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Autore: Yuna Shinoda    25/03/2008    10 recensioni
Arrivai a Forks circa due anni fa, nel 2005.
Gli anni precedenti, ben 17 della mia lunga adolescenza, li avevo trascorsi in Alaska, a Denali. Lì c’era la famiglia di Tanya, un’avvenente ragazza bionda che seguiva la mia stessa dieta.
Bhè, di sicuro vi starete chiedendo cosa centri la dieta. Centra, centra…
Dovete sapere che io non sono propriamente una persona che si nutre di cibo normale.
Purtroppo no.
Per delle strane coincidenze, nell’agosto del 1948, pochi mesi dopo la fine della seconda guerra mondiale, mi ritrovai qui a Forks, in Washington. Che poi era stata anche la città in cui abitavo prima.
Sono nata nel 1931 a Forks, Washington. Mio padre e mia madre erano per così dire separati in casa, visto che non era ancora stata fatta una legge sul divorzio a quel tempo, ed io ero una semplice ragazza di campagna. Mio padre faceva parte della guardia nazionale – l’odierna polizia – e mia madre non lavorava, semplicemente badava a me e mi curava come una qualsiasi madre avrebbe fatto con la propria figlia.[...]
Edward è umano, Bella vampira.
Bella vive assieme ai Cullen a Forks da due anni, quando lei e gli altri decidono di tornare a scuola, vede Edward Masen e non riesce a controllarsi.
Twilight visto da un altro punto di vista, un po' OOC all'inizio, ma cercherò di rispettare le caratterizzazioni dei personaggi dando una nuova visone del libro... Dal POV di Bella.
Genere: Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Iniziò a mancarmi l’aria, anche se non respiravo.

Chiusi forte le narici anche la bocca; a confronto un tappo di una bottiglia chiusa era attaccato in modo precario.

Sta di fatto che non avevo mai fatto una cosa del genere. Iniziai a gonfiare le guance come una bambina che gonfia un palloncino e gli occhi mi diventarono due fessure.

Cercavo di guardare avanti, non dovevo concedermi di guardare a lui. Cosa avrebbe pensato?

Già. A cosa pensava? Per la prima volta me lo chiesi incuriosita anche io.

Provai a sforzarmi come non facevo mai, ma alla mia mente non arrivava nessun segnale, quasi come se la sua testa fosse vuota.

Forse ero troppo sotto pressione perché mi tentava troppo quel suo delizioso odore che adesso avevo a meno di 30cm di distanza? Non ne ho idea.

Mi piegai sul banco, quasi fingendo di avere mal di pancia che mi sentii chiamare.

Una voce calda e sensuale, non troppo profonda, attirò la mia attenzione.

- Ti senti bene? -

- Ehm? – Ero rimasta letteralmente senza fiato.

- Sicura di star bene? –

- P-u-o-i r-i-p-e-t-e-r-e, scusa? – Pronunciai ogni parola con calma, misurando ogni lettera che la componeva. Era impossibile che parlasse con me.

- Scusami. Forse sei davvero un po’ stordita. – disse, facendo un sorriso benevolo.

- No è che oggi non ho mangiato… Mi sento spossata – Ma che gli stai dicendo, Bella! La frase più appropriata da dirgli sarebbe: “Scusami, ma sto facendo questa farsa perché avrei davvero voglia di provare il tuo sangue. Ti va bene come giustificazione?”

- Ah. Non va bene, sai. Se non mangi a pranzo puoi rischiare di incorrere in disordini alimentari –

Ma ti si è fuso il cervello? Mi fai ancora venire più voglia di assalirti… Per piacere, non parlare più…

Risposi con un debole sorriso e appoggiai nuovamente la testa sul banco, i capelli che facevano da scudo tra me e lui.

- Dico sul serio, sai? -

Mi rialzai per rivederlo almeno un’ultima volta quel giorno. L’inferno è indubbiamente migliore del paradiso.

Aveva sul volto un’espressione angelica, dolce. I suoi tratti erano rilassati e si vedeva che tutto ciò che mi stava dicendo lo diceva in buona fede, solo per il mio bene.

- Ci credo. Scommetto che da grande vorresti fare il medico. -

- Sembra quasi che tu mi legga nel pensiero. Hai centrato in pieno. –

“Mi sembra davvero che tu stia sbagliando”, direi.

E’ la semplice questione del ‘vorrei ma non posso ’.

Vorrei leggerti del pensiero, ma non posso.

Vorrei saltarti addosso, ma non posso.

Vorrei parlare con te come una persona normale, ma non posso.

Sarò anche una vampira, ma non posso fare tutto ciò che voglio.

Risposi con falsa eccitazione. – Davvero? Mi fa piacere – perché mi sto comportando così? Non ti posso parlare, non devo!

Sempre calmo e posato, ricambiò con un sorriso a trentadue denti.

Ed io affondai nel mio oblio personale. Mi riproposi di non rivolgergli più la parola. Mai, mai più.

Bella, l’hai promesso a te stessa. Ignoralo. Denigralo. Ma non ucciderlo.

Fallo per i Cullen. Fallo per te stessa.

Iniziai a fingere di nuovo di avere dolori alla pancia, che il professor Banner se ne accorse e venne l nostro banco. Finalmente! Il mio piano fin dall’inizio era fingere di star male per uscire e stare lontano da lui.

- Signorina Swan? -

- Eh… - Feci, con finta stonatura.

- Si sente bene? –

- Non tanto… -

- Va bene, direi che per oggi puoi uscire per riprenderti un po’. Poi ti farai dare gli appunti da qualcuno. –

- Grazie… - Che attrice.

Mentre mi alzavo lentamente per uscire, fui colpita dalle parole del professore.

- Isabella? Sembra che non ce la fai a tenerti in piedi. Masen, accompagnala tu fuori, tanto so che per te sarà nulla non seguire questa lezione -

No lui no, per favore ho detto!

Mi si ritorcono contro anche questi giochetti, dannazione…

Il ragazzo si alzò e mi offrì il braccio, che rifiutai.

Cercai di essere più veloce di lui nell’uscire dall’aula, così che me ne sarei potuta andare con passo celere fuori dalla stessa scuola ma… presi una scivolata nel corridoio poiché il pavimento era bagnato.

- Merda! – Gridai.

Lui mi fu subito vicino.

- Stai bene? – E’ la seconda volta che me lo diceva, oggi.

- Si si sto benissimo! – Mi rialzai in un lampo ma ricaddi sullo stesso posto di prima.

- Sei un mito, direi. – Sogghignava.

- Perché? –

- Dici che stai bene, e poi mi ricadi di nuovo? – Continuava a prendermi in giro, sorridendo e ghignando. Poi mi offrì la mano.

Riluttante, l’accettai. Siamo nel gioco, giochiamo!

Senza che me l’aspettassi, mi prese agilmente in braccio. Tutto, ma questo: no!

- Ehi, che fai? Fammi scendere! -

- No. Ti sei fatta male, anche se non vuoi ammetterlo. Adesso ti porto in infermeria –

- No! Ti prego è il mio primo giorno, voglio uscire! Fammi andare in macchina e andrà tutto bene! –

Si fermò all’istante, il volto dubbioso. Poi voltò l’angolo in direzione del parcheggio.

Feci un sospiro di sollievo e mi abbandonai tra le sue braccia, chiudendo gli occhi. Era nello stesso tempo piacevole e allucinante stare con lui.

Cercavo di mantenere la calma e non esplodere, altrimenti il peggio sarebbe arrivato per lui.

Mi portò fuori.

- Qual è la tua auto? – Mi chiese gentilmente.

Mi persi nel suo odore che non lo risposi.

- Vabbè, visto che non vuoi rispondermi tirerò ad indovinare. Sarà mica quella Audi? Non l’ho mai vista prima nel parcheggio. -

- Chiavi… giacca… chiavi… - Farfugliavo inconsciamente, persa nel “sogno” o meglio “incubo” che stavo vivendo.

Non me ne accorsi, ma mi poggiò sul sedile del passeggero.

- Eh? – Mi destai dal mio sonnambulismo. Che ci facevo lì?

Bella, ma non ti ricordi? Quel ragazzo ti ha portata nella tua macchina… In braccio! Ehm… Che mi stava succedendo? Era come se la sua presenza allo stesso tempo mi facesse dimenticare quanto fosse gustoso. Bella, non perdere il senno, mi raccomando; mi ripetevo.

Ti sta solo tentando; resisti.

Fai finta che accanto a te c’è solo una statua di cera che gli assomiglia molto. Tanto. Troppo.

No! Io voglio il tuo sangue, è un ordine!

Lo osservai meravigliata.

Lui era al posto di guida. Affascinante e tenebroso abbastanza per farmi dimenticare per un po’ che non riuscivo a starmene ferma così davanti a lui senza morderlo.

- Posso provarla? -

- Cosa? –

- La macchina, s’intende. E’ che io ho un modello non troppo veloce come questo… Ho una Volvo ma è vecchia. E’ di madre. –

- Fai come vuoi. –

Non ci mise molto a partire. Mi sorrise e ingranò la prima.

Anche se ero una vampira e poi tanto non m’interessava, non amavo andare troppo veloce perché solitamente per andare veloce andava che mi schiantavo contro qualcosa con la mia fortuna sfacciata. Il ragazzo sfrecciava veloce sulla strada a 180Km/h.

- Ehi… Scusami, eh, ma non ti piace essere cauto? -

- Mi piace andare veloce perché si fa prima, è un problema? –

- Affatto. –

E come se lo era. Aveva aperto il finestrino del suo lato e a causa della vento che gli scompigliava ancora di più i capelli arrivava alle mie narici il suo sapore fantastico…

Richiusi la bocca e il naso come in classe, fingendo nuovamente di star male.

Lui mi guardò, senza dare un’occhiata alla strada.

- Ci sei? Non stai bene? – Era come minimo la quarta volta che me lo diceva.

- No… - Mimai una finta nausea.

Come se non bastasse, fermò l’auto in modo impercettibile, quasi con finezza.

- Va meglio? – Mi chiese.

- Si… - Risposi con un finto filo di voce.

- Ah, in ogni modo…. Io mi chiamo Edward Masen –

- Isabella Swan –

- Isabella… Nome inglese da libro classico. Ricordo dell’Isabella di Cime Tempestose… Gran bel personaggio. –

- Preferisco che mi si chiami Bella. – Ma che, adesso gli dai pure confidenza più del necessario?

Bella, sveglia! Non devi familiarizzare con il nemico… ricordati che vorresti ucciderlo!

Me lo ricordo, me lo ricordo.

Però preferisco rischiare e starci ancora assieme per portarmi a casa il suo dolce odore…

- Edward… il nome di molti principi inglesi. Mi dispiace ma devo andare, devo lasciarti qui. Per casa mia sono solo due passi -

- E la macchina? –

- Portala a scuola e dai le chiavi ad Alice. Lei me la riporterà. –

Annuì.

Quando si allontanò con la macchina, presi una via diretta per casa Cullen attraversando la foresta della regione Olimpica.

Un’ora dopo il mio ritorno, Jasper e Alice tornarono con la mia Audi e con in mano un biglietto per me da parte di… Edward.






Notina finale: Un ringraziamento speciale a chi ha commentato:
Giuggiolina: Bhè, sono molto lusingata che speri in questa storia e che ti riesce anche a strappare un sorriso XD. Non sono una persona a cui piace la roba piatta - anche se spesso mi piacciono le cose tristi - quindi cerco di inserire sempre di qualcosa di simpatico nelle mie storie. Grazie anche per le altre storie XD
kanon16: Grazie anche a te, come vedi appena son tornata ho postato ^^
Only_a_Illusion: Accontentata anche te, oggi mi sono messa al lavoro per fare un capitolo più sostanzioso! :)
Gea_Kristh: Grazie per l'appoggio, mi fa davvero piacere che ti piaccia questa inversione.
gold eyes: Ti ringrazio molto, come puoi leggere in questo capitolo i due si sono parlati. Bhè, non posso dire che a Edward non sia indifferente Bella, però la tratta ancora come una compagna. Al più presto però stai sicura che scriverò un chap in cui entrambi saranno coinvolti... Si spera al più presto XD

Un grazie anche a chi l'ha aggiunta ai preferiti:
gold eyes
Kagome84
Locke
Pepsi
Princesselisil
yuko_chan

Un bacio a tutte... Al prossimo capitolo ^^
  
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