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Autore: Rivoltella J    29/01/2008    23 recensioni
La vecchia Ginny di sempre, quella capace di eseguire un incantesimo al primo colpo, quella che ti consolava con un cioccolatino e tanto affetto, quella che non aveva problemi a regalare un abbraccio? Morta.
“Hai deciso di guardarmi le tette ancora per molto o mi fai accomodare su questo, ehm, come posso definirlo pudicamente...? Elegante, ma soprattutto… Pulito destriero? Guarda che ho già rischiato abbastanza stasera, non vorrei di certo svegliarmi domattina incinta e per di più affetta da non so quale malattia targata Draco Lucius Malfoy”.
Lingua tagliente, caschetto piastrato, rosso raggiante, più alta del solito grazie agli stivali, più bella del solito grazie a quell’abito così trasparente, più diversa dal solito, si, completamente irriconoscibile, e perché? Perché era cambiata.
Genere: Generale, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Ginny, Harry/Ginny, Harry/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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Nota dell'autrice: preparatevi ad un capitolo particolare. Il linguaggio verso la fine è un po' provocatorio, spero di non urtare la sensibilità di nessuno!
Come ogni chappy il titolo è preso da "Candyman" di Christina Aguilera.vi lascio alla lettura amorini miei!!! Vi adoro!!! Spero possiate gradire e commentare!




"Facciamo un gioco?". Quel visino curioso color cotone era rigato da un sottile frammento di luce, un raggio candido che rendeva giustizia a quell'illibata figura femminile, un tocco di chiarore che faceva rispendere i due occhietti vispi, pronti a scoprire il mondo.
"Di che si tratta Luna?". L'attenzione che prestava alle parole della ragazza era quasi maniacale, la forza che gli nasceva spontanea nel cuore, quella voglia di pendere dalle sue labbra sottili, il viscerale desiderio di toccarle, di baciarle. Con gli occhi fissi su quella piccola creatura indifesa, rimuginava sulla sua semplice e tenera bellezza, il vero luccichio che illuminava quella cupa giornata.
"Vediamo chi di noi due riesce a mettere in bocca più caramelle gommose?!". L'entusiasmo con cui lanciava quella piccola sfida era esilarante, coinvolgente, spassoso. Ogni muscolo del suo volto si contraeva e rilassava ad ogni singola parola, le fossette trotterellavano allegre tra luci e ombre che si disegnavano spontaneamente sul suo viso grazie all'andare e venire del Sole.
"Stai scherzando, vero?". Goyle non riusciva a credere alle sue orecchie, non riusciva a concepire che una persona tranquilla e posata come Luna potesse anche solo lontanamente idealizzare la sua immagine di porcellino goloso che si avventa su un cumulo di dolci prelibatezze tentatrici.
"Perché? Non ti sembra divertente? Penso sia una delle cose che abbiamo in comune e visto che dobbiamo compilare la scheda, perché non segnalare come punto di affinità tra noi i dolcetti?". La convinzione con cui elargiva la sua direttiva era sagace e persuasiva. Se poi aggiungeva un moto involontario di sopracciglia e un sorriso tenero e solare, il gioco era fatto.
"Si Luna, lo so. Ma ti devo confessare un piccolo mio segreto, visto che devi scoprirne uno entro mezzanotte. Non trovo facilmente le parole...". Affinità tra noi? Punti in comune? Oh Santo Merlino proteggimi tu! Se svengo in questo momento mi autocondannerò ad una dose quotidiana di flessioni, addominali e capriole. No, no e ancora no. Devo resistere, sono forte! Goyle Gregory, ricorda che sotto lo strato di ciccia hai una spina dorsale! Non mollare proprio ora!
Lo Slytherin imbarazzato si tinse in volto di un rosso purpureo, le sfumature di imbarazzo prendevano vita senza permesso, gingillando le tenere gote di un manto impudico di vergogna.
La bellezza della sua giovane compagna d'esperimento gli intorpidiva i sensi, il coraggio carente lottava con l'incombere dell'imbarazzo temerario, che a suon di calci stava annientando la sua già debole autostima. Dura conversazione questa, catene di parole ardue da sopportare. 
"Dai Goyle, non temere. Non potrei mai giudicarti male. E comunque anche tu oggi scoprirai cose imbarazzanti sul mio conto. Ma va bene così, è una giornata particolare, cerchiamo di viverla bene e divertiamoci!". Cercando di fare del suo meglio per mettere il timido Serpeverde a suo agio, articolava il suo discorso con ampi sorrisi e teneri sguardi.
"Allora, vediamo da dove posso iniziare. E' chiaro a tutta Hogwarts che sono brutto, fondamentalmente stupido e.grasso". Quest'ultima parola, sussurrata, sibilata, abbozzata appena. Troppo il rimorso per non essersi accorto prima di dove stava sfociando, cieco davanti ad una realtà dura, selettiva, perfezionista. Un presente dove se non ricopri perfettamente uno stereotipo sei poco o addirittura niente. Una vita dove non riesci a respirare a pieni polmoni, dove sguazzi nell'incertezza se ti senti diverso, affondi nella paura di essere giudicato, di non essere adatto.
"Non fare così dai! Sei troppo duro con te stesso. Basta". Allungando la mano sulla guancia del giovane accarezzò timidamente la superficie fredda, convinta, scaltra, fiera della sua missione di pace verso una serpe insicura.
"La mia bellezza è paragonabile a Ron Weasley che fa colazione di primo mattino, trangugiando come un ornitorinco nano tutto quello che gli capita a tiro. Sono sensuale come un barbagianni spelacchiato, un connubio tra la Mc Granitt che si fa la ceretta e Piton che sparge olio fortificante sui suoi luridi capelli nero pece.". Non capiva neppure perché stesse parlando in quel modo, simpaticamente rilassato come non mai. Non si capacitava della serenità che il tepore di quella mano sulla sua produceva, una scossa elettrica pacata, che risaliva come vivida corrente elettrica alla sua mente, per riscendere poi soave fino al cuore, donandogli quei battiti in più che lo facevano stare bene. Era se stesso in quel momento, se stesso e basta, lui, Goyle, il Serpeverde più tondo, strano e forte che ci sia.
"Smettila Goyle!". Abbozzando un sorriso dopo l'altro ascoltava attenta l'ammansito testardo, lievemente triste per la cruda verità di quelle gelide affermazioni.
"Per favore Luna, è solo l'inizio! Voglio che tu sappia cosa mi tormenta, almeno capirai tanti miei comportamenti, tanti miei gesti, tante miei inconsapevoli stupidaggini.". Come un libro aperto empio di nozioni preziose, degno di esser letto, il fanciullo stava seduto con la schiena appoggiata al muro, a gambe incrociate, ammirando il timido Sole che resisteva tra le potenti nubi. Si sentiva un po' come quel protagonista distratto del mondo, un'entità umile e cristallina, unica e rara nel suo genere, debole e forte allo stesso tempo, luce e tenebra combinate nella stessa sembianza d'uomo.
"La gente crede che io sia stupido, un povero troglodita senza materia grigia nella testa, uno zoticone volgare che sa solo agire a comando. Ma dico io, come fanno a giudicare senza conoscere? Come possono prendersi un diritto non loro, una libertà che non gli spetta? Si sono mai preoccupati di sentire come la pensavo, di accertarsi di una realtà non vera? Hanno mai provato a chiedermi come stavo, a capire perché cancellassi la mia personalità per stare accanto a Draco? L'unica cosa che posso concedere alla gente di Hogwarts è il fatto di etichettarmi come "zerbino", lo "schiavetto umile", il "servetto ignorante", il servo della gleba di un padrone forte, o meglio, di un padrone con una grande personalità, con una grinta eccelsa, un carisma epico, con fascino da vendere. Lui è così, è il re della nostra età, quando passa lui si sente, quando ti guarda lui si sente, quando "c'è" lui si sente. Non pretendo di diventare come lui, questo no, non potrei mai. Ma vorrei provare ad assomigliare ad una persona che stimo, una persona che mi ha aiutato quando tutti sapevano solo additare, azzardare pregiudizi, camuffare sorrisi, vera pietà nel loro cuore. Non è uno stinco di santo, lo sappiamo bene, eppure con la sua esuberanza mi ha inglobato nel suo mondo, mi ha annullato rendendomi parte della sua realtà, ma almeno non mi ha lasciato solo.". Debolmente stava bonificando la sua anima dal marcio che la deturpava, ormai il vecchio Goyle stava per scomparire, il vento del cambiamento gonfiava i suoi polmoni di un'aria pura, eterea, sana, rarefatta per troppo tempo.
"Sono stato un codardo fino adesso, mi nascondevo dietro una maschera falsa, creandomi un alter ego che vivesse per me gli oneri della vita, anzi, che nascondesse il mio volto quando la vita mi chiamava a lottare, reclamava risultati che non riuscivo ad ottenere, pretendeva una forza che non trovavo in me, in quel momento. Fondamentalmente quando non si è sicuri di se stessi ci si ripara all'ombra della falsità, della menzogna, semplicemente si sceglie la via più semplice per sopravvivere, si opta per la strada meno caparbia: si mette da parte il bello che c'è in noi, non si lotta, non si combatte per un futuro migliore, no. Si aspetta inermi la propria fine, accorgendosi giorno dopo giorno di sprofondare, di allontanarsi dalla riva, dall'unica ancora di salvezza. Si cerca qualcuno che possa vivere per te, solitamente si sceglie il più potente, il più temerario, il più amato, ci si affianca a lui e si sopravvive bramando ogni sua certezza, ogni suo guadagno, ogni suo successo".
Le due mani, ora l'una sull'altra, le dita intrecciate, salde, forti ma al contempo delicate, lo sguardo puntato sullo stesso orizzonte, grandi occhi, che guardavano, speravano in un futuro migliore. 
"Adesso voglio cambiare Luna, voglio essere me stesso anche fuori dalla corazza che mi ero preposto di mantenere sempre e comunque. Pretendo di spiccare il volo da solo, ma non da tiranno, da divinità discesa sulla Terra. Mi accontento di essere un ragazzo semplice, che non ha paura di tirare fuori ciò che di più bello ha da donare, sotto la ciccia batte un cuore condottiero, un cuore che ha sopportato per tanti, troppi anni le ingiustizie che si autoinfliggeva.Questo cuore adesso vuole battere orgoglioso, senza paura. Voglio dimenticare il significato di "paura" perché mi sta masticando il cervello, il cuore, l'anima".
Luna non chiese nulla, tacque rispettosa, ammutolita da un'integrità morale che non credeva potesse contraddistinguere un soggetto del genere, era esterrefatta da cotanto ardore, dalla scintilla di speranza che scorgeva negli occhi del ragazzo. Sempre muta, senza fiatare, portò la mano libera sul cuore di Goyle e lenta poggiò l'orecchio all'ampio petto, ascoltato assuefatta quei battiti repentini, scostanti dopo il suo arrivo.
Mantenendo una calma innata, lui continuò il suo importante monologo, cercando di essere spiritoso per smorzare l'imbarazzo alle stelle, quel filo di paura che stava velando la sua voce, sentimento malefico che a breve sarebbe stato sconfitto.
"Ultimo punto della mia escalation: il fisico. Come si può notare sono più largo che alto. Per girarmi intorno bisogna salire sulla scopa e partire per un lungo viaggio! La mia stazza è riconducibile ad un armadio a sette ante, ad un divano più poggiapiedi. Sono un colosso ambulante e mi domando perché il terreno non frani sotto i miei piedi. Qualche tempo fa mi sarei domandato come avrei fatto a rimediare, come avrei potuto risolvere questo arduo problema.". Ammutolì per un istante, realizzando lentamente che Luna era accoccolata su di lui, la testa ancora adagiata sul pettorale sinistro, la mano intrecciata alla sua, l'esile corpo poggiato sulle sue ginocchia.
Lei lo guardò con interdizione, non capendo il perchè di quell'espressione così basita, stranita, forse intimorita dalla naturalezza delle cose. Spesso lei faceva cose frivole, assumeva comportamenti infantili, saltellando qua e là come un capretto candido, accarezzandosi la chiara chioma incantata con le dita sottili, stropicciandosi gli occhi buffamente. In quel momento però nulla di quelle azioni da bimba persisteva nel gesto nuovo che stava intraprendendo. Non voleva essere fraintesa, sapeva che ormai lui poteva capire.
"Ehm… Si, stavo dicendo…Mi sono messo a dieta. Mi da una mano Draco.". La fierezza gli balenava in volto, donandogli una luce nuova, un chiarore inatteso, un bagliore appena nato. Per la prima volta nel suo viso si scorgeva la "fierezza" nel parlare di se stesso, l'orgoglio di dire "io ce la sto facendo!".
"Che buffo Goyle! Davvero?". Buffo probabilmente non era la parola adatta ma quell'espressione soddisfatta gli donava quel tocco particolare che non guastava, anzi, che gli donava proprio.
"Perché buffo?". Non era offeso, non proprio, forse un tantino amareggiato. Credeva molto nel suo progetto, ci contava davvero e il favore di Luna era forse il compenso più prelibato da ottenere.
"Non intendo buffo in quanto ridicolo! Il bel buffo, quello che fa sorridere, il buffo giusto, che cambia per migliorare, il buffo che mi piace perché so che ti renderà una persona migliore. Uffa! Non credo di riuscirmi ad esprimere, maledetta me e la mia stupidità!". Cercando di farsi capire come poteva si avvicinò innocentemente al viso tondo dello studente, imprimendogli un piccolo tenero bacio sulla guancia.
"Bravo! Spero di essermi spiegata!". Non si smentiva mai, la solita Luna sorgeva e tramontava in ogni momento lasciando la sua scia, accentuando la differenza che la contraddistingueva.
"Credo di si. Non pensavo di essere così chiacchierone, logorroico oserei dire. E tutto questo è nato dalla tua proposta di abbuffarci! Bramate caramelline succulente.". Il sapore fruttato di quei sassolini colorati rievocava vecchie nostalgie passate, quando due grandi amici si sformavano le guance per farci stare più cibo possibile.
"E tu vorresti dirmi che non puoi accettare la mia proposta per la dieta?! Ma dai Goyle, cosa vuoi che sia qualche caramella? Ci basta fare una passeggiata dopo per poterle smaltire. Non farti complessi inutili adesso sai!?". Divertita come non mai, la Corvonero già agguantava furtiva il sacchetto gonfio di dolcezze.
"Davvero Luna, non posso proprio.". Stava resistendo degnamente.
"Ma dai, cosa vuoi che succeda, papà Draco ti fa la bua se trasgredisci al suo regime!?". Grasse risate prendevano vita spontaneamente, inutile provare a fermarla ormai.
"E' una cosa seria! Non voglio ritrovarmi a saltare la corda sul tetto stanotte. E per di più in mutande! Quello è un segugio provetto, fiuta l'odore dello zucchero a metri di distanza. Mi fa secco se sa che ho addentato una caramella! Farà freddo lassù.". Cupo in viso stava rinnegando quelle dolci tentazioni, offertegli dalla miglior provocazione che potesse desiderare.
"Vorrà dire che salteremo in due la corda stanotte.". E porgendogli il sacco colmo di leccornie si preparava a dare inizio alla guerra più succulenta della storia. 


"Senti stronzetto, dove hai intenzione di portarmi?!".
Sotto il mantello il freddo dilagava sornione, intrufolandosi negli angoli più segreti di quel corpo formoso, di bimba ormai donna. Il corridoio era deserto, gelido, pacifico. Le alte pareti parlavano loquacemente nei loro silenzi, quelle vecchie pietre solitarie, spettri rigidi di tante follie, incorniciavano i due maghi. Un venticello gelido stuzzicava le menti già attive, ginnastica mentale di una furbizia ormai notevolmente sviluppata.
"Ma sta zitta nana ossigenata. Tu seguimi e chiudi le fauci! Che poi, a dirla tutta, preferivo la stoppa che avevi prima in testa. Adesso mi ricordi un po' la Parkinson.".
Burlarsi di lei era una vera e propria passione, l'abitudine a cui non si può rinunciare, ciò che ti rende la vita più movimentata, succulenta, accattivante. La prerogativa perenne, palla da cogliere al balzo ad ogni occasione, l'unico sfogo non carnale che si regalava lo Slytherin.
"Parli proprio tu nano malefico! Solo una masochista potrebbe decidere di avvicinarsi a te, di concepire anche solo lontanamente la malsana idea di…di…bè che schifo, di baciarti!".
Due personalità dominanti a confronto, due caratteri poderosi, guardinghi, egocentrici, che tendono a spiccare, ad eccellere, a calpestare tutto ciò che li circonda, a disintegrare nullità che provano solamente ad eclissare la loro luce.
"Offesa Granger!? Per così poco. Sempre più suscettibile eh?! Col passare del tempo diventi sempre più acida! Penso che il tuo status di zitella incallita corra pari passo con la tua indisposizione verso il genere maschile! Pensa che proprio la Parkinson me l'ha data circa una settimana fa. Insaziabile la ragazza! Non la smetteva di ansimare, di spingere il suo corpo contro il mio, convulsamente, con una vitalità estremamente eccitante. Ad un certo punto ho temuto il peggio. Il quinto round sarebbe stato davvero troppo!".
Ricordando determinate sensazioni la voglia iniziò a crescere. Il bel giovine avanzava veloce, rapido, scaltro, mago di sospiri, abile cospiratore, artefice volontario e divertito della bella Grifondoro, la quale, picchiettando giuliva col passo portentoso, non perdeva la scia di quell’inebriante profumo maschile.
"Morto di figa! Ma dimmi te se è possibile una cosa del genere! Porco! E si che pensavo che là sotto non ci fosse vita sociale. Meglio per te, in qualche modo dovrai pur sfogare la mancanza d'affetto concreto. Una scopata e via non ripaga notti insonni passate a piangere caro il mio Blay.".
Toccarla nel vivo è davvero pericoloso, altamente rischioso, un azzardo che spesso ferisce in malo modo.
"Questa non dovevi dirla maledetta Mezzosangue.". Fermatosi all'imboccatura dell'imponente scalinata marmorea si voltò frettolosamente, afferrandole il polso fino a farle male. Non si udì sospiro per svariati minuti, ormai il freddo era stato dimenticato, il fuoco in quelle guance femminili donavano tepore all'atmosfera.
"E se no cosa mi fai maiale?". Il dolore non la tangeva più di tanto, il male fisico ripagava l'orgoglio carico di successo, per la vittoria che si apprestava ad assaporare a momenti.
"Questo".
Strattonandola violentemente la fece adagiare sui gradini freddi, rigidi, pungenti. Con prepotenza la sottometteva al suo volere, spinto dalla rabbia indomabile, spinto dal desiderio irrefrenabile. Con scatto felino le si portò sopra, con passionalità coinvolgente, con la voglia profonda di dominarla, il potere dell'odio sfociava in una sensuale idea di gioco proibito. Iniziò a baciarle il collo, le gote violentemente avvampate, la punta del naso delicato, sempre più vicino alla bocca, creando figure immaginarie su quelle labbra carnose, prima di perforarle con la lingua giocherellona.
Hermione provò a divincolarsi, dimenando le belle gambe, indifese prede intrappolate sotto quel corpo caldo, le braccia troppo deboli per contrastare la venuta di quei bicipiti allenati, la testa preda del groviglio delle loro mani. I polsi profumati stretti nelle morse tremanti di Blaise, mani curiose che iniziavano a scendere sempre più in basso, che volevano scoprire l'interno del suo corpo.
Abbassando la guardia, spinto dall'eccitazione crescente, dominato dall'istinto primordiale di possederla, le alzò velocemente il mantello. Si avventò sul maglione, scostandolo violentemente, abbassando il volto fino a leccarle l'ombelico.
Lei, inerme, concubina preferita dei sogni di quel sultano insaziabile, sentiva la scena svilupparsi sul suo corpo in tumulto, agitato, in panico. Non si sarebbe mai aspettata nulla di simile, soprattutto non si sarebbe mai aspettata che le piacesse così tanto.
Cercando di rimanere lucida si illuse solamente, ragionevole, guardinga, spezzata la sua volontà di resistere, compromessa, presa alla sprovvista.
Introdusse l'esile indice nella bocca del Serpeverde per placarlo e quest'ultimo voglioso glielo morsicò dolcemente, passandogli la lingua lungo la falange.
"Smettila!". Ansimando provò a fermarlo, tradendo le parole calde con i gesti istintivi, attirando la testa del suo interlocutore al ventre piatto, sussultante.
"Ancora un attimo Granger.".
Risalendo verso i seni freddi irrigiditi venne inebriato dal profumo dolce della Grifondoro che contraeva i muscoli, eccitata come non mai.
"Cazzo Zabini, fermati!".
Non riusciva ad imporglielo, non riusciva a contrastare quella forza, intimamente non voleva smettere di godere. A poco a poco si lasciò andare, baciando a sua volta il collo inebriante della serpe, nascondendo le mani fredde sotto le felpa stretta di lui, che disegnava fedele i lineamenti di un corpo perfetto.
La passione la stava pervadendo, avrebbe potuto cedere, stava per concedersi a lui, lì, in quel momento, per la prima volta.
"Ok bellezza! Volevo farti capire cosa si prova ad "approcciare" con uno Zabini. Lo dicevo che mi ricordavi la Parkinson in qualche modo, anche lei ansima come una quaglia nella pubertà mentre facciamo le nostre porcate!".
Stava trattenendo le fila del piacere scoppiato in lui, a fatica, soffocando la voglia che gli esplodeva in gola. Sarebbe entrato in lei subito, più di una volta, continuando a baciarla, continuando ad ubriacarsi di lei. Ma aveva imparato ad aspettare, a placare la sua sete con altri corpi che non erano il suo. Attendere spesso non era un errore, uno sbaglio, qualcosa di cui pentirsi. Si sforzava di resistere a quel corpo maturo, vibrante, che lo acclamava, che lo voleva tutto per sè. Ma non era il modo giusto quello, no, la desiderava seriamente, ardentemente, violentemente, non una scopata dettata dall'estasi della rivalità. Voleva il suo cuore e l'avrebbe ottenuto in qualsiasi modo, a qualunque prezzo.
"Infimo maledetto.". Non riusciva a formulare una frase di senso compiuto, era ancora troppo scossa, troppo eccitata, troppo insoddisfatta.
"Lo so lo so. Ma arriverà anche il nostro momento. Ora seguimi. Si sale nel Regno delle Serpi!".





Ringraziamenti di tutto cuore!!!

>Rio:la mia gemellina stupenda splendida che amo troppo!!!quanto sono felice che sei entrata nella mia vita, siamo troppo inseparabili ormai!te lovvo troppo troppissimo.come farei senza di te!?je t'aime!
>milly92: ma quanto ti adoro carissima!!!sei sempre troppo buona.fammi sapere se hai gradito anche questo!un bacione
>Ashley Snape: ammmmmmmmmmoooooore!grazie grazie grazie grazie grazie!!!sei sempre un tesoro!fammi sapere se ti piace!un bacione tadb
>Christina Malfoy: la mia tenerina!!!sempre deliziosa, ormai sono in imbarazzo.troppo buona!fammi sapere se hai gradito anche questo.un bacione
>marco: ciao carissimo!per mail ti avevo scritto del disguido.mi ha fatto molto piacere che tu abbia espresso quello che pensi.le critiche sono sempre ben accette!spero tu possa apprezzare questo!fammi sapere!ciao :D
>fra91:tesoro mio bellissimo!!!ho scoperto che sei in classe con daphne_91!!!l'ho anche incontrata.che fantastica donna!magari possiamo organizzarci anche noi!fammi sapere se ti è piaciuto il chappy.bacio bacio
>SusyE: grazie piccola dolcina mia!sempre gentilissima!fammi sapere se ti è piaciuto anche questo!bacino
>Vesuvium: mi vuoi far piangere???caaaaaaaaaaaaaaaaara!!!ti adoro troppo!fammi sapere se ti piace anche questo!kiss
>daphne_91:piccolina mia!grazie per la recensione!!!è stata molto costruttiva..spero ti sia piaciuto il chappy.fammi sapere!spero anche di rivederti presto!!!baci baci tvtb
>Lights: tu stupenda donna che mi mandi la mail per sollecitarmi ad aggiornare.questo chappy te lo dedico.tutto per te.spero ti piaccia!!!I love you!!!
>Selene_90: stellina!!!eccomi qui con il nuovo aggiornamento!sei sempre buonissima!ti adoro!fammi sapere se ti è piaciuto anche questo!un bacione
>mewlulu: la mia carissima donna!!! sai che sei dolce dolce!? mi onori sempre di più. ti voglio beneeeeeeeeeeee! fammi sapere se ti è piaciuto il chappy! un bacio
>granger90: cara cara cara e ancora cara! herm con blaise. ma arriverà anche harry! dimmi se ti ha fatto schifo! un bacione
>Shild: purtroppo ci sono stati degli errori della Beta (santa donna che mi sopporta) quindi lo scorso capitolo era un po' complicato. spero che questo sia degno di essere commentato. sono molto preoccupata! fammi sapere che ne pensi! un bacione
>SiLvIeTT4: amore mio bellissimo!!! grazie grazie grazie! spero tu possa gradire anche questo! sono felicissima di conoscerti! ti voglio beneeeeeeeeee! fammi sapere se ti è piaciuto il chappy! bacio bacio
>Ledy Slytherin: che dire??? mi comprendi al volo tesoro! siamo troppo simili, ci capiamo perché nei capitoli ritroviamo noi stesse. spero ti possa piacere questo chappy! fammi sapere! un bacio

E un grazie enorme a chi ha messo la storia tra i suoi preferiti.me fontana che piange!!! vi adorooooooooooo!!!
  
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