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Autore: Vagabonde    14/03/2008    3 recensioni
Un guerriero senza riposo. Un tris di vagabonde, destinato solo a espandersi. Un mondo senza frontiere, un cielo pieno di stelle, treni, aerei, navi, e ancora treni e aerei alla ricerca dell’isola che non c’è.
Desideri in standby, pensieri sconnessi, poeti e criminali.
Un materasso di parole scritto apposta per lui.
Un diario di bordo senza precedenti per quel viaggio chiamato vita.
E lui, Orlando, lo zahir. Quel desiderio potente che smuove mari e continenti.
E allora, le vagabonde vi sfidano a credere. Voltate pagina.
*Authors: Strowberry, Aredhel, Summer. more to come*
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Orlando Bloom
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sountrack: What hurts the most, Rascal Flatts

Vagabonda: Cecil

“Watch over me this night”


Siamo state accusate di voler dar spettacolo, di volerci mettere in mostra sfruttando la tua popolarità, il tuo successo. Niente di più lontano da me. 

Sai, mi sento a mio agio soltanto nella massa, nascosta nell'ombra, con le spalle parate e protette dal gruppo, io che da sola non ci so stare, che mi sento in colpa a isolarmi, a chiedere due secondi per me, solo per me, sempre in prima linea per gli altri, una crocerossina assoluta che non bada a sè, se ne infischia, finchè crolla, stremata. 

Se solo sapessero, Orlando, se solo potessero davvero conoscermi. Il guaio è che io non mi apro, sto trincerata dietro i miei silenzi, coperta dalla peggior arma a doppio taglio che possa esistere, l'ironia.

Io che vivo di sogni, di speranze coltivate come pianticelle, di certezze mandate a puttane all'improvviso.

Permettimi di tenerti con me, almeno un po'. Almeno quando tutto mi sembrerà più buio, così oscuro da far tremare le ossa e battere i denti, permettimelo. 

Ti terrò lì, senza chiedere niente in cambio.

Appeso ad una parete, come sfondo sul portatile, un sorriso stampato nella mente, la voce roca e profonda nelle orecchie.

Fammi tenerti con me, al mio fianco.

Veglia tu su di me, adesso.

Oggi che mi sento così stanca, così fiacca che avrei voglia di tirare i remi in barca e lasciarmi trasportare per un po' dalla corrente, senza rimorsi, nè rimpianti.

Ma non lo faccio, è più forte di me. Non so starmene ferma ad aspettare, non ho la pazienza di guardare il tempo passare senza poter far qualcosa per fermarlo, per implorare che si arresti, aspettandomi. Io che arranco, che combatto le mie paure, che stritolo ogni mia forza, per andare avanti.

Guardami tu nel sonno tormentato che scandisce le mie notti, osserva la mia fronte corrugarsi mentre salto da un pensiero all'altro come un'ape nell'affannata ricerca del miele, sorridimi quando mi vedi volar via quel dannato sorriso, sollevami dolcemente, con un tocco d'angelo, il morale steso al suolo, abbracciami quando mi sentirò sola e indifesa. Proteggimi.

No, non lo farai mai. Niente di tutto questo avverà.

Ma a me sta bene così, sai?

Non ho niente da chiederti, niente di quello che tu possa darmi. Quella pace, quella stabilità e tranquillità interiore che tanto cerco, dovrei cercarle in me. Non pretenderle. Ma scoprirle.

Giulia qualche giorno fa mi ha detto che in quello che scrivo metto l'anima, così profondamente, con così tanta inconsapevolezza, che uno mi sfiora davvero leggendo. 

Mi ha paragonata a te, io che riesco a farmi sfiorare come fai tu.

Che tenera, dolce, magnifica fatina. Così meravigliosa da volersi portare a Londra tre pazze scalmanate, con così tanta adorabile incoscienza da far male, così grande da essere immensa.

Io che non merito tutti quei complimenti, se sapessero. Se solo sapessero. 

Tutti quì vedono un talento. Dove? Ma dove? Illuminami ti prego, perché davvero non vedo niente.

E no, non è per farmelo ripetere. Potresti dirmelo anche tu, sai, ma non ci crederei. Vedo negli altri dei giganti talmente grandi, qualcosa di insormontabile, che io a confronto mi sento piccola piccola, minuscola, una formichina tascabile.

Perché, caro il mio piccolo Lord, non ci fossi tu, molte cose sarebbero diverse da come in realtà sono.

Potrei fare un elenco infinito, ma non mi va di tediarti con queste cose. Quel che conta non è che tu ne sia consapevole, di illuminare a giorno paesaggi alquanto oscuri o di rendere la gioia a chi l'ha perduta.

L'importante è che continui a essere così, una certezza, una stella fissa nel cielo, piccolo punto luminoso che guida lo rotta di chi si sperde nell'azzurro. 

Sei così importante, per Em, per Giulia, per Sara, per Michela. Così tenere e indifese, che spaccherei il mondo per ogni legnata che continuamente gli propina.

E sai, vorrei chiederti un favore, un favore personale. 

Puoi vegliarle tu, stanotte? Sono talmente stanca, stanca persino da non aver voglia di dormire, così stanca che urlerei con tutto il fiato che non ho, che mi vien strappato a forza dalla gola, senza via d'uscita, nè possibilità d'appello.

Proteggile tu, che ne hai la possibilità. Perchè sai, leggere che una di loro sta male, che ha paura, che soffre, è un pugno nello stomaco, ti sconquassa i reni togliendoti il respiro. 

Ma tu, Orlando, tu puoi dar loro quel sorriso che adesso io non posso donare, fallo tu per me, solo per un po'.

Non temere, non ti investirò mai più di compiti così gravosi, tornerò a prendermi il mio incarico. 

Ogni tanto pure io ho necessità di staccare, di chiudermi in me e piangere un po', magari. Senza un motivo, così, solo perché le lacrime escono da sole, senza senso, nè spiegazione. Come questi pensieri sconnessi, alle una di notte.

Sai, vorrei fare come Emy, errare per il mondo inseguendo un sogno, sapendo che non lo si agguanterà che per brevi istanti ma continuare a farlo. Una piccola girovaga, una raminga dal cuore sognatore e la mente viaggiatrice. 

Emy, che ha così tanta forza da poterla cedere a chiunque e rimanerne sazia. Emy che ti difende con le unghie e coi i denti, sai? 

Tu, lo sai? Lo sai che noi esistiamo?

Che siamo quà, per te, quando vuoi, come vuoi? 

Tu chiama, un fischio, un sibilo, un cenno. Ovunque.

Lo sai della forza che hanno questi donnini quà? Sempre in prima linea, pronte a marciare, a combattere, a non cedere. 

Io non sono così, non adesso. Non ce la faccio Orlando. Non ce la faccio.

Vorrei solo ritrovare quel coraggio, quella forza che mi s'è manifestata all'improvviso. Dov'è adesso, dove si è nascosta proprio adesso che ne ho bisogno?

Vegliami tu, almeno stanotte, ora che ne ho un bisogno indispensabile, dammi il respiro, conta le ore, muovi il tempo e dammi la forza.

So che puoi, angelo mio.

  
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