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Autore: tisdalesvoice    19/08/2013    28 recensioni
Dopo tre giorni dal brutto accaduto, Hope decide di andare a trasferirsi da suo zio a Londra, non sapendo se il destino le aveva riservato cose positive o ancora negative.
Vuole a tutti i costi rifarsi una vita e dimenticare il suo doloroso passato. Per quanto lei ci provi, non riesce a superare tutto ciò che le è successo, ma quando stava per cedere, ecco che incontra un gruppo di amici e una ragazza, la quale ha come fratello Harry. Insieme, superano le loro difficoltà, finchè non si innamorano perdutamente l'uno dell'altro, facendo nascere tra loro un tenero e grande amore.
Completa.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Epilogue.

 

11 anni dopo.
 
- No mamma, non preoccuparti, sto bene. - la rassicurai. 
- Cos'hai avuto di preciso? - 
- Un leggero calo di pressione e mi hanno fatto la santa grazia di tornare a casa un pò prima. - spiegai.
- Non credo che i tuoi capi siano così severi. - 
- Dici così perchè non sei mai stata con loro dalla mattina fino al pomeriggio, sotto i loro ordini. E poi, se sono tornata a casa, è grazie anche a Blanda che ha finito il mio lavoro. - 
- L'importante è che tu adesso stai bene. Cerca di non affaticarti tanto. - 
- No, non preoccuparti. Adesso sono stesa sul divano. - 
- Bene. Quando verrete a trovarci? - sentii un leggero entusiasmo nella sua voce.
- Io ed Harry giovedì abbiamo il giorno libero, quindi, vi verremo a fare visita. - le risposi.
- Perfetto! Non vedo l'ora di vedere i bambini. - 
- Oh, lo stesso vale per loro. Non fanno altro che chiedermi "quando andiamo dai nonni?" - ridacchiai.
Sentii ridere anche lei dall'altra parte del telefono. - Come sta Harry? - 
- Sta bene. Adesso dovrebbe tornare da lavoro ed io dovrei vedere cosa devo cucinare per stasera. - 
- E allora ti lascio pensare. - 
- Va bene, ci sentiamo mamma. - 
- Ciao tesoro, e non affaticarti. - 
- No.- sospirai. - Ciao. - dissi chiudendo la chiamata. 
Posai il telefono sul tavolino affianco al divano e mi stiracchiai un pò prima di chiudere gli occhi e rilassarmi del tutto. 
Non ero sorpresa di ciò che mi era successo quel giorno a lavoro. Diventavo sempre debole in quelle condizioni, anche se ci ero gia' passata piu' di una volta. Forse dovrei essermi gia' abituata, ma insomma, erano passati gia' quattro anni. Ad ogni modo, in pochi giorni sarei stata subito meglio, solo che non dovevo affaticarmi troppo. Fortunatamente, potevo contare sui miei amici, la mia famiglia e mio marito. 
Nel corso delle giornate, a volte, mi ritrovavo a pensare a come io ed Harry eravamo cresciuti nel corso degli anni. 
Era incredibile come da giovani adolescenti, eravamo diventati degli adulti sicuri di se stessi e di ogni azione e responsabilità che avevamo. 
Forse tutti credevano che un giorno ci saremmo lasciati, ma io e lui negli anni ce n'eravamo fregati del pensiero della gente.
Che ne sapevano loro di ciò che provavamo l'un per l'altra? Che ne sapevano loro, realmente, della nostra storia? Che ne sapevano loro dell'amore che insieme avevamo scoperto e che insieme condividevamo? 
Dicono che il vero amore lo si incontra a quell'età, nel periodo dell'adolescenza, e fortunatamente era capitato anche a me. Forse non sapevamo cosa fosse o magari non ce ne rendevamo realmente conto, ma sapevamo solamente che quelle emozioni così strane, così vere, così pure, ci circondavano facendoci stare bene. Tremendamente bene. 
L'amore non lo si può descrivere sul serio. L'amore è un sentimento così forte ed intenso che non ci sono parole per spiegare come esso possa travolgerti e farti provare così tante emozioni insieme da non capirci quasi niente. L'amore ti fa stare bene, ti fa star male, ti fa anche soffrire putroppo, ma è la cosa piu' bella del mondo. Da quelle emozioni, da quello stare bene, anche da quello star male, tu puoi solo impararci qualcosa. Impari a crescere e si, da quelle sofferenze, per quanto ti possano aver fatto male, potrai solo trarne beneficio per aiutarti nella vita. 
Il mondo gira intorno all'amore e senza di esso nulla avrebbe senso. 
Vero, ero un'adolscente che forse non sapeva cosa realmente le stesse accandendo, ma ripensandoci adesso, io sapevo che avevo trovato l'amore nell'attimo in cui avevo incontrato gli occhi di Harry. 
L'amore può essere tutto ciò che ti può far star bene; per me, una sola persona era in grado di farmi sentire la ragazza piu' felice e fortunata del mondo. Harry per me era l'amore e me ne rendevo conto ogni giorno di piu'. 
Io e lui siamo cresciuti tantissimo dalla fine del liceo. Certo, c'erano stati alti e bassi anche al college, ma alla fine, tornavamo insieme piu' forti di prima. Perchè io e lui eravamo così: distanti, tremendamente deboli; insieme, incredibilmente forti. 
Portai la mia mano davanti al mio viso per guardare l'anello di fidanzamento e la mia fede. 
Quegli anelli rappresentavamo due dei giorni piu' belli della mia vita che mai avrei dimenticato. 
Guardando l'anello di fidanzamento, mi ricordai di come mi chiese di sposarlo.
 
 
Dopo aver cenato nel ristorante dell'hotel, Harry mi aveva preso per mano e mi aveva portato a fare una passeggiata sulla spiaggia, sotto le stelle. 
Camminammo mano nella mano sul sentiero di legno della spiaggia, con delle candele profumate situate a terra. 
Harry mi convinse poi a camminare sulla sabbia, così mi tolsi i sandali sorreggendomi su di lui saltellando mentre me li toglievo. Queste mie azioni lo fecero ridacchiare.
Iniziammo a camminare sulla sabbia, mano nella mano, l'uno accanto all'altro e non potevo che sentirmi felice. Ma quando guardai di nuovo Harry, credetti che non fosse lo stesso per lui. Non aveva parlato molto per tutta la sera e sembrava preoccupato per qualcosa.
Mi fermai, facendolo voltare di scatto.
- Cosa c'è? - chiese confuso.
- Stai bene? - gli chiesi.
- Si, perchè? - 
- Non lo so .. sembri strano. -
Mi si avvicinò. - Io sto bene. - mormorò prendendo il mio viso tra le mani. - Tremendamente bene. - sussurrò prima di baciarmi dolcemente.
- Mh, okay. - gli sorrisi.
Riprendemmo a camminare e parlammo delle solite cose, del piu' e del meno, questa volta però, lui aveva poggiato un braccio sulle mie spalle e le nostre mani erano comunque intrecciate, mentre l'altro mio braccio era dietro la sua schiena. 
- Sai, ultimamente ho pensato molto a noi due e al nostro rapporto. Ho pensato a tutto ciò che abbia condiviso, cose belle e cose brutte. - si parò davanti a me e quando capii che volesse prendere le mie mani nella sue, lasciai i sandali sulla sabbia. - Lo so che avevamo solo 17 anni quando ci siamo incontrati e forse nessuno riuscere ancora a crederci, ma io so che di aver scoperto cos'è l'amore solo grazie a te. Eravamo giovani, ma non ha importanza perchè io so cosa provo per te e quanto io ne abbia bisogno nel corso della mia vita. Perchè si, Hope, anche solo amarti mi fa stare bene. - 
A quelle parole gli sorrisi dolcemente e sentii i miei occhi farsi lucidi. Sapevo quanto lui mi amasse, ma sentierglielo dire ancora una volta metteva fine alle mie continue insicurezze.
- Tu sei tutto ciò di cui ho bisogno e adesso, in questo preciso istante, ti ripeto che avrò bisogno di te al mio fianco sempre, ogni minuto ed ogni giorno della mia vita. Sei la persona piu' importante e la cosa piu' preziosa che ho e non ho intenzione di perderti per nessuna ragione al mondo. -
- Nemmeno io, Harry. - riuscii a mormorare. 
Lui sorrise. - E' da un pò che ci penso e sono sicuro che quello che sto per chiederti è una delle cose piu' giuste che io sto per fare .. quindi .. - 
Per quanto il suo discorso fosse così romantico e preciso nelle parole, non ne capivo il bisogno. Perchè mi stava dicendo quelle cose? Era perennemente confusa, ma i miei dubbi si chiarirono quando lo vidi inginocchiarsi davanti a me. 
Mi portai una mano davanti alla bocca per mascherare la mia felitcià, la mia gioia, il mio piccolo shock. Non sapevo nemmeno io cosa stessi provando in quel momento, sentivo solo il mio cuore battere fortissimo contro il mio petto e i miei occhi farsi lucidi mentre vedevo il mio ragazzo cacciare dalla tasca dei pantaloni un piccolo cofanetto, con un anello all'interno. Non potevo crederci. 
- Hope Anne Evans, vuoi sposarmi? - 
Non capivo quasi nulla in quel momento. Per un attimo mi dimenticai anche dove fossi realmente. Tutto ciò che vedevo e di cui mi rendevo conto era che Harry era davanti a me e mi chiedeva di sposarlo. Non esitai neanche un attimo sulla risposta.
- Si. - 
- Si? - domandò lui, quasi sorpreso.
Ridacchiai nervosamente. - Si. - risposi annuendo col capo.
Sul suo volto si formò un dolce sorriso dove nascerono le sue adorabili fossette.
La mia mano era tremolante ed Harry con la sua la teneva ferma mentre lentamente mi infilava l'anello al dito. 
Guardai l'anello meno di cinque secondi e per quanto possa essere da tradizione, poco mi importava. L'unica cosa che riuscivo a pensare era che a poco avrei sposato l'uomo che amavo con tutta me stessa. 
Mi fiondai su di lui e goffamente cadde all'indietro sulla sabbia con me su di lui. 
Lo baciai dolcemente e nel bacio non potevamo trattenere i sorrisi che si formavano sulle nostre labbra. 
- Oh, futura signora Styles, non sa in cosa si è andata a cacciare. - disse scherzosamente mentre mi accarezzava la schiena da sopra al vestitino.
- Non sa in cosa si è andata a cacciare lei, signor Styles. - 
- Posso sopportarlo e sono sicuro che ne varrà la pena. - 
- Lo credo anch'io. - sorrisi prima di baciarlo ancora.
Ad interrompere il nostro bacio, fu la vibrazione del cellulare di Harry. 
Non mi mossi da sopra di lui, rimasi attaccata al suo corpo mentre lui prendeva il cellulare dalla tasca. 
Lo vidi sbuffare ma poi sorridere.
- Chi è? - chiesi.
Lui mi mostrò il display e il messaggio che gli era arrivato.
 
Gliel'hai chiesto? 
 
Era Gemma.
- Quindi era lei che ti mandava i messaggi che non volevi farmi leggere. - 
- Già. Adesso puoi chiamarla e dirle che te l'ho chiesto? Così la smette di assillarmi. - 
Ridacchiai. - Mh, si, dopo. Credo che abbiamo qualcos'altro da fare. - 
Lui mi sorrise maliziosamente. - Che ne dici di condividere la nostra gioia nella camera dal'albergo? - 
- Con molto piacere. - sussurrai prima di baciarlo. 
 
 
Sorrisi a quel ricordo. 
Harry quella sera mi aveva reso la ragazza piu' felice del mondo e aveva continuato a farlo giorno dopo giorno. Io cercavo di ricambiare quella felicità e sembrava che ci fossi riuscita ogni tal volta che gli ripetevo che lo amavo e che oramai era tutta la mia vita. 
La serratura della porta scattò facendo scorgere la figura alta e robusta di Harry mentre entrava in casa. 
Quando mi vide, mi guardò confuso. D'altronde era normale, per quell'orario dovevo essere ancora a lavoro quel giorno.
- Ehi. - dissi.
- Ehi, non dovevi essere a lavoro? - 
- Ho finito il lavoro prima e mi hanno fatto uscire. Miracolo. - non potevo dirgli che mi ero sentita poco bene, si sarebbe preoccupato tantissimo per com'è fatto lui. 
Posò il cappotto sull'attaccapanni vicino alla porta e le chiavi dell'auto sul tavolino vicino al muro. Mi si avvicinò e mi diede un leggero bacio sulle labbra per poi andare di sopra in bagno.
Io mi alzai e mi recai in cucina, cercando di pensare a qualcosa da cucinare. 
- Dove sono i bambini? - gli sentii dire. 
- Josh è con Gemma e Liam, l'hanno portato un pò al parco con Jack. E Rachel è con tua madre. - spiegai. 
D'improvviso, sentii delle mani sui miei fianchi dei soffici baci sulla mia scapola. Chiusi gli occhi a quel dolce contatto.
- Quindi .. abbiamo la casa libera? - 
- Mh, si. - 
- Perfetto. - 
Harry in un attimo mi fece voltare verso di lui e le sue labbra si posarono sulle mie. 
Ci scambiammo un bacio bisognoso e giocoso allo stesso tempo. Poggiò le mani sui miei glutei e mi fece sedere sul tavolo della cucina. 
- Se tu magari mi dicessi cosa vuoi mangiare, io te lo cucinerei. - tentai.
- Mh. - mugugnò baciamdomi il collo. - Ordiniamo la pizza. - propose.
- Come sei originale. - 
- Ai bambini piace la pizza. -
Stavo per obiettare, ma le sue labbra trovarono di nuovo le mie. Oramai non potevo piu' protestare: ero completamente presa da lui, un giocattolo nelle sue mani. 
Mi fece stendere sul tavolo e quando tornò a baciarmi il collo, cercai di fermarlo chiamando il suo nome. 
- Harry .. - 
Nulla. Continuava quella piacevole tortura. 
- Harry, qui no. - 
Lui alzò il capo guardandomi confuso. Con lo sguardo indicai la finestra della cucina, dove mostrava le altre case presenti nel viale. 
- I vicini sono un pò troppo curiosi. - sussurrai al suo orecchio mordendo e tirando il lobo.
Sapevo che quel gesto lo avrebbe fatto impazzire, infatti, così fu. 
- Rimediamo subito. - mormorò prendendomi di nuovo in braccio.
Le mie gambe erano allacciate al suo bacino mentre le sue mani erano sotto i miei glutei, stringendo di tanto in tanto il mio sedere. 
La forza di Harry non era mai andata a diminuire, anzi. Piu' cresceva, piu' aumentava. Prendermi in braccio era facile per lui, come lo era 11 anni fa. E, purtroppo, anche l'altezza tra noi non era andata a cambiare. Ma amavo anche quel piccolo particolare di noi. 
In attimo eravamo già nella nostra camera, seduti sul letto, io a cavalcioni su di lui. 
Alzò le braccia così che mi permettesse di togliergli la maglietta. Una volta tolta, le mie mani accarezzarono il suo petto e i suoi addominali. 
Le sue mani armeggiarono la mia maglietta e in un attimo finì anche quella sul pavimento insieme alla sua. 
Portai il mio corpo piu' vicino al suo, facendo combaciare i nostri petti. Dei gemiti strozzati fuoriuscivano dalla bocca di Harry per il mio leggero strusciare sul suo membro.
Passai le mani sulle sue spalle per poi massaggiarle sentendo i suoi nervi tesi.
- Mh, qualcuno ha bisogno di rilassarsi. - sussurrai.
- E credo che tu abbia il rimedio adatto. - 
- Oh, si che ce l'ho. - 
Riprendemmo a baciarci ed io lo spinsi all'indietro facendolo stendere. Sapevo gia' che a controllare la situazione sarei stata io, e questo mi piaceva. 
Riuscii a sbottonargli la cintura e i pantaloni, facendo finire anche loro insieme all'altra nostra roba. Poco dopo si aggiunsero anche i pantaloni della mia tuta. 
Iniziai a baciargli il petto, salendo poi lentamente fino al collo. Continuavo a strusciarmi contro di lui e questo lo faceva gemere quasi dal dolore. Quella tortura non era un bene neanche per me, ma vederlo così vulnerabile e completamente dipendente da me era eccitante da vedere.
- Avevi detto che mi avresti fatto rilassare. - riuscì a dire.
- Si. - lo incoraggiai.
- Be', mi stai facendo impazzire. - 
Sorrisi avvicinando al suo orecchio. - Era quello il mio intento principale. - sussurrai riprendendo a baciargli il collo. 
Quando non riuscii a resistere anch'io, lo liberai dai suoi boxer e me dai miei slip, insieme al reggiseno.
Mi posizionai meglio e lentamente lo feci entrare in me, provocando un sospiro profondo ad entrambi.
Il mio corpo era ancora steso sul suo e le mie mani erano ai lati della sua testa per non pesargli troppo. Le sue mani continuavano a vagare per tutto il mio corpo ed ogni spinta piu' profonda, le poggiava sui miei fianchi, stringendoli. I nostri baci erano quasi disperati; erano sempre così in quelle situazioni così intime. 
I contatti visivi, così intensi e nostri, non mancavano mai. Seppure Harry mi confessasse la maggior parte delle volte il suo amore per me, in quei momenti potevo rendermene ancor piu' conto ogni tal volta che lo guardavo negli occhi. Lui mi amava sul serio, lo aveva sempre fatto, così come lo avevo sempre fatto io. 
Quando il piacere aumentò, mi portai seduta spingendo il bacino contro di lui. I gemeti oramai non potevamo contenerli entrambi e non c'era cosa ancor piu' eccitante nel sentir pronunciare dalle sue labbra il mio nome con quella sua voce così graffiata e roca. 
Lo vidi mordersi il labbro e portarsi seduto insieme a me. Io portai automaticamente le braccio attorno al suo collo.
- Non hai idea di quanto tu sia eccitante. - sussurrò. 
- Potrei dire lo stesso di te. - gemetti.
Poco dopo, lui venne sussurrando il mio nome. Lasciai che si riprendesse così che potessi arrivare anch'io al mio culmine. 
Ci stendemmo di nuovo sul letto, l'uno nelle braccia dell'altro, cercando di riprendere un ritmo respiratorio regolare.
- Quando sei tu a condurre i giochi sei abbastanza stronza. - disse. - Mi piace. - sorrise portandosi sopra di me.
- Oh, lo so che ti piace. - mormorai baciandolo. 
- Vediamo se piace anche te quando io faccio lo stronzo. - 
Portò una mano sotto al mio bacino avvicinandomi al suo corpo, e prima che lo potessimo rifare una seconda volta, il campanello suonò.
Girai la testa di scatto verso la sveglia sul comodino e quando mi resi conto dell'orario, capii che fuori alla porta era Anne con Rachel. 
- Oddio, Harry, è tua madre! - scesi immediatamente dal letto e iniziai a rivestirmi in fretta e furia.
Harry rimase sul letto, sbuffando sonoramente. - Sempre nei momenti migliori mia madre. - 
- Muoviti, vestiti. - lo intimai.
Mi diedi una veloce occhiata allo specchio aggiustando i capelli e scesi al piano di sotto aprendo la porta.
- Ciao Anne. - la salutai. 
- Ecco qui la mamma. - disse sorridendo a sua nipote.
- Ciao piccola. - le sorrisi prendendola tra le mie braccia. - Hai fatto la brava? - 
- Si e ha mangiato tutti i maccheroni. - rispose Anne.
- Si si, e ho giocato con David! - disse Rachel. David, il figlio piccolo dei nuovi vicini dei genitori di Harry. 
- Ah, con il tuo fidanzatino? - le chiesi.
Lei annuì timidamente col capo portandosi la sua piccola mano alla bocca, facendo ridere me e Anne.
- Vuoi restare a cena? - le chiesi.
- Oh, no. Mio marito finalmente mi porta fuori a cena. - 
Risi. - Be', divertitevi. - 
- Va bene, ci vediamo. Ciao Rachel. - 
- Ciao nonna. - la salutò con la manina. 
Ci salutammo entrambe e poi chiusi la porta, entrando in casa. Rachel era ancora tra le mie braccia mentre giocherellava con i miei capelli. 
Harry finalmente scese, con i pantaloni di una tuta e a petto nudo. 
- Papà! - esclamò Rachel allargando le braccia verso di lui.
Harry si avvicinò a noi. - Vieni qui, principessa. - mormorò prendendola in braccio.
Le diede un lungo bacio sulla guancia mentre lei lo abbracciava dolcemente.
- Dì a papà cosa hai fatto oggi dalla nonna. - 
- Ho mangiato tutto il piatto e poi la nonna mi ha regalato un pupazzo grande così. - disse allargando le braccia. Anche se l'argomento pupazzo non si era aperto poco prima, sapevo che sarebbe rimasto a casa dei genitori di Harry per le volte che i bambini ci sarebbero andati.
- Ah, si? - domandò curioso Harry.
- E ha giocato anche con il suo fidanzatino. - 
- Tu hai il fidanzato? - le chiese.
Lei annuì sorridendo.
- E chi sarebbe? - Harry si finse arrabbiato.
- David. - rispose lei timidamente.
- Mh, le cose qui non vanno bene. - 
Risi. - Harry, ha quattro anni, su. - 
- E ha già dei bambini che le vanno dietro. Devo stare piu' attento. - 
Rachel aveva gli occhi castani come i miei e capelli ricci e biondi che aveva preso sicuramente dal padre visto che quand'era piccolo aveva i capelli biondissimi. Rachel per quell'età assomigliava a me quand'ero piccola, e aveva già preso una mia caratteristica: la timidezza. 
Bussò di nuovo il campanello e supposi che fossero Gemma e Liam con i bambini, infatti, quando andai ad aprire, così fu.
- Ed è arrivato anche l'altro ometto. - annunciai.
- Vuoi dire peste, caso mai. - mi corresse Gemma. 
Mi spostai facendoli entrare e Rachel e Jack iniziarono a giocare tra loro, mentre Harry e Liam iniziarono a parlare.
Josh stava per andare dal cugino e dalla sorella, ma lo fermai preoccupata per la frase che aveva detto Gemma.
- E' successo qualcosa al parco? - le chiesi.
- Perchè non glielo dici tu, Josh? - lo incoraggiò la zia.
Incrociai le braccia al petto, guardando mio figlio con sguardo quasi da rimprovero.
- Josh, che cosa hai fatto? - domandai.
- Che succede? - domandò Harry avvicinandosi.
- Tuo figlio non ha fatto il bravo. - 
Harry lo guardò incoraggiandolo a parlare.
- Un bambino mi ha spinto. - mormorò.
- E tu che hai fatto? - gli chiese suo padre.
- Gli ho dato un pugno. - rispose.
Mi voltai di scatto verso Gemma, cercando quasi una conferma. Gemma annuì comprensiva. Ci mancava solo che mio figlio fosse una testa calda. 
- Bravissimo, così si fa. - Harry si abbassò facendogli dare il cinque sulla mano.
Io schiaffeggiai il braccio di mio marito, rimproverandolo.
- Harry! - 
- Che c'è? Si è difeso! - 
Mi portai una mano sul volto scuotendo la testa. - Tale padre, tale figlio. - 
- E' stata una scena abbastanza esilarante. - commentò Liam.
- Josh, non farlo mai piu', okay? - lo richiamai con tono severo.
- Va bene, mamma. - detto questo, raggiunse sua sorella e suo cugino in salone dove c'erano vari giocattoli sul tappeto.
Jack, il figlio di Liam e Gemma, aveva un anno in piu' a Josh, che ne aveva sei. Lui aveva i capelli castani e gli occhi verdi come suo padre, sembravano dei piccoli diamanti. Inutile dire che avesse già il carattere di suo padre e che fosse molto piu' vivace di Rachel. 
La piccola ci raggiunse poco dopo, allungando le braccia verso di me per farmi capire che volesse venire in braccio. La presi e lei si portò una mano alla bocca mentre io e Gemma parlavamo.
- Gliel'hai detto? - mi chiese.
- No, lo farò stasera. - 
Lei mi rimproverò con lo sguardo. 
- Che c'è? L'ho saputo solo ieri, non è tanto. - 
- Che cosa mamma? - domandò la piccola.
- Ho saputo .. come rubarti il naso! - iniziai toccarle giocosamente il naso e quando nascose il viso nel mio collo, iniziai a farle il solletico beandomi della sua dolce risata. 
- Restate a cena? - domandai a Gemma.
- No, devono venire i genitori di Liam. - spiegò. - Jack, forza, andiamo. - lo chiamò.
- Dai mamma, un altro pò. - la pregò.
- Devono venire i nonni, dai. - 
- Vieni domani pomeriggio e giocate tutto il tempo che volete. - dissi.
- Non vai a lavoro? - domandò Gemma.
- Finisco prima. - risposi.
Liam, Gemma e il bambino ci salutarono e se ne andarono. 
Diedi Rachel ad Harry e lui si sedette a terra giocando con loro, mentre io preparavo la cena.
 
 
Una volta finito di lavare i piatti e la cucina, andai in salotto, dove trovai Harry e i bambini seduti sul divano a guardare la televisione. Non c'era visione piu' bella di quella.
La testa mi pulsava, ma non tanto forte. Per quella giornata non mi ero affaticata tanto, nemmeno tra le lenzuola con Harry, e stavo decisamente meglio delle altre volte che ero in quelle condizioni. 
Non mi ero nemmeno resa conto che Harry mi si era avvicinato.
- Ehi, che hai? - mi chiese.
- Niente, sono solo un pò stanca. - ammisi.
- Troppo esercizio oggi? - domandò maliziosamente.
- Ha, Ha. - 
Lui rise prima di darmi un dolce bacio sulle labbra. Si mise poi dietro di me, abbracciandomi da dietro. Io sospirai, inebriandomi del suo profumo e poggiando le mani sulle sue braccia. 
Insieme, guardavamo quelli che erano i nostri figli. Erano le cose piu' belle che potessero capitarci, la nostra completa felicità. Erano il frutto del nostro amore, i nostri angeli. 
- Sai a cosa pensavo? - esordì.
- Cosa? - 
- Che forse dovremmo dargli un fratellino o una sorellina. -
Il mio cuore iniziò a battere forte. Mi voltai verso di lui. - Lo vorresti davvero? - chiesi quasi timidamente.
- Certo. Con te ne vorrei anche piu' di due o tre. - 
- Ehi, andiamoci piano che le gravidanze devo supportarle io. - dissi scherzosamente.
Lui rise, spostando una mia ciocca di capelli dietro l'orecchio. 
- Be' .. sai .. c'è già qualcuno che sta per arrivare, - accarezzai il mio ventre - quindi .. - 
Lui prima non capì, poi sulle sue labbra si formò un sorriso. - Vuoi dirmi che .. - 
- Si, sono incinta. - sorrisi.
Harry mi prese in braccio e mi fece girare su se stesso, mentre io avevo le braccie strette attorno al suo collo. Potevo sentire il suo sorriso sulla mia spalla. Finalmente, poi, mi mise giù.
- Oddio, Hope, e' fantastico! - esclamò. - E .. cioè, stai bene? Ti fa male qualcosa? Tu in questi casi sei sempre un pò debole e .. - 
- Ehi, calma, sto bene. Non preoccuparti. - lo rassicurai sorridendogli. 
Sembrava felice come un bambino. Quella scena si era ripetuta per la terza volta. Ogni volta che avevo detto ad Harry che aspettavamo un bambino, lui non mascherava affatto la sua felicità. 
Prese il mio viso tra le mani e mi diede dei veloci baci sulle labbra.
- Dio, quanto ti amo. - 
- Ti amo anch'io. - sussurrai. 
I bambini si erano avvicinati a noi e Josh tirò un pò la tuta di Harry per richiamare la sua attenzione.
- Che cosa c'è, papà? - domandò.
- La mamma .. - guardò me. - .. vi darà un fratellino o una sorellina. - 
- Una sorellina! - esclamò Rachel. 
Sorrisi, prendendola in braccio. 
- E farà una pancia così? - domandò Josh allungando le braccia attorno la sua pancia.
Harry rise. - Si, così. - 
- E dovrà camminare di nuovo piano tenendosi il pancione? - chiese ancora il piccolo.
Io ed Harry ridemmo. - Come si vede che è tuo figlio. - dissi.
- Tutto suo padre. - si vantò. - E poi, ha anche una buona memoria. - 
- Quella l'ha presa da me. - 
- Si, forse. - 
Risi. - Forza, andiamo a letto. - 
 
 
- Mamma .. - 
Aprii lentamente gli occhi, liberandomi dalla presa forte e calorosa di Harry. 
Mi voltai verso la porta, trovando Rachel strofinarsi gli occhi.
- Piccola, cosa c'è? - biascicai.
- Ho fatto un brutto sogno .. - mormorò.
Non era la prima volta che capitava. Le capitava spesso di fare brutti sogni e venire nel nostro letto per addormentarsi. La lasciavamo dormire un pò con noi per poi riportarla nella sua cameretta. 
- Forza, vieni qui. - 
Lei si avvicinò e salì sul letto. Io le diedi una mano a mettersi tra me ed Harry, il quale, sbirciò con un occhio cosa stesse succedendo.
- Come si vede che è tua figlia. - disse con voce roca.
- Zitto tu. - 
Notai un suo piccolo sorriso prima di dare un bacio sulla testa a Rachel che non perse un attimo ad accocolarsi a noi. 
Il braccio di Harry si posizionò di nuovo dietro la mia schiena, tenendo me e Rachel strette a lui. 
Attesi un altro pò e quando sentii il profondo respirare della piccola, tentai di alzarmi così da riportarla a letto, ma Harry mi fermò.
- Lascia, la porto io. - 
Io lo lasciai fare visto che ero davvero molto stanca. 
Lui si alzò e prese dolcemente Rachel tra le sue braccia la quale iniziò a mugugnare.
- Shh. - sussurrò Harry iniziando a cullarla mentre usciva dalla stanza. 
Mi rilassai contro il letto e stavo per riaddormentarmi, ma una voce angelica attirò la mia attenzione. Sapevo di chi fosse e cosa stesse facendo. Era così bello sentirlo cantare.
Mi alzai e camminai silenziosamente verso la stanza di Rachel, ascoltando meglio le parole della canzone che Harry le stava cantando per farla addormentare. 
 
 
 
 
... Just one chance. Just one breath. 
Just in case there's just one left. 
'Cause you know, you know, you know: 

 
... Solo un'altra opportunità. Solo un altro respiro. 
Giusto qual'ora ci sia un'altra via.
Perché tu sai, tu sai, tu sai:

 
That I love you. I have loved you all along. 
And I miss you. Been far away for far too long. 
I keep dreaming you'll be with me and you'll never go. 
Stop breathing if I don't see you anymore. 
 
 
Che ti amo. Ti ho amato tutto il tempo. 
E mi manchi. Così troppo lontana per troppo tempo. 
Sogno che tu sarai con me e non andrai via. 
Smetto di respirare se non ti rivedo ancora una volta.
 
 
Gliela cantava dolcemente, quasi in un sussurro e Rachel si addormentò pian piano cullata da quella magnifica voce, mentre lui continuava ad accarezzarle la guancia dolcemente con il pollice. 
Harry non sembrò notare la mia presenza, e continuò a cantare mentre io restavo semplicemente a guardarlo. 

 
On my knees, I'll ask last chance for one last dance. 
'Cause with you, I'd withstand all of hell to hold your hand. 
I'd give it all, I'd give for us; give anything but I won't give up. 
'Cause you know, you know, you know: 
 
 
In ginocchio, chiederò un'ultima possibilità per un ultimo ballo.
Perché con te, io resisterei a tutto l'inferno per stringere la tua mano. 
Ti darei tutto, lo darei per noi; darei ogni cosa ma non rinuncerò.
Perché tu lo sai, tu sai, tu sai:
 
 
That I love you. I have loved you all along. 
And I miss you. Been far away for far too long. 
I keep dreaming you'll be with me and you'll never go. 
Stop breathing if I don't see you anymore. 
 
 
Che ti amo. Ti ho amato tutto il tempo. 
E mi manchi. Così troppo lontana per troppo tempo 
Sogno che tu sarai con me e non andrai via. 
Smetto di respirare se non ti rivedo ancora una volta.

 
So far away, been far away for far too long. 
So far away, been far away for far too long. 
But you know, you know, you know:
 
 
Così lontano, sei stata così lontano per troppo a lungo.
Così lontano, sei stata così lontano per troppo a lungo.
Ma tu sai, tu sai, tu sai: 
 
 
Mi avvicinai a lui e non sembrò sorpreso di trovarmi lì. 
Mi fece sedere sulle sue gambe e guardandomi negli occhi, continuò a cantare. Oramai Rachel si era addormentata e lui aveva trovato l'occasione per dedicarmi, ancora, quella canzone. 

 
I wanted ... I wanted you to stay, 'cause I needed.
I need to hear you say: "I love you. I have loved you all along."
And I forgive you for being away for far too long.
So keep breathing 'cause I'm not leaving you anymore. 
Believe it.
Hold on to me, and never let me go.

 
Che io volevo ... volevo stare con te, perché io ne avevo bisogno.
Ho bisogno di sentirti dire: "Ti amo. Ti ho amato tutto il tempo." 
E ti perdono per essere stata lontano così tanto tempo.
Allora riprendo a respirare, perchè io non ti lascerò piu'. 
Credici.
Stretta a me, e senza lasciarmi andare più via.
 
 
 
Portò la fronte contro la mia ed io gli sorrisi, prima di stringerlo forte a me, nascondendo il viso contro il suo collo. 
Lui ricambiò quel mio abbraccio e non c'era cosa piu' bella che io potessi desiderare in quel momento. 
- Quindi mi perdoni? - sussurrai timidamente.
Lui annuì. - Dove sei stata in quei diciassette anni? - 
- Aspettavo che tu venissi a salvarmi. - lo guardai.
- Scusa, ero troppo impegnato a cercarti in qualcun'altra. Mi perdoni? - 
Annuii per poi baciarlo dolcemente. 
- Ti amo, Harry. Ti ho amato tutto il tempo e continuerò a farlo. - 
- Anch'io, Hope. - sussurrò. - Anch'io. - mi baciò di nuovo. 
Mise una mano sotto le mie gambe e si alzò, mentre ancora ci baciavamo. 
Le mie braccia erano attorno al suo collo per sorreggermi, ma Harry mi teneva stretta a se con molta facilità, come sempre.
Prima che potessimo entrare in camera nostra, aprii un pò la porta della camera di Josh, trovandolo a dormire beatamente nel suo letto. 
Io ed Harry sorridemmo nel vederlo e richiudemmo di nuovo la porta, avviandoci poi nella nostra camera da letto. 
Quella notte facemmo l'amore ancora una volta. 
Lo facemmo lento e passionale, trasmettendoci ancora una volta tutto l'amore che entrambi provavamo. Non avevamo fretta: avevamo tutto il tempo del mondo, e una volta finito, ci stringemmo fortemente l'uno nelle braccia dell'altro, cosapevoli del fatto che una volta addormentati, il giorno dopo avremmo scritto un'altra pagina del nostro per sempre. 

 
   
Allora, carissime lettrici, e' arrivato il momento.
Se siete a leggere questo, vi ringrazio a prescindere. Ci tengo tanto.
Onestamente non so da dove iniziare. 
Di solito si inizia con un grazie e be', lo faro' anch'io.
Grazie davvero, ma davvero di tutto, lettrici carissime. 
Grazie per aver letto questa storia.
Grazie per averla recensita, apprezzata, amata, adorata .. grazie per averla letta.
Grazie anche per le vostre critiche che mi hanno aiutata davvero tanto.
Grazie per aver sopportato i miei MERDOSI ritardi.
Grazie per avermi incoraggiato a scrivere ancora con i vostri meravigliosi complimenti.
Grazie per esserci state perchè senza di voi, questa storia sarebbe nulla.
Grazie, grazie, grazie!
Certo, la mia storia non sarà davvero una delle migliori, ma voi l'avete resa semplicemente meravigliosa per me e questo mi puo' bastare.
 
Forse non sono del tutto fiera di questa storia come dovrei, ma voi mi avete resa semplicemente felice con il vostro piccolo sostegno per ben 35 capitoli e si, vi amo tanto tanto tanto!

Vorrei chiedervi un ultimo favore.
Scrivetemi un'ultima recensione.
Ci tengo da morire a sapere cosa ne pensate della storia in tutto.
Per favore cc
 
Una persona mi ha detto che dovevo scriverlo se ero femmina, quindi:
 
Un graze a Giusy ca ma mis semp a sfaccim e l'ansj :) (tiè cor :**)
Traduzione: Un grazie a Giusy che mi ha messo sempre la cazzo di ansia. (tieni cuore :**)
 
Spero che, in qualche modo, questa storia possa avervi insegnato qualcosa, come lo ha insegnato a me. (nonostante l'abbia scritta proprio io, lol)
A quelle ragazze che non si accettano, anche se questa storia non parli proprio di quei problemi, vi dico che anche voi un giorno incontrerete il vostro amore. Siete tutte bellissime e meravigliose, non dimenticatelo mai.
 
Spero continuerete a seguirmi nelle storie che sto scrivendo e che scriverò.
Il vostro supporto mi aiuta tantissimo :)





twitter:
@infinitynaples

Alla fine, nemmeno io volevo che finisse.
Ci tengo molto a questa storia e a Harry e Hope cc
Mi mancheranno, si cc

Spero non sia un addio per noi.
La vostra peppina vi ama e vi e' grata per TUTTO.
chiss chiss,
peppina.


 
   
 
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