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Autore: 3lkom    28/08/2013    3 recensioni
 
-"Era inverno quando ti ho conosciuto, e tirava vento e pioveva, ma da quando mi hai preso per mano era come se fosse spuntato il sole: mi hai sorriso, e ho capito di amarti. Nulla di più semplice"
-"Ho paura. Non voglio perderti, non posso, anche se non potremo stare insieme.
Sono troppo piccola, io, e tu sei famoso.
Ma ti amo. E tu mi ami.
E l'età è solo un particolare, una sottigliezza, di fronte a certi sentimenti così profondi e forti"
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Izzy Stradlin, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il bianco è un colore versatile.
No, ho sbagliato, il bianco non è un colore. È la totale assenza di essi, è il nulla.
È tutto. 
Bianco è quello che non si può definire, quindi non so dire se esista o meno.
So solo che lo odio, il bianco mi è nemico. Ci sta uccidendo, anche se non vogliamo ammetterlo..
Ma tu lo ami, e anche io. Io amo il bianco e la sua maledizione.
Lo zucchero, il sale, le nuvole sono bianche. 
Ma non sono queste le cose a cui mi riferisco, no.
Non sono cose per tutti, o innocenti, o innocue..
La gente ne ha paura, e fa dannatamente bene.
Io vorrei, ma non ci riesco. Sono parte di me, o forse sono io ad essere parte di loro..
Tu l'hai accettato, io sto provando a lottare. 
Ma è difficile, e sto malissimo..
Ne vorrei un po', ora. Giusto una minima parte di bianco, cazzo, non sto chiedendo la luna!
Bianco è quello che vedo se mi alzo di scatto. Mi spaventa un po', a volte.
Mi chiedo se i ciechi vedano tutto nero o tutto bianco, e come sarebbe vedere tutto in bianco e nero, come i cani.
Mi è capitato, a volte, di non vedere niente per qualche secondo. Poi passa sempre, ma in quegli istanti odiosi il mio cuore si ferma..
Ho paura, quando sto male. Forse è stato quello a farmi capire che devo smettere, il fatto che rischiassi la vita troppo spesso, per cazzate.
Ho visto la morte tanto vicina, la luce e il bianco e tutte quelle stronzate li, che non riesco nemmeno più a chiudere gli occhi per dormire.
Io non voglio morire. È tutto bianco, lassù. Ho paura.
Bianco è il colore degli ospedali. Odio gli ospedali, sono posti spiacevoli.
Dottori in bianco, lettini bianchi, medicine bianche per pazienti vestiti di bianco.
I cadaveri sono bianchi, pallidi. I capelli dei vecchi sono bianchi, e bianco è il paradiso, almeno così me lo hanno sempre descritto..
E oggi entro proprio in un ospedale. Sono vestita di nero, apposta. 
Voglio contrastare tutto questo bianco, annientarlo, odio la finta purezza di questo posto..
Ma mi sento in trappola. Risalto, attiro l'attenzione, e in men che non si dica sono bianca anche io. Pallida, quasi cadaverica, non sto affatto bene..
Sarà l'ansia, l'astinenza o il semplice fatto di trovarmi qui. 
Odio questo posto. 
Chiedo di te a una donna in bianco. Un dottore, per lei provo solo ribrezzo.
Mi indica la tua camera, non la ringrazio.
Non mi sfugge l'occhiata torva che mi rivolge, ci credo, sembro un fantasma.
Uno spettro venuto ad infestare le povere anime di questo ospedale, a condividere un po' del suo nero dolore con loro..
Come se ce ne fosse bisogno, qui hanno tutti una faccia da patibolo!
Entro nella tua camera, il respiro mozzato in gola: anche tu sei bianco, quasi mi sembri morto..
Bianche le pareti.
Bianco il tuo vestito, e il camice dell'infermiere che dopo avermi vista esce, e ci lascia soli.
Io e te. È così assurdo, così surreale..
 Così dannatamente prevedibile, lo sapevo che prima o poi sarebbe successo..
Un immagine terribile, che da quando ci siamo lasciati mi perseguita ogni notte, impedendomi di dormire sogni tranquilli: tu, steso in un letto, attaccato a dei tubi senza di quali non vivresti; io, in piedi all'entrata, un'egoista attaccata alla propria vita, una masochista contemporaneamente attratta e terrorizzata dalla morte stessa.
(Ogni volta che mi sveglio, il cuscino è bagnato.. E dire che di solito non piango mai, lo sai!)
Non posso farne a meno, cammino come un' equilibrista sul cornicione di un grattacielo, in punta di piedi, e so che se facessi un solo passo falso precipiterei di sotto..
Ma mi piace sporgermi, mi piace da morire, l'ignoto mi attira..
E se solo avessi un po' meno paura, io..
Una stupida ragazzina, ecco cosa sono!
Ma tu..
Tu mi chiamavi piccola, e non lo dicevi per schernirmi, mai.
Tu mi hai preso per come ero veramente, con tutte le mie piccole follie e paranoie e dipendenze, mi hai accolto nella tua casa senza sapere quasi nulla di me. Mi hai dato fiducia.
Mi hai fatto sorridere.. Mi hai fatto riscoprire la ragazza timida e dolce che ero un tempo, seppellita dentro di me da così tanto che ormai la davo per morta..
Mi hai accolto nella tua vita salvandomi dalla mia pazzia, proprio come un principe azzurro che libera la sua bella dalla torre nella quale è rinchiusa..
Si, l'ho fatto, ti ho paragonato ad un principe delle favole!
Ti farebbe di certo ridere.. Scuoteresti la testa con fare superiore, atteggiandoti da gran figo come fa sempre Axl, sostenendo che è un'idea assurda: nemmeno io ti ci vedo in calzamaglia, sia ben chiaro!
Quei pantaloni di pelle che indossi, vanno più che bene..
Ma ora addosso hai quello straccio anonimo che danno a tutti i pazienti..
Persino tu ti lamenteresti, anche se non hai mai avuto un gran senso dello stile, ecco!
Sono sicura che ti saresti incazzato di brutto, se quando avessero provato ad infilartelo fossi stato cosciente..
E invece eri svenuto, almeno così mi hanno detto, respiravi a fatica e la tua pelle era di un inquietante colorito bluastro..
Perché l'hai fatto? Soffro nel vederti così, Jeff.
Non sei un idiota, aumentare così tanto le dosi non è da te.. Io..
Bianca é la roba che ti cali. Anzi, siamo in due.
Ero, coca, bianca vuol dire qualità, purezza.
Bianche sono le tue notti, non dormi. 
Le tue occhiaie sono nere, nere come le mie. Sembra che ci abbiano tirato un cazzotto, e invece è solo insonnia!
 La coca scandisce i ritmi delle mie giornate, con l'eroina riesco a riposarmi..
Ma ho smesso, non mi buco più, o almeno ci provo.
E tu sei obbligato, ora che sei in ospedale.
E non dormo, tu nemmeno, e rimango a fissare la parete vuota della mia camera, maledicendomi per quello che sono diventata.
Senza di te, muoio ogni giorno.
Ma io non ho ancora le tue guance quasi scavate, e sopratutto non sono io quella ricoverata d'urgenza in ospedale: del resto ho iniziato da poco, solo qualche mese, tu da anni.. 
Ti tiri su, sforzandoti di sembrare normale.
Non ci riesci.
Non puoi, non lo sei mai stato. E nemmeno io.
Non saremmo qui, tu mezzo morto e io (solo?) per un quarto..
 Ma poi mi vedi, mi riconosci, e i tuoi muscoli facciali, seppur con tanto sforzo, riescono a produrre quello che è un'inconfutabile accenno di sorriso. Tirato, sofferto, ma è pur sempre quello che è.
Bianchi i tuoi denti, il tuo sorriso un po' storto. È ancora li, l'unica cosa di te che non è cambiata in questa merda di posto.
Mi è sempre piaciuto. Non sorridi spesso, anzi, quasi mai, ma quando lo fai sei sempre sincero. E quando sorridi fai star meglio anche me.
Mi avvicino al tuo letto. Vederti mi da gioia, ma anche dolore. 
Provo così tante emozioni insieme, che credo che potrei scoppiare..
Siamo simili, la cosa mi piaceva. 
Capelli neri, lunghi, pelle lattea, occhi come pozzi. 
Vite sregolate, repulsione per le regole. Odio per le responsabilità, un irrefrenabile desiderio di restare bambini, spensierati. Liberi.
Forse è per questo che ci droghiamo. Per evadere, tornare piccoli, senza il peso di tutto il mondo addosso.. 
Ti prendo una mano, la stringo. È così pallida, così fragile, di un candore che non sembra umano.
Il tuo braccio è violaceo. I segni dei buchi sono ancora qui, non si vede una vena.
Saranno scoppiate tutte, non lo so. 
Forse si sono nascoste, forse hanno paura anche loro.
Sto tremando, Jeff..
Non voglio perderti, non posso, anche se non potremo stare insieme.
Sono troppo piccola, io, e tu sei famoso.
Ma ti amo. E tu mi ami.
E l'età è solo un particolare, una sottigliezza, di fronte a certi sentimenti così profondi e forti.
Insani, probabilmente.
Fanno male a me, hanno fatto quasi morire te..
Lo so che lo hai fatto per me, coglione.. Non negare l'evidenza, tu per me sei come un libro aperto.
Vorrei non averti incontrato, sarebbe meglio..
Non perché mi hai fatto conoscere l'eroina, no.
Ma perché ti ho causato solo altro dolore, altra sofferenza, e io non volevo, ti giuro!
Ti amo troppo, e lasciarti era la cosa giusta da fare, per la tua carriera.
Per te, anche. Ci stavamo sabotando a vicenda, con il nostro amore malato e tossico..
Ma non riuscirò mai a dimenticarti, io.
Tu si, devi, e quando sarò maggiorenne probabilmente tu avrai altre mille ragazze a tuoi piedi.
Ma qualcosa mi dice che tornerai da me..
Io ti aspetto, lo sai. Non c'è di bisogno di parole.
Poso un leggero bacio sulle tue labbra, l'ultimo?! 
Potrebbe, lo sappiamo tutti e due, ma spero con tutto il cuore che non lo sia.
Colgo il tuo sorriso triste, mi lacera l'anima. 
Non voglio vederti soffrire, ti prego. 
Raccogli una mia lacrima con la punta delle dita, mi accarezzi delicatamente la guancia. Mi baci sul naso, mi ha sempre fatto ridere: ma questa volta non rido, non ci riesco.
Mi dispiace di non essere forte abbastanza.
Ti lascio li, nel letto, a farti divorare dal bianco che ti circonda.
Corro fuori, i capelli neri mi si scompigliano al vento.
Da lontano sembro nera, forte, sicura di me, ma in realtà è solo una facciata.
Sono bianca dentro, debole e fragile come un malato terminale, debole e fragile come te, un cazzo di tossico..
Ma sei comunque l'uomo migliore che abbia mai conosciuto, non dimenticartelo, amore.
So che non è stata una tua scelta abbandonarmi, lo so, e ti amo da morire..
Per sempre, nulla potrà separarci. 
Nemmeno la morte che incombe sulle nostre teste, mai!
Fuggo in mezzo ai fiori. 
Nemmeno questa bella giornata di sole può scaldarmi il cuore..
Non posso fuggire da me stessa. 
Devo farcela, non posso buttarmi giù: devo dimostrarti che sono forte, e forse ti trasmetterò un po' della mia determinazione, forse ti aiuterò..
Ma ora sono sola, sola in mezzo al bianco, e anche se il mio cuore batte sono morta dentro.

Il bianco è un colore versatile.

No, ho sbagliato, il bianco non è un colore. È la totale assenza di essi, è il nulla.

È tutto. 

Bianco è quello che non si può definire, quindi non so dire se esista o meno.

So solo che lo odio, il bianco mi è nemico. Ci sta uccidendo, anche se non vogliamo ammetterlo..

Ma tu lo ami, e anche io. Io amo il bianco e la sua maledizione.

 

Lo zucchero, il sale, le nuvole sono bianche. Ma non sono queste le cose a cui mi riferisco, no.

Non sono cose per tutti, o innocenti, o innocue..

La gente ne ha paura, e fa dannatamente bene.

Io vorrei, ma non ci riesco. Sono parte di me, o forse sono io ad essere parte di loro..

Tu l'hai accettato, io sto provando a lottare. 

Ma è difficile, e sto malissimo..

Ne vorrei un po', ora. Giusto una minima parte di bianco, cazzo, non sto chiedendo la luna!


Bianco è quello che vedo se mi alzo di scatto. Mi spaventa un po', a volte.

Mi chiedo se i ciechi vedano tutto nero o tutto bianco, e come sarebbe vedere tutto in bianco e nero, come i cani.


Mi è capitato, a volte, di non vedere niente per qualche secondo. Poi passa sempre, ma in quegli istanti odiosi il mio cuore si ferma..

Ho paura, quando sto male. Forse è stato quello a farmi capire che devo smettere, il fatto che rischiassi la vita troppo spesso, per cazzate.

Ho visto la morte tanto vicina, la luce e il bianco e tutte quelle stronzate li, che non riesco nemmeno più a chiudere gli occhi per dormire.


Io non voglio morire. È tutto bianco, lassù. Ho paura.

 

 


Bianco è il colore degli ospedali. Odio gli ospedali, sono posti spiacevoli.

Dottori in bianco, lettini bianchi, medicine bianche per pazienti vestiti di bianco.

I cadaveri sono bianchi, pallidi. I capelli dei vecchi sono bianchi, e bianco è il paradiso, almeno così me lo hanno sempre descritto..


E oggi entro proprio in un ospedale. Sono vestita di nero, apposta. 

Voglio contrastare tutto questo bianco, annientarlo, odio la finta purezza di questo posto..

Ma mi sento in trappola. Risalto, attiro l'attenzione, e in men che non si dica sono bianca anche io. Pallida, quasi cadaverica, non sto affatto bene..

Sarà l'ansia, l'astinenza o il semplice fatto di trovarmi qui. 

Odio questo posto. 

 

Chiedo di te a una donna in bianco. Un dottore, per lei provo solo ribrezzo.

Mi indica la tua camera, non la ringrazio.

Non mi sfugge l'occhiata torva che mi rivolge, ci credo, sembro un fantasma.

Uno spettro venuto ad infestare le povere anime di questo ospedale, a condividere un po' del suo nero dolore con loro..

Come se ce ne fosse bisogno, qui hanno tutti una faccia da patibolo!

 

 


Entro nella tua camera, il respiro mozzato in gola: anche tu sei bianco, quasi mi sembri morto..

Bianche le pareti.

Bianco il tuo vestito, e il camice dell'infermiere che dopo avermi vista esce, e ci lascia soli.

Io e te. È così assurdo, così surreale.. 

Così dannatamente prevedibile, lo sapevo che prima o poi sarebbe successo..

 

Un immagine terribile, che da quando ci siamo lasciati mi perseguita ogni notte, impedendomi di dormire sogni tranquilli: tu, steso in un letto, attaccato a dei tubi senza di quali non vivresti; io, in piedi all'entrata, un'egoista attaccata alla propria vita, una masochista contemporaneamente attratta e terrorizzata dalla morte stessa.

(Ogni volta che mi sveglio, il cuscino è bagnato.. E dire che di solito non piango mai, lo sai!)


Non posso farne a meno, cammino come un' equilibrista sul cornicione di un grattacielo, in punta di piedi, e so che se facessi un solo passo falso precipiterei di sotto..

Ma mi piace sporgermi, mi piace da morire, l'ignoto mi attira..

E se solo avessi un po' meno paura, io..

 

Una stupida ragazzina, ecco cosa sono!


Ma tu..

Tu mi chiamavi piccola, e non lo dicevi per schernirmi, mai.

Tu mi hai preso per come ero veramente, con tutte le mie piccole follie e paranoie e dipendenze, mi hai accolto nella tua casa senza sapere quasi nulla di me. Mi hai dato fiducia.

Mi hai fatto sorridere.. Mi hai fatto riscoprire la ragazza timida e dolce che ero un tempo, seppellita dentro di me da così tanto che ormai la davo per morta..

Mi hai accolto nella tua vita salvandomi dalla mia pazzia, proprio come un principe azzurro che libera la sua bella dalla torre nella quale è rinchiusa..


Si, l'ho fatto, ti ho paragonato ad un principe delle favole!

Ti farebbe di certo ridere.. Scuoteresti la testa con fare superiore, atteggiandoti da gran figo come fa sempre Axl, sostenendo che è un'idea assurda: nemmeno io ti ci vedo in calzamaglia, sia ben chiaro!

Quei pantaloni di pelle che indossi, vanno più che bene..


Ma ora addosso hai quello straccio anonimo che danno a tutti i pazienti..


Persino tu ti lamenteresti, anche se non hai mai avuto un gran senso dello stile, ecco!

Sono sicura che ti saresti incazzato di brutto, se quando avessero provato ad infilartelo fossi stato cosciente..

E invece eri svenuto, almeno così mi hanno detto, respiravi a fatica e la tua pelle era di un inquietante colorito bluastro..

Perché l'hai fatto? Soffro nel vederti così, Jeff.

Non sei un idiota, aumentare così tanto le dosi non è da te.. Io..

 

 

Bianca é la roba che ti cali. Anzi, siamo in due.

Ero, coca, bianca vuol dire qualità, purezza.

 



Bianche sono le tue notti, non dormi. 

Le tue occhiaie sono nere, nere come le mie. Sembra che ci abbiano tirato un cazzotto, e invece è solo insonnia! 

La coca scandisce i ritmi delle mie giornate, con l'eroina riesco a riposarmi..

Ma ho smesso, non mi buco più, o almeno ci provo.

E tu sei obbligato, ora che sei in ospedale.

E non dormo, tu nemmeno, e rimango a fissare la parete vuota della mia camera, maledicendomi per quello che sono diventata.

Senza di te, muoio ogni giorno.

 

Ma io non ho ancora le tue guance quasi scavate, e sopratutto non sono io quella ricoverata d'urgenza in ospedale: del resto ho iniziato da poco, solo qualche mese, tu da anni.. 


Ti tiri su, sforzandoti di sembrare normale.

Non ci riesci.

Non puoi, non lo sei mai stato. E nemmeno io.

Non saremmo qui, tu mezzo morto e io (solo?) per un quarto.. 

Ma poi mi vedi, mi riconosci, e i tuoi muscoli facciali, seppur con tanto sforzo, riescono a produrre quello che è un'inconfutabile accenno di sorriso. Tirato, sofferto, ma è pur sempre quello che è.

 

Bianchi i tuoi denti, il tuo sorriso un po' storto. È ancora li, l'unica cosa di te che non è cambiata in questa merda di posto.

Mi è sempre piaciuto. Non sorridi spesso, anzi, quasi mai, ma quando lo fai sei sempre sincero. E quando sorridi fai star meglio anche me.

 

 


Mi avvicino al tuo letto. Vederti mi da gioia, ma anche dolore. Provo così tante emozioni insieme, che credo che potrei scoppiare..

 

Siamo simili, la cosa mi piaceva. Capelli neri, lunghi, pelle lattea, occhi come pozzi. 

Vite sregolate, repulsione per le regole. Odio per le responsabilità, un irrefrenabile desiderio di restare bambini, spensierati. Liberi.

 Forse è per questo che ci droghiamo. Per evadere, tornare piccoli, senza il peso di tutto il mondo addosso.. 

 

Ti prendo una mano, la stringo. È così pallida, così fragile, di un candore che non sembra umano.

Il tuo braccio è violaceo. I segni dei buchi sono ancora qui, non si vede una vena.

Saranno scoppiate tutte, non lo so. Forse si sono nascoste, forse hanno paura anche loro.


Sto tremando, Jeff..

Non voglio perderti, non posso, anche se non potremo stare insieme.

Sono troppo piccola, io, e tu sei famoso.

Ma ti amo. E tu mi ami.

E l'età è solo un particolare, una sottigliezza, di fronte a certi sentimenti così profondi e forti.

Insani, probabilmente.

Fanno male a me, hanno fatto quasi morire te..


Lo so che lo hai fatto per me, coglione.. Non negare l'evidenza, tu per me sei come un libro aperto.

Vorrei non averti incontrato, sarebbe meglio..

Non perché mi hai fatto conoscere l'eroina, no.

Ma perché ti ho causato solo altro dolore, altra sofferenza, e io non volevo, ti giuro!

Ti amo troppo, e lasciarti era la cosa giusta da fare, per la tua carriera.

Per te, anche. Ci stavamo sabotando a vicenda, con il nostro amore malato e tossico..

 


Ma non riuscirò mai a dimenticarti, io.

Tu si, devi, e quando sarò maggiorenne probabilmente tu avrai altre mille ragazze a tuoi piedi.

Ma qualcosa mi dice che tornerai da me..

Io ti aspetto, lo sai. Non c'è di bisogno di parole.

 

 


Poso un leggero bacio sulle tue labbra, l'ultimo?! 

Potrebbe, lo sappiamo tutti e due, ma spero con tutto il cuore che non lo sia.

Colgo il tuo sorriso triste, mi lacera l'anima. 

Non voglio vederti soffrire, ti prego. 

Raccogli una mia lacrima con la punta delle dita, mi accarezzi delicatamente la guancia. Mi baci sul naso, mi ha sempre fatto ridere: ma questa volta non rido, non ci riesco.

Mi dispiace di non essere forte abbastanza.

 

 

Ti lascio li, nel letto, a farti divorare dal bianco che ti circonda.

Corro fuori, i capelli neri mi si scompigliano al vento.

 


Da lontano sembro nera, forte, sicura di me, ma in realtà è solo una facciata.

Sono bianca dentro, debole e fragile come un malato terminale, debole e fragile come te, un cazzo di tossico..

Ma sei comunque l'uomo migliore che abbia mai conosciuto, non dimenticartelo, amore.


So che non è stata una tua scelta abbandonarmi, lo so, e ti amo da morire..

Per sempre, nulla potrà separarci. Nemmeno la morte che incombe sulle nostre teste, mai!

 

 


Fuggo in mezzo ai fiori. 

Nemmeno questa bella giornata di sole può scaldarmi il cuore..

 


Non posso fuggire da me stessa. 

Devo farcela, non posso buttarmi giù: devo dimostrarti che sono forte, e forse ti trasmetterò un po' della mia determinazione, forse ti aiuterò..

 


Ma ora sono sola, sola in mezzo al bianco, e anche se il mio cuore batte sono morta dentro.

 

  
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