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Autore: berenis    18/07/2013    5 recensioni
«Ne ho passate tante per stare con te, mia piccola Her, ma devo ammettere che ne è valsa la pena. A partire dal fatto che per riuscire ad avere il pieno consenso di tuo fratello c'è voluta Megan. Chi l'avrebbe mai detto che avrei avuto entrambi gli Styles tutti per me?» ridacchiò Louis.
Ma infondo, l'amore è la saggezza dello sciocco e la follia del saggio, no?
SOSPESA A TEMPO INDETERMINATO.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 12.

 
La mattina seguente quando mi svegliai, mi alzai assonnata e ancora intontita e barcollai fino al piano di sotto, in cucina, dove tutti erano già attorno al tavolo a fare colazione, tranne Harry.
Mi guardai attorno per vedere se fosse da qualche altra parte e non l’avessi notato, ma niente.
«Cerchi Harry?» mi domandò Niall capendo probabilmente il motivo per cui esitassi a sedermi con loro.
Annuii stringendomi nelle spalle e lanciai un’occhiata veloce a Danielle che mi sorrise lievemente.
«È in camera sua. Non esce da lì da ieri sera» continuò il ragazzo biondo addentando quello che mi sembrò un muffin al cioccolato.
«Grazie» bofonchiai, e mi girai nella direzione opposta alla loro con l’intenzione di tornare su, ma dopo aver superato di poco la porta, una mano afferrò il mio braccio costringendomi a voltarmi.
«Ehi, Her, c’è qualcosa che non va?» mi chiese Louis con sguardo preoccupato.
«No, va tutto bene. Ho solo bisogno di parlare con Harry» gli dissi accennando un sorriso.
Lui mollò la presa un po’ confuso. «Vuoi dirgli di…»
«No!» lo interruppi frettolosamente. «No… Voglio solo chiarire le cose. Mi manca sentire i suoi commenti fastidiosi.»
Louis fece una risatina, e senza aggiungere altro mi fece cenno di andare.
Io gli stampai un bacio sulle labbra e, essendo un po’ più sveglia di prima, riuscii a fare le scale con maggiore agilità e rapidità.
Arrivata davanti alla porta della camera di Harry chiusi il pugno e feci per bussare, poi mi bloccai, con la mano alzata a qualche centimetro dalla porta.
Perché lo sto facendo? Pensai. Infondo sarebbe dovuto essere lui a chiedermi scusa. Era lui ad aver pensato quelle cose su di me.
Mandai al diavolo quello che la testa mi diceva e spalancai la porta senza nemmeno preoccuparmi di bussare.
Non m’importava di chi fosse la colpa, non riuscivo ad essere arrabbiata con mio fratello per più di un giorno.
Harry era sdraiato sul letto con la tapparella abbassata e al buio ma grazie al fascio di luce che entrava in camera per via della porta aperta vidi che girò di scatto la testa verso di me e si mise su un fianco.
«Her» sussurrò stropicciandosi gli occhi e facendomi segno con la mano di chiudere la porta.
Così feci, e mi avvicinai lentamente al suo letto per poi sedermi accanto a lui.
Rimasi in silenzio ancora qualche istante cercando di elaborare mentalmente un discorso sensato mentre mi torturavo le mani l’una con l’altra.
Quando mi resi conto che qualsiasi sforzo di ragionare sarebbe stato inutile, optai per l’unica cosa che mi sentivo davvero di fare: abbracciai Harry.
Così, istintivamente, all’improvviso.
Mi accorsi di averlo sorpreso poiché esitò qualche secondo prima di stringermi anche lui.
«Mi dispiace» mi sussurrò all’orecchio.
Scossi la testa e gli diedi un bacio sulla guancia.
«Sono un disastro, in tutto. Specialmente come fratello, lo so. Quando mi sono accorto del test sul pavimento, non ci ho più visto. Avevo così paura che ti fossi messa nei guai che non mi era neanche venuto in mente che non potesse essere tuo. L’irresponsabile dei due non sei mai stata tu. Scusami» mi disse con tono seriamente dispiaciuto. Mi strinse ancora di più a sé ed io strofinai la guancia sul suo petto come facevo sempre.
«Tu non sei un disastro. E neanche irresponsabile. Sei solo parecchio impulsivo, geloso, e molto premuroso. Ti preoccupi sempre per me, Harry» gli dissi mettendomi a sedere e accarezzandogli un braccio.
«Troppo» aggiunse lui.
«Un po’.»
«Mi odi?»
«Sei mio fratello, Harry. Io non ti odierei neanche se mi rovinassi la vita» ammisi sincera.
«Se lo facessi, mi odierei io anche per te, tranquilla.»
Feci una risatina e scompigliai i capelli già disordinati di mio fratello.
«Io non lo farei comunque» gli risposi.
«Okay ma adesso finiscila di toccarmi i capelli. Sei peggio di Louis quando tenta di sistemarmeli» protestò girandosi dall’altra parte.
«Ma io sto facendo l’esatto contrario» osservai.
«Appunto.»
Risi e mi alzai dal letto per tirare su la tapparella e far entrare altra luce in camera.
Lui mormorò qualcosa d’incomprensibile e si coprì la testa con il cuscino, ma io ignorai i suoi lamenti di disapprovazione.
Gli tirai un’affettuosa pacca sul sedere e mentre mi avviavo verso la porta di camera sua, gli dissi: «Avanti pigrone, alzati, altrimenti Niall si finisce tutti i muffin al cioccolato…!»
Lui si voltò di scatto verso di me.
«Eh no, i muffin no!» esclamò per poi alzarsi di scatto e correre per superarmi.
Io scoppiai a ridere e lo seguii in cucina, dove gli altri furono contenti di rivederci allegri come il solito.
In quel momento, però, quando tutto fu apposto, il senso di colpa mi attanagliò lo stomaco, ricordandomi che lui almeno era stato sincero con me, mentre io no. Io gli nascondevo ancora Megan, e avrei continuato a farlo.

***

«Louis, non credo di avere il coraggio di farlo» dissi ansiosa rigirando tra le dita il bigliettino con il numero di telefono di Megan.
Quel pomeriggio lui mi aveva convinto a telefonare a mia madre e farmelo dare e ora insisteva perché la chiamassi.
«Certo che hai il coraggio! È la tua migliore amica, Her!» m’incitò lui.
«Ma è così tanto tempo che non ci sentiamo… Magari lei non si ricorda nemmeno di me!» gli feci notare preoccupata.
Louis alzò gli occhi al cielo e si lasciò cadere all’indietro poggiando la schiena sul letto su cui eravamo seduti.
Mi resi conto di stare cercando qualsiasi stupida scusa pur di non comporre quel numero e premere il tasto verde.
Ero così eccitata all’idea di rivederla ma allo stesso tempo spaventata.
E se non si fosse davvero ricordata di me?
E se mi odiasse per non essermi fatta sentire in tutti questi anni?
E se avesse cambiato vita ed io fossi solo parte del suo passato rimasto ad Holmes Chapel?
E se…
«Her!» Louis mi chiamò e i miei pensieri s’interruppero, facendomi concentrare su di lui.
«Che c’è?» domandai ingenua.
«Se non la chiami adesso, vado a dire tutto ad Harry e lascerò che sia lui a farlo» mi disse serio rimettendosi a sedere e incrociando le braccia al petto.
«Cosa?» Lo guardai con gli occhi sgranati. «Non lo faresti mai» aggiunsi poi scuotendo la testa.
«Scommettiamo?» disse alzandosi dal letto e avvicinandosi velocemente alla porta di camera mia.
«No, no, no!» lo bloccai prima che potesse uscire. Sospirai e guardai di nuovo il biglietto tra le mie mani. «D’accordo, lo faccio.»
Louis mi sorrise e tornò a sedersi accanto a me.
Presi il mio cellulare e composi il numero con una lentezza atroce che fece spazientire Louis.
Mi tolse il telefono dalle mani, digitò lui i numeri e premette il tasto verde della chiamata, restituendomi poi il cellulare.
«Stronzo» sussurrai mentre portavo il telefono all’orecchio.
Sussultai quando sentii il primo squillo e il mio cuore cominciò a battere fin troppo velocemente.
Mi agitai, dimenticandomi completamente tutto ciò che avrei dovuto dirle.
Tre squilli e ancora non rispondeva, così tolsi il telefono dall’orecchio facendo per chiudere, quando sentii la voce dall’altra parte dire: «Pronto?»
Guardai Louis con gli occhi sbarrati e lui mi riavvicinò il telefono all’orecchio facendomi segno con le mani di parlare.
Ci provai, sul serio, ma dalla mia bocca non uscì niente.
«Pronto?» sentii di nuovo la voce dall’altra parte.
Era così diversa da come me la ricordavo. Chissà quant’era cambiata anche lei.
«P-pronto? Megan, sei tu?» non so come, ma finalmente trovai la forza di parlare nonostante sentissi un nodo alla gola che m’impediva di respirare regolarmente.
Se mi faceva quest’effetto doverle parlare al telefono non osai immaginare quando l’avrei vista dal vivo.
«Sì, sono io. Chi parla?» domandò confusa.
Afferrai con forza la mano di Louis e lo guardai come per pregarlo di aiutarmi.
Mi mimò con la bocca quello che dovevo dire ed io piano piano lo ripetei.
«S-sono Hermione. Hermione Styles. Ti ricordi di me?» domandai con la voce che tremava senza smettere di guardare Louis che annuiva sorridendomi.
«H-Hermione Styles? Cioè, quella Hermione Styles?!» chiese. La sua voce ci fece più acuta e un brivido mi percorse tutta la schiena al sentir pronunciare di nuovo il mio nome da lei.
«Sì, Megan! Sono io, sono Her!» dissi entusiasta.
Sentii un urlo dall’altra parte e tutta la mia tensione scomparve in un secondo, lasciando spazio alla gioia.
«Oh mio Dio! Oh mio Dio Her, sei davvero tu? Non ci credo! Oddio!» continuava a ripetere lei.
Mi venne da ridere. «Sì! Sono proprio io. Dio Megan, la tua voce è cambiata così tanto che non ti avevo riconosciuta!»
«Nemmeno io! E ancora non ci credo! Come stai? Dove sei? Come hai fatto ad avere il mio numero di telefono? E… E Harry?» mi tempestò di domande e la sua voce si addolcì quando pronunciò il nome di mio fratello.
«Sto benissimo, è stata mia madre a farmelo avere. Ha incontrato Alicia al supermercato e dopo mi ha subito telefonato dicendomi che eri tornata. Adesso sono a Londra con Harry e il suo gruppo, immagino tu li conosca!»
«Come potrei non conoscerli!» sentii in risposta dall’altra parte.
«Harry sta bene, Megan. Lui non sa ancora di te e deve rimanere un segreto ancora per un po’! Ho intenzione di fargli una sorpresa, ma dobbiamo architettarla per bene» le spiegai.
«Oh Dio sarebbe fantastico. Ho così voglia di rivedervi… Non hai idea di quanto mi manchiate» mi disse lei con un tono di voce un po’ più triste.
«Non immagini quanto tu manchi a noi, Meg…» sospirai malinconica.
Louis mi poggiò una mano sulla gamba e poi si alzò. Con le labbra mimò “vi lascio sole” ed io annuii guardandolo uscire dalla mia camera.
«Raccontami qualcosa, su!» m’incitò.
«Avrei così tante cose da raccontarti che una giornata al telefono non basterebbe» risposi ridacchiando.
«Oh, immagino! Anch’io! Dici che possiamo vederci un giorno di questi almeno io e te?» mi domandò speranzosa.
«Senz’altro! Il prima possibile, assolutamente.»
«Oddio che bello, io ancora non ci credo. Credo di dovervi un mucchio di spiegazioni, ma sappi che vi ho sempre portati nel cuore. Ma… Harry si ricorda di me, vero?» mi chiese e avvertii un filo di preoccupazione nella sua voce.
«Non potrebbe dimenticarti nemmeno se lo volesse, Megan. Ti ricordi la nostra ultima giornata al mare?» le domandai sdraiandomi a pancia in giù sul letto e afferrando una delle fotografie sul comodino.
«Ma certo! È stata la volta che un granchio mi ha pizzicato il piede, giusto?»
«Esattamente» ridacchiai ricordandomi la scena di lei che tornava sotto l’ombrellone dall’acqua zoppicando e con un braccio attorno alle spalle di Harry che la sorreggeva.
«È stato terribile, mi ha fatto veramente male!» disse e poi sentii la sua risata che mi riportò di nuovo a quando eravamo piccole.
Quella non era cambiata, e la cosa mi confortò. Mi era sempre piaciuta, e non ne avevo mai sentita una che fosse più contagiosa della sua.
«Be’, ecco, Harry tiene ancora vicino al comodino la foto che vi ha fatto Alicia in cui siete abbracciati» le spiegai.
Sentii un “ooohh” e poi niente per qualche istante.
«Penso che tra poco scoppierò in lacrime» disse poi.
«No, ti prego, che poi cominciò anch’io!»
Ridemmo entrambe.
«Okay, allora non dirmi nient’altro! Voglio vederti e voglio che mi racconti tutto faccia a faccia… magari davanti a un gelato!»
Sei sempre la solita, pensai.
«Non sei cambiata di una virgola, eh?» risi. «Ventitré luglio alle quattro, solita gelateria» dissi poi dopo averci pensato un attimo su.
«Perfetto! Ora salvo il tuo numero così posso chiamarti anche io. Dio Her, non sai quanto mi abbia fatto piacere sentirti!»
«Anche a me, non hai idea. Ci sentiamo presto, promesso.»
«Senza dubbio! Ciao, ti voglio bene» disse dall’altra parte del telefono.
Quelle parole mi scaldarono il cuore.
«Ti voglio bene anch’io, Meg» e chiusi la telefonata.
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Saaaaaalve!
Non sono sparita, non vi preoccupate, ho solo avuto bisogno di prendere qualche giorno di pausa.
Mi dispiace di aver tardato così tanto a postare, ma la mia ispirazione ultimamente scarseggia, in più l'altro ieri ho comprato un libro di cui mi sono innamorata e leggo quello per la maggior parte del tempo senza dare spazio ad altro.
Perdonatemi!
Come qualcuno già si aspettava, in questo capitolo Harry ed Her hanno fatto pace. Non resistevo a farli rimanere arrabbiati!
E poi Her parla al telefono con Megan dopo sei anni che avevano perso i contatti.
Che ne dite? Cosa pensate che accadrà all'incontro e come reagirà Her a rivederla?
Magari fatemelo sapere attraverso una recensione! Ve ne sarei molto grata se mi lasciaste il vostro parere, mi servirebbe per capire se sto andando bene o no e soprattutto se vi piace e vale la pena continuare. Quindi, fatemi sapere!
Ah, giusto per inquadrare un po' la situazione della storia: è il 18 di luglio (che casualmente coincide con oggi, ahaha!) 2012 e i ragazzi sono a Londra.
Spero tanto che vi sia piaciuto e chercherò di aggiornare il prima possibile! Abbiate pazienza.
Un bacio,
true. :)

   
 
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