudendo, precludendogli scelte importanti, come in Slidings Door.
Non gli era importato, si era buttato comunque, ed era riuscito a salire.
E adesso, risalito in superficie correva nella notte gialla e rossa, l'aria fredda che gli sfervava il volto, come accarezzandolo, i lembi della giacca che sbattevano al vento sui suoi fianchi, frustandolo.
Gli faceva male la milza, come quando nell'ora di educazione fisica ti sforzavi troppo nella corsa, e attorno al 5° giro attorno all'istituto iniziavi a sentire quel fastidiosissimo e sempre più intenso doloretto al fianco, che ti costringeva a fermarti, abbassandoti la media dei voti.
Ma stavolta a lui non importava.
In ballo c'era molto di più che uno stupido voto.
E così lui continuava a correre, nei dedali affollati delle strade, sui marciapiedi, urtando le persone e guardando a malapena la strada quando attraversava.




Lei era in casa sua.
Il telecomando in mano.
Gli occhi sgranati.
Lo schermo era l'unica fonte che illuminava la camera con la sua luce blaustra.
In primo piano sullo schermo Harry e Louis si baciavano come se non ci fosse un domani.
Era libera.
Venne pervasa da una sensazione di sollievo, come se si fosse immersa di colpo in un bagno caldo, come quando fuori fa freddo e tu bevi d'un fiato la cioccolata bollente che ti scalda lo stomaco.
Finalmente era libera.
E Louis aveva detto che Liam l'amava.
Liam l'amava.
Le immagini le turbinarono in testa.
L'odore di gomma bruciata dal sole della palla da basket, una Brooklyn alla menta tra i denti, un bacio che sapeva di pioggia, le sue braccia forti attorno alla sua vita, il suo odore sulle lenzuola...
Si amavano.
E il futuro brillava di luce nuova.
Natalie si alzò dal divano, correndo fuori dall'appartamento.
Nessuno li avrebbe più ostacolati.
Doveva assolutamente vederlo.




Aveva rischiato di essere investito mentre attraversava senza guardare.
Ma che importava?
Non poteva permettersi di aspettare il verde.
Doveva vederla subito, parlarle, dirle che sarebbe stata per sempre sua...
Mancavano solo sei rampe di scale.
Aveva allungato la mano verso la porta del condominio che rifletteva la sua figura scarmagliata e affannata.
L'impeto era stato troppo potente, e la porta si era aperta da sola, facendo inciampare il ragazzo in un altro corpo, trascinandoli tutti e due a terra, in un unico groviglio.
- Oddio... Scusami- aveva ansimato lui, rialzandosi e tendendole una mano per aiutarla a fare lo stesso.
L'aveva riconosciuta dall'odore.
Lei aveva messo la mano piccola nella sua, lasciandosi issare in piedi da lui.
La luna entrava dalla vetrata del palazzo, illuminandole il viso di un bianco spettrale, mentre la notte inghiottiva nel buio tutto il resto.
- Liam... - aveva iniziato lei, concitata, gli occhi grandi e profondi come pozze scure, come nell'abisso nel quale si sarebbe persa, se non fosse stato per lui.
L'aveva cullata.
L'aveva stretta.
L'aveva scaldata.
Aveva rimesso insieme i pezzi, l'aveva abbracciata forte, impedendole di inoltrarsi nel buio dove poi si sarebbe persa.
Era diventato il suo cielo, vivo come un respiro, lucente come il suo sguardo, infinito come il suo amore.
- Shhh- lui le aveva poggito un dito sulle labbra, prima di sistemarle una ciocca dietro l'orecchio.
- Non dirmi niente -
Aveva sempre pensato fosse una frase melensa e insulsa, da film sdolcinato e strappalacrime per adolescenti in preda agli ormoni, ma invece sentiva che in quel momento stavano bene così, solo loro due, insieme, liberi da ogni fardello, da ogni gravosa bugia che gli aveva impedito di prendersi per mano e vivere leggeri, fluttuando nel cielo come palloncini d'elio.
 - Non c'è n'è bisogno-
Ne avrebbero riparlato, se ne avessero sentito il bisogno.
Avevano tutto il tempo del mondo.
Lei gli si avvicinò, alzandosi in punta di piedi, come quella volta sul London Eye, una vita fa, ma stavolta tenne gli occhi aperti, fissi nei suoi, mentre lui si chinava un po' su di lei, posando le sue labbra screpolate dal freddo vento della sera, sulle sue, calde, morbide, accoglienti, sue.
Finalmente.
Esistevano solo loro, solo loro contavano, tutto il resto non esisteva, come una bellissima fiaba che sarebbe sfumata, infrangendosi con la luce del sole, quando l'incanto sarebbe finito, e tutto sarebbe tornato alla realtà.
Ma dopotutto per loro l'incanto meraviglioso sarebbe continuato, fino al tramonto, con  le prime luci dell'alba, dopo i dodici rintocchi di mezzanotte, avrebbero continuato a danzare a palazzo per dieci, cento, mille e una notte, fino a quando avrebbero voluto.
Anche per sempre, perchè stavolta erano loro a decidere.
E sarebbero stati  per sempre felici e contenti.













EPILOGO







Perrie si alzò in ginocchio sul sedile di velluto rosso, sventolando la mano verso il fondo della sala, cercando di farsi vedere da Niall.
- Niall! Niall! Siamo qui!!!-
Il biondo sorrise, notando finalmente i richiami dei suoi amici, e avanzò tra i corridoi stretti e scuri, anticipando la sua compagna, della quale orgogliosamente stringeva la mano guantata da manopole di lana fatte in casa.
La compagnia salutò allegramente i nuovi arrivati.
- Fai ciao a Mary, Lux! Falle "tao tao" con la manina!- esclamò Louis Tomlinson con una vocetta nasale sciocca e infantile, che fece ridere di gusto il suo fidanzato, seduto accanto a lui e con la piccola bambina bionda seduta in grembo, che giocherellava con il suo inseparabile berretto color mandarancio.
Harry glielo sfilò dalle mani, prima di prendere delicatamente il pugnetto in mano e mimare un "ciao ciao" alla ragazza, che stava già ricoprendo la bimba di smancerie.
- Non riuscivamo più a trovare parcheggio- si stava intanto giustificando Niall, mentre Perrie scuoteva la testa, alzando gli occhi al cielo constatando che il suo amico era proprio incorreggibile e Mary fingeva di strillare di dolore perchè la piccola le tirava piano i capelli.
- Vuoi andare a vedere Giulietta nel suo camerino? - aveva chiesto Zayn a sua sorella più piccola, che continuava a cambiare posizione nel suo sedile, impaziente.
- La accompagno io- si offrì gentilmente Harry, a cui nella lunga attesa si era addormentata una gamba, e che era stufo quasi quanto la piccola Malik di stare seduto.
- Portati anche la piccola peste- aveva suggerito l'irlandese, passandogli la bambina come se fosse un pacco ad orologeria pronto ad esplodere- Prima che la mia fidanzata resti calva-
Il riccio s'è l'era issata su un fianco, prendendo la mano della sorella di Zayn, che era già scattata in piedi come una molla, invitandolo a muoversi più rapidamente, nonostante le file di sedili del teatro fossero molto strette ed affollate.
Era una struttura molto diversa dall'auditorium scolastico a cui Harry era abituato: sul pavimento la moquette rosso scuro era pulita e profumata, di un bel nero acceso, spessa quanto bastava per ovattare al massimo i suoni e rendere l'acustica perfetta, i sedili erano imbottiti, morbidi e lussuosamente drappeggiati da del raffinato broccato rosso scuro, e gli intarsi delle gallerie superiori sembravano fatti d'oro, pieni di ghirigori e ninnoli tipici di qualche corrente artistica antica di cui il ragazzo non ricordava il nome, studiato tempo prima a scuola, ma che di sicuro amava l'eccesso.
Si era presentato a un Paul (gli assomigliava di tutto e per tutto tranne per il fatto che era nero, pieno di tatuaggi e con una massa muscolare da far invidia a l'armadio di Narnia) che stava a presidiare l'ingresso dietro le quinte, e lui dopo essersi assicurato la veridicità della sua identità l'aveva lasciato passare, scortandolo addirittura fino ai camerini.
Certo che ne aveva fatta di strada, pensò Harry sorridendo davanti al suo camerino con una stella giallo fluorescente a cinque punte stampata al centro del legno bianco, e che recitava a grandi lettere il suo nome.
Il tipo della sicurezza aveva bussato.
- Degli ospiti per lei, signorina-
- Avanti- aveva risposto lei - E' aperto-
Harry era entrato nella stanza, illuminata solo dalla luce bianca dei faretti rotondi posti sopra lo specchio, dove era seduta la ragazza, intenta negli ultimi preparativi.
Le bambine avevano trattenuto il fiato, meravigliate.
- Bea- aveva sussurrato Lux, sporgendosi dalle braccia del ragazzo, tesa verso l'oggetto della sua ammirazione - Bea-
I bambini sono la bocca della verità.
Natalie era prorpio bella.
Indossava un vestito blu acquamarina, a balze di diverso tessuto che la avvolgevano dal busto in giù, creando i contrasti col drappeggio indaco scuro che s'intonava col corsetto rigido e semplice, a forma di cuore e che le lasciava la schiena scoperta.
La pelle nuda si vedeva appena sotto i boccoli mogano, finalmente ritornati al loro colore originale, trattenuti da una coroncina di fiori bianchi che le lasciavano il viso scoperto.
Ne aveva fatta di strada...
Si era diplomata, lasciandosi alle spalle l'odio delle compagne, l'ingiustizia dei professori, il giudizio della società e la pesante condanna della Modest! Corporation.
Adesso faceva parte di un entourage famoso, che curava gli spettacoli nei più celebri teatri di Londra e di tutte le più importanti città inglesi.
Talvolta erano richiesti perfino a Broadway.
Il suo amore con Liam era subito decollato, librandosi alto nel cielo, infinito, intoccabile...
Lo testimoniava il mazzo di rose rosse sul tavolo, che inondava la stanza di un profumo inebriante.
- Te le ha mandate Liam?- aveva chiesto il ragazzo, sogghignando malizioso nel vedere l'attrice avvampare sotto il cerone.
- Si-
- Posso leggere il biglietto?- aveva chiesto di nuovo lui, appaggiando delicatamente la bambina a terra, che si era messa a scorrazzare per il camerino, toccando e prendendo in mano tutto, curiosa.
- Non fare il cretino- lo aveva rimbrottato lei, scattando nervosa - Piuttosto aiutami a sistemarmi i capelli-
Harry le sostenne i boccoli lasciandole la nuca scoperta, mentre lei aggiungeva forcine all'acconciatura, tenendole aprte con i denti e imprecando a mezzavoce quando non andavano nel verso da lei desiderato.
- Sei bellissima- aveva detto la piccola Malik, guardandola con ammirazione.
- Grazie- la ragazza aveva sorriso debolmente.
Era tesissima per quella prima, che la vedeva per la prima volta come esordiente protagonista, in casa propria, in una rappresentazione shakespeariana che aveva fatto sold out in pochi giorni.
Se ci pensava le veniva la tachicardia.
- Salutate la star, bimbe, c'è n'è andiamo-
Harry sapeva quanto Nat fosse nervosa, e che non voleva essere disturbata prima degli spettacoli: doveva entrare nel personaggio, e con gente in giro per il camerino non riusciva a concentrarsi abbastanza.
Per questo Liam aspettava paziente seduto in platea, standole vicino a distanza, e rassicurandola col linguaggio dei fiori e dolci e commuoventi biglietti.
La ragazza agitò la mano, mentre il gruppetto lasciava il camerino.
Il suo sguardo cadde sulle rose rosso sangue appoggiate sul tavolino.
"Rosa rossa: amore vero, passione..."
Si sedette alla toeletta, respirando profondamente e dimenticando il mondo che la circondava, uscendo dalle sue spoglie quotidiane ed entrando in quelle nuove, immergendosi totalmente nell'abisso di emozione che le caratterizzava...
Riaprì gli occhi.
Si va in scena.









-Romeo, Romeo! Perché sei tu Romeo?
Ah, rinnega tuo padre!…
Ricusa il tuo casato!…
O, se proprio non vuoi, giurami amore,
ed io non sarò più una Capuleti!-

Il riflettore illuminava solo il balcone, solo Giulietta, che sfogava il suo amore chiedendo consigli alla luna.
Liam era immobile nel suo sedile, ma la mente viaggiava a mille.
Natalie mentre piangeva la disperazione di Giulietta fissava lui, proprio lui, con uno sguardo tanto intenso e carico di significati da fa sciogliere l'anima.
Lui era il suo Romeo, che aveva dovuto rinnegare l'amicizia con Harry per poter amare la sua Giulietta, che grazie al suo amore aveva smesso di fingere e aveva iniziato a vivere davvero.
Le sorrise, mentre Romeo sul palco si chiedeva cosa fare.

- Il tuo nome soltanto m’è nemico;
ma tu saresti tu, sempre Romeo
per me, quand’anche non fosti un Montecchi.
Che è infatti Montecchi?…
Non è una mano, né un piede, né un braccio,
né una faccia, né nessun’altra parte
che possa dirsi appartenere a un uomo.
Ah, perché tu non porti un altro nome!
Ma poi, che cos’è un nome?…
Forse che quella che chiamiamo rosa
cesserebbe d’avere il suo profumo
se la chiamassimo con altro nome?
Così s’anche Romeo
non si dovesse più chiamar Romeo,
chi può dire che non conserverebbe
la cara perfezione ch’è la sua?
Rinuncia dunque, Romeo, al tuo nome,
che non è parte della tua persona,
e in cambio prenditi tutta la mia -

Shakesperare, secoli e secoli prima di loro, lo aveva già capito: che cos'è un nome?
Quanto conta un subdolo accordo davanti all'immensità dell'amore?
Può una bugia distruggere tutto, come se improvvisamente quella forza infinita si riducesse a un flebile vento, a un castello di carte spazzato via al primo soffio?
Loro erano stati più forti.
Loro potevano dire che a volte dalle bugie e dalla corruzione della società può nascere qualcosa di bellissimo e puro.
Come le rose, nonostante le spine, come i fiori che crescono sull'asfalto
Potevano resistere, e vivere lo stesso in una fiaba incantata.
Dopotutto tutte le più belle storie iniziano come amore bugiardo.
Come quello di una matrigna cattiva, che ti tormenta e non ti fa andare al ballo, non amandoti solo perchè non sei carne della sua carne, o che è invidiosa della tua bellezza, e ti tende una mela avvelenata per sentirsi finalmente superiore.
O come quello di un amico, che ti inganna per la sua avarizia, approfittando della tua innocenza per truffarti e per portarti sulla strada sbagliata nel Paese dei Balocchi, o che ti sfrutta per i suoi interessi, per raggiungere i suoi scopi, rubando la tua bellissima voce con un incantesimo e usandola per allontanarti dal tuo primo e vero amore.
Come quello di un padre, che non sa più come sfamarti, e preferisce ubbidire alla moglie e guardarti morire nel buio di un bosco piuttosto che tener duro e cercare di resistere.
Se si soccombe alla bugia si muore lentamente, come il fuoco nel camino in una sera d'inverno, ma se si crede nell'amore e nella sua forza, la passione arderà il ceppo fino al mattino.
E mentre Giulietta si trafiggeva col pugnale avvelenato mettendo fine alla sua vita e allo spettacolo, Liam sentì quel fuoco, lo stesso che bruciava dentro Harry e Louis,  mano nella mano nel buio della sala, lo stesso di Perrie e Zayn, lei commossa che appoggiava la testa sulla spalla di lui, inondandogli la giacca di mascara, ardere nel profondo della sua anima, nonostante l'odio, nonostante i pregiudizi, nonostante i management.
Applaudendo per primo spezzò il silenzio incantato della sala, risvegliandola dal bellissimo sogno che aveva visto rappresentato, e mentre Nat s'inchinava umilmente agli applausi, lui era conscio che la loro di favola non sarebbe svanita con un applauso o con il canto del gallo all'alba.
E sorrise al suo amore bugiardo.




  
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