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Autore: Stateira    25/02/2008    16 recensioni
Le notti di Harry sono improvvisamente agitate da strani sogni. Ma qual è il loro significato? Chi è il misterioso personaggio in cerca di aiuto?
Genere: Romantico, Drammatico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Hermione Granger, Nuovo personaggio, Ron Weasley | Coppie: Draco/Harry
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Cap 7: draco e Harry da Silente

Draco e Harry si scambiarono un’occhiata esitante, prima di prendere posto sulle due poltroncine che Silente aveva indicato loro con un sorriso. Il Grifondoro era stato in quell’ufficio un numero infinitamente maggiore di volte rispetto al compagno, o non faceva nemmeno più caso agli sguardi indiscreti dei vecchi presidi, che occhieggiavano dalla parete alle spalle di Silente e si scambiavano sussurri.

Draco era parecchio nervoso, e un po’ gli dispiaceva. Riusciva a capirlo dal modo in cui accavallava e scavalcava continuamente le gambe, e anche dalla forza con cui teneva le braccia incrociate al petto, come se si fosse ritrovato delle spade puntate contro.

 

- Prendete pure, ma siate svelti a masticare. – esordì Silente, sospingendo nel frattempo verso i due la ciotola di liquirizie che teneva sempre sul tavolo. – Allora, dovete parlarmi di qualcosa? -

Harry cercò di nuovo lo sguardo di Draco, per valutare come cominciare, ma trovandolo ringhioso e anche parecchio smarrito, decise di andargli incontro.

- Riguardo alla faccenda del ragazzo romano che vedo in sogno, signore. – cominciò per entrambi. – Ho parlato con lui, durante le ultime notti, e mi ha raccontato parecchie cose di lui, e di Derevan. -

Si mantenne volutamente sul vago. Non aveva detto a Draco della loro morte, né tanto meno dell’episodio precedente nella capanna. Non aveva la minima idea se Malfoy sapesse qualcosa, ma per niente al mondo si sarebbe arrischiato a fare il primo passo e raccontargliele.

- Inoltre, la cosa più importante che abbiamo scoperto, è che Derevan è in contatto con Draco. Perciò, a proposito di quello che mi ha detto l’ultima volta, ce la possiamo fare, possiamo fare in modo che si incontrino. –

 

Silente rivolse uno sguardo buono e vagamente divertito a Draco, che non ricambiò. – Bene, signor Malfoy. Posso sperare che quindi lei abbia ritrovato un sonno tranquillo? -

- Proprio per niente. -

- Suvvia, se si sforzasse di essere più amichevole con chi le chiede aiuto, sono certo che anche lei troverebbe divertente questa storia. -

 

Harry osservò il breve scambio di battute rimanendosene in silenzio. Parola dopo parola, alcuni ingranaggi cominciarono a funzionare, sortendo un risultato che era allo stesso tempo ovvio e sconcertante.

 

- Ma allora, lei sapeva già tutto. – congetturò. – Quando io venni a raccontarle di Marzio, Draco era già stato in infermeria. Deve per forza averle detto che cosa lo faceva star male, perciò lei sapeva. –

 

Silente sorrise sornione. – In realtà, Harry, il signor Malfoy mi disse soltanto che la sua camera era infestata da uno spettro che entrava nei suoi sogni, e non lo lasciava dormire. Una scusa del genere la si usa solo quando si desidera a tutti i costi cambiare compagni di stanza, non trovi? –

- Oh, ma per favore, vorrebbe farmi credere che lei non aveva capito tutto? –

- Perché mi sopravvaluti così tanto, ragazzo? Vuoi lusingarmi? –

- Nessuno vuole lusingare nessuno. – si intromise burberamente Draco. – Se sono arrivato fin qui è soltanto perché voglio che questa storia finisca il prima possibile. Voglio tornarmene alla mia vita ed essere lasciato in pace da spiriti e spettri in pena. -

- E’ proprio sicuro di voler essere lasciato in pace? -

 

Malfoy avvampò all’improvviso. Un po’ perché era stato punto sul vivo, e un po’ perché la domanda che Silente gli aveva sottoposto non era per niente ovvia come sembrava.

 

- Calmati, dai. – lo pregò Harry. – Litigando non ne verremo fuori. Sappiamo già che cosa dobbiamo fare, no? -

- I due spiriti vi hanno parlato di questo? -

Harry annuì con forza. – Hanno detto che dobbiamo dormire insieme. Così facendo, i nostri sogni si fonderanno, e loro potranno incontrarsi. O almeno, questo è quello che ho capito. -

- Quel Derevan mi ha detto che è necessario che dormiamo vicini. – aggiunse Draco, quasi impossibile da capire, per quanto borbottava. – Non basta che siamo in una stessa stanza, dovremo addirittura dividere il letto. -

- Capisco. Sì, in effetti è molto probabile che sia proprio così. -

- Però non capisco, professo Silente. Se dobbiamo far entrare in comunione i nostri sogni, perché è necessaria una vicinanza fisica? Voglio dire, perché non ci riusciamo già dormendo normalmente nei nostri letti? -

- Perché quello in cui vi trovate, quando incontrate Derevan e Marzio, non è propriamente un sogno. -

- Cioè, è una realtà parallela? -

- Uhm, direi più di una specie di sogno oltre il sogno. Un limbo, se vogliamo. Vedete, il fatto che voi siate le anime gemelle di questi due spiriti, fa sì che vi leghi una sorta di filo rosso. E più questo filo si accorcia, più forte diviene il legame. Capite? –

- Sì, è chiaro? -

 

Chiaro? Ma come diavolo faceva Potter ad essere così rilassato, mentre il preside delirava di fili rossi e assurdità di ogni genere. Sospirò, sconfitto: tanto, fra i tre, quello che sarebbe stato zittito era lui.

 

- E’ per questo che dovete dormire vicini, in modo che la fusione fra i vostri sogni possa avvenire e rimanere stabile. -

- Ma allora, come dovremmo fare? Ci servirebbe un dormitorio, o un posto dove dormire. -

- La Stanza delle Necessità. – propose Harry. – Basterà desiderare che diventi una stanza di dormitorio. –

- Preferirei di no. – lo contraddisse Silente. – La Stanza delle Necessità non è un parco giochi. È un luogo pregno di una magia molto potente, che nel peggiore dei casi potrebbe interferire con i vostri sogni e provocare danni irreversibili. No, è meglio che vi accontentiate di una camera come tutte le altre. -

- Ma non possiamo restare nei dormitori. – osservò Harry. – Voglio dire, non posso dormire con Malfoy assieme a Ron e agli altri. E se io provassi a entrare nel dormitorio di Serpeverde, finirei Schiantato prima di aver varcato la soglia. –

- Questo è ovvio, Potter. – sbuffò Draco. – Non ti vorrei nel mio dormitorio nemmeno fra diecimila anni. –

 

Silente si divertì ad osservare i due ragazzi che si pungolavano senza tregua. Afferrò una caramella alla liquirizia e la masticò rapidamente, prima di inghiottirla.

 

- Oh, ma in effetti ci sarebbe una soluzione. – disse con noncuranza. – In fondo, anche gli insegnanti hanno i loro alloggi.

 

*          *          *

 

“ Anche gli insegnanti hanno i loro alloggi”.

Già, nonostante ci si trovasse spesso nella condizione di pensare il contrario, i professori non dormivano nelle loro aule, in qualche pertugio nascosto sotto la cattedra, e quelli che non erano capocasa, e che quindi non alloggiavano nei quattro dormitori, avevano delle stanze sparse qua e là nell’immenso castello. Stanze che, a sentire il preside, superavano sempre di numero i docenti, per evitare che qualcuno dovesse dormire sotto le stelle.

 

- Non voglio dormire di fianco alla Cooman! – gemette Draco, e Harry non se la sentì di contraddirlo.

 

Nella torre in cui si trovava l’aula di Divinazione, c’erano appunto due di questi alloggi per i docenti, uno dei quali era occupato dalla delirante professoressa mentre l’altro era, guarda caso, vuoto.

 

- Su, la cara Sibilla non vi darà nessun fastidio, se ignorerete i grugniti notturni. -

- Gru… gniti notturni? -

 

Draco per poco non perse l’equilibrio, mentre Harry ridacchiò, oltrepassando la porta nascosta nel muro che Silente aveva aperto.

 

La camera aveva un aspetto migliore di quelle dei dormitori, e c’era da giurarci: innanzitutto era molto più spaziosa, e conteneva appena due letti, uno singolo ed uno matrimoniale. Inoltre aveva un bagno privato, da cui si accedeva attraverso una porticina scura. Essendo ubicata nella torre, godeva di una luce corposa pur disponendo di una finestra nemmeno troppo grande. Harry se ne sentì rassicurato, mentre Draco non sembrava per niente entusiasta all’idea, abituato com’era al suo sotterraneo maleodorante e buio.

 

Purtroppo, l’armadio era uno solo, e Harry immaginò che dividerlo con Malfoy sarebbe stata una vera lotta. Beh, o il serpeverde si rassegnava  a vedere i suoi preziosi mantelli affiancati a camicie e maglioni, o peggio per lui.

 

- Eccovi una copia di chiavi per ciascuno. Mi raccomando di non far entrare qui nessun altro oltre voi due. È pur sempre un alloggio destinato ad un insegnante. -

- Per quanto dovremo restare in questa prigione? – volle sapere Malfoy.

- Questo sarete voi a dirlo. Quando tutto si sarà sistemato, tornerete ai vostri dormitori, e riprenderete la vita di sempre. -

Harry diede un sospiro sconsolato, mentre Draco masticò acidamente un – Grandioso. –

 

*          *          *

 

- Harry, dove stai andando con quel baule? -

 

Harry trovò Hermione e Ron esattamente dove si aspettava di trovarli, ovvero seduti sul loro divano storico davanti al camino, in Sala Comune.

Posò il suo bagaglio, quasi servisse a raccogliere le forze che gli servivano per affrontare il discorso con loro.

 

- Che cosa?!?! – esalò Hermione.

- Il tizio che Marzio cerca è Malfoy?!? – le fece eco Ron.

 

Harry scosse la testa sconsolato.

 

- Non Malfoy. – disse con il tono di chi doveva averlo già ripetuto milioni di volte. - Ma Derevan, che è in contatto con Malfoy. -

- Che importa! È comunque una tragedia! -

- Non ci posso credere. – ragionò Hermione. – Harry, perché non ce lo hai detto subito? -

- Perché… - esitò Harry. – Beh, perché immaginavo quale sarebbe stata la vostra reazione. Insomma, prima di dirvelo ho provato a sistemare tutto da solo, o almeno di vedere come si metteva con Malfoy. Ma direi che le cose hanno preso una piega inaspettata. -

 

Hermione scosse la testa come una maestria. – Non essere sciocco. Noi siamo tuoi amici, e ti sosterremo in qualunque caso. Giusto Ron? -

- … -

- Ho detto, giusto Ron? -

- Sì, sì. Però hey, questo non vuol mica dire che dobbiamo diventare amici di Malfoy, spero. -

 

Hermione si arrese, lasciando per un po’ Ron a sobbollire nel suo brodo.

- Sono amareggiata. – sottolineò. – Credevo che non ci fosse più bisogno di ripetertelo ormai. -

- Mi dispiace. -

- Sì, ti dispiace. Lo dici sempre, tutte le volte che ci nascondi qualcosa. -

Harry piegò le labbra in un broncio mortificato. Non lo faceva per ottenere il perdono, gli dispiaceva sul serio di essere stato zitto. Era proprio vero che non si ricava mai niente di buono, a nascondere le cose agli amici.

 

Dopo alcuni secondi di silenzio, Hermione decise che era abbastanza. Si spogliò dell’espressione severa, per vestire i più rassicuranti panni di sempre.

- Ascolta. – riprese, professionale. – Quante possibilità ci sono che la cosa vada in porto? -

- Non ne ho la più pallida idea. Nemmeno Silente ha potuto fare pronostici. -

- Uhm. E quante ce ne sono che Malfoy ti giochi qualche brutto tiro? -

- Direi poche. Al momento non mi sembra in vena di scherzare. L’ha presa molto peggio di me, e gli piaccia o no io sono l’unico che può aiutarlo. Potrei sbagliarmi, ma ho la vaga impressione che a modo suo si fidi di me. -

- Sì, capisco. Deve essere spaventato e confuso. – immaginò Hermione.

- Hey! – saltò su Ron, agitando un dito in direzione dei due amici. – Ma vi sentite? Parlate di quella belva di Malfoy come se fosse una tenera Puffola Pigmea! - 

- Ma Ron, Malfoy è una Puffola Pigmea, te lo garantisco io. – ghignò Harry.

Il povero Ron perse colore. – E tu come fai a saperlo. – esalò.

- Smettila, vuoi per caso ucciderlo? – lo rimproverò Hermione. – Ron, Harry sta scherzando. Ma quello che adesso è importante è cercare di stare uniti anche se c’è di mezzo Malfoy. Non che possiamo fare molto per aiutarvi, vista la situazione. -

- Già, a parte montare di guardia fuori dalla porta ed essere pronto a salvarti se il Furetto prova ad ucciderti. -

 

Occhiataccia di Hermione, e tornò il silenzio.

 

- Ragazzi, non dovete preoccuparvi, è una storia che posso risolvere con le mie forze. – li rassicurò Harry.

- Ne sei certo? -

- Ma sì. Te l’ho detto, se Silente ci permette di provare a farli entrare in contatto, vuol dire che non corriamo pericoli. E Marzio è una brava persona, mi fido di lui. Una volta tanto, sono contento di non dovervi trascinare nei miei guai. -

 

Hermione annuì, anche se non dava l‘impressione di essere molto convinta.

 

- Continuerò a fare qualche ricerca. – si offrì. – A questo punto, abbiamo capito che concentrarsi sui nomi non serve. Proverò a scoprire qualcosa di più su questo tipo di sogni, soprattutto se non comportino dei rischi. -

- Sì, mi sembra un’ottima idea. –

- E io che cosa faccio? -

- Tu, Ron, potresti dare una mano a Harry a portare il baule di sopra, no? -

 

*          *          *

 

Harry e Draco poterono fingere che la loro nuova camera non esistesse per il resto del pomeriggio. Il Grifondoro salì la torre e sistemò le sue cose alla bene e meglio, senza che ci fosse traccia di Draco, che vi trasferì i suoi bagagli un’oretta più tardi, ritrovandosi già, con somma irritazione, l’armadio mezzo pieno. Sistemato tutto, comunque, entrambi decisero di tornarsene nei rispettivi dormitori d’origine, come niente fosse.

Malfoy si limitò a comunicare ai suoi compagni che era stato trasferito in un’altra camera per proteggerlo dal fantasma persecutore, Harry rimase in sala comune con Ron ed Hermione, a raccontare loro gli ultimi sogni. Riferì ciò che Marzio gli aveva raccontato a proposito della morte sua e di Derevan, ma omise anche con loro l’episodio del capanno. Non che non sapessero che quei due si amavano: lo sapevano tutti, persino Draco, e non ci voleva molto ad immaginare che esistesse anche una dimensione fisica, nel loro rapporto.

Era una cosa sua, ecco tutto.

 

Cenarono ignorandosi reciprocamente, ognuno circondato dalla propria compagnia, che mai come in quel momento aveva significato un intero mondo. Ma il tempo, piaccia o meno, trascorre, perciò dopo appena un’ora da quando i dessert avevano fatto la loro apparizione sulle tavole, eccoli lì, in quella stessa camera che non avevano voluto calcolare per tutto il giorno, a evitare di guardarsi perché non si aveva niente da dire.

 

- Beh, speriamo che vada tutto bene. – azzardò Harry.

- Vai al diavolo, è solo colpa tua se mi ritrovo in questa situazione. -

- Hey, non cominciare,

 

Draco sibilò contrariato, e si ficcò sotto le coperte come se si fosse dovuto sdraiare in una bara. Si fece più piccolo che potè, nell’angolo sinistro del letto. Anche Harry se ne rimase per conto suo dalla sua parte, di modo che in mezzo a loro venisse a crearsi uno spazio di un’intera piazza, che avrebbe ospitato comodamente altre due persone, magari meno schizzinose di loro.

 

- Spengo la luce? -

- Certo che spegni la luce. Altrimenti come faccio a dormire, secondo te? -

- Mmh, ma quanto sei indisponente. Buona notte, Malfoy. -

- Buona notte, Potter. -

 

La luce fu spenta, ma nulla cambiò. Per Draco, il respiro di Harry nel silenzio era come una raffica di vento assordante, e Harry dal canto suo si sentiva prigioniero delle lenzuola. Provò a muoversi, ma Draco gli ringhiò subito - Stai fermo, maledizione. - e allora niente, si torna al punto di partenza.

Dopo una mezz’ora buona a fissare il soffitto e sentirsi inutili, Harry provò di nuovo a stendere una gamba, ma niente, di nuovo improperi.

- Non stavi dormendo? -

- Ovvio che no, come pensi che faccia a dormire, in una condizione del genere? -

- Dovresti provare a rilassarti. -

- Ma senti da che pulpito! -

- Beh magari è troppo presto per avere sonno. -

- Oh, non dirmi, facciamo il gioco della verità finchè non ci addormentiamo per la noia. -

 

Con uno sbuffo, Harry scalciò via le coperte e si tirò su a sedere.

 

- Hey, stammi a sentire. – protestò, voltato verso una qualche parte che sperava fosse Malfoy. – Nemmeno io mi diverto, chiaro? -

- Ma se tu sei nato per questo genere di avventure, San Potter! -

- Dio, adesso non cominciare. -

- Non cominciare? Guarda che io vivevo tranquillo e sereno la mia vita, prima che tu e quel tuo Romano veniste a tirarmi in mezzo a questo casino. -

- Nessuno ti ha tirato in mezzo a nulla, smetti di accusarmi di colpe che non ho. Ci sei finito in mezzo perché sì, perché doveva andare così, e soltanto ieri anche tu eri d’accordo nell’andare avanti. –

- Ieri era diverso! –

- Ah sì? Beh, mi dispiace che tu sia imbarazzato, ragazzina isterica. –

- Hai dato della ragazzina a me? –

 

Stavolta fu il turno di Draco a tirarsi su a sedere. – Ripetilo! -

- E dai, piantala, rimettiamoci giù e cerchiamo di dormire. -

 

Sì, già, magari. Dovevano essere ormai le due del mattino, quando l’ennesimo sbadiglio di Draco convince Harry a girarsi.

 

- Stai cascando dal sonno. – osservò.

- Complimenti, genio, ottimo spirito di osservazione. -

- Se ti mettessi l’anima in pace, riusciresti a dormire, e faresti dormire anche me. -

- Non provare a farmi passare per un molestatore, adesso. -

- Uff, ma che razza di vittima. -

- Al diavolo. -

- Sì, sì, buonanotte Malfoy. -

 

Passata una mezz’ora, Harry sentì il respiro del Serpeverde farsi più regolare e profondo.

- Furetto? – provò a chiamare.

 

Malfoy non gli rispose, e lui tirò un sospiro. Almeno lui si era addormentato, dei due, mentre per sé stesso prevedeva poche speranze. Osservandolo nella semi oscurità, gli prese un nodo alla gola. Il pensiero di quel sogno nel capanno gli franò nella testa, facendogli esplodere il cuore. Marzio doveva aver passato un’infinità di notti coricato di fianco al suo Derevan, e se in quel momento poteva sentirlo, sicuramente scalpitava perché lui si addormentasse.

E invece non ci riusciva.

Si sentiva in colpa, e turbato. Pensieri, ricordi e sensazioni si mescolavano e si infrangevano sul suo cuore come flutti. Faceva freddo, e Malfoy era mezzo scoperto. Erano le reminescenze di Marzio, che lo facevano preoccupare per lui? Erano le sue mani o quelle del Romano, che afferravano le coperte per risistemargliele addosso?

 

- Uhm. -

 

Un occhio grigio e lucido puntato su di lui, e un’altra domanda. Era il suo volto, o quello di Marzio, ad avvampare?

 

- Scusa, non volevo svegliarti. -

- Non stavo dormendo. -

 

Harry sospirò. – D’accordo. Allora buonanotte. -

- E’ la terza volta che lo dici, ma non mi sembra proprio una buonanotte. -

- Che cosa vuoi, Malfoy, le coccole? -

- Le favole. -

Harry sogghignò. – Che idiota. Allora te ne racconto una bella su un Romano e un Iceno. -

- Wow, questa sì che è un’idea, Potter. È talmente noiosa che mi addormenterò come un sasso. -

- E’ noiosa per te che non hai un cuore. -

- Impossibile. Sono vivo. -

- Sì, sì, sarai alimentato da una qualche pompa pneumatica. -

- Hey che cos’era, un insulto? -

- Certo che sì. I Babbani non fanno che andare in giro a dare della pompa pneumatica alle persone che non sopportano. Allora, c’era una volta un Romano, che un bel giorno incontrò un Iceno e ne se innamorò. -

- Hai scordato di specificare che l’Iceno era bellissimo. -

- No Malfoy, l’Iceno era sopportabile. La gente si accontenta di poco a volte, sai? -

- Tu ti accontenti di poco, Grifondoro. -

- Uffa. Insomma, ci sono questi due che si amano, e che vogliono stare insieme. Ma c’è un problema, i loro popoli sono in guerra, e il destino è contro di loro. -

- Sì, sì, bla bla bla e fine. -

- Tu sai come va a finire? -

 

Draco diede una scrollata di spalle da sotto le coperte. – Ma sì, come vuoi che finisca, vivranno felici e contenti, e continueranno a cercarsi anche da morti, e schifezze nauseanti del genere. -

 

- Sei un idiota. -

 

Draco si tirò su a sedere di colpo.

 

- Che cos’hai detto? -

- Che sei un idiota. – ringhiò di nuovo Harry. – E che non hai capito niente. -

- Ma che vuoi? Come diavolo ti permetti di parlarmi in questo modo?- 

- Chiudi quella bocca, Malfoy. Il giorno in cui perderai l’abitudine di parlare a sproposito sarò felice. -

- Come osi! Hey sono io quello che è stato messo in mezzo! -

- Oh finiscila con questa storia, una buona volta. Non riesco a credere che tu sia così cinico da lavartene le mani. Scusami, se ho pensato che anche tu avessi dei sentimenti. -

- Non ti rare in ballo i miei sentimenti, adesso. Che cosa c’entrano, eh? -

 

Le quattro del mattino, e ancora non si vedeva via d’uscita.

 

- Si può sapere perché non me l’hai detto?!?! – strepitò Malfoy.

Harry non potè negare di sentirsi in parte in colpa. – Beh, che vuoi che ti dica, pensavo che potesse ferirti. Invece noto con piacere che non potrebbe importartene di meno. -

- Certo che non me ne importa, se si sono fatti ammazzare è un problema loro! Ma tu non avevi il diritto di tenertelo per te! -

- Hey, guarda che ha fatto soffrire anche me. Ci ho messo un po’ a metabolizzarlo. -

- Metabolizzarlo? Potter animo, sono spiriti, è ovvio che fossero morti! -

- C’è modo e modo di morire. -

- Appunto per questo dovevi dirmelo, invece che stare zitto. Tzk, e poi parli di collaborare. -

- Oh, come se fosse facile collaborare con te,vero? Non sei stato granché disponibile in questi giorni, mi pare. -

- No che non lo sono stato. Mi spieghi come si fa ad essere disponibile con qualcuno che non ti dice niente? Se non te ne fossi accorto, Potter, mi hai fatto sentire come uno stupido aggeggio da sfruttare per raggiungere il tuo nobile scopo. Beh grazie tante, non lo sono. -

- Non eri tu quello che volevi liberarti dallo spettro maligno? -

- Divertente. Ridi, ridi pure finché non ti sarai strozzato. Almeno io ho la decenza di dire che questa storia non mi piace, e non mi piace perché non è un gioco. -

- Non ho mai detto che fosse un gioco. -

- Ma ti comporti come se lo fosse, mi sbaglio? L’hai presa per una grande giostra in cui poter esibire la tua magnanimità, mentre non sei che un pallone gonfiato che non sa nemmeno quello che sta facendo. -

- Sono in buona compagnia, di un moccioso egoista e vigliacco, che ha paura di affrontare persino i suoi sogni, per rendersi utile una volta tanto, mentre le due persone che si trova davanti sono morte per ciò in cui credevano. -

- Ma io non sono Derevan! – si sfogò Malfoy, scalciando via le coperte. – E tu non sei Marzio, perciò smettila di comportarti come un eroe e svegliati! -

 

Harry si irrigidì, inebetito dall’ultimo attacco di Draco. Lentamente, si rimise giù, afferrò un lembo della coperta e se la tirò fino al mento.

 

- Vai al diavolo, Malfoy. – sillabò. – Sul serio, vai al diavolo. –

 

  
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